Soccorso Rosso Proletario

Soccorso Rosso Proletario

Contro l’atrocità dell’estradizione in Usa di Julian Assange

The Home Run for Julian Assange tour in NYC on June 2021

Sabato 19 marzo 2022 ore 10.00.
davanti sede RAI viale Bonaria (Cagliari)

La Corte Suprema della Gran Bretagna ha negato il ricorso contro la sentenza di appello per l’estradizione negli Usa di Assange. Quale Giornalismo, quale Informazione può essere tale nei confronti del Principio Alto della Verità, eliminando colui, giornalista, che ha reso noti i crimini commessi dagli Usa?
DonneAmbienteSardegna e Sardegna Pulita non vogliono essere indifferenti davanti a questa atrocità che colpisce la Libertà della Stampa, tutelata dall’Art.21 della Costituzione.

Fa senso che una nazione come la Gran Bretagna, che vanta l’adozione della Carta Magna, la grande carta della libertà, carta reale dei diritti, sia poi essa stessa a non averne rispetto violandone i sacrosanti principi che tutelano la libertà di stampa, il Principio della Verità, esercitato degnamente dal giornalista Assange.

Colpisce l’ipocrisia della Comunità Europea, che denuncia le violazioni della Libertà di Stampa (Inghilterra compresa) nei confronti dei giornalisti russi, per poi non rivoltarsi contro l’estradizione del giornalista Assange.

Sabato 19 marzo, dalle ore 10.00. alle ore 11.00, ci ritroveremo davanti la sede RAI Sardegna di viale Bonaria a Cagliari, con atto di testimonianza nel chiedere all’ordine dei giornalisti, ai giornalisti tutti, di promuovere una forte iniziativa internazionale affinchè possa essere coinvolta tutta la Comunità Europea a tutela di Julian Assange, per impedirne l’estradizione in Usa, dove sparirebbe per sempre per aver messo a rischio la sua persona avendo svolto il suo dovere da giornalista, pensando poi di trovare riparo presso una nazione che aveva supposto sensibile verso la Libertà di Stampa.

“DonneAmbienteSardegna” e “Sardegna Pulita”

Da Pressenza

Pisa, armi al posto di aiuti umanitari: gli aeroportuali bloccano volo per l’Ucraina

L‘ Unione Sindacale di Base denuncia l’avvio di un “ponte aereo” militare internazionale verso la base di Rzeszow, nella Polonia orientale, dove già dai primi di febbraio opera un comando logistico USA. Non a caso si è scelto l’aeroporto militare di Pisa, principale hub nazionale al servizio della NATO, posizionato a pochi chilometri dalla base USA di camp Darby. Insieme a quello di Pisa e’ coinvolto anche l’aeroporto militare di Grosseto. Sabato manifestazione all’aeroporto di Pisa

di Salvatore Toscano

Nei giorni scorsi è emerso che dal Cargo Village sito presso l’aeroporto civile di Pisa sarebbe dovuto partire un volo contenente casse di armi, munizioni ed esplosivi, in contrasto con lo scopo stesso del viaggio, data la sua natura umanitaria. Infatti, il volo avrebbe dovuto fornire cibo, medicinali, e altri prodotti utili alla popolazione ucraina, in difficoltà a causa dei combattimenti delle ultime settimane.

Ai lavoratori dell’aeroporto “Galileo Galilei” di Pisa era stato chiesto di caricare degli aiuti umanitari destinati all’Ucraina. Quando si sono ritrovati però di fronte a casse contenenti materiale bellico hanno deciso di non eseguire l’ordine.

L’Unione Sindacale di Base (USB) è stata tra i primi a raccogliere le testimonianze dei lavoratori e a segnalare l’accaduto, manifestando in un comunicato la propria volontà di denunciare “con forza questa vera e propria falsificazione, che usa cinicamente la copertura umanitaria per continuare ad alimentare la guerra in Ucraina“.

Nel frattempo è stata indetta per sabato 19 marzo, presso l’aeroporto di Pisa, la manifestazione “Dalla Toscana ponti di pace e non voli di guerra“, a cui tutta la cittadinanza è stata invitata a partecipare. Tra le altre richieste dell’organizzazione sindacale si leggono l’appello alle strutture di controllo del traffico aereo dell’aeroporto di bloccare immediatamente gli eventuali voli simili e l’invito rivolto ai lavoratori di “continuare a rifiutarsi di caricare armi ed esplosivi che vanno ad alimentare una spirale di guerra”.

Intanto, già nei giorni scorsi qualcosa si è smosso tra i banchi della politica, con l’interrogazione parlamentare presentata dal senatore Matteo Mantero di Potere al Popolo per chiedere trasparenza sull’invio di armi all’Ucraina.

Si ricorda, a tal proposito, la decisione del Governo Draghi di non rendere pubblica la lista del materiale bellico fornito al Paese, contenuta all’interno di un decreto interministeriale (definito dai ministeri della Difesa, degli Esteri e dell’Economia) secretato e non sottoposto all’esame dei parlamentari.

da L’Indipendente