No Tav, accolta la richiesta di estradizione in Francia per Emilio Scalzo

La corte d’appello di Torino ha confermato l’estradizione per Emilio, accogliendo così la richiesta della Francia. Resta il ricorso in Cassazione per la cui sentenza sono comunque prevedibili tempi brevissimi.
Emilio è colpevole di solidarietà. La Francia lo vuole incarcerare e processare per reati riferiti all’opposizione al Tav e alla solidarietà con i migranti.
Emilio è uno degli attivisti no tav più industriosi, un uomo che con le sue mani ha cavato dalla neve uomini, donne e bambini, e molto altro, e ha difeso con il suo corpo i migranti dalle brutalità della polizia di frontiera, per questo lo vogliono estradare!
Perché schierarsi con gli oppressi e gli indifesi per questo sistema assassino è un reato! Non uccidere, non devastare in nome del profitto! Così chi si organizza e lotta a testa alta contro le stragi dei padroni, contro questo sistema criminale, fatto di pochi che distruggono tutto e tutti, la natura, la vita, il lavoro, il futuro di una comunità, diventa il nemico assoluto, da reprimere con ogni mezzo, legale e illegale.
Emilio come Mimmo Lucano, come Nicoletta, come Lorena Fornasir, come tanti altri e tante altre, sono tutti colpevoli di volere una società e un mondo più giusto e vivibile per tutte e tutti.
Allora è questo sistema è il vero cancro da abbattere. E ci vuole una nuova resistenza, ci vuole un fronte unito e di massa contro la repressione e in solidarietà con i prigionieri politici e sociali, con quanti non accettano di mettersi in ginocchio di fronte a questo sistema assassino. Ma ci vogliono anche atti concreti e immediati di solidarietà, perché contro la repressione non bastano le tastiere, bisogna mettersi in gioco anche con i corpi.
Ben vengano quindi iniziative concrete di solidarietà, anche creative, strade, piazze, muri e tanto altro può essere attraversato dall’amore della solidarietà

Massima solidarietà a Mimmo Lucano – Sentenza da ‘tribunale speciale’ al servizio di Salvini, del fascio-razzismo e ‘ndrangheta – la presa di posizione di ‘proletari comunisti’

Mimmo Lucano condannato a 13 anni e 2 mesi, quasi il doppio della richiesta dei pm. L’ex sindaco di Riace: “Neanche un mafioso”

Nel 2018 era stato al centro di un’inchiesta della procura di Locri che ha ipotizzato l’esistenza di un sistema criminale dentro quello che era stato ribattezzato il “paese dell’accoglienza”. La reazione dell’ex sindaco: “Sono amareggiato. Non me l’aspettavo. Oggi finisce tutto”

la presa di posizione di ‘proletari comunisti’

È salita immediata la rabbia e l’indignazione per la sentenza contro Mimmo Lucano considerato colpevole, in primo grado, di associazione a delinquere per favoreggiamento di immigrazione clandestina e peculato con l’aggiunta che dovrà restituire 500 mila euro ricevuti dall’Ue e dal governo e che dovrà rimanere fuori dai pubblici uffici per 5 anni.

Questa assurda sentenza è stata letta dal presidente del collegio giudicante del tribunale di Locri, Fulvio Accurso, dopo ben 75 ore di camera di consiglio. 75 ore per una sentenza apertamente razzista che non ha tenuto affatto conto di ciò che già avevano deciso il Riesame e la Cassazione e si è accanita non solo su Mimmo Lucano, condannato alla pena di anni 13 e 2 mesi di reclusione, ma anche su sua moglie, 4 anni e 10 mesi, e su coloro che lo hanno aiutato nei progetti portati avanti per aiutare i migranti nel suo paesino. E sarebbe questo aiuto ai migranti “l’associazione a delinquere” alla base della condanna!

Alla base della condanna, in realtà, c’è la paura della borghesia! Paura della solidarietà verso i migranti: “Già da mercoledì sera il quartiere intorno al palazzo di giustizia era off limits. Blindata la zona rossa, e all’interno dell’aula erano ammessi solo gli operatori del diritto. Per i media era stata adibita una stanza apposita.” (Il manifesto)

Paura assorbita con humus fascista dai giudici che “giudicano” sempre di più tenendo in considerazione gli interessi e i piani politici della borghesia e hanno addirittura aumentato di 6 anni la pena richiesta dalla pubblica accusa… per questo possiamo parlare di azione di rappresaglia, perché la verità è che questa condanna vorrebbe essere da monito per tutti coloro che, prendendo l’azione di Mimmo Lucano come esempio da imitare, osano aiutare umanitariamente e concretamente i migranti!

Non c’è, certo, bisogno di aspettare le “motivazioni della sentenza”, per capire che si tratta di un altro attacco pesantissimo ai migranti, che non hanno “difesa” quando muoiono se vengono via mare, muoiono quando sono trattenuti illegalmente nelle illegali galere detti centri di accoglienza, muoiono nei campi/dormitorio per la raccolta delle olive, dei pomodori…; perché non ci sono motivazioni che tengano, le uniche hanno appunto il sapore schifoso del razzismo annidato tra i corridoi dei palazzi di giustizia che su questo tema continuano a condannare chiunque si batta per aiutare i migranti in qualsiasi modo.

E proliferano sempre più questi giudici che usano due pesi e due misure… quanto fa a pugni questa sentenza con quella di Catania che dichiara il “non luogo a procedere” per Salvini, quello sì un reato vero e conclamato: sequestro di persona, ecc. ecc.?

E non è un grande regalo, questa sentenza che lascia ampio spazio a Salvini lo sciacallo, vera spazzatura umana che merita più di chiunque altro la galera che si trova a proprio agio tra ladri e spacciatori… che non avrà creduto alle proprie orecchie, proprio alla vigilia delle elezioni in Calabria? E provare ancor meglio a spostare l’attenzione dell’opinione pubblica dalla melma in cui è sprofondato?

La rabbia e l’indignazione devono farsi atti concreti contro il razzismo e il moderno fascismo che avanza in questo Paese!