Giovedì 12 gennaio a L’Aquila, presidio/conferenza stampa davanti al tribunale in solidarietà con Alfredo Cospito

Giovedì 12 gennaio al Tribunale dell’Aquila si terrà l’udienza nei confronti di 31 attivisti raggiunti dal decreto penale di condanna, per aver manifestato, il 24 novembre 2017, contro la tortura del 41 bis e l’accanimento vessatorio dell’amministrazione penitenziaria nei confronti della prigioniera politica Nadia Lioce.

Quel giorno si teneva la terza udienza di un processo alla detenuta, accusata di aver turbato la quiete di un carcere che l’ha sepolta viva, attraverso una serie di “battiture” delle sbarre con una bottiglietta di plastica.

Nadia fu assolta perché l’isolamento estremo in 41 bis non consentiva né a lei, né alle altre detenute sottoposte a questo regime di avere percezione di tale “disturbo”, cosicché lo stesso reato per cui veniva perseguita si configurava come un reato impossibile.

L’isolamento carcerario previsto da tale regime é internazionalmente riconosciuto come una forma di tortura. Un regime che nega l’uso della parola, lo studio, la lettura, la scrittura, la socialità, l’affettività, non può che definirsi un regime di tortura, lenta, continua, sistematica, fino all’annientamento psico-fisico, alla morte o alla resa.

E’ quello che stanno facendo al compagno anarchico Alfredo Cospito, in carcere da circa dieci anni, è quello che hanno fatto a Diana Blefari Melazzi, suicidata dallo Stato, ed è quello che fanno da oltre 17 anni agli altri militanti delle BR-PCC Nadia Lioce, Roberto Morandi e Marco Mezzasalma, che rivendicano la propria identità e difendono la causa rivoluzionaria per la quale sono detenuti.

Inizialmente “giustificato” come misura emergenziale e temporanea per contenere il fenomeno mafioso, il 41 bis è stato via via stabilizzato nel sistema penitenziario ed esteso ad una platea sempre più ampia di soggetti e categorie di reati, in una situazione in cui la repressione dello Stato agisce a più livelli. Giuridicamente motivato con l’esigenza di “recidere i legami con l’organizzazione di appartenenza all’esterno”, nel caso dei rivoluzionari prigionieri l’applicazione di tale regime è essenzialmente di natura politica, finalizzata ad ottenerne l’abiura, la rinuncia della propria identità politica, delle proprie idee. Ciò è ormai chiaro dal momento che l’organizzazione Brigate Rosse è stata completamente disarticolata, ed è ancora più evidente nel caso di Alfredo Cospito, in quanto il movimento anarchico storicamente rifugge qualsiasi struttura gerarchica o forma organizzata.

Alfredo Cospito è oggi all’85° giorno di sciopero della fame contro il regime di 41 bis in cui lo hanno sepolto per impedirgli di pensare e di comunicare il proprio pensiero, e contro l’ergastolo ostativo (art. 285 c.p.), che gli è stato comminato per una strage senza strage attribuita senza prove.

Un articolo del codice penale cui non si è fatto ricorso per le stragi mafiose né per quelle fasciste/di Stato, con centinaia di morti e feriti. Per non parlare delle stragi sul lavoro, le morti in mare, gli assassinii di donne, le violenze fascio-razziste, i massacri nelle carceri, i pestaggi nelle piazze, che rimangono sostanzialmente impuniti.

La condanna a morte di Alfredo da parte di questo stato borghese è quindi di chiaro stampo terroristico e rivolto a tutto il movimento di classe, a tutte le realtà sociali in sofferenza che si ribellano e lottano contro questo sistema capitalista, patriarcalista e imperialista che sta distruggendo questo pianeta.

Per tutto questo, per altro, per tutto, la lotta di Alfredo è una lotta che ci riguarda tutti e tutte, rivoluzionari e sinceri democratici, e invitiamo a partecipare al presidio/conferenza stampa che si terrà il 12 gennaio dalle ore 9 davanti al Tribunale dell’Aquila.

LIBERTA’ PER ALFREDO E PER TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI

NO ALL’ERGASTOLO OSTATIVO – NO AL 41-BIS