Bologna, cariche della polizia per difendere la proprietà immobiliare

 

A Bologna gli attivisti dei movimenti sociali e dei sindacati di base, hanno interrotto la manifestazione dall’Associazione Proprietà Edilizia annunciata per questa mattina in Piazza Maggiore in difesa del loro “diritto naturale alla proprietà privata” e per chiedere la cancellazione del blocco degli sfratti anche durante questa fase di grave emergenza sociale e sanitaria.  Una manifestazione di egoismo sociale odioso e inaccettabile. Prevedibile e visibile la presenza di alcuni fascisti in mezzo ai proprietari immobiliari.

Appena gli attivisti si sono avvicinati – invocando al contrario il blocco degli sfratti e la fine della speculazione sugli affitti – la risposta sono state le manganellate della polizia, schierata a difendere palazzinari e speculatori ben accompagnati dai fascisti.

“Questa città si regge sulle spalle di chi, come noi, vive di lavori precari e sfruttati pur di andare avanti. Questa città non è di chi possiede immobili e specula sulla nostra vita. Siamo qui per dimostrarlo” scrivono in un post gli attivisti di Noi Restiamo.

da Contropiano

Sul presidio di ieri al carcere di Rossano per Cesare Battisti e per tutti i detenuti

Il comunicato dell’Associazione Yairaiha Onlus

Abbiamo aderito convintamente al presidio indetto da diversi soggetti per Cesare Battisti che si terrà domani mattina fuori dal carcere di Rossano.
Centro della manifestazione sono i diritti violati di un detenuto “eccellente”, per certi versi anche “privilegiato” non fosse altro per la capacità di avere eco nel dibattito pubblico.
Questo per noi rappresenta un pretesto per rilanciare sulle condizioni di isolamento sociale che vivono le 55.000 persone rinchiuse nelle patrie galere che al pari, se non peggio, di Cesare Battisti, fanno i conti quotidianamente con privazioni e vessazioni che poco hanno a che fare con la pena da scontare violando costantemente il dettato costituzionale ed ogni convenzione posti a tutela della dignità dei detenuti e delle detenute, per le quali ci battiamo costantemente.
Quello che sta avvenendo nelle carceri dall’inizio della pandemia ha un ché di paradossale: alla “normale” condizione di privazione della libertà si è andato ad affiancare l’isolamento totale dalla comunità con la chiusura totale delle attività e dei colloqui sin dai primi di marzo, da questi provvedimenti ne sono scaturite rivolte prevedibili non solo per le condizioni di sovraffollamento, quanto per la carenza sistemica della sanità penitenziaria di cui i detenuti e le detenute erano, e sono, altamente consapevoli. Il blocco dei colloqui e delle attività hanno rappresentato la scintilla di una miccia da troppo tempo corta e incandescente.
Al tragico bilancio di 14 detenuti morti, che ancora oggi chiedono di conoscere la verità, si sono sommate le rappresaglie scattate all’indomani delle rivolte e delle proteste ai danni di persone detenute inermi, prese a calci e pugni nel cuore della notte e trasferite forzatamente lontane dai propri cari anche in violazione del divieto di trasferimento e movimentazione imposto dall’emergenza covid19. Trasferimenti punitivi di intere sezioni che si sono tradotte in mesi di isolamento per centinaia di detenuti; una fase 2 per le carceri che ancora oggi non è partita relegando, di fatto, 55.000 persone in 41bis (colloqui col vetro, chiusura delle attività, sospensione delle semilibertà, ecc. ecc.). con il divieto finanche di un abbraccio tra il detenuto e il familiare che non vede da mesi, altrimenti incorrerebbe nella sospensione del colloquio ed in una sanzione disciplinare. È una condizione destinata a durare ancora per molto tempo, troppo per chi non ha altro durante la carcerazione ad eccezione di un abbraccio una tantum con i propri cari.
È per tutti e tutte che domani saremo a Rossano, non solo per Battisti.
Associazione Yairaiha Onlus