Sulla proposta di riforma in corso negli USA, un intervento di Mumia Abu Jamal

I pericoli della riforma – di Mumia Abu Jamal

Per anni, in realtà decenni, abbiamo visto il miraggio delle riforme presentate dai dirigenti neoliberali e dai loro burattini nei media, le quali risvegliano solo i macabri incubi di sogni distrutti e speranze tradite.

La riforma è il tradimento, un patto con il diavolo che promete giorni migliori ma porta solo giorni peggiori.

Oggigiorno la nazione è costernata dalla barbarie dell’esecuzione sul bordo di un marciapiede di George Floyd, vista dal mondo intero.

Appena cinque anni fa, i politici che si definiscono progressisti vendettero, come soluzione, l’illusione di telecamere personali per la polizia. George Floyd, e dopo Rayshard Brooks, hanno messo i chiodi a questa bara, perché queste non significavano nulla quando si trattava di cambiare il comportamento poliziesco.

I riformisti di oggi nel Congresso promettono molto, ma non avranno la volontà o l’abilità di offrire qualcosa eccetto che nuove illusioni.

Le riforme sono solo riformulazioni di vecchie promesse, di vino vecchio in bottiglie nuove, di un futuro che mai giunge. Rappresentano la natura della società capitalista, con nuovi articoli in vendita che finiranno con il creare nuovi problemi.

I nuovi tempi richiedono nuovi modi di pensare. Richiedono creatività. Richiedono un cambiamento profondo che trasformi realmente le relazioni e non solo le discussioni.

Chi oserà dire che questo miserabile presente è pieno di aperta oppressione? Non fa difetto la menzogna di “servizio” quando stiamo vivendo la repressione, l’eliminazione e l’oppressione. I nuovi sistemi oppressivi possono solo portare al massimo lo stesso.

Per citare il Dr. Huey P. Newton, fondatore del Partito Pantera Nera, “Vogliamo libertà, non semplicemente un’altra riforma”.

Dalla nazione incarcerata sono Mumia Abu-Jamal.

—(c)’20maj

29 giugno 2020

Audio registrato da Noelle Hanrahan, www.prisonradio.orgwww.prisonradio.org

Fatto circolare da Fatirah Aziz, Litestar01@aol.com

Traduzione in spagnolo di Amig@s de Mumia en México

02/07/2020

La Haine

Da Comitato Carlos Fonseca

Los AngelesDurante una protesta Black lives matter pacifica la polizia aggredisce un disabile. Lo fanno cadere rovesciandolo. Poi mandano in pezzi la sedia a rotelle.Uno spettacolo agghiacciante, perfido. Disumano(Miky Tibello Secondo)

Julkaissut Biagio Mastrorilli Torstaina 16. heinäkuuta 2020

Los Angeles, durante una protesta Black lives matter

G8 Genova: degli sbirri assassini/torturatori/massacratori di Genova G8 2001 nessuno ha pagato, anzi, qualche “condannato” ha fatto carriera

di Luca Galantucci per dinamopress
Genova G8 2001: repressione poliziesca.
PAGHERETE CARO, PAGHERETE TUTTO!
Carlo è vivo e i morti siete voi!

Nonostante questo muro di gomma e il cosiddetto spirito di corpo delle forze dell’ordine (degno delle peggiori dittature, poi ci si meraviglia se qualcuno ci paragona all’Egitto…) responsabile di ostacoli alle indagini piu’ volte denunciati dallo stesso Zucca e il sopraggiungere della prescrizione (grazie all’assenza, all’epoca, del reato di tortura nell’ordinamento giudiziario), nel 2012 e nel 2013, grazie alle pressioni di movimenti, opinione pubblica e media (soprattutto stranieri), sono arrivate alcune, poche, condanne per le violenze della Diaz e di Bolzaneto. Fra i condannati ci sono elementi di spicco della Polizia italiana: Giovanni Luperi, Francesco Gratteri, Gilberto Caldarozzi,
Spartaco Mortola, Pietro Troiani. L’allora capo della Polizia, Gianni De Gennaro, venne invece assolto in Cassazione dall’accusa di istigazione alla falsa testimonianza (subito raggiunto da una telefonata di felicitazioni di Marco Minniti), nonostante l’ex questore di Genova Francesco Colucci venne invece condannato a due anni e otto mesi per falsa testimonianza proprio in favore di De Gennaro (altro che misteri della fede).

Alla faccia delle accuse infamanti, riportiamo qui sotto le carriere folgoranti di questi cosiddetti superpoliziotti della Diaz. Per non dimenticare chi con Genova ci ha costruito tutta una carriera.
Gilberto Caldarozzi, condannato per falso riguardo alla fabbricazione di prove fasulle per accusare ingiustamente le persone picchiate all’interno della Diaz e per non avere impedito le violenze. All’epoca vice direttore dello SCO (Servizio Centrale Operativo). Dopo Genova viene promosso a direttore dello SCO (carica che ricopre fino alla sentenza definitiva). Dopo la sentenza del 2012, interviene la sospensione, vista l’interdizione dai pubblici uffici. In questi 5 anni di sospensione viene assunto in Finmeccanica dall’allora capo della Polizia De Gennaro (vedi sotto). Terminati i 5 anni di interdizione viene reintegrato in Polizia con una promozione non da poco: vice direttore della Direzione Investigativa Antimafia…

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