India 28 luglio giornata di mobilitazione in italia e in altri paesi del mondo per la liberazione di Varavarao e Saibaba e di tutti i prigionieri politici in India

n italy for 28 july we prepare

delegation to India Ambassade Rome and India Consulate Milan

mailing bombing to india ambassade – international press – foreign minister Italy – European Parliament

short meetings in the factories and work places in Palermo – Taranto – Bergamo and solidarity messages approved by workers

many banners in various cities

streeming speech in italian and english in 28th afternoon

Processo di monaco per i compagni atik/Tkp/ml – 28 manifestazione

Martedì 28 luglio terminerà il processo dei 10 rivoluzionari dell’ATiK (Confederazione dei lavoratori turchi in Europa) a Monaco. Sono accusati di essere membri del TKP / ML, un’organizzazione considerata terroristica dalla Turchia ma non dalla Germania. Solidarietà con i rivoluzionari turchi perseguiti in Europa!

 

TURQUIA/ALEMANIA: La audiencia del juicio del TKP/ML Munich se aproxima! Libertad para Müslüm Elma!

Judgment in Munich’s TKP / ML trial is approaching – court wants to pronounce a horrendous scandal judgment!

We will not accept a conviction!

  • Acquittal for all accused
  • Freedom for Müslüm Elma
  • Abolition of §129a + b and the end of the “persecution authorization”
  • No more cooperation with the Erdogan regime by the federal government
  • Long live the International Solidarity

Come to the protest demonstration on 28.07.2020, at 10:00 a.m., the day the judgement is pronounced, at the Higher Regional Court on Nymphenburgerstraße.

intervista in inglese sul blog maoistroad

We demand: acquittal for all accused and freedom for Müslüm Elma

In the four-year trial with the constructed accusation of “terrorism” against ten revolutionaries from Turkey in the Higher Regional Court in Munich, the state prosecutor’s office demanded draconian punishments. Continua a leggere

Violenza e stupro. Poliziotti processo per il caso Théo, in Francia

Da Contropiano

Tre anni dopo i fatti, il giudice istruttore incaricato del caso Théo ha concluso le sue indagini preliminari e il processo dovrebbe iniziare nel 2021. Quattro agenti di polizia sono accusati di violenza volontaria aggravata e uno di loro per stupro. I membri delle forze dell’ordine in questione dovranno comparire in tribunale una volta che i procuratori avranno consegnato le loro requisizioni:

I fatti risalgono al 2 febbraio 2017. Théodore (Théo) Luhaka aveva 22 anni quando, a seguito di un controllo della polizia, fu pestato ed arrestato nel quartiere Roses-des-Vents di Aulnay-sous-Bois, nel dipartimento di Seine-Saint-Denis (banlieue nord parigina). Un episodio di violenza e brutalità da parte della polizia che aveva scatenato la rabbia sociale dei quartieri popolari della periferia parigina.

Uno dei problemi dell’indagine è stato quello di determinare se l’agente di polizia avesse commesso o meno uno stupro, sodomizzando Théo con un manganello. Nella sua versione dei fatti, il poliziotto accusato aveva spiegato di aver mirato alla coscia del giovane. Un racconto che già da subito non coincideva con quanto diagnosticato dai medici dell’ospedale, dove Théo fu portato dopo il suo arresto, i quali refertarono una lacerazione dell’ano di 10 cm e prescrissero 60 giorni di inabilità totale al lavoro.

I poliziotti responsabili furono sospesi pochi giorni dopo la diffusione pubblica del caso, ma reintegrati qualche mese dopo, ad eccezione del funzionario accusato di stupro. Una decisione che causò la rabbia della sorella di Théo, Eleonore Luhaka: “Come possiamo permettere che questa cosa vada avanti? Aspettiamo la giustizia noi e vedere che nessuno si indigni per quanto accaduto è la cosa che mi disgusta di più”.

Con l’esplosione dello scandalo, si mise prontamente in moto la macchina istituzionale e mediatica volta a nascondere sotto al tappeto la verità di una brutale violenza e a “scagionare” preventivamente i poliziotti dalle accuse di un atto disumano, facendo ricadere – come accade in questi episodi – la colpa sulla vittima e motivando l’uso della forza come “necessariamente indispensabile“.

