Cile: prigionieri mapuche in sciopero della fame da 3 mesi.

Libertà per tutti i prigionieri politici nel mondo. SRP

Da il Manifesto

Cile. La protesta in corso da maggio, i prigionieri politici chiedono di scontare la pena nelle loro comunità, come 13mila detenuti mandati ai domiciliari a causa dell’epidemia di Covid. Gravi le condizioni del leader spirituale Celestino Cordova

Le vite dei mapuche contano, ma non per lo Stato cileno. Nulla lo dimostra meglio dello sciopero della fame di 27 prigionieri politici mapuche, tra cui l’autorità spirituale (machi) Celestino Cordova, iniziato più di 80 giorni fa per protestare contro l’assenza di risposte da parte dal governo di Sebastián Piñera.

La richiesta dei detenuti, alcuni ancora in attesa di giudizio, è semplice: la possibilità di scontare le pene detentive nelle loro comunità, come previsto dalla Convenzione 169 dell’Organizzazione internazionale del lavoro, ratificata dal Cile nel 2008, e come sollecitato dall’Alto Commissariato Onu per i diritti umani, che, nel contesto della pandemia da Covid-19, ha invitato gli Stati ad adottare misure urgenti a favore della sicurezza della popolazione carceraria.

UNA RICHIESTA tanto più legittima in quanto il sistema giudiziario cileno, a causa dell’emergenza sanitaria, ha già concesso gli arresti domiciliari a oltre 13mila detenuti – compreso il poliziotto responsabile della morte nel 2018 del giovane weichafe Camilo Catrillanca, un “guerriero” della causa mapuche – negandoli però ai giovani arrestati nel quadro delle proteste contro Piñera e ai prigionieri indigeni, vittime della legge antiterrorismo varata da Pinochet e usata ancora oggi per colpire dirigenti e autorità ancestrali in lotta per la restituzione delle terre usurpate. Continua a leggere

India 28 luglio giornata di mobilitazione in italia e in altri paesi del mondo per la liberazione di Varavarao e Saibaba e di tutti i prigionieri politici in India

n italy for 28 july we prepare

delegation to India Ambassade Rome and India Consulate Milan

mailing bombing to india ambassade – international press – foreign minister Italy – European Parliament

short meetings in the factories and work places in Palermo – Taranto – Bergamo and solidarity messages approved by workers

many banners in various cities

streeming speech in italian and english in 28th afternoon

Processo di monaco per i compagni atik/Tkp/ml – 28 manifestazione

Martedì 28 luglio terminerà il processo dei 10 rivoluzionari dell’ATiK (Confederazione dei lavoratori turchi in Europa) a Monaco. Sono accusati di essere membri del TKP / ML, un’organizzazione considerata terroristica dalla Turchia ma non dalla Germania. Solidarietà con i rivoluzionari turchi perseguiti in Europa!

 

TURQUIA/ALEMANIA: La audiencia del juicio del TKP/ML Munich se aproxima! Libertad para Müslüm Elma!

Judgment in Munich’s TKP / ML trial is approaching – court wants to pronounce a horrendous scandal judgment!

We will not accept a conviction!

  • Acquittal for all accused
  • Freedom for Müslüm Elma
  • Abolition of §129a + b and the end of the “persecution authorization”
  • No more cooperation with the Erdogan regime by the federal government
  • Long live the International Solidarity

Come to the protest demonstration on 28.07.2020, at 10:00 a.m., the day the judgement is pronounced, at the Higher Regional Court on Nymphenburgerstraße.

intervista in inglese sul blog maoistroad

We demand: acquittal for all accused and freedom for Müslüm Elma

In the four-year trial with the constructed accusation of “terrorism” against ten revolutionaries from Turkey in the Higher Regional Court in Munich, the state prosecutor’s office demanded draconian punishments. Continua a leggere

Violenza e stupro. Poliziotti processo per il caso Théo, in Francia

Da Contropiano

Tre anni dopo i fatti, il giudice istruttore incaricato del caso Théo ha concluso le sue indagini preliminari e il processo dovrebbe iniziare nel 2021. Quattro agenti di polizia sono accusati di violenza volontaria aggravata e uno di loro per stupro. I membri delle forze dell’ordine in questione dovranno comparire in tribunale una volta che i procuratori avranno consegnato le loro requisizioni:

I fatti risalgono al 2 febbraio 2017. Théodore (Théo) Luhaka aveva 22 anni quando, a seguito di un controllo della polizia, fu pestato ed arrestato nel quartiere Roses-des-Vents di Aulnay-sous-Bois, nel dipartimento di Seine-Saint-Denis (banlieue nord parigina). Un episodio di violenza e brutalità da parte della polizia che aveva scatenato la rabbia sociale dei quartieri popolari della periferia parigina.

