un appello tutt’ora valido – verso una assemblea nazionale in settembre

contro l’uso dell’emergenza coronavirus per intensificare la repressione antiproletaria e antipopolare – l’attacco al diritto di sciopero e alla libertà di manifestazione – contro il carcere assassino e il carcere tortura – a sostegno delle lotte nelle carceri e in solidarietà con i prigionieri politici nel mondo

A fronte della crisi economico/pandemica, frutto del modo di produzione capitalista nella fase imperialista, il governo sfrutta le lezioni dell’emergenza per imporre le leggi e gli interessi dei padroni ed affinare le armi della repressione a tutti i livelli.

La Fase 2 per padroni e stato è all’insegna delle leggi e i provvedimenti liberticidi. Ai vari decreti e pacchetti sicurezza si aggiungono misure emergenziali, sanzioni e controllo sociale sempre più capillare, per usare il distanziamento sociale e le leggi anti-assembramento per impedire le lotte sociali e i movimenti di opposizione politica anticapitalista, antirazzista e antimperialista

Il cuore è l’attacco preventivo al diritto di sciopero – già esercitato in occasione della giornata internazionale delle donne – al diritto di manifestazione sindacale e politica in un quadro in cui si vuole cancellare ogni forma di libertà di espressione, militarizzando ogni aspetto della vita sociale.

Ogni manifestazione di dissenso viene immediatamente punita, sia attraverso multe comminate a proletari sia utilizzando l’arresto ed il carcere per punire la solidarietà proletaria.

Il diritto alla salute viene usato dal governo per un lockdown a favore di padroni che deve essere solo “lavorare per produrre profitto”.

Così diventano numerose le sanzioni, i licenziamenti punitivi su lavoratrici e lavoratori che si sono rifiutati di lavorare in condizioni di insicurezza, o che hanno osato solo denunciare la mancanza di dpi sul luogo di lavoro; le cariche, il controllo militare, la repressione poliziesca delle lotte operaie e sindacali, sulle manifestazioni e scioperi di lavoratori, disoccupati, migranti, pur se effettuate rispettando le regole sul distanziamento sociale e l’uso delle mascherine; i divieti e le misure “cautelari” imposte a lavoratrici e lavoratori precari, denunciati per aver difeso lavoratrici e lavoratori sfruttati, come successo a Bologna con accuse gravissime, come tentata estorsione, diffamazione ecc.

La repressione padronale delle lotte proletarie è andata ben oltre i limiti della cosiddetta “legalità”, innescando vere e proprie aggressioni criminali sui posti di lavoro ai danni di lavoratori ribelli e delegati dei sindacati di base e di classe 

Intanto si attaccano compagni, accusati di associazione sovversiva, costruendo montature

Nelle carceri, continua con virulenza la repressione, e l’ulteriore aggravamento delle già tragiche condizioni sanitarie e di sovraffollamento,

Dobbiamo sostenere la legittima lotta dei detenuti per il diritto alla cura e all’affettività, per una vita dignitosa, la richiesta di amnistia/indulto.

bisogna costruire una mobilitazionenazionale, unitaria e organizzata contro la repressione sociale e politica, contro il carcere assassino e il carcere tortura, per la solidarietà di classe e militante nei confronti di tutti i prigionieri politici e dei proletari ribelli detenuti nelle carceri dell’imperialismo.

Un appuntamento da costruire insieme con una assemblea nazionale che proponiamo per settembre

Soccorso rosso proletario srpitalia@gmail.com

Venerdì 3 luglio a Napoli in piazza per Ugo Russo

Da Mensa Occupata

VERITÀ PER UGO RUSSO!
Venerdì scenderemo accanto alla famiglia di Ugo Russo per chiedere verità sui fatti avvenuti la notte del 1 marzo. Da quel giorno abbiamo letto decine di articoli sull’accaduto, tutti con la stessa trama del carabiniere buono e il ragazzo cattivo dei quartieri popolari che piace tanto ai giornalisti, pur di guadagnare un po’ di visibilità.
Non conta la storia reale di Ugo e il contesto di provenienza, o meglio, conta solo dal momento in cui deve essere identificato come “il solito ragazzo dei quartieri spagnoli”, la riconferma dello stereotipo del napoletano delinquente, che nasce e cresce con la macchia di criminale, senza alcuna possibilità di riscatto.
La storia di Ugo per noi è invece uguale a quella di molti ragazzi che nascono nelle periferie e nei quartieri popolari e che si trovano a subire il peso della contraddizione del Capitalismo.
Qui lo scontro tra gli ultimi e la “Napoli bene” si è intensificato negli ultimi anni, abbiamo visto la turistificazione del centro e lo svuotarsi delle abitazioni vissute da generazioni. Chi vuole speculare sulla nostra città dimentica che Napoli non è una cartolina e difficilmente può diventarlo.
La storia di Ugo è stata strumentalizzata dai mass media e dalla politica locale, facendo dimenticare alle persone il nocciolo della questione. È inammissibile strappare la vita ad un ragazzo di quindici anni solo perché “ha sbagliato” . È inammissibile che una persona solo perché ha una divisa e riveste un ruolo di potere, si senta autorizzato a sparare a freddo su un’altra persona.
I proiettili che sono partiti quella notte sono cinque, tre mortali per Ugo. A più di cento giorni dalla morte di Ugo ancora dobbiamo avere notizie del referto ufficiale.
In America sono scoppiate le rivolte popolari contro gli operatori della repressione dopo l’episodio accaduto a George Floyd. La storia di Ugo Russo così come quella di Davide Bifolco e quella di George Floyd hanno molto in comune: da un lato il braccio armato dello stato che approfitta della propria impunità e del proprio potere di esercitare la violenza; dall’altro gli ultimi, quelli emarginati dalla società per il semplice fatto di non essere nati privilegiati.
Il ruolo che ci resta è quello di stravolgere l’attuale e cambiare il mondo che ci circonda per fare in modo che questi episodi non si ripetano mai più!
Ci vediamo
VENERDÌ 3 LUGLIO a LARGO BERLINGUER (metro Toledo) ore 17.00.