Da un lato, l’Inspection Générale de la Police Nationale (IGPN), l’istituzione responsabile del controllo generale dei servizi e con funzione di ispettorato del personale della polizia, aveva escluso immediatamente – neanche una settimana dopo l’accaduto – l’ipotesi di “stupro intenzionale” sulla base delle immagini di videosorveglianza, affrettandosi a trasmettere il suo giudizio al giudice istruttore e quindi esercitando una pressione su un’inchiesta allora tutta da avviare.

Dall’altro, un ruolo significativo è stato svolto dal circolo mediatico asservito alla narrazione di comodo del “giovane nero ribelle e violento” contro gli agenti di polizia ed indirizzato alla delegittimazione delle accuse insistendo su “come si può parlare di stupro se nessuno gli ha neanche abbassato i pantaloni!“.

La pressione istituzionale e mediatica ebbe i suoi frutti. In un rapporto medico del febbraio 2018, si legge che l’arma ha colpito il bordo dell’ano senza penetrarlo e che quindi la qualifica di stupro può non essere riconosciuta. Inoltre, una seconda analisi ha spiegato che il colpo con la punta del manganello era conforme alle regole insegnate nelle accademie di polizia e giudicata “meno violenta” dei classici colpi di manganello.

La qualifica di stupro può essere complicata da dimostrare”, ammette l’avvocato di Theo, Antoine Vey. “Ciò che conta sono gli atti e l’intenzionalità assolutamente indiscutibile della violenza. Non vogliamo che il dibattito sullo stupro metta in ombra la gravità dei fatti”, ha aggiunto.

Gli agenti di polizia sono poi accusati di “violenze che hanno causato un’infermità permanente”. Secondo la più recente perizia medica presentata al giudice istruttore il 21 agosto 2019, Théo conserverà per tutta la vita le conseguenze del suo arresto: il giovane soffre di sfintere lacerato e di incontinenza.

Ci sono danni permanenti. Sono atti di violenza della polizia molto gravi”, sostiene l’avvocato che ha denunciato anche il danno psicologico: “Theo è stato ritratto come un delinquente ed è stato sottoposto ad insulti razzisti che sono inaccettabili e che lo hanno colpito duramente”.

Eppure gli agenti di polizia confutano l’idea di violenza volontaria aggravata. Secondo i funzionari, Théo avrebbe lottato durante il suo arresto, il che avrebbe portato all’uso della forza per fermarlo. “Quando dai 17 calci e colpi di manganello, o sei disturbato o ne hai l’intenzione. Si tratta di persone che sono addestrate ed istruite ad usare le armi senza ferire gravemente”, afferma l’avvocato Vey il quale è intenzionato a denunciare apertamente le violenze commesse dagli agenti di polizia.

Il processo avrà luogo sull’onda lunga delle mobilitazioni contro le violenze della polizia e del razzismo di Stato che stanno agitando la Francia dall’assassinio di George Floyd e alle quali si aggiungono le recenti inchieste sulla morte di Cédric Chouviat.

concerto di solidarietà con il grup yorum ad Atene

Φίλοι οι γείτονες λαοί – Εχθρός ο ιμπεριαλισμός

Για την συναυλία διεθνιστικής αλληλεγγύης στο σκοπευτήριο Καισαριανής

Η εκδήλωση που πραγματοποιήθηκε την Τρίτη 21 Ιουλίου στο σκοπευτήριο της Καισαριανής, καθώς και η συναυλία που ακολούθησε με το Grup Yorum και άλλους καλλιτέχνες, δεν ήταν άλλο ένα “άχρωμο” και “άοσμο” πολιτιστικό δρώμενο, από αυτά που έχουμε συνηθίσει τους καλοκαιρινούς μήνες στην πόλη.

Ήταν ένα σινιάλο διεθνιστικής αλληλεγγύης, ήταν μια βραδιά που πρόταξε την φιλία των δύο γειτόνων λαών, αποδεικνύοντας πως δεν έχουν τίποτα να χωρίσουν, ειδικά αυτές τις μέρες που και στις δύο πλευρές του Αιγαίου καλλιεργείται έντονα ο εθνικισμός και ο σωβινισμός αποκρύπτοντας από τους λαούς την αλήθεια: ότι τίποτα δεν γίνεται για το καλό τους παρά μόνο για τα κέρδη των καπιταλιστών και την υπεράσπιση των ιμπεριαλιστικών συμφερόντων.