Uno dei problemi dell’indagine è stato quello di determinare se l’agente di polizia avesse commesso o meno uno stupro, sodomizzando Théo con un manganello. Nella sua versione dei fatti, il poliziotto accusato aveva spiegato di aver mirato alla coscia del giovane. Un racconto che già da subito non coincideva con quanto diagnosticato dai medici dell’ospedale, dove Théo fu portato dopo il suo arresto, i quali refertarono una lacerazione dell’ano di 10 cm e prescrissero 60 giorni di inabilità totale al lavoro.

I poliziotti responsabili furono sospesi pochi giorni dopo la diffusione pubblica del caso, ma reintegrati qualche mese dopo, ad eccezione del funzionario accusato di stupro. Una decisione che causò la rabbia della sorella di Théo, Eleonore Luhaka: “Come possiamo permettere che questa cosa vada avanti? Aspettiamo la giustizia noi e vedere che nessuno si indigni per quanto accaduto è la cosa che mi disgusta di più”.

Con l’esplosione dello scandalo, si mise prontamente in moto la macchina istituzionale e mediatica volta a nascondere sotto al tappeto la verità di una brutale violenza e a “scagionare” preventivamente i poliziotti dalle accuse di un atto disumano, facendo ricadere – come accade in questi episodi – la colpa sulla vittima e motivando l’uso della forza come “necessariamente indispensabile“.

Da un lato, l’Inspection Générale de la Police Nationale (IGPN), l’istituzione responsabile del controllo generale dei servizi e con funzione di ispettorato del personale della polizia, aveva escluso immediatamente – neanche una settimana dopo l’accaduto – l’ipotesi di “stupro intenzionale” sulla base delle immagini di videosorveglianza, affrettandosi a trasmettere il suo giudizio al giudice istruttore e quindi esercitando una pressione su un’inchiesta allora tutta da avviare.

Dall’altro, un ruolo significativo è stato svolto dal circolo mediatico asservito alla narrazione di comodo del “giovane nero ribelle e violento” contro gli agenti di polizia ed indirizzato alla delegittimazione delle accuse insistendo su “come si può parlare di stupro se nessuno gli ha neanche abbassato i pantaloni!“.

La pressione istituzionale e mediatica ebbe i suoi frutti. In un rapporto medico del febbraio 2018, si legge che l’arma ha colpito il bordo dell’ano senza penetrarlo e che quindi la qualifica di stupro può non essere riconosciuta. Inoltre, una seconda analisi ha spiegato che il colpo con la punta del manganello era conforme alle regole insegnate nelle accademie di polizia e giudicata “meno violenta” dei classici colpi di manganello.

La qualifica di stupro può essere complicata da dimostrare”, ammette l’avvocato di Theo, Antoine Vey. “Ciò che conta sono gli atti e l’intenzionalità assolutamente indiscutibile della violenza. Non vogliamo che il dibattito sullo stupro metta in ombra la gravità dei fatti”, ha aggiunto.

Gli agenti di polizia sono poi accusati di “violenze che hanno causato un’infermità permanente”. Secondo la più recente perizia medica presentata al giudice istruttore il 21 agosto 2019, Théo conserverà per tutta la vita le conseguenze del suo arresto: il giovane soffre di sfintere lacerato e di incontinenza.

Ci sono danni permanenti. Sono atti di violenza della polizia molto gravi”, sostiene l’avvocato che ha denunciato anche il danno psicologico: “Theo è stato ritratto come un delinquente ed è stato sottoposto ad insulti razzisti che sono inaccettabili e che lo hanno colpito duramente”.

Eppure gli agenti di polizia confutano l’idea di violenza volontaria aggravata. Secondo i funzionari, Théo avrebbe lottato durante il suo arresto, il che avrebbe portato all’uso della forza per fermarlo. “Quando dai 17 calci e colpi di manganello, o sei disturbato o ne hai l’intenzione. Si tratta di persone che sono addestrate ed istruite ad usare le armi senza ferire gravemente”, afferma l’avvocato Vey il quale è intenzionato a denunciare apertamente le violenze commesse dagli agenti di polizia.

