India: la polizia di Delhi arresta e violenta l’operaia Nodeep Kaur per aver partecipato alla lotta dei contadini

Condannare l’arresto e la violenza sessuale in detenzione di Nodeep Kaur, una attivista sindacale nella zona industriale di Kundli (Campagna contro la repressione di Stato CASR)

L’attacco a una giovane donna dalit che ha osato alzare la voce per le legittime richieste dei lavoratori è stato accolto con la barbarie più crudele e misogina degli uomini in uniforme che hanno fatto ricorso alla violenza sessuale.

Il 12 gennaio la Polizia dello Stato di Haryana ha fatto irruzione nella tendopoli del Majdoor Adhikar Sanghatan (MAS-Unione per i diritti del lavoro) eretta in solidarietà con gli agricoltori e i contadini in protesta al confine di Singhu e ha arrestato una donna dalit di 24 anni, una operaia e attivista sindacale Nodeep Kaur.

È stata quindi portata alla stazione di polizia di Kundli dove sono stati presentati contro di lei due diverse accuse ABE, FIR 25/2021 e 26/2021. Uno sotto le sezioni 148, 149, 186, 332, 352, 384, 379B e 307 del codice penale indiano e l’altro sotto le sezioni 148, 149, 323, 452, 384 e 506; una vasta gamma di accuse tra cui partecipazione a scontri brandendo arma mortale, assemblea illegale, ferite a pubblico ufficiale, aggressione e uso criminale della forza, violazione, estorsione, furto, intimidazione criminale e tentativo di omicidio. Questi FIR (formule di accuse) si basano su dichiarazioni di un ispettore di polizia e del commercialista della società che non aveva pagato lo stipendio dei lavoratori, M/S Elecmech Pvt. Ltd.

Mentre era sotto custodia della polizia, è stata brutalmente picchiata da agenti di polizia maschi, anche sui genitali che equivalevano a violenza sessuale.

Nel bel mezzo di una delle più grandi agitazioni contadine degli ultimi tempi in cui i lavoratori della zona industriale di Kundli hanno dimostrato solidarietà all’agitazione, la polizia di Haryana, dopo ripetuti sforzi per rompere questa unità, ha dimostrato la sua brutalità attraverso un’atroce violenza sessuale perpetuata contro una giovane donna dalit proveniente da una famiglia contadina senza terra nel Punjab. Nodeep Kaur è stata mandata nella prigione di Karnal dove rimane in custodia giudiziaria per due settimane. Nel frattempo, la minaccia di arresto di un maggior numero di lavoratori incombe sulla zona industriale di Kundli.

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OPERAI CONTADINI UNITI NELLA LOTTA E’ LO SLOGAN E L’ATTIVITA’ CONCRETA CHE HA PORTATO LA POLIZIA E GLI SCAGNOZZI DEI PADRONI INDUSTRIALI E LATIFONDISTI A SCATENARSI CONTRO QUESTA UNIONE.

Liguria – carceri sovraffollate e netto aumento dei tentativi di suicidio

1352 detenuti a fronte di 1120 posti, la situazione nelle carceri della Liguria nel 2020

Netto aumento, rispetto all’anno precedente, dei tentativi di suicidio
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I problemi delle carceri liguri sono e restano collegati da una presenza di detenuti superiore a quella consentita con elevata presenza di detenuti psichiatrici,
Al 31.12.2020 lo specchio dei detenuti ristretti nelle 6 carceri liguri a fronte di 1120 posti, è di 1352 detenuti, 128 in meno rispetto al trascorso anno grazie ad uno svuota-carceri per contenere l’effetto al contagio pandemico, ma questa riduzione non ha contribuito a rendere meno problematica la gestione delle carceri ed i dati ne rappresentano la riprova.
La suddivisione tra i 6 istituti della Liguria:
Genova Marassi 647 detenuti su una capienza di 521 posti
Sanremo 256 detenuti su una capienza di 240 posti
La Spezia 172 detenuti su una capienza di 151 posti
Imperia 57 detenuti su una capienza di 60 detenuti
Genova Pontedecimo 155 detenuti dei quali 73 donne su una capienza di 96 posti dei quali 43 nel reparto femminile.
Chiavari 65 detenuti su una capienza di 52 posti.
I detenuti stranieri sono 735. E’ il carcere di Sanremo a detenere la percentuale più elevata di stranieri reclusi con il 57,81% seguito da Imperia con 56,14%, La Spezia con il 54,65%, Genova Marassi con il 54,10%, Chiavari con il 52,31%, infine l’istituto di Genova Pontedecimo con il 49,68 %.
Oggi l’ulteriore caratteristica negativa della Liguria penitenziaria è rappresentata dalla presenza di detenuti psichiatrici ingiustamente ristretti nelle carceri, invece di essere curati in appositi centri regionali denominati R.E.M.S. ancora inesistente in Liguria. Quindi non è solo l’assenza del carcere di Savona la negatività regionale per altro recepiamo la notizia di questi giorni di un ritrovato interesse per l’individuazione delle aree papabili all’edificazione del nuovo carcere savonese tra le aree di Cengio o quelle di Cairo Montenotte, auspico che sia la volta decisiva dopo 5 anni di disinteresse.
Nel 2020 ci sono stati 58 tentativi di suicidio (ben 36 in più rispetto allo 2019) e 435 azioni di autolesionismo, 399 colluttazioni, 65 ferimenti.
Le azioni di proteste sono state 2.290 delle quali 184 casi di sciopero della fame, 32 rifiuto del vitto, 234 danneggiamenti a celle, 920 proteste per le condizioni di detenzione, 1452 proteste con battitura alle inferriate, 74 rifiuti di rientrare nelle celle.
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massimo sostegno alla lotta delle donne proletarie detenute – soccorso rosso proletario

Dalla piattaforma donne/lavoratrici: libertà, accesso a misure alternative per le donne/proletarie detenute, come tutela del diritto alla salute/anti covid, alla genitorialità, e come difesa dalle violenze, abusi sessuali in carcere che colpiscono immigrate, soggettività trans, ecc.