Οι εξαρτημένες και αντιδραστικές αστικές τάξεις της Ελλάδας και της Τουρκίας, καθώς προσπαθούν να πλασαριστούν η μία εις βάρος της άλλης στο ιμπεριαλιστικό σύστημα και στις διεθνείς συμμαχίες, «ανοίγουν» διαρκώς πεδία ανταγωνισμού. Αυτός ο ανταγωνισμός για την ενεργειακή μοιρασιά τις φέρνει αντιμέτωπες για το ποια θα είναι η «βασική» υπηρέτρια των καπιταλιστικών συμφερόντων στην περιοχή. Ποια δηλαδή αστική τάξη θα καταφέρει να παίξει τον ρόλο του καλύτερου πλασιέ για τα μονοπώλια και τις καπιταλιστικές επιχειρήσεις.

Η ελληνική αστική τάξη έχει δώσει γη και ύδωρ σε ΗΠΑ και ΕΕ αποτελώντας τον πιο συνεπή λακέ του δυτικού ιμπεριαλισμού στην περιοχή. Παράλληλα, συμμετέχει στον αντιδραστικό άξονα με το Ισραήλ και την Αίγυπτο, ενώ προσπαθεί να κάνει τον «χωροφύλακα» των Βαλκανίων.
Η τουρκική αστική τάξη, μέλος και αυτή του ΝΑΤΟ, σε αυτή τη φάση και σε ένα καυτό περιβάλλον προσπαθεί να επιλύσει προς το συμφέρον της σειρά ζητημάτων (κουρδικό, ηγεμονία στο εσωτερικό του «σουνιτικού» Ισλάμ, αλλά και εσωτερικές ενδοαστικές αντιθέσεις), έχοντας στο τιμόνι της τον Ερντογάν που επιδιώκει μια πολυμέτωπη προσέγγιση. Συμμαχεί με τους Ρώσους όποτε είναι εφικτό, γαβγίζει στην ΕΕ όπου θεωρεί ότι μπορεί να εξασφαλίσει αναγνωρισμένο ρόλο, ενώ στις ΗΠΑ από τη μια χρεώνει το αποτυχημένο πραξικόπημα, από την άλλη η εξάρτηση δεν του επιτρέπει να ξεμακρύνει από την αυλή του αμερικάνικου ιμπεριαλισμού.
Οι εργαζόμενοι και οι λαοί θα βγουν νικητές, αν οικοδομήσουν ένα πλατύ λαϊκό και διεθνιστικό αντι-ιμπεριαλιστικό μέτωπο, έτσι μόνο θα μπει φραγμός στα ιμπεριαλιστικά σχέδια. Μόνο τότε η Ειρήνη, η Συναδέλφωση και η Αλληλεγγύη θα ζεστάνουν την πολύπαθη τούτη περιοχή. Ας ανοίξουμε τον δρόμο για την απελευθέρωση των λαών από τα δεσμά του ιμπεριαλισμού.
Στέλνουμε την αμέριστη αλληλεγγύη μας στους φυλακισμένους και διωκόμενους αγωνιστές στην Τουρκία.
 
Διεθνιστική αλληλεγγύη με τα μέλη του Grup Yorum. 

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polizia razzista, sessista e vile a torino

Torino: in aula con due vertebre rotte, il giudice dispone un’inchiesta

La procura dovrà far luce sull’arresto di una donna peruviana da parte della polizia

