Manifestare ai tempi del decreto Salvini 2bis

Conte e Zingaretti hanno dichiarato di aver abolito il decreto sicurezza di Salvini. Una menzogna, è rimasta intatta tutta la parte che reprime le proteste degli operai più sfruttati, dei poveri. I tribunali sono già al lavoro

da Operai Contro

…l’abolizione dei famigerati decreti Salvini, emanati dal 1° governo Conte, contro gli operai e contro gli immigrati, era stata sbandierata dal Pd nella formazione del governo Conte bis.
Alla prova dei fatti dopo più di un anno dal suo insediamento, il 5 ottobre 2020 il governo Conte bis ha varato un nuovo decreto sicurezza, confermando tutte le norme antioperaie dei decreti Salvini, con alcuni cambiamenti sull’immigrazione, un aspetto che in questo scritto non viene affrontato.
Zingaretti ha dichiarato: “I decreti propaganda/Salvini non ci sono più”. Per il segretario del Pd quelli di Salvini erano solo “propaganda”. Purtroppo ci sono e colpiscono brutalmente gli operai, come si vede qui sotto.
Falsità per coprire le responsabilità del Pd, che nei vari governi ha spianato la strada a Salvini, con misure repressive che portano il nome dei ministri Pd. Un barbaro attacco sia alla forza lavoro immigrata, sia alla forza lavoro del disagio abitativo, delle case occupate o di famiglie in cerca di alloggi, con tutti gli annessi. Un attacco sfrontato condotto rispettivamente con la legge Minniti-Orlando e con la legge Renzi-Lupi, quest’ultimo dell’UDC.
Inoltre Minniti, già fondatore e presidente della fondazione “Intelligence Culture and Strategic Analysis “ (Icsa), a partire dalla 13a legislatura, Minniti uomo “Security” ricopre ministeri e cariche, anche nei servizi segreti, in ben 7 governi: D’Alema 1° e 2°, Amato 2°, Prodi 2°, Letta, Renzi, Gentiloni. Mentre le forze dell’ordine caricano picchetti sui cancelli e sgomberano i presidi operai nelle fabbriche che resistono ai licenziamenti: Dielle, cantieri navali di Trapani, Eaton, Fiat Pomigliano, Adm, Esselunga di Pioltello e Basiano, Fincantieri, Ast, Innse, Ikea, Alcoa, ex Alfa Romeo, solo per fare alcuni nomi.
Intanto il sindacalismo della moderazione salariale, accantona sempre più l’arma dello sciopero, come se cedesse alla pressione per “regolamentare” lo sciopero, sospinta da quella parte della società che strumentalmente, incolpa gli operai per indicare “il responsabile”, del calo di profitti e affari di una parte degli strati borghesi.
Nel frattempo Jobs act e “licenziamenti economici” decisi dai soliti noti al governo, stroncano la giusta causa nei licenziamenti per le nuove e vecchie generazioni operaie.
Salvini con la sua carica razzista e antioperaia, ha trovato il terreno spianato. Le sue norme repressive e poliziesche varate con i 5 Stelle nel 1° governo Conte, prendono a schiaffi gli operai, prima che questi facciano un solo passo, criminalizzano scioperi e lotte, chi li organizza e chi vi partecipa. Un forte deterrente per tutti coloro che non abbassano la testa, ma lottano contro lo sfruttamento ed il suo sistema sociale.
Queste alcune norme dei decreti Salvini, ora confermati e blindati anche dal Pd col governo Conte bis.
Fino a 6 anni di galera per blocco stradale. Era stato depenalizzato negli anni “90, ora è stato reintrodotto come reato.
Fino a 6 anni di galera anche per i picchetti sui cancelli, considerati blocco stradale e quindi reati.
4mila euro di multa, per ostruzionismo nel blocco stradale. Già stati sanzionati gli operai della Superlativa di Prato.
Uso dei droni da parte delle forze dell’ordine, per monitorare lotte, manifestazioni e iniziative operaie.
Possibilità delle forze dell’ordine di sparare con pistole taser sui manifestanti.
Fino 12 mesi di galera per chi organizza un corteo, se qualcuno dovesse causare danni.
Fino 12 mesi di galera anche per chi partecipa ad un corteo non autorizzato.
Indossare il casco durante un corteo è diventato un “delitto” cioè reato punibile.
Fino 2 anni di galera per chi lancia razzi o petardi alle manifestazioni, anche questo è diventato reato punibile.
Forte aumento delle pene per chi occupa case, fabbriche o terreni.
Daspo urbani per allontanare con pretesti per lunghi periodi, gli operai più attivi nelle lotte.
Ripristinato il reato di “accattonaggio”, era stato depenalizzato nel 1999.
Andrà a giudizio per reato penale, chi pronuncia parole o frasi ritenute offensive dalle forze dell’ordine cui sono indirizzate. Non potrà più essere derubricato “non punibile per la lieve entità del fatto”, come avveniva prima.
Per alcune di queste norme saranno processati 67 operai di Italpizza di Modena, che diventano 300 con i processi delle vertenze Alcar Uno, Emilceramica, Bellentani, New Gel e altre aziende.
21 operai della tintoria industriale Superlativa di Prato, protestavano per le proibitive condizioni di lavoro e perché da 7 mesi non gli veniva pagato il salario. Scontratisi con la polizia hanno ricevuto multe di 4mila euro per blocco stradale. Sono solo 2 esempi di come colpiscono i decreti Pd, Lega, 5 Stelle.
Formalmente non è stato toccato il diritto di sciopero e di manifestazione, ma sono sostanzialmente stati snaturati.
E’ ciò che volevano i padroni che hanno ottenuto questo grazie ai governi con Pd, Lega, 5 Stelle. I padroni e il loro governo non vogliono scioperi o nel caso, gli operai se ne stiano in silenzio nei reparti o a casa loro. Lo stesso per le manifestazioni, purchè siano processioni disciplinate, ingabbiate in percorsi secondari predefiniti.
In questi mesi in molte aziende gli operai hanno lottato e lottano duramente, contro i licenziamenti e le condizioni di schiavitù del lavoro salariato. Non saranno le multe, i giudici, la galera a fermare la rabbia che si manifesta ogni giorno, anche se i mass media ne parlano quando vogliono e come vogliono. Continuerà a manifestarsi magari chissà, anche con nuovi mezzi e forme di lotta.
Saluti Oxervator.

Domenica 1 novembre presidio sotto il carcere di Piacenza e a seguire 2 settimane di mobilitazione per i/le compagn* anarchic* sotto processo, contro il carcere e per la liberazione di tutt* prigionier*

DOMENICA 1 NOVEMBRE ORE 15 presidio sotto il carcere di Piacenza in solidarietà con Natascia, compagna anarchica in sciopero della fame dal 24 ottobre contro la censura della corrispondenza imposta su sollecito del carcere di Piacenza per la seconda volta nel giro di poco più di un anno.
Alle guardie di quella galera, alla comandante e all’ispettore che ne dirigono l’andamento con la loro arroganza e violenza, facciamo arrivare chiaro che Natascia non è sola, nonostante l’isolamento in cui vorrebbero confinarla.
A FIANCO DI NATASCIA IN SCIOPERO DELLA FAME E DI TUTTE/I LE/I PRIGIONIERI/E
Con Juan, Beppe, Nico, Fra, Carla e Alfredo in sciopero del carrello