Salgono i positivi nel carcere di Bari e sale la protesta dei detenuti

“Non siamo dei cani”, dopo il focolaio Covid protestano i detenuti del carcere: urla, fumo e lancio di carta igienica dalle celle

“Bisogna tutelare il loro diritto alla salute – spiega la moglie di uno dei detenuti – Mio marito è positivo e tenuto al momento in cella di isolamento”. Sono saliti a 20 i positivi all’interno della struttura.

Protesta in corso nel carcere di Bari dopo l’aumento dei positivi per il focolaio Covid all’interno della struttura. Dal primo pomeriggio i detenuti stanno battendo oggetti sulle sbarre delle celle per fare rumore all’esterno, oltre a lanciare carta igienica dalle finestre e dare fuoco a oggetti, visto il fumo che si nota salire dall’istituto penitenziario. “Non siamo dei cani” urlano i detenuti dalle finestre delle celle.

“Mio marito è positivo, tenuto al momento nella cella di isolamento – racconta la moglie di uno dei detenuti – Queste persone hanno bisogno di assistenza, bisogna rispettare il diritto alla salute”.

No Tav: Emilio è stato scarcerato, ma si continua a lottare contro l’estradizione

E’ uscito finalmente dal carcere Emilio Scalzo, storico compagno Notav valsusino, arrestato la scorsa settimana e sul quale pendeva un mandato di arresto internazionale, con tanto di richiesta di estradizione da parte della Francia.

L’accusa, come il riporta il portale Notav.info “si basa sui fatti accaduti lo scorso maggio al confine tra Claviere e il paese d’oltralpe durante una delle tante manifestazioni in solidarietà ai tanti migranti che ogni giorno tentano il passaggio del Monginevro” e si tradurrebbe, secondo l’assurda interpretazione dei magistrati francesi, in favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Ancor prima di quelli francesi, a prendere la parola saranno i giudici italiani che dovranno decidere in merito alla richiesta di estradizione il 29 settembre. “Siamo felici di sapere che tra poche ore Emilio potrà fare rientro a casa sua” scrive il movimento No Tav della Valsusa, dove stasera sono già cominciati i festeggiamenti per la lieta notizia, “ma” avverte “da domani torneremo ad urlare “NO ALL’ESTRADIZIONE”.

Con noi dalla Val Susa, Valerio Colombaroli, amico di Emilio e dei Comitati Popolari Notav di Bussoleno Ascolta o scarica

La repressione in Val di Susa però continua a colpire i militanti che si battono contro la grande e intule opera dell’Alta Velocità. In questi giorni sono ben due i processi che si stanno celebrando a Torino ai danni di un’altra storica attivista Notav, Nicoletta Dosio. A tenere banco, secondo i pm torinesi, la lunga lista di evasioni che avrebbe commesso nell’autunno-inverno del 2016, quando dichiarò pubblicamente che non avrebbe rispettato la misura arbitraria e ingiusta che le era stata imposta dal tribunale di Torino per aver partecipato a una manifestazione No Tav 5 anni prima.

Nel primo, tenutosi ieri, la Corte d’Appello ha confermato in un udienza per direttissima gli 8 mesi di condanna ricevuti in primo grado. Al centro la partecipazione di Nicoletta, da evasa, al presidio di solidarietà che si teneva al palazzo di “giustizia” di Torino per i compagni processati per la Resistenza del 27 giugno e 3 luglio 2011, alla Maddalena di Chiomonte. La scelta di non rispettare i divieti imposti da Questura e Procura sono stati sempre rivendicati da Nicoletta come diritto e dovere di Resistenza. Lo ribadiranno i suoi avvocati lunedì prossimo nel processo di primo grado per le “130 evasioni” che le vengono addebitate.

Ai nostri microfoni Nicoletta Dosio Ascolta o scarica

da Radio Onda d’Urto