“Sto molto male” . È apparsa così in udienza, sofferente al punto da non reggersi in piedi, non potere nemmeno stare seduta, non riuscire quasi a parlare. Così male che il giudice ha interrotto l’udienza, ha cercato di capire cosa le fosse successo, e poi, sconcertato, ha chiamato l’ambulanza, l’ha immediatamente scarcerata e ha trasmesso gli atti in procura perché venga fatta chiarezza su cosa sia accaduto a una donna peruviana di 53 anni. Era in condizioni davvero provate sia dal punto di vista psicologico che fisico. Solo in aula si è scoperto che era stata incredibilmente portata all’udienza per direttissima con due vertebre rotte, senza alcuna tutela. Ora un’inchiesta della procura dovrà accertare come si sia rotta quelle vertebre e far luce sull’arresto avvenuto domenica all’ora di pranzo, che il giudice Marco Picco non ha considerato legittimo, e caratterizzato da troppe anomalie.
La donna, domenica 19, era in stato confusionale in corso Trapani: un passante aveva chiamato le forze dell’ordine perché lei voleva buttarsi sotto le auto. Era intervenuta una volante della polizia e i due agenti avevano bloccato la peruviana che, agitata e violenta, li avrebbe minacciati e avrebbe anche tirato un calcio a uno dei due, procurandogli una lesione refertata con prognosi di 5 giorni. Secondo gli agenti era ubriaca. L’avrebbero bloccata, dopo averla ” proiettata a terra ” , l’hanno ammanettata e arrestata con l’accusa di resistenza e lesioni. Portata negli uffici di via Tirreno, sarebbe stata visitata dal 118 che non avrebbe rilevato nulla. Ma quella sera, intorno alle 23 la donna è stata portata al pronto soccorso dell’ospedale Martini dove è stata refertata per un trauma dorsale, dovuto a ” caduta accidentale in stato di ebbrezza riferita dagli agenti e appresa dai passanti” e una tac ha evidenziato la frattura di due vertebre, L1 e L2. È stata tutta la notte in ospedale e il giorno dopo, il 20, è stata sottoposta a visita ortopedica: in quell’occasione è stata chiamata la figlia chiedendole di andare a comprare un busto per la madre. La figlia però non è riuscita a trovarlo e, una volta arrivata al Martini, non è nemmeno riuscita a incontrarla.

La notte tra il 20 e il 21 luglio è stata invece passata nelle camere di sicurezza del commissariato San Paolo. per essere poi portata in udienza di convalida martedì alle 13.30: alle 14, al Palagiustizia, è arrivata l’ambulanza fatta chiamare dal giudice. La donna, colf regolare e in Italia dal 2002, era in una situazione di fragilità psicologica anche legata al Covid, dovuta a difficoltà lavorative. In udienza ha dichiarato di non aver bevuto, di non aver tirato calci a nessuno. Il giudice ha ritenuto che ci possano essere dubbi sulla ricostruzione dei fatti accaduti durante l’arresto. Ci si domanda se in quelle condizioni potesse essere portata in udienza.
Difesa dall’avvocato Ornella Fiore, in aula rappresentata dalla collega Eleonora Celoria, la donna non è ancora riuscita a spiegare nulla. “Una situazione davvero molto strana, con diversi aspetti da chiarire ” ha commentato l’avvocato Fiore. Stranezze e anomalie che hanno lasciato di stucco il giudice, gli avvocati, la stessa procura che ora dovrà fare chiarezza.

Ancora repressione antioperaia alla TNT-Fedex di San Giuliano Milanese

Ancora guardioni armati di taser e carabinieri contro il lavoratori in lotta alla Fedex di San Giuliano Milanese. Ancora una volta nella notte tra il 23 e il 24 luglio i padroni della Fedex utilizzano il loro piccolo esercito privato di guardioni, questa volta armati di taser, coordinandosi con i carabinieri per aggredire violentemente i lavoratori.

I licenziati politici della Fedex hanno deciso, con una coscienza e una determinazione ammirevole, che la resistenza e la lotta sono  le  loro uniche  armi per riavere il loro posto di lavoro. Uno sciopero che ancora una volta ha visto come protagonisti i lavoratori di tutta la filiera nazionale della TNT da Napoli a Roma, da Firenze a Brescia e Milano, organizzati nel Sicobas.

Stasera, dopo una presenza davanti ai cancelli dell’ hub di Peschiera Borromeo, avevano deciso, con il supporto di numerosi compagni e compagne del Patto d’Azione per un fronte anticapitalista, di andare a presidiare il magazzino di San Giuliano in via del Tecchione, affittato dalla Tnt per evitare la pressione dei lavoratori in lotta. Proprio a San Giuliano nelle scorse settimane avevamo denunciato l’aggressione di una quarantina di bodyguard che ben al di fuori dei cancelli e quindi della loro normale zona di competenza avevano aggredito violentemente e spintonato i lavoratori e i solidali in lotta.

