Soccorso Rosso Proletario

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Il 3 ottobre a Modena contro la repressione e il carcere

Una manifestazione di oltre mille persone in Piazza Grande a Modena è stata la risposta al maxiprocesso per le lotte operaie ad Italpizza e in altri settori e per la difesa del diritto di sciopero e dell’agibilità sindacale.

La manifestazione è stata anticipata da un presidio davanti ad Italpizza.

Lo Stato (prefettura/questura/istituzioni) ha cercato fino alla fine di impedire la manifestazione con prescrizioni e, soprattutto, con un massiccio dispiegamento di polizia in tutto il centro storico.

Il corteo si è fatto comunque “a scaglioni”, da Largo Sant’Agostino a Piazza Grande e con un successivo comizio davanti al Municipio. Sul palco sono intervenuti lavoratrici e lavoratori che hanno denunciato le infami condizioni di sfruttamento nella logistica, nelle fabbriche, nelle campagne (su questo è intervenuto un bracciante di Campagne in lotta) e ribadito che nessuna repressione potrà fermare le lotte perchè è con le lotte che gli operai e le operaie hanno riconquistato la dignità che padroni e repressione di Stato volevano togliere.

Tutti interventi sono stati la dimostrazione che la repressione non ferma le lotte ma le alimenta.

Dal palco e con uno striscione in piazza è stata portata una forte denuncia della situazione nelle carceri, dove le lotte scoppiate a seguito dell’emergenza Covid e della conseguente sospensione dei colloqui con i familiari e di ogni attività interna, hanno trovato una risposta feroce e assassina: 14 morti e centinaia di feriti in pestaggi che sono continuati anche nei giorni a seguire, come dimostrano le tante denunce pubbliche fatte da detenuti e familiari.

Cinque detenuti sono morti nel carcere di Modena e altri quattro durante il loro successivo trasferimento, ulteriori quattro sono morti nel carcere di Rieti e uno in quello di Bologna. La versione ufficiale dello stato ha parlato di morti per overdose di farmaci ma parliamo dello stesso stato che non ha diffuso i nomi dei morti per un mese e che ancora oggi non ha effettuato l’autopsia su molti di quei cadaveri.

Dopo il corteo un gruppo di compagn* ha portato solidarietà ai prigionieri in carcere, che da 8 mesi sono con la sezione chiusa.

Aosta, contesta Salvini con la maschera della Casa di Carta: denunciata in base alla legge Reale del 1975

La consigliera comunale Carpinello aveva srotolato uno striscione dal balcone del municipi. La norma applicata dalla polizia risale agli anni di piombo e prevede tra l’altro il divieto di coprirsi il volto per chi partecipa a manifestazioni
Per aver violato il divieto di coprirsi il volto durante una manifestazione politica in base alla legge 152/1975, la cosiddetta legge Reale dal nome del suo promotore Oronzo Reale, approvata nell’emergenza degli “anni di piombo”, la consigliera comunale uscente di Aosta Carola Carpinello (movimento di sinistra Adu) è stata denunciata a piede libero dalla polizia.
I fatti risalgono al 16 settembre scorso, quando il leader della Lega Matteo Salvini, contestato in quello stesso giorno anche a Venaria, nel Torinese, ha tenuto un comizio nella centrale piazza Chanoux del capoluogo valdostano: all’improvviso da un balcone del municipio è stato srotolato uno striscione con la scritta “No Lega Bella Ciao” da una persona con la tuta rossa e la maschera di Dalì, outfit dei protagonisti della celebre serie spagnola “La Casa di Carta”.

Le indagini della Digos hanno portato all’individuazione della consigliera comunale quale autrice del gesto. “Non avevo nessun motivo – ha detto – per celare la mia identità, la mia era una performance di protesta che comprendeva l’utilizzo della maschera. Infatti sono entrata in municipio timbrando il badge e senza nascondermi”.