Il processo avrà luogo sull’onda lunga delle mobilitazioni contro le violenze della polizia e del razzismo di Stato che stanno agitando la Francia dall’assassinio di George Floyd e alle quali si aggiungono le recenti inchieste sulla morte di Cédric Chouviat.

concerto di solidarietà con il grup yorum ad Atene

Φίλοι οι γείτονες λαοί – Εχθρός ο ιμπεριαλισμός

Για την συναυλία διεθνιστικής αλληλεγγύης στο σκοπευτήριο Καισαριανής

Η εκδήλωση που πραγματοποιήθηκε την Τρίτη 21 Ιουλίου στο σκοπευτήριο της Καισαριανής, καθώς και η συναυλία που ακολούθησε με το Grup Yorum και άλλους καλλιτέχνες, δεν ήταν άλλο ένα “άχρωμο” και “άοσμο” πολιτιστικό δρώμενο, από αυτά που έχουμε συνηθίσει τους καλοκαιρινούς μήνες στην πόλη.

Ήταν ένα σινιάλο διεθνιστικής αλληλεγγύης, ήταν μια βραδιά που πρόταξε την φιλία των δύο γειτόνων λαών, αποδεικνύοντας πως δεν έχουν τίποτα να χωρίσουν, ειδικά αυτές τις μέρες που και στις δύο πλευρές του Αιγαίου καλλιεργείται έντονα ο εθνικισμός και ο σωβινισμός αποκρύπτοντας από τους λαούς την αλήθεια: ότι τίποτα δεν γίνεται για το καλό τους παρά μόνο για τα κέρδη των καπιταλιστών και την υπεράσπιση των ιμπεριαλιστικών συμφερόντων.

Οι εξαρτημένες και αντιδραστικές αστικές τάξεις της Ελλάδας και της Τουρκίας, καθώς προσπαθούν να πλασαριστούν η μία εις βάρος της άλλης στο ιμπεριαλιστικό σύστημα και στις διεθνείς συμμαχίες, «ανοίγουν» διαρκώς πεδία ανταγωνισμού. Αυτός ο ανταγωνισμός για την ενεργειακή μοιρασιά τις φέρνει αντιμέτωπες για το ποια θα είναι η «βασική» υπηρέτρια των καπιταλιστικών συμφερόντων στην περιοχή. Ποια δηλαδή αστική τάξη θα καταφέρει να παίξει τον ρόλο του καλύτερου πλασιέ για τα μονοπώλια και τις καπιταλιστικές επιχειρήσεις.

Η ελληνική αστική τάξη έχει δώσει γη και ύδωρ σε ΗΠΑ και ΕΕ αποτελώντας τον πιο συνεπή λακέ του δυτικού ιμπεριαλισμού στην περιοχή. Παράλληλα, συμμετέχει στον αντιδραστικό άξονα με το Ισραήλ και την Αίγυπτο, ενώ προσπαθεί να κάνει τον «χωροφύλακα» των Βαλκανίων.
Η τουρκική αστική τάξη, μέλος και αυτή του ΝΑΤΟ, σε αυτή τη φάση και σε ένα καυτό περιβάλλον προσπαθεί να επιλύσει προς το συμφέρον της σειρά ζητημάτων (κουρδικό, ηγεμονία στο εσωτερικό του «σουνιτικού» Ισλάμ, αλλά και εσωτερικές ενδοαστικές αντιθέσεις), έχοντας στο τιμόνι της τον Ερντογάν που επιδιώκει μια πολυμέτωπη προσέγγιση. Συμμαχεί με τους Ρώσους όποτε είναι εφικτό, γαβγίζει στην ΕΕ όπου θεωρεί ότι μπορεί να εξασφαλίσει αναγνωρισμένο ρόλο, ενώ στις ΗΠΑ από τη μια χρεώνει το αποτυχημένο πραξικόπημα, από την άλλη η εξάρτηση δεν του επιτρέπει να ξεμακρύνει από την αυλή του αμερικάνικου ιμπεριαλισμού.
Οι εργαζόμενοι και οι λαοί θα βγουν νικητές, αν οικοδομήσουν ένα πλατύ λαϊκό και διεθνιστικό αντι-ιμπεριαλιστικό μέτωπο, έτσι μόνο θα μπει φραγμός στα ιμπεριαλιστικά σχέδια. Μόνο τότε η Ειρήνη, η Συναδέλφωση και η Αλληλεγγύη θα ζεστάνουν την πολύπαθη τούτη περιοχή. Ας ανοίξουμε τον δρόμο για την απελευθέρωση των λαών από τα δεσμά του ιμπεριαλισμού.
Στέλνουμε την αμέριστη αλληλεγγύη μας στους φυλακισμένους και διωκόμενους αγωνιστές στην Τουρκία.
 
Διεθνιστική αλληλεγγύη με τα μέλη του Grup Yorum. 

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