Soccorso Rosso Proletario

Soccorso Rosso Proletario

La solidarietà non è reato. Lorena è Gian Andrea stavano dove bisogna stare

di Daniele Gaglianone e Stefano Collizzolli (Italia, 2018, 98 min)

La mattina del 23 febbraio 2021, all’alba, la polizia ha fatto irruzione a casa di Gian Andrea Franchi e Lorena Fornasir. Hanno sequestrato telefoni, libri contabili, altro materiale. Gian Andrea risulta imputato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La loro attività, assieme a Linea d’Ombra ODV non è mai stata segreta: i due aiutano i e le migranti che, sfiancati, arrivano a Trieste passando per la rotta balcanica. Davanti agli occhi di tutti, in piazza, fasciano piedi, curano ferite, offrono un piatto caldo. Davanti agli occhi di tutti, come davanti agli occhi di tutti agivano questa relazione di cura, questo elementare, pubblico e potente gesto di umanità, a Pordenone, prima di trasferirsi a Trieste, come ZaLab ha raccontato nel film Dove bisogna stare, di Daniele Gaglianone e Stefano Collizzolli, prodotto in collaborazione con Medici Senza Frontiere.

Lo stesso Stato che respinge illegalmente al confine che chiude la rotta balcanica, ha deciso che questo gesto di esistenza, resistenza e fratellanza debba essere perseguito come reato. Se quello che fanno Lorena e Gian Andrea è un reato, ci dichiariamo non solo solidali ma complici: il nostro raccontare è la continuazione di quel loro gesto.

La visione del film è gratuita fino a domenica 28 febbraio in solidarietà a Lorena Fornasir e Gian Andrea Franchi, assurdamente e ingiustamente imputati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Se volete sostenere: paypal.me/lineadombra

storie di ordinaria violenza nel carcere di Torino

Torino, detenuto picchiato in tribunale da un agente della polizia penitenziaria per una sigaretta

L’aggressione prima di un’udienza: indagine interna
Una sigaretta accesa nelle stanze del tribunale in cui i detenuti attendono l’inizio dei processi avrebbe scatenato la furia di un agente della polizia penitenziaria, che ha malmenato un imputato che cercava di ingannare l’attesa prima dell’udienza. Secondo quanto riferito sono stati gli altri due agenti a separare i due e a prestare al ferito le prime cure, prima che si presentasse davanti al giudice.
La vittima è un trentenne detenuto al carcere Lorusso e Cutugno di Torino. Nei giorni scorsi, assistito dall’avvocato Andrea Stocco, è stato accompagnato in tribunale per un processo in cui era accusato dal pm Paolo Scafi. Nonostante fosse arrivato un po’ malconcio in aula, l’imputato non ha riferito nulla e nessuno si è accorto di quello che era appena avvenuto. Al giovane erano stati rotti gli occhiali ed era stato sbattuto con la testa contro il muro, ma soprattutto la sera le sue condizioni sono peggiorate e si sono manifestate vertigini e sintomi di commozione cerebrale.
Il caso è stato subito portato all’attenzione della direzione del carcere e gli agenti che avevano assistito al pestaggio hanno fatto rapporto sull’accaduto, raccontando la loro versione. La direttrice Rosalia Marino – arrivata al Lorusso e Cutugno in sostituzione di Domenico Minervini, dopo l’inchiesta coordinata dal pm Francesco Pelosi su presunte torture e abusi che si erano verificati ai danni di alcuni detenuti da parte di alcuni agenti – ha prestato subito la massima attenzione all’episodio e ha aperto un’indagine interna per verificare i fatti, ma della vicenda si stanno interessando anche gli ispettori e anche la procura generale, poiché l’aggressione è avvenuta all’interno del palazzo di giustizia.
La vicenda è arrivata all’attenzione anche della garante dei detenuti di Torino, Monica Gallo: “Non mi esprimo sul caso specifico – ha detto – ma c’è un clima di grande collaborazione e trasparenza con la direzione del carcere per gestire ogni situazione”.