Ti ricordi del 15 ottobre?

Il 15 ottobre 2011 circa 200.000 persone scesero in piazza a Roma, in un periodo in cui in  tutto il mondo, dalla Tunisia agli Stati Uniti, all’Egitto, si accendevano rivolte contro regimi dispotici e capitalismo finanziario. In seguito all’appello lanciato dai movimenti 15M nati a Madrid, si scendeva in piazza ovunque anche in Europa, davanti e contro i palazzi del Potere, nel rifiuto delle politiche di austerità adottate dai governi come ricetta alla crisi economica del sistema capitalista.

In Italia il Comitato promotore accettò di non manifestare davanti alle sedi governative, così come deciso dalla Questura, ma la rabbia sociale si espresse comunque, e giustamente, con diverse ore di scontri con le forze dell’ordine. Troppo forte l’odio per per la miseria economica e culturale, i continui tagli alle spese sociali, lo sfruttamento da parte di pochi nei confronti di molti, la guerra, la distruzione delle risorse naturali e della terra, tutto in nome del profitto.

La vendetta dello Stato, per criminalizzare e allo stesso tempo nascondere le ragioni di quella giornata di lotta ha colpito duramente: arresti in piazza, condanne pesanti anche per devastazione e saccheggio, carcere.

Come non ricordare Chucky, ucciso dalla repressione?

Il 15 febbraio 2022 ci sarà l’udienza conclusiva, quella in corte di Cassazione, per chi è già stato/a condannata/o in secondo grado nell’ultimo troncone processuale.
Se le condanne verranno confermate, alcune delle persone imputate entreranno in carcere.
I risarcimenti richiesti dalle parti civili ammontano a centinaia di migliaia di euro.
Per questo martedì 15 febbraio a Roma ci sarà un presidio solidale davanti la corte di cassazione, dalle ore 10.
CHI SI RIBELLA NON È MAI SOLO/A