I piani di Netanyahu di spostamento all’estrema destra. Essi anticipano in alcuni campi il governo Meloni/Salvini/Nordio?

Riportiamo brevi parti di un lungo articolo apparso su Le Monde diplomatique di febbraio sulla situazione in Israele che sta dando vita in questi giorni a forti e grandi proteste della popolazione

Questa prima parte spiega bene i passaggi della azione di Netanyahu di deciso spostamento all’estrema destra, portando a conseguenza la sua piano di cancellazione di ogni residua forma di democrazia e di instaurazione di un regime fondato sul nazionalismo ebraico.

Netanyahu ieri è stato in Italia, ricevuto dalla Meloni, per stringere rapporti politici ed economici, e anche qui è stato accolto da manifestazioni di protesta.

Questo rapporto Israele/Italia acquista in questa fase un significato che va oltre i “normali” rapporti tra Stati e governi. Netanyahu in un certo senso anticipa i piani del governo Meloni/Salvini in Italia, in merito alla controriforma della Costituzione, all’instaurazione di un presidenzialismo, all’accentramento dei poteri; ma in particolare anticipa l’attacco alla Giustizia che il Min. Nordio ha appena cominciato ad avviare, ma che punta anche qui ad una messa sotto controllo, togliere autonomia alla Magistratura, modificare articoli e procedure, che salvaguardino la classe politica al potere, salvando i suoi uomini da condanne per corruzione, frodi, ecc.; cosi’ come è significativo l’intervento ideologico e pratico verso la scuola, i giovani in generale, per cui i piani e l’azione concreta del Min. Valditara non puntano solo ad un “ritorno al passato” ma ad una scuola al servizio del moderno fascismo, in cui l’aspetto militare deve essere parte della formazione.

In questo senso Netanyahu è più vicino all’Italia di quanto può sembrare.

================

 Spostamento marcato verso l’estrema destra

Israele, il colpo di Stato identitario

Dando priorità alle riforme politiche richieste dai suoi alleati nazionalisti e ultraortodossi, Benjamin Netanyahu sta intraprendendo una profonda trasformazione della democrazia israeliana. I poteri della Corte Suprema ma anche quelli dei giudici sono nel mirino di una coalizione che intende estendere l’influenza della religione nell’istruzione pubblica e non cedere nulla ai palestinesi.

di Carlo Enderlin

Il Signor Binjamin Netanyahu ha avuto successo. Tornato al potere dal 29 dicembre (ha ricoperto la carica di capo del governo dal marzo 2009 al giugno 2021), sostenuto da una maggioranza di

sessantaquattro deputati – su centoventi – nazionalisti, ultraortodossi e messianici, può realizzare ora il suo grande progetto: instaurare un nuovo regime in Israele basato su un nazionalismo ebraico autoritario e religioso, rompendo con la visione della democrazia dei padri fondatori del sionismo, Theodor Herzl, Vladimir Zeev Jabotinsky e David Ben Gurion. Se il primo passo è stato, nel luglio 2018, l’adozione da parte della Knesset della legge Israele – Stato-Nazione del popolo ebraico, testo molto controverso perché considerato discriminatorio nei confronti delle minoranze arabe e druse. ora si tratta di frenare lo stato di diritto, riformare l’istruzione nazionale, assoggettare i quadri dirigenti del sistema securitario, schiacciare l’opposizione di sinistra, imporre il nazionalismo ebraico come identita’ nazionale, dare nuovo impulso all’annessione della Cisgiordania e proseguire la neutralizzazione dell’Autorita’ palestinese.

Netanyahu ha affidato la missione di trasformare il sistema giudiziario al signor Yariv Levin, giurista e deputato, che, dalla sua elezione nella lista del Likud nel 2009, ha guidato la carica contro i giudici. Il 4 gennaio, appena nominato ministro della Giustizia, ha presentato il suo progetto di “revisione radicale” basato sul principio che il “popolo” riconosce alla maggioranza eletta la legittimazione a governare da sola, senza l’ingerenza dei magistrati. non nominati dalle urne. Una cosiddetta clausola “bypass”  consentirà così a sessantuno deputati di annullare una sentenza della Suprema Corte che ritenga incostituzionale una legge. “Un testo votato dalla Knesset non può più essere annullato da un giudice” ,insiste il signor Levin. Inoltre, la nomina collettiva dei membri della Corte Suprema dovrebbe passare sotto il controllo della maggioranza al potere. Altre misure sono previste, come la riscrittura di alcuni articoli del codice penale, nell’intento di ridurre il numero di rinvii a giudizio per corruzione all’interno della classe politica. Teoricamente, Netanyahu può trovarsi a nominare i giudici che esamineranno il suo ricorso in appello qualora si chiudesse con una condanna il processo per frode, abuso di potere e corruzione attualmente in corso contro di lui…

…Per il primo ministro, la volonta’ di imporre il nazionalismo ebraico passa attraverso l’accompagnamento della gioventù. Per questo ha deciso di attribuire la competenza dell’insegnamento pubblico religioso… finora apolitico a Bezalel Smotrich, dirigente del partito sionista religioso regolarmente sotto i riflettori per le dichiarazioni ostili alla sinistra, ai palestinesi e alle minoranze sessuali… Orit, della colonia Avraham Avinu a Hebron è stata incaricata della questione identitaria ebraica… ha ottenuto il dipartimento della cultura ebraica del ministero dell’Istruzione e la direzione di scuole e accademie premilitari…”