Giù le mani dai lavoratori! Dopo la violenza poliziesca e padronale anche il tentato omicidio nei confronti dei lavoratori della Texprint.

Gravissima intimidazione ieri al presidio degli operai della TEXPRINT, dove un camion ha cercato di investire i lavoratori in sciopero… ma la lotta non si arresta. Giù le mani dai lavoratori, massima solidarietà da srp
Tentato omicidio al presidio degli operai TEXPRINT. Un furgone è entrato nella via interna provando ad investire i lavoratori in sciopero. Arrivato alla fine della strada senza sfondo, senza aver caricato o scaricato merce o essersi fermato in nessuna delle ditte nella via, ha fatto inversione e tentato nuovamente di investire i lavoratori a tutta velocità. Nel video si vede benissimo che, nonostante abbia spazio alla propria sinistra, sterza a destra cercando di colpire uno dei lavoratori che si è dovuto aggrappare alla cancellata per evitare di essere travolto. Dopodiché il furgone ha travolto volontariamente i tavoli e le panche del presidio distruggendoli.
Si tratta di un vero e proprio tentato omicidio. Un intimidazione inquietante, che arriva a due giorni dall’interdizione antimafia ricevuta dall’azienda.
Ci auguriamo che, dopo le violenze subite mercoledì dai lavoratori da parte le forze dell’ordine e dopo il fatto inquietante di oggi la politica e le istituzioni, a partire da Regione e Comune, rompano un silenzio imbarazzante su una vicenda in cui non si dovrebbe avere dubbi su da quale parte state: quella dei diritti, quella dei lavoratori, quella di chi combatte sfruttamento e mafie.
Oppure si aspetta il morto?
Lo sciopero prosegue senza paura, fino alla vittoria.
Intanto questa sera al presidio permanentemente è arrivata una delegazione di solidarietà e i calore degli operai della GKN di Campi Bisenzio (Fiom) e dell’ANPI di Campi Bisenzio. I driver dell’ UPS, il cui magazzino è di fronte alla Texprint, dopo aver assistito alle violenze della polizia di mercoledì hanno realizzato ed esposto uno striscione con su scritto “giù le mani dei lavoratori – driver UPS”.

oggi a piacenza manifestazione per la libertà dei compagni arrestati

…..Contro questo stato di polizia, contro questo governo dell’unità dei padroni contro la classe proletaria dobbiamo rispondere con la solidarietà proletaria, pretendendo la scarcerazione immediata dei compagni e l’abolizione di tutti i decreti sicurezza.

Costruire un fronte unito di solidarietà proletaria!

Se toccano uno toccano tutti!

Arafat e Carlo liberi subito!

Lettera delle detenute del carcere di Torino

alla cortese attenzione del:

Ministro della Giustizia Professoressa M. C. Cartabia

Tribunale di Sorveglianza di Torino

Ordine degli Avvocati e Camera Penale di Torino Garante Nazionale dei Detenuti

Mauro Palma

 Garante Regionale Bruno Mellano

Garante Comunale Monica C. Gallo

Associazione Antigone Associazione Yairaih

A Tutti coloro che credono nel diritto

Siamo un gruppo di detenute della III sezione femminile del carcere di Torino; scriviamo questa lettera pubblica per far sentire il nostro appello ed arrivare così a più persone possibili consapevoli del fatto che una mobilitazione dal basso debba essere sostenuta da una mobilitazione che parta anche dall’alto.

La stessa motivazione deve essere sostenuta per essere rafforzata a tutti i livelli possibili.

Agli appelli dei detenuti, dei garanti dei detenuti, delle camere penali, dei magistrati di sorveglianza delle associazioni, di senatori a vita, di ex-ministri, di scrittori, artisti, dei nostri parenti e della gente comune per misure di clemenza come amnistia ed indulto e misure deflattive deve conseguire una risposta delle istituzioni. Ora più che mai, ad un anno dall’inizio della pandemia la propaganda deve lasciare spazio all’azione.

Abbiamo deciso di far arrivare là fuori la nostra situazione attuale, per rafforzare tutti gli appelli che abbiamo già divulgato in questo anno, perché se indulto e amnistia non sono attuabili a causa delle diverse visioni politiche, la reintegrazione della liberazione anticipata speciale di 75 giorni estesa a tutta la popolazione detenuta compreso il 4bis, è una strada possibile.

