Il Ministero dell’Interno e la Polizia di Stato continueranno a fornire le risorse umane e finanziarie all’Accademia di Polizia egiziana per formare e addestrare le forze dell’ordine dei regimi africani partner della crociata contro il “terrorismo” e l’immigrazione “illegale”. Nonostante le schiaccianti prove sul coinvolgimento diretto nel sequestro e assassinio del giovane ricercatore Giulio Regeni e la lunghissima lista di crimini e violazioni dei diritti umani commessi dalla polizia del dittatore al-Sisi, le autorità italiane si apprestano a presentare alla Commissione europea una richiesta di contributo economico per prorogare almeno per un altro biennio il progetto ITEPA (International Training Centre at the Egyptian Police Academy), la cui prima tappa si è conclusa a Roma il 27 novembre 2019 con una conferenza presso la Scuola Superiore di Polizia.
Il 18 febbraio 2021, rispondendo a due distinte interrogazioni degli europarlamentari del GUE/NGL, Miguel Urbán Crespo e Özlem Demirel, Ylva Johansson (responsabile per gli Affari Interni della Commissione europea) ha confermato che il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno sta lavorando in vista del prolungamento delle attività del Centro di addestramento dell’Accademia di polizia dell‘Egitto, nell’ambito del nuovo piano finanziario pluriannuale Ue. “Le autorità italiane hanno beneficiato di un finanziamento europeo di 1.073.521 euro (Fondo Interno per la Sicurezza Internal Security Fund – ISF National Programme) per l’ITEPA 1”, scrive la commissaria Johansson. “Sulla seconda fase del progetto (ITEPA 2), in via di formulazione e il cui programma non è stato ancora sottoposto al vaglio della Commissione, non si è in grado di fornire tutti i dettagli richiesti dagli interroganti. Sulla base delle informazioni in nostro possesso, le autorità italiane intendono finanziare il progetto tramite l’Internal Security Fund Borders and Visa (ISF-BV), previsto dal nuovo piano finanziario 2021-2027”.
Sulla base di una nota emessa dalla Polizia di Stato a fine 2019 relativa alla firma di un memorandum che estende la validità del protocollo di cooperazione tra Italia ed Egitto sottoscritto nel 2017 per implementare le attività di addestramento internazionale presso l’Accademia di Polizia del Cairo, gli europarlamentari Miguel Urbán Crespo e Özlem Demirel avevano chiesto alla Commissione di conoscere i contenuti e i termini contrattuali dei programmi ITEPA 1 e ITEPA 2, i responsabili e i beneficiari diretti della formazione e soprattutto se la stessa rispettasse gli standard internazionali in tema di difesa dei diritti umani e protezione dei migranti.
“La Commissione è pienamente consapevole del cambiamento della situazione dei diritti umani in Egitto e queste questioni sono regolarmente poste dall’Unione Europea nei contatti bilaterali con le autorità egiziane e nei forum internazionali”, la controversa risposta di Ylva Johansson. “Pertanto, la protezione dei diritti umani è stato un elemento trasversale in ogni settore addestrativo in quanto ITEPA era finalizzato a fornire modelli operativi per gestire il fenomeno migratorio assicurando la piena protezione dei diritti dei migranti (…) La qualità dei formatori è stata assicurata con il coinvolgimento di persone provenienti dalle maggiori organizzazioni internazionali responsabili dei diritti umani dei migranti e dei rifugiati (UNHCR e OIM). I risultati e le lezioni di ITEPA sono stati presentati nel corso dell’evento conclusivo e saranno utilizzati per ITEPA 2”.
Lodevoli intenti quelli delle autorità di polizia italiana e della Commissione Ue, peccato che i più recenti report delle maggiori organizzazioni non governative e di alcuni degli stessi governi Ue abbiano documentato il completo fallimento della formazione italo-egiziana a favore delle polizie africane partner. Le operazioni di contrasto dei flussi migratori sono state realizzate infatti violando i più elementari diritti umani ed è lunghissimo l’elenco di crimini, abusi, torture, deportazioni, detenzioni, sparizioni forzate perpetrate in tutto il continente. Basta un’occhiata ai paesi le cui forze di polizia hanno “beneficiato” delle attività addestrative presso l’Accademia di Polizia del Cairo nell’ambito di ITEPA per documentare l’insostenibilità e l’immoralità del progetto Italia-Ue: oltre all’Egitto, compaiono infatti Algeria, Burkina Faso, Ciad, Costa d’Avorio, Eritrea, Etiopia, Gambia, Gibuti, Ghana, Guinea, Kenya, Libia, Mali, Marocco, Niger, Nigeria, Senegal, Somalia, Sudan, Sudan del Sud, Tunisia.