Torino – scarcerare subito i ragazzi imprigionati per i fatti del 26 ottobre!

ma di quale libertà parlano i giudici?

la pandemia viene scaricata sui giovani e chi semina vento raccoglie tempesta

SRP

TORINO. Rimangono detenuti dieci dei tredici minorenni raggiunti da provvedimento di custodia cautelare per i fatti dello scorso 26 ottobre in via Roma. Lo ha disposto il giudice del Tribunale dei Minori al termine degli interrogatori di garanzia. Per una ragazza è stata confermata la permanenza in comunità, mentre per due giovani la misura è stata attenuata e sono stati sottoposti agli arresti domiciliari. Il Tribunale ha accolto la tesi della Procura e tutti i minori rispondono delle accuse di devastazione e saccheggio. «È evidente che ciò che più ferisce – si legge nell’ordinanza – è il profondo disagio di minori completamente accecati dai propri bassi istinti. Incapaci di controllarsi. Anzi pronti a dimostrare di avere proprio bisogno di vivere, anche in pubblico, in assenza di ogni forma di controllo e limite. Liberi di delinquere e liberi di non riconoscere nessun confine, soprattutto quello rappresentato dalle libertà altrui».

I fatti come li presenta la Procura
Quella sera, approfittando di una manifestazione dei commercianti contro le disposizioni anti-contagio, gang di ragazzini assaltarono le vetrine dei negozi del lusso del centro portandosi via capi griffati. Borse, zaini, pantaloni, scarpe da centinaia di euro prese infrangendo le vetrine di Gucci, Luis Vuitton, Geox e tanti altri. Una quarantina i negozi colpiti dai ragazzi delle periferie di Torino, arrivati da Barriera di Milano, Mirafiori e dalla provincia. Solo i video, acquisiti e analizzati dagli investigatori della Squadra Mobile, possono dare l’idea di come «la città fosse in balia di giovani incattiviti, feroci, capaci di tutto». L’ordinanza del giudice dei Minori descrive «grida in cui si registra una rabbia repressa». Le accuse di devastazione e saccheggio mosse dai pubblici ministeri Paolo Scafi e Giuseppe Drammis sono  state condivise anche dal gip di Ivrea Marianna Tiseo che nei giorni scorsi ha convalidato il fermo per Iurie Cornescu, moldavo ventitrenne. D’altro parere invece il Tribunale di Torino. Il gip Agostino Pasquariello, oltre a non convalidare i fermi degli altri 23 maggiorenni ritenendo «astratti» i pericoli di fuga, ha trasformato le accuse in furti aggravati. Pur adottando per tutti misure cautelari. Contro la decisione del giudice, la Procura di Torino potrebbe fare ricorso al tribunale del Riesame.

Torino – Noi stiamo con Maya, questa violenza la ribaltiamo»

Presidio per Maya davanti al tribunale di Torino

TORINO. Presidio di solidarietà, questa mattina davanti a Palazzo di Giustizia, per Maya Bosser Peverelli, 24 anni, nota militante del centro sociale Askatasuna, finita davanti al giudice con l’accusa di oltraggio a pubblico ufficiale. Nello stesso procedimento, Maya è anche parte lesa: durante un arresto, quattro anni fa, denunciò di essere stata picchiata da un poliziotto. Imputato anche l’agente che l’avrebbe colpita.
I fatti risalgono al giugno 2017, quando la ragazza era stata fermata dalla polizia ai Murazzi durante un controllo. Maya, con un video su YouTube, aveva denunciato di essere stata picchiata da alcuni agenti.
Una cinquantina di persone questa mattina si sono ritrovate davanti al Tribunale con uno striscione «Noi stiamo con Maya, questa violenza la ribaltiamo». E ancora: «Se toccano una, toccano tutte. Maya non è sola».