Liguria – carceri sovraffollate e netto aumento dei tentativi di suicidio

1352 detenuti a fronte di 1120 posti, la situazione nelle carceri della Liguria nel 2020

Netto aumento, rispetto all’anno precedente, dei tentativi di suicidio
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I problemi delle carceri liguri sono e restano collegati da una presenza di detenuti superiore a quella consentita con elevata presenza di detenuti psichiatrici,
Al 31.12.2020 lo specchio dei detenuti ristretti nelle 6 carceri liguri a fronte di 1120 posti, è di 1352 detenuti, 128 in meno rispetto al trascorso anno grazie ad uno svuota-carceri per contenere l’effetto al contagio pandemico, ma questa riduzione non ha contribuito a rendere meno problematica la gestione delle carceri ed i dati ne rappresentano la riprova.
La suddivisione tra i 6 istituti della Liguria:
Genova Marassi 647 detenuti su una capienza di 521 posti
Sanremo 256 detenuti su una capienza di 240 posti
La Spezia 172 detenuti su una capienza di 151 posti
Imperia 57 detenuti su una capienza di 60 detenuti
Genova Pontedecimo 155 detenuti dei quali 73 donne su una capienza di 96 posti dei quali 43 nel reparto femminile.
Chiavari 65 detenuti su una capienza di 52 posti.
I detenuti stranieri sono 735. E’ il carcere di Sanremo a detenere la percentuale più elevata di stranieri reclusi con il 57,81% seguito da Imperia con 56,14%, La Spezia con il 54,65%, Genova Marassi con il 54,10%, Chiavari con il 52,31%, infine l’istituto di Genova Pontedecimo con il 49,68 %.
Oggi l’ulteriore caratteristica negativa della Liguria penitenziaria è rappresentata dalla presenza di detenuti psichiatrici ingiustamente ristretti nelle carceri, invece di essere curati in appositi centri regionali denominati R.E.M.S. ancora inesistente in Liguria. Quindi non è solo l’assenza del carcere di Savona la negatività regionale per altro recepiamo la notizia di questi giorni di un ritrovato interesse per l’individuazione delle aree papabili all’edificazione del nuovo carcere savonese tra le aree di Cengio o quelle di Cairo Montenotte, auspico che sia la volta decisiva dopo 5 anni di disinteresse.
Nel 2020 ci sono stati 58 tentativi di suicidio (ben 36 in più rispetto allo 2019) e 435 azioni di autolesionismo, 399 colluttazioni, 65 ferimenti.
Le azioni di proteste sono state 2.290 delle quali 184 casi di sciopero della fame, 32 rifiuto del vitto, 234 danneggiamenti a celle, 920 proteste per le condizioni di detenzione, 1452 proteste con battitura alle inferriate, 74 rifiuti di rientrare nelle celle.
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Di seguito un aggiornamento di Assemblea contro il carcere e la repressione sulla situazione delle detenute nel carcere di Trieste e la loro proposta di battitura nazionale, da far girare in tutti i nostri canali

Proposta di battitura nazionale dentro le carceri da parte delle detenute per il 1 febbraio.

 

Il 23 gennaio si è svolto un presidio sotto il carcere di Trieste.

Fin da subito le detenute e i detenuti hanno raccontato che da giorni vanno avanti gli scioperi del carrello, e il 22 gennaio si è svolta anche una battitura, riportata anche dal TgR del FVG.

Come altre volte dalla sezione femminile ci sono arrivate notizie sulla situazione interna. Situazione che si presenta simile in tutte le carceri italiane in questo periodo.

Le detenute raccontano della totale assenza di attività al di fuori della cella. Questa situazione fa si che esse stiano la maggior parte del tempo rinchiuse, dinamica questa che va avanti da mesi portando all’esasperazione le persone. Alcune si rifugiano nelle cosiddette “terapie”, altre iniziano ad avere problemi di tenuta psicofisica, senza contare l’assenza dell’assistenza sanitaria, come una detenuta epilettica che da 4 mesi attende delle visite, o altre che non vedono la psicologa da molto tempo nonostante le loro problematiche e richieste.

Inoltre la posta raccomandata arriva sempre in ritardo di 14 giorni, senza contare che alla nostra casella postale non arrivano lettere né dal maschile né dal femminile nonostante la posta inviata.

È evidente che la situazione dentro è il risultato delle politiche del Ministero di Giustizia e del DAP, ma anche dei magistrati di sorveglianza, i quali fanno si che le carceri rimangano sovraffollate.

Dalle loro parole si capisce che la discussione dentro sul ruolo di psicofarmaci, terapie alternative, prevenzione della diffusione del Covid-19 e vaccini, è in corso.

Le detenute chiedono esplicitamente di divulgare a tutti i detenuti e detenute delle carceri, a parenti, amici e solidali fuori, a giornali e media, le ragioni della battitura che faranno il 1 febbraio alle ore 15.30 e chiedono una presenza di supporto all’esterno.

Le loro rivendicazioni sono:

1) Essere sottoposte a tamponi ed esami del sangue sierologici, piuttosto che essere costrette alla vaccinazione.

2) Indulto

3) Domiciliari per le persone con problemi sanitari e gravi patologie e per i detenuti in residuo di pena

sostenere la campagna unitaria per la liberazione di Georges ibrahim abdallah

Bonjour camarade

ci-dessous, le lien pour visualiser la webconférence organisée à l’occasion de la sortie du livre écrit par Saïd Bouamama : “L’affaire Georges Abdallah” aux éditions Petits Matins de Novembre – rencontre organisée par la Campagne Unitaire pour la Libération de Georges  Abdallah.

https://www.youtube.com/channel/UCQprdN1xQWHolRCB7KdqYKQ

 

Salutations rouges internationalistes et solidaires