Si è svolto ieri, 12 agosto, il processo per Denis, il ragazzo fermato e bloccato con una presa al collo da un agente lunedì scorso. Il Tribunale di Vicenza ha convalidato l’arresto, sulla base del rapporto di polizia, anche se Denis rimane a piede libero. Di seguito il comunicato stampa di Welcome Refugees Vicenza e del centro sociale Bocciodromo.
Una settantina di persone si sono date appuntamento davanti al Tribunale di Vicenza, per portare solidarietà a Denis, il ragazzo fermato e bloccato con una presa al collo dalle forze dell’ordine lunedì scorso. «Nessun abuso può passare sotto silenzio!». Durante il presidio si sono susseguiti numerosi interventi che hanno denunciato gli abusi in divisa e le ingiustizie che ogni giorno le persone non bianche subiscono.
Gli interventi hanno fatto emergere come il problema del razzismo sia reale, attuale e diffuso durante i controlli della polizia e non solo. Basti anche solo vedere come sui social network, sotto i vari articoli e post usciti sull’accaduto, i commenti violenti e razzisti si stiano susseguendo: ad esempio si trovano frasi come «ha fatto bene, peccato che non è morto» oppure «noi italiani dobbiamo cacciare o uccidere tutti ‘sti neri di merda» oppure «a me l’unica cosa che fa schifo sono ‘sti immigrati di merda lezzi e luridi».
Commenti che confermano il fatto che viviamo in una società che non riesce a mettersi in discussione e affrontare fino in fondo i propri problemi: il dibattito pubblico non si interroga sulla reazione assolutamente sproporzionata dell’agente e sull’arresto di un ragazzo a causa di una rissa tra italiani scoppiata in precedenza, ma diventa un’ulteriore occasione per vomitare odio verso i non-bianchi, per alimentare il pregiudizio e la discriminazione.
Molte sono state le testimonianze questa mattina di ragazze e ragazzi che hanno raccontato di come vengano costantemente presi di mira dalle forze dell’ordine quando passeggiano tranquillamente per il centro, di come nelle comitive meticce i documenti vengano chiesti solo a chi ha la pelle scura.
Salta all’occhio anche la narrazione costruita da alcune testate della stampa locale, in cui si pone l’accento sul fatto che il ragazzo arrestato fosse straniero chiamandolo “l’immigrato” e l’episodio in cui l’agente prende per il collo Denis diventa “parapiglia”.
La semantica è importante quando si raccontano le cose, ed è fondamentale analizzarla. Per fortuna stanno continuando a emergere foto e video che smentiscono la versione costruita nella piccola e sterile bolla mediatica berica.
In questo momento la situazione in città è molto polarizzata, complici anche le rocambolesche dichiarazioni da parte della destra locale che non perde l’occasione di difendere in maniera acritica le forze dell’ordine, come un assessore del Comune di Vicenza che sentenzia che Denis “o è un delinquente o è un vigliacco”. Fino a prova contraria Denis è un giovane operaio senza che a suo carico ci sia, fino ad ora, nessun procedimento penale.
Dipingerlo in altro modo, come un delinquente quindi, anche se non crediamo sia compito di chi amministra la città, è il modo per restare nella narrazione razzista di cui parlavamo prima.
Un altro mantra della destra è: “più potere alle forze dell’ordine per difendersi”, all’agente che si diverte a prendere per il collo le persone potremmo dare un bel taser come premio per il suo zelo a questo punto, ci sentiremmo tutti più sicuri.
L’abuso di potere da parte delle forze dell’ordine non è mai un caso isolato, vediamo Piacenza, Cucchi, Aldrovandi, solo per citarne alcuni, e spesso, però, questi abusi rimangano impuniti o taciuti.
Pensiamo, per questo, che sia necessario non rimanere in silenzio e far emergere il problema aprendo un dibattito pubblico e politico che metta fine all’intoccabilità delle forze dell’ordine e ponga in maniera urgente la richiesta dell’introduzione immediata dei numeri identificativi sulle divise. In Italia non c’è una vera tutela di chi viene fermato e controllato dalle Forze dell’ordine visti gli scandali più e meno recenti legati all’abuso di potere.
Questo processo sarà fortemente politicizzato e mediatizzato, si spera che a farne le spese non sia un ragazzo che il 10 Agosto 2020 si è trovato, inconsapevolmente, nei pressi di una rissa ed è stato preso di mira per il colore della sua pelle.
Sarebbe questa l’ennesima inaccettabile vergogna.
Welcome Refugees Vicenza, centro sociale Bocciodromo