Questa notte la situazione è stata molto più grave perché appena arrivati ad un centinaio di metri dai cancelli, i lavoratori hanno trovato ad aspettarli una squadraccia vestita di nero, e sono stati immediatamente aggrediti e spintonati riuscendo però ad avanzare fino a qualche decina di metri dall’ingresso del magazzino dove il fronteggiamento è degenerato in un’aggressione violenta con pugni sul volto di compagni e lavoratori fino a quando un guardione prezzolato, vista la resistenza dei presenti, ha estratto un taser puntandolo contro i lavoratori.

Questa provocazione ha esasperato la situazione e solo la calma dei lavoratori e dei compagni e delle compagne  ha impedito che l’aggressione si tramutasse in scontro aperto. Non era questo il nostro obiettivo perché l’obiettivo primario di questa lotta è, dopo il loro arbitrario licenziamento, quello del reintegro di tutti i lavoratori licenziati, e riuscire fermare il progetto dei nuovi padroni USA di calpestare la dignità dei lavoratori e determinare un utilizzo flessibile della mano d’opera a richiesta, pescando di volta in volta nella massa disperata di uomini e donne senza lavoro da spremere ed espellere dalla produzione in relazione alle esigenza del loro profitto.

Segnaliamo che alcuni di questi servi prezzolati portavano mascherine con le scritte fasciste boia chi molla, e credere obbedire combattere. Uno di questi, una montagna di muscoli e lardo si è esibito in un saluto romano per provocare i partecipanti al presidio.

I carabinieri presenti in assetto antisommossa hanno protetto i provocatori delegandogli l’uso della violenza fino a permettergli il fermo di 4 compagni lavoratori e delegati del Si Cobas con dolorose e soffocanti prese al collo per immobilizzarli dopo una caccia all’uomo dei lavoratori che si allontanavano per non essere investiti da un bilico che accelerava minacciosamente contro i presenti.

Se questa è probabilmente la nuova frontiera della legalità borghese che dovremo fronteggiare, lanciamo l’invito ad una partecipazione in massa alle prossime scadenze di lotta fino a che il nuovo padrone amerikano comprenderà che non potrà più calpestare impunemente diritti e dignità.

Alla fine di questo video si sentono bene le scariche elettriche del taser usato da bodyguard al servizio di Fedex-TNT:

I compagni e le compagne del Csa Vittoria – Milano

India 28 luglio giornata di mobilitazione in italia e in altri paesi del mondo per la liberazione di Varavarao e Saibaba e di tutti i prigionieri politici in India

SOCCORSO ROSSO PROLETARIO ADERISCE E INVITA ALLA MASSIMA SOLIDARIETA’ – MOBILITAZIONE- PARTECIPAZIONE

Facciamo un appello a tutte le organizzazioni politico-sociali che si occupano di carcere, repressione, solidarietà internazionale e internazionalista.
Appello in italiano – disponibile in spagnolo e inglese – del Comitato di sostegno internazionale alla guerra popolare in India

Chiediamo la massima diffusione circolazione!