Di seguito un aggiornamento di Assemblea contro il carcere e la repressione sulla situazione delle detenute nel carcere di Trieste e la loro proposta di battitura nazionale, da far girare in tutti i nostri canali

Proposta di battitura nazionale dentro le carceri da parte delle detenute per il 1 febbraio.

 

Il 23 gennaio si è svolto un presidio sotto il carcere di Trieste.

Fin da subito le detenute e i detenuti hanno raccontato che da giorni vanno avanti gli scioperi del carrello, e il 22 gennaio si è svolta anche una battitura, riportata anche dal TgR del FVG.

Come altre volte dalla sezione femminile ci sono arrivate notizie sulla situazione interna. Situazione che si presenta simile in tutte le carceri italiane in questo periodo.

Le detenute raccontano della totale assenza di attività al di fuori della cella. Questa situazione fa si che esse stiano la maggior parte del tempo rinchiuse, dinamica questa che va avanti da mesi portando all’esasperazione le persone. Alcune si rifugiano nelle cosiddette “terapie”, altre iniziano ad avere problemi di tenuta psicofisica, senza contare l’assenza dell’assistenza sanitaria, come una detenuta epilettica che da 4 mesi attende delle visite, o altre che non vedono la psicologa da molto tempo nonostante le loro problematiche e richieste.

Inoltre la posta raccomandata arriva sempre in ritardo di 14 giorni, senza contare che alla nostra casella postale non arrivano lettere né dal maschile né dal femminile nonostante la posta inviata.

È evidente che la situazione dentro è il risultato delle politiche del Ministero di Giustizia e del DAP, ma anche dei magistrati di sorveglianza, i quali fanno si che le carceri rimangano sovraffollate.

Dalle loro parole si capisce che la discussione dentro sul ruolo di psicofarmaci, terapie alternative, prevenzione della diffusione del Covid-19 e vaccini, è in corso.

Le detenute chiedono esplicitamente di divulgare a tutti i detenuti e detenute delle carceri, a parenti, amici e solidali fuori, a giornali e media, le ragioni della battitura che faranno il 1 febbraio alle ore 15.30 e chiedono una presenza di supporto all’esterno.

Le loro rivendicazioni sono:

1) Essere sottoposte a tamponi ed esami del sangue sierologici, piuttosto che essere costrette alla vaccinazione.

2) Indulto

3) Domiciliari per le persone con problemi sanitari e gravi patologie e per i detenuti in residuo di pena

sostenere la campagna unitaria per la liberazione di Georges ibrahim abdallah

Bonjour camarade

ci-dessous, le lien pour visualiser la webconférence organisée à l’occasion de la sortie du livre écrit par Saïd Bouamama : “L’affaire Georges Abdallah” aux éditions Petits Matins de Novembre – rencontre organisée par la Campagne Unitaire pour la Libération de Georges  Abdallah.

https://www.youtube.com/channel/UCQprdN1xQWHolRCB7KdqYKQ

 

Salutations rouges internationalistes et solidaires

 

Protesta delle detenute nel carcere di Trieste il primo febbraio

Protesta in carcere, le detenute danno vita alla “battitura”

Grave situazione sanitaria in carcere, le detenute danno vita alla “battitura”

La protesta della sezione femminile è iniziata intorno alle 15:30. All’esterno del carcere presente anche l’Associazione Senza Sbarre che si è unita alla “battitura” con mestoli e pentole

Tamponi ed esami del sangue sierologi, più che essere sottoposte al vaccino, indulto e domiciliari per le persone con problemi sanitari e gravi patologie e per i detenuti in residuo di pena. Queste le richieste alla base della protesta di oggi, 1 febbraio, al Coroneo. Intorno alle 15:30 le detenute della casa circondariale triestina hanno infatti dato vita alla cosiddetta “battitura”, rito che consiste nel percuotere le sbarre con oggetti di metallo per fare rumore. All’esterno del carcere presenti anche alcuni rappresentanti dell’Associazione Senza Sbarre che si sono fatti sentire con mestoli e pentole.

“Ormai da quasi un anno – si legge nella nota stampa – , a partire dalle giornate di rivolta nelle carceri dello scorso marzo per cui sono morti 14 detenuti a botte e spari, le battiture, il non rientrare in cella dopo l’ora d’aria, lo sciopero del carrello, lo sciopero della fame, le rivolte sono le forme di lotta con cui i detenuti portano avanti la loro ribellione al carcere che oggi più che mai altro non è se non una struttura in cui ammalarsi, in cui morire”.

Le detenute si sono date appuntamento per una nuova battitura il 15 febbraio, in solidarietà con detenute e detenuti di altre città

Turchia – centinaia di studenti massacrati dalla polizia

2 febbraio: 159 STUDENTI ARRESTATI brutalmente picchiati e torturati… a İstanbul La polizia entra nel campus del #Bosforo l’università di Bogazici…
é una giornata più drammatica della protesta nonviolenta studentesca dell’Università
La polizia è entrata all’interno dell’Università del #Bosforo. Sono ore di grande tensione. ”Polizia vattene!” gridano gli studenti….
poi dopo gli arresti i docenti si uniscono alla protesta
Alzeremo lo sguardo
non ci inchiniamo davanti da voi..
Non abbassiamo i nostri sguardi
Guarderemo al futuro
Guarderemo alla scienza
vogliamo la giustizia
#AşagıBakmayacagız
Perché noi ci saremo…