Tunisia – il compagno comunista Farid scarcerato! Soccorso rosso proletario se ne rallegra e conferma una campagna di informazione sul suo caso con materiali diretti

alla sua scarcerazione accolto da molti compagni

ma l’attenzione a quello che stà succedendo in Tunisia deve ora rimanere e va intensificata, informazione solidarietà e sostegno per le masse in lotta e per i maoisti impegnati nel paese nella costruzione del partito e della rivoluzione di nuova democrazia antimperialista

L’Italia è uno dei paesi imperialisti che opprime e sfrutta la Tunisia;

dai porti tunisini partono ora molti migranti in fuga da miseria, repressione, oppressione e guerre;

nei porti, negli hotspot e Cpr molti tunisini protestano contro segregazione, mancata concessione di permesso di soggiorno e asilo come rifugiati:

sono tutti motivi per la mobilitazione comunista, proletaria, antirazzista nel nostro paese

un dossier è in uscita in questa settimana

che si può richiedere a pcro.red@gmail.com

seguite il blog in italiano dalla Tunisia tunisieresistant

la persecuzione giudiziaria e poliziesca contro Abbà continua .. mentre il movimento ha ripreso la lotta

Niente domiciliari o servizi sociali per il No Tav che rimase folgorato sul traliccio del cantiere

La Cassazione conferma per Abbà solo la semilibertà

La Cassazione ha bocciato la richiesta di Luca Abbà, uno degli storici leader del Movimento No Tav, di poter accedere all’affidamento in prova ai servizi sociali o agli arresti domiciliari. La prima sezione della Suprema Corte ha respinto il ricorso del difensore di Abbà, l’avvocato Claudio Novaro, confermando la decisione presa lo scorso settembre dal Tribunale di Torino, in relazione all’esecuzione della pena di un anno per il reato di resistenza a pubblico ufficiale avvenuto nel 2009, concedendo al militante No Tav solo la semilibertà.
Abbà, 45 anni, militante anarchico, nel 2012 era caduto da un traliccio a Chiomonte, su cui era salito per protestare contro l’apertura del cantiere, restando folgorato dalla corrente. Rimase per alcuni giorni tra la vita e la morte, poi si riprese.

Continua la protesta No Tav, roghi alla cancellata del cantiere di Chiomonte

Continua la protesta contro la Tav in Valle di Susa. La notte scorsa, tra domenica 19 e lunedì 20 luglio, una ventina di antagonisti ha organizzato un blitz al cantiere di Chiomonte. «Continuano in grande stile i festeggiamenti per il primo mese del Presidio permanente dei Mulini. Battitura e falò sui cancelli dell’allargamento» si legge sulla pagina Facebook del movimento No Tav. Prima la consueta battitura contro le reti. Poi i roghi appiccati alla cancellata perimetrale. Gli agenti della Digos hanno individuato e denunciato per incendio doloso e violazione di un provvedimento dell’autorità cinque esponenti del centro sociale Askatasuna, che verranno anche sanzionati per violazione delle leggi regionali sui fuochi appiccati in aree boschive. L’azione al termine di un weekend di protesta. È di sabato la marcia contro l’allargamento del cantiere che si è conclusa con un assalto, durato oltre due ore, con lanci di pietre e bombe carta contro le forze dell’ordine. Diciassette le persone denunciate: molti sono esponenti di Askatasuna.