Si espande in India la pandemia. E’ il terzo paese al mondo dopo Usa e Brasile. Nelle ultime ore i contagi sono stati 30mila e crescono quotidianamente, i casi complessivi sono oltre 1milione e i morti sono oltre 24mila. Gli Stati più colpiti sono il Maharashtra e il Tamil Nadu, segue il Karnataka. Il nuovo lockdown deciso dal regime fascista tocca 12 Stati, tra cui il Bihar. Si tratta degli Stati più poveri. Nello stesso tempo viene colpta anche Bangalore che è il centro tecnologico più sviluppato dell’India dove si trovano le sedi di Microsoft, Apple e Amazon. Oltre 3 milioni di lavoratori hanno perso il lavoro e stanno raggiungendo i loro villaggi.
Il sistema sanitario in India mostra tutta la sua arretratezza per tanta massa di popolazione e assenza di ogni assistenza sanitaria reale.
Il Partito Comunista dell’India (Maoista) sin da aprile si sta battendo per difendere le condizioni delle masse. Il portavoce del Comitato Centrale ha definito il coronavirus un’”arma biologica” che trova le sue radici nelle politiche imperialiste. Ha richiesto che almeno il 10”% del prodotto interno lordo venga destinato all’alimentazione e alla salute delle masse; ha denunciato come il governo Modfi non ha esitato a proseguire nell’esportazione pro imperialista anche di farmaci chimici verso gli Usa, nonostante i bisogni drammatici delle masse indiane.
E’ in questo quadro che un dramma nel dramma è costituito dai prigionieri politici che oltre ad essere vittime della repressione fascista del governo, rischiano la loro vita e la loro salute nelle prigioni del regime.
Il PCIM ha chiesto la liberazione immediata di Varavara Rao, artista intellettuale rivoluzionario, conosciuto e apprezzato dalle masse indiane, che risulta positivo al virus, del Prof. Saibaba, figura preminente dell’opposizione democratico rivoluzionaria al regime Modi e al sistema indiano asservito all’imperialismo.
La lotta contro la repressione e la liberazione di questi prigionieri politici è parte della resistenza delle grandi masse popolari in lotta, e nello stesso tempo è parte della denuncia del governo che usa la forza poliziesca, utilizzando il lockdown, verso le masse e che nulla fa per la sicurezza dei medici, dei lavoratori della sanità, dei lavoratori e lavoratrici della salute.
Per questo è necessario oggi più che mai sviluppare la denuncia del governo Modi, intensificare la solidarietà con le masse indiane in lotta e in armi, allargare in tutti i paesi la rivendicazione della liberazione immediata di Varavara Rao e di Saibaba.
Il Comitato di sostegno internazionale alla guerra popolare in India è da sempre impegnato in questa battaglia e oggi chiama urgentemente ad una nuova fase della mobilitazione. Attraverso la repressione di questi due intellettuali si colpisce un numero impressionante di militanti, professori, studenti e artisti, membri di organizzazioni democratiche; si pratica il terrorismo di Stato contro la libertà di stampa, di opinione in un paese in cui il regime approva leggi razziste e discriminatorie, come le ultime sulla cittadinanza che colpiscono milioni di musulmani.
Lo sviluppo della pandemia trasforma, inoltre, le carceri in trappole mortali.
Il Comitato chiama quindi ad una nuova giornata internazionale di informazione, azione e solidarietà per il 28 luglio, giornata in cui si sviluppa la vasta azione dei maoisti e dei combattenti della guerra popolare nella settimana dei martiri della rivoluzione.
Il Comitato fa proprio per questa giornata i numerosi documenti che circolano in India e nel mondo a sostegno di questa battaglia.
Oltre 130 rinomati intellettuali hanno firmato un appello sostenendo che il deterioramento delle condizioni di salute del Prof. Saibaba e di Varavara Rao e lo scoppio del Covid nelle carceri mette in pericolo la loro vita e ne chiede il rilascio immediato su cauzione. Documenti della stessa natura sono firmati nel Bangladesh e da gruppi di deputati nello stesso parlamento indiano.e altri
Il Comitato alla luce di questo invita ad alcuni obiettivi immediati:

  • diffondere questi documenti con tutti i mezzi in internet;
  • organizzare per la giornata del 28 un mail-bombing inviato alla stampa internazionale, alle ambasciate indiane, ai ministri degli Esteri e della Giustizia del maggior numero di governi, al parlamento europeo, alla Corte di Giustizia internazionale ecc;
  • organizzare il 28 e nei giorni successivi, assemblee, presidi e ogni tipo di azione, approvare messaggi di solidarietà, e ogni altra iniziativa che permetta di allargare il fronte della mobilitazione;

In particolare per quest’ultimo compito facciamo un appello a tutte le organizzazioni politico-sociali che si occupano di carcere, repressione, solidarietà internazionale e internazionalista.

SI TRATTA DI INIZIATIVE GIÀ IN CORSO IN ALCUNI PAESI IN QUESTI MESI. QUELLO CHE SI CHIEDE A PARTIRE DALLA GIORNATA INTERNAZIONALE È UNA LORO CONCENTRAZIONE, SOCIALIZZAZIONE CHE POSSA SERVIRE A SVILUPPARE UNA CAMPAGNA PROLUNGATA CON L’OBIETTIVO DI OTTENERE RISULTATI CONCRETI NELL’ARCO DI QUESTI MESI CARATTERIZZATI DALLA PANDEMIA.

Comitato di sostegno internazionale alla guerra popolare in India
csgpindia@gmail.com
luglio 2020