Riprendono le mobilitazioni contro carcere e repressione

A Torino, oltre all’appuntamento settimanale del giovedì, promosso dalle Mamme in piazza per la libertà di dissenso davanti al carcere delle Vallette, si terrà per sabato 3 aprile un nuovo presidio, sempre alle Vallette

Settimana densa di appuntamenti a Roma , con presidio giovedì 8 aprile davanti l’aula bunker di Rebibbia in sostegno ai 54 detenuti sotto processo per la rivolta del 9 marzo 2020, venerdì 9 aprile in via dei Volsci, sotto la sede di Radio Onda Rossa, per ricordare Salvatore Ricciardi, compagno che ha lottato dentro e fuori le carceri fino all’ultimo respiro, domenica 11 aprile con presidio a microfoni aperti davanti alla sezione femminile di Rebibbia (pratone), in solidarietà alle detenute. Ad oggi si parla infatti di 40 donne contagiate e sono le stesse detenute a raccontare del mancato ricovero per chi è in gravi condizioni, della mancanza di mascherine e di tamponi, dell’isolamento totale cui sono costrette tra la chiusura dei colloqui e l’obbligo di stare in cella 24 ore su 24. 20 detenute sono inoltre sotto indagine per una protesta avvenuta il 9 marzo scorso nella sezione femminile.

A Cuneo presidio il 10 aprile in solidarietà ai reclusi del Cerialdo, che stanno affrontando un inasprimento repressivo nel silenzio complice di tutta la cittadinanza

A Cagliari, oltre all’appuntamento settimanale del giovedì davanti al Tribunale, promosso dalle Madri Contro la repressione – Contro l’operazione Lince, si terrà il 15 aprile, sempre davanti al Tribunale, un presidio indetto da A Foras – Contra a s’ocupatzione militare de sa Sardigna, in solidarietà con indagat* dell’operazione Lince.

Il 15 aprile infatti potrebbe andare in scena il primo momento decisivo nel procedimento giudiziario legato all’operazione Lince. 45 indagate e indagati, tutte componenti a vario titolo del movimento che lotta contro l’occupazione militare della Sardegna, andranno infatti incontro alla seconda parte dell’udienza preliminare in cui verrà deciso il futuro del processo. Si capirà se ci saranno rinvii a giudizio e, nel caso, quanti, a carico di chi e per quali reati. Si capirà soprattutto se il GUP accoglierà o meno il teorema della pubblica accusa, che ipotizza una rete con finalità terroristiche dietro le mobilitazioni che hanno raccolto migliaia di sardi e sarde davanti ai poligoni militari negli ultimi 6 anni.

Sul processo per la rivolta al Cas ex caserma serena di Treviso

Il 1 aprile è cominciato a Treviso il processo relativo alla rivolta all’ex caserma serena (centro di accoglienza straordinaria) scoppiata a giugno 2020 a causa delle misure covid imposte ai richiedenti asilo che lì vivevano, misure volte a sequestrarli dentro, costringendoli a perdere il lavoro senza neanche una reale tutela della loro salute. Contro Amadou, Mohammed e Abdourahmane l’accusa è di devastazione e saccheggio e sequestro di persona. Fin dall’inizio di questa vicenda, l’accanimento contro chi ha partecipato alla rivolta è stato continuo, a più livelli, dai giornalisti e le istituzioni locali fino al Ministero dell’Interno, che a ottobre ha ordinato di trasferirli tutti in sorveglianza particolare in tre carceri diverse. Accanimento, repressione e violenza che in tutti i loro passaggi e le loro forme, dalle condizioni di accoglienza alla detenzione, hanno ucciso Chaka il 7 novembre scorso nel carcere di Verona.
Non possiamo dimenticare la morte di Chaka, non possiamo lasciare solo chi ha lottato. La repressione sempre più forte che colpisce tutte e tutti noi è ancora più feroce e quotidiana contro chi è immigrato e rischia di perdere un documento o non ottenerlo mai più.
L’invito è a sostenere gli arrestati, a far loro sentire la nostra vicinanza anche nelle prossime fasi del processo. Abdourahmane è agli arresti domiciliari, Amadou e Mohammed sono ancora in carcere ed è possibile scrivere loro ai seguenti indirizzi:
Mohammed Traore
Via S. Bona Nuova 5/b
31100 Treviso (TV)
Amadou Toure
Via B. Dalla Scola 150
36100 Vicenza (VI)
Tutti liberi e tutte libere!
Documenti per tutti/e!
Repressione per nessuno/a!