Il Covid-19 ha ufficialmente fatto ingresso nel padiglione femminile, che conta un centinaio di donne ristrette. Al momento ci sono alcuni casi di positività accertata, altre compagne sono in attesa dell’esito del tampone, altre invece sono state preventivamente isolate. Venerdì 26/02/2021 la Direzione ed i coordinatori del PAD F in accordo con l’area sanitaria prontamente hanno messo in campo le misure per contenere e monitorare il contagio dal tampone rapido alla sanificazione di celle e spazi comuni. Viviamo però ore di angoscia e di impotenza rispetto a tutto ciò: poiché agli sforzi del singolo (inteso come le direzioni dei penitenziari) deve rispondere l’istituzione centrale.

Con la nascita di questo Governo di larghissime intese, si è sentito parlare di europeismo, rispetto della costituzione, soprattutto di “discontinuità”. Allora l’antica lotta tra giustizialisti e garantisti deve essere superata con una presa di posizione che evidenzi civiltà e rispetto dei diritti, che la comunità europea stessa chiede all’Italia, che è “maglia nera” per quanto riguarda la giustizia in tutte le sue accezioni.

La richiesta di sostenere l’ampliamento della liberazione anticipata da 45 a 75 giorni, così come fu dal 2010 al 2015 per rispondere al sovraffollamento ed alla sentenza Torreggiani non deve sembrarvi una richiesta “astrusa”, ma dovrebbe riconoscere a tutti noi la dignità di essere cittadini e non solo numeri.

La buona condotta è un dovere per noi detenuti, è richiesta a tutti, quindi i benefici ad essa correlati devono essere concessi a tutti, indistintamente dal 4bis o altri ostativi: perché i gap del sistema carcerario colpiscono tutti indistintamente così come le insidie che ha aggiunto la pandemia. Se questa proposta fosse retroattiva al 2015, data in cui venne sospesa, il sovraffollamento si ridurrebbe permettendo condizioni migliori sia a noi reclusi, sia a chi opera all’interno delle carceri, dando utilità e funzionalità al proprio operato.

La pandemia ha messo a rischio la salute di tutti coloro che sono all’interno: reclusi, poliziotti, personale pedagogico, psicologi e operatori sanitari e ha anche reso la nostra reclusione pesantissima dal punto di vista psicologico e dell’affettività: siamo stati ancora più isolati. Il resoconto sull’anno che è appena trascorso è lo stesso di un bollettino di guerra a livello globale, un’intera generazione di anziani morti, disastri a livello sanitario ed economico. Il divario tra ricchi e poveri e tra primi ed ultimi è aumentato.

Anche noi da qui dentro attraverso i canali d’informazione siamo rimaste basite davanti alle immagini delle code davanti alla Caritas e nessuno meglio di noi può comprendere cosa voglia dire la solitudine obbligata degli anziani nelle Rsa, la distanza forzata, la mancanza di un abbraccio.

Bisogna superare il concetto che il carcere sia un “pianeta a sé”, fortunatamente non è più un argomento tabù, ma rimane comunque argomento divisivo e difficile da trattare in sede parlamentare. Ma la discontinuità va dimostrata a tutto campo. La pena non deve avere un’accezione “vendicativa” e retributiva, ma essere utile sia noi sia alla società che ci riaccoglierà da liberi.

Ognuno può fare qualcosa per migliorare le condizioni sue e dell’altro, sarebbe un bel modo per renderci partecipi tutti nell’attivazione di principi fondamentali della nostra costituzione, che ci vede tutti cittadini allo stesso modo. La realtà però ci divide in quelli di serie A e quelli di serie B…

Il tanto annoverato Art.27 della Costituzione non deve essere usato solo con retorica. Nel paese di Cesare Beccaria, di Primo Levi, di Lilliana Segre constatiamo inefficienza ed indifferenza da parte della politica che, nonostante abbia potere e dovere di cambiare lo stato delle cose, nulla compie.

Grazie per l’attenzione,

le Detenute

Torino, 28/02/2021

CASSANO ERICA

IADANZA MARINA

CALABRIA STEFANIA

HOPIC REGINA

PIAZZA MARIA EMANUELA

LAURIOLA DANA

SMEREL HINDIA

LEUZZI TERESINA

DE COSTANZO FABIOLA

REGGIANI YELENA

SHOLAPU SHOLAKE

SUNDAY RITA

CRIVELLORI M. TERESA

CHABANE SARAH

AHMETOVIC MANUELA

GERMIA

LETHIRAPATHY BAVANI

BENINCASA GIANCARLA

LAFLEUR NADIA

LAFLEUR ROSA

CHIAPPIN EGLE

NICU ELENA

ZICCARELLO FLAVIA

PIGNATELLO ELENA

RICCETTI EMANUELA

CENA ANNA

CATANIA ROSA

NAPOLI MARIA ANTONIETTA

ZHELYAZKOVA MARIYANA

ZHELYAZKOVA ZORNITSA

ARASOMINAN EDITH

Da notav.info