Videochiamate sospese in carcere: detenute e detenuti in rivolta a Santa Maria Capua Vetere

E il Sappe invoca il 41 bis per i rivoltosi e la libertà di tortura.

Un centinaio di detenute e detenuti dei reparti di alta sicurezza femminile e maschile, Senna e Tamigi, del carcere di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, non hanno fatto ritorno in cella al termine dell’ora d’aria e si sono barricati nell’area riservata al passeggio per protestare contro la decisione del Dap di sospendere i colloqui online coi familiari e la sorveglianza dinamica. I detenuti sarebbero dovuti tornare in cella alle 15, ma si sono rifiutati e hanno cominciato a battere oggetti contro il muro; hanno poi incendiato con dei pezzi di carta dell’erba che si trova intorno alla chiesetta nell’area del passeggio.

Motivo della contestazione, soprattutto, la sospensione della sorveglianza dinamica, ovvero il regime che prevede che le celle siano tenute aperte la mattina: non è previsto per i detenuti di alta sicurezza, che però ne hanno beneficiato durante questi mesi di emergenza coronavirus e vorrebbero che restasse in vigore. Altro motivo, la sospensione dei colloqui online tramite videochiamate, che già ieri aveva portato alla protesta delle donne del reparto Senna.

«Ieri e oggi ancora disordini e violenza da parte delle detenute e detenuti – dice Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del SAPPE, Sindacato Autonomo Polizia PenitenziariaCominciano nella giornata di ieri tutte le detenute ad Alta Sicurezza del Reparto “Senna”, nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, circa 50.
Il motivo della protesta è stata la sospensione delle videochiamate in tutte le sezioni sottoposte ai circuiti ad Alta Sicurezza, negli istituti della nazione.
Oggi le donne del “Senna”, detenute per reati associativi, hanno continuato la protesta, in considerazione che non si è sviluppata la trattativa con i vertici dell’Istituto come erano state abituate in un recente passato. Oggi a dar manforte alle rivoltose, è stato il reparto “Tamigi” con circa 150 detenuti classificati Alta Sicurezza.
Il personale della polizia penitenziaria attende ordini e regole di ingaggio chiare da parte delle Autorità preposte alla gestione di tale evento critico, con liberatoria di eventuali responsabilità sull’applicazione dell’articolo 41 Op come invece verificatosi per i noti fatti che qui non siamo a ripetere.
Il Sappe è stato, é e sarà al fianco dei colleghi in divisa e contro alle spettacolarizzazioni e comizi dei vari garanti che soffiano sul fuoco».

Pablo Hasél esclude l’esilio e attende il carcere. Previste manifestazioni il 4 luglio in tutta la Spagna

Il rapper catalano di Lleida, Pablo Hasél, ha denunciato le ritorsioni giudiziarie dello stato spagolo che ha affrontato nelle ultime settimane – lasciandolo de facto con nuove pesanti accuse – e ha detto che le sentenze che sta accumulando dimostrano che lo stato vuole “punirlo” in modo esemplare per i tanti anni di lotta dalla musica e dalle strade “. L’avvocato di Hasél ha chiesto la sospensione della sua prigionia, che potrebbe essere ordinata da un giudice a causa del rigetto della Corte suprema spagnola di un appello contro una seconda condanna per testi di canzoni e dichiarazioni sui social media che “glorificano il terrorismo”.Se il pubblico ministero spagnolo gli ordina di andare in prigione, Hasél ha spiegato che non si presenterà volontariamente. Ma nemmeno andrà in esilio, ha detto, né chiederà scusa, poiché non si rammarica dei tweet per i quali è stato condannato che, dice, “hanno denunciato e combattuto contro le ingiustizie”. Una piattaforma che chiede il suo rilascio, Llibertat Pablo Hasél, sta organizzando raduni di supporto per il musicista in tutto lo stato spagnolo il 4 luglio.

L’8 giugno, la Corte Suprema ha respinto gli appelli del rapper contro una sentenza di 9 mesi e un giorno di prigione per glorificazione del terrorismo “con la circostanza aggravante della recidiva” e per insulti e calunnie alla corona spagnola, nonché alla polizia e alle forze di sicurezza spagnole . Hasél è stato condannato per aver incluso nei suoi commenti sui social media, sotto forma di tweet,  video che la corte afferma incitavano alla violenza, con commenti che “glorificavano” e “molestavano” la monarchia e altre istituzioni spagnole.

Questa è stata la sua seconda sentenza per aver glorificato il terrorismo, poiché nel 2014 era stato condannato a due anni di prigione per alcuni dei suoi testi delle canzoni. Secondo la sentenza, i testi di Hasel “lodano le azioni e i membri di  gruppi terroristici come GRAPO, ETA e Terra Lliure, oltre a “giustificare la loro esistenza”. Inoltre, ha affermato che Hasel chiedeva il ritorno di questi gruppi e presentava i loro membri come vittime della democrazia. Questa prima sentenza è stata ratificata dalla Corte Suprema nel 2015, ma il tribunale ha quindi deciso di sospendere l’entrata in prigione nel 2019, a condizione di non recidiva per tre anni di Pablo.

Ora, l’avvocato di Hasél ha chiesto lo stesso approccio da adottare per la seconda condanna di glorificazione del terrorismo. Come ha spiegato venerdì il rapper di Lleida, il giudice non ha ancora deciso. Se gli viene infine ordinato di entrare in carcere per un secondo reato, Hasél dice che non proverà a lasciare la Spagna, ma sarà lui a presentarsi” – sottintendendo che aspetterà le forze di sicurezza per venire a prenderlo. Non andrà in esilio, ha detto, perché crede che la prigione “sia un altro fronte per la lotta, da cui la mia lotta potrebbe finire per essere più costosa per lo stato che se fossi in esilio. L’ho fatto, lo sto facendo ora e lo farò di nuovo”, ha concluso.

Hasél ha fatto queste dichiarazioni durante una conferenza stampa nel fine settimana a Lleida, accompagnato da una quindicina di attivisti. A questo evento è stato annunciato che sono state indette manifestazioni per il 4 luglio in tutto il territorio spagnolo.

 

la repressione in fabbrica – tutti alla tenda degli operai della Maschio Milano

pc 2 luglio – alla tenda del lavoro della Maschio grezzago Milano

dagli operai in lotta alla tenda per il lavoro, un appello invito,

assemblea solidale di lotta

venerdì 3 luglio 2020 ore 20.30
alla tenda per il lavoro, davanti alla fabbrica Maschio Ns, viale Umbria Grezzago, Mi,

vicina all’uscita A4 Trezzo sull’Adda.

per le prossime mobilitazioni, per il rientro in fabbrica di tutti i 16 operai, contro il nuovo caporalato degli appalti in fabbrica come nella logistica.
Slai Cobas per il sindacato di classevia Marconi 1 Dalmine