Soccorso Rosso Proletario

Soccorso Rosso Proletario

Giustizia borghese è fatta: a Modena non fu strage ma suicidio collettivo.

Le botte e tutto il resto? Ignorate/legittimate da una “sproporzione in termini numerici fra rivoltosi e guardie penitenziarie”. Così il gip Andrea Romito ha liquidato la strage di stato nel carcere di Modena. Non ci stupisce ma ci indigna, però sappiamo che solo una giustizia proletaria potrà porre fine a questo sistema fondato sui privilegi, le ingiustizie, lo sfruttamento, le stragi e il terrorismo di stato.

Modena, 17 giugno 2021 – Il gip Andrea Romito ha respinto le opposizioni all’archiviazione del fascicolo relativo al decesso di otto detenuti morti a seguito della rivolta avvenuta nel carcere di Sant’Anna l’8 marzo del 2020. Respinte dunque le opposizioni dell’associazione Antigone onlus, dal Garante nazionale dei diritti delle persone detenute e private della libertà personale e dai parenti di una delle vittime , Chouchane Hafedh. Per il decesso di quest’ultimo, di Methnani Bilel, Agrebi Slim, Bakili Ali, Ben Mesmia Lifti, Hadidi Ghazi, Iuzu Artur e Rouan Abdellah non ci saranno ulteriori indagini; il fascicolo che ipotizzava l’omicidio colposo e morte o lesioni come conseguenza di altro delitto sarà appunto archiviato. Il gip ha dichiarato inammissibili gli atti per l’opposizione all’archiviazione presentati da Antigone e dal Garante nazionale, trattandosi “di soggetti privi della qualifica di persone offese in riferimento ai reati ipotizzati o, pur solo astrattamente enucleabili”. Lo stesso gip sottolinea come la «causa unica ed esclusiva» del decesso dei nove carcerati (la nona vittima è Salvatore Piscitelli morto dopo il trasferimento ad Ascoli, dove sono ancora in corso indagini) sia stata l’asportazione violenta e l’assunzione di «estesi quantitativi di medicinali correttamente custoditi all’interno del locale a ciò preposto “. Un profilo, quello della causa dei decessi che Romito sottolinea essere “debitamente approfondito nel corso delle attività di consulenza e non investito di alcuna contestazione”. Rimarcando anche la “sproporzione in termini numerici fra rivoltosi e guardie penitenziarie” e “il contesto sanitario nel quale gli accadimenti ebbero luogo”, il gip rileva che “alcuna responsabilità è ascrivibile in capo ai soggetti intervenuti nel complesso iter procedimentale che conduceva, il 9 marzo, alla definitiva cessazione dei tumulti”.
«Non è accettabile che una vicenda così grave che ha visto la morte di otto detenuti si chiuda con un provvedimento così motivato» . L’associazione Antigone, per voce dell’avvocato Simona Filippini commenta così l’archiviazione firmata dal gio di Modena. “Stiamo valutando quale sia l’azione più opportuna da prendere ma sicuramente l’associazione andrà avanti affinché – aggiunge Filippini – venga fatta chiarezza sulle ragioni della morte di tutte queste persone”. Ad esprimere sorpresa ed amarezza è anche l’avvocato Luca Sebastiani che rappresenta i parenti di una delle vittime: “Dalla lettura del provvedimento del giudice modenese, si evince come siano stati ignorati una serie di elementi e criticità sollevate nell’atto di opposizione depositato, che avrebbero meritato più attenzione e la dovuta considerazione. Sono troppe le zone d’ombra che – dice l’avvocato – non sono state chiarite in questa triste vicenda e questo non possiamo accettarlo. Pertanto siamo pronti a ricorrere nelle opportune sedi, confidando che prima o poi i familiari di queste giovani vittime avranno le risposte che meritano”.

verso il 19 giugno – info catalogna per pablo hasel

1/06/2021

Catalogne: 18 arrestations pour les manifestations de soutien à Pablo Hasel

 

Hier, mercredi 10 juin, une opération policière a été menée à Barcelone contre des participants présumés aux manifestations pour la liberté de Pablo Hasél qui ont commencé le 16 février de cette année (voir notre article). Au total, 18 personnes ont été arrêtées. Les arrestations ont été effectuées par les Mossos d’Esquadra (police catalane) et la Garde urbaine de Barcelone.

 

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Genova – solidarietà a federica -soccorso rosso proletario

info

Anarchici, la procura di Genova chiede la sorveglianza speciale per una 31enne genovese

Ieri sera corteo con volantini contro il pm Federico Manotti. Il tribunale deciderà nei prossimi giorni
Genova. Il sostituto procuratore della Dda di Genova Federico Manotti ha chiesto la sorveglianza speciale di quattro anni per una anarchica genovese di 31 anni ritenuta appartenente alla Fai, la federazione anarchica informale. Il pm ha chiesto in subordine la sorveglianza semplice.
Il tribunale si è riservato e deciderà nei prossimi giorni. A settembre verrà invece discussa la sorveglianza speciale per un altro anarchico genovese. Dalle indagini della Digos e dei Ros è emerso che la donna aveva incendiato una macchina dell’Eni in piazza della Vittoria, oltre ad avere partecipato a presidi di solidarietà per gli anarchici incarcerati. La donna è stata più volte denunciata per imbrattamento e per resistenza, da ultimo per gli scontri in piazza Corvetto contro il comizio di Casapound.
A febbraio era stata disposta la sorveglianza semplice per un’altra anarchica genovese di 49 anni, che aveva incendiato insieme alla trentenne la macchina dell’Eni, per due anni. Ieri sera un gruppo di anarchici ha manifestato in piazza Caricamento contro la misura, appendendo volantini contro il pm Manotti.