CAGLIARI: RINVIATE/I A GIUDIZIO 45 MILITANTI DI “A FORAS”. ACCUSE ANCHE DI TERRORISMO

Il Tribunale di Cagliari ha deciso di rinviare a giudizio 45 militanti antimilitariste/i del movimento sardo A Foras, mantenendo per 5 di loro la pesantissima accusa di terrorismo (per gli altri si tratta di un’aggravante). Il processo a compagne e compagni del movimento che si batte per la chiusura delle basi militari in Sardegna, le bonifiche e la restituzione delle terre alle comunità, è conseguenza dell’Operazione Lince, l’indagine con la quale la Procura di Cagliari aveva costruito un teorema che ha portato alla sbarra 45 attiviste/i con vari capi d’imputazione: da rapina, lesioni, lancio di oggetti, resistenza a pubblico ufficiale fino alle pesantissime, e surreali, accuse di associazione con fini terroristici e sovversione dell’ordine democratico. All’esterno del Tribunale si è tenuto un presidio di solidarietà con imputate e imputati.

 

UN PROCESSO POLITICO. TUTTE E TUTTI GLI INDAGATI RINVIATI A GIUDIZIO STAMATTINA A CAGLIARI

Il Tribunale di Cagliari stamattina ha disposto il rinvio a giudizio di tutti i 45 indagati e indagate, attivisti a vario titolo del movimento sardo contro l’occupazione militare, dell’operazione Lince. Per le contravvenzioni e i capi d’accusa meno gravi è intervenuto il non luogo a procedere, ma tutti gli altri sono stati confermati. Per 5 l’accusa più grave riguarda l’associazione eversiva e per gli altri 40 questo elemento rappresenta un’aggravante.

A Foras non è certo sorpresa da questa decisione, che conferma la natura politica di questa indagine e del processo che comincerà il 6 dicembre. La contestazione del reato associativo, come se gli attivisti sardi fossero mafiosi e non militanti politici, indica come il vero obiettivo del processo non sia quello di far luce sui singoli reati che gli indagati avrebbero commesso, tutti da dimostrare peraltro. L’obiettivo è quello di mettere sotto accusa e disperdere un movimento che gode di una diffusa simpatia popolare e che negli ultimi anni aveva rialzato la testa. Proprio a partire dalla grande manifestazione di Capo Frasca di cui ricorreva ieri il settimo anniversario. I 45 indagati e indagate sono stati scelti per spaventare tutti i sardi e le sarde che da decenni lottano contro le basi militari. Questo processo vuole spaventare i sardi con una chiara minaccia: chi lotta contro le basi è un terrorista eversore.

Il movimento sardo contro l’occupazione militare è un insieme di singoli e collettivi che lavorano, ognuno con le proprie modalità e senza un organismo direttivo, per liberare la Sardegna da una servitù odiosa. Lo Stato vuole sopprimere questo movimento, tanto che il ministero della Difesa si è costituito parte civile nel processo, mentre dall’altro lato fa di tutto per evitare di riconoscere risarcimenti alle vittime delle esercitazioni e per difendere gli ufficiali responsabili della sicurezza dei lavoratori, militari e civili, e della popolazione che vive intorno ai poligoni.

Il movimento però non si farà intimorire e risponderà sul piano politico, a cominciare da quest’autunno con la ripresa delle esercitazioni e dal 6 dicembre, giorno per cui è stata fissata la prima udienza.

Da Radio Onda d’Urto

 

[ALESSANDRIA] 54 lavoratori In’s di Tortona a processo per aver fatto sciopero: il 17/9 presidio operaio sotto il Tribunale

 in tanti in presidio sotto il Tribunale di Alessandria, a partire dalle ore 9, in occasione della prima udienza del processo, tutto politico, che la Procura di Alessandria vorrebbe muovere contro 54 lavoratori, colpevoli di aver dato vita agli scioperi nel 2018, davanti il magazzino In’s di Torre Garofoli!

Ribadiamo con forza che lo sciopero non si processa e che non saranno processi politici farsa a fermare lo sviluppo delle lotte!

Partecipiamo numerosi al presidio , non lasciamo soli questi lavoratori, che in tutti questi anni non si sono mai tirati indietro a sostenere scioperi e lotte di altri lavoratori e realtà!

17 SETTEMBRE, ORE 9, CORSO CRIMEA 81!

S.I. Cobas Alessandria e Tortona