Bologna: la questura denuncia chi si oppone all’odio fascista. Solidarietà agli antifascisti denunciati, fronte unito contro la repressione

SIAMO TUTTƏ ANTIFASCISTƏ!

In queste ore, la questura di Bologna sta procedendo con la notifica di alcune denunce contro quel moto di rifiuto dell’odio fascista che qualche mese fa, spontaneamente, aveva visto compatta la zona universitaria.

I fatti in questione (rispetto a cui avevamo già preso parola qui: https://cuabologna.it/2022/05/20/warning-fascist-fake-news/ ) risalgono alle ultime giornate di maggio caratterizzate dal rinnovo degli organi accademici dell’unibo e sfruttate da Azione Univeristaria per gironzolare con fare smargiasso intorno a Piazza Verdi. Durante tali giornate si erano andati a verificare e moltiplicare per tutta via Zamboni episodi di provocazione, molestie, minacce, scritte xenofobe e sessiste, svastiche sui muri e il tutto era culminato il 19/05 con una simpatica irruzione all’interno dell’auletta autogestita del 38 strappando i manifesti trovati al suo interno e pisciando sui muri.

Quella stessa sera, per festeggiare una giornata piena di sane nefandezze, i prodi fascistelli andavano a zonzo innenneggiado alle camice nere e pensando di poter minacciare indisturbatamente chi gli si presentasse davanti, e fu allora che la risposta di studenti e studentesse, precari e precarie della zona uni si dimostrò compatta nel volerli via dalle proprie strade, via dai propri plessi universitari.

È quanto mai ironico come chi di giorno in giorno professa l’odio come propria fede, sia pronto ad andare a piagnucolare nelle comode aule dei tribunali non appena le proprie minacce vengono rimandate al mittente.

In un momento storico in cui tra fame, miseria, guerra e devastazione, le destre cavalcano il malcontento popolare, è bene ricordare ai Meloni, Salvini, e chi altro di turno, che la risposta dal basso sarà sempre un deciso “No”.

In un momento storico in cui l’antifascismo diventa uno slogan vuoto, diventa uno strumento da campagna elettorale, la zona universitaria continua a trasmettere come l’antifascismo vero debba essere pratica concreta e quotidiana, fuori dalle retoriche di partito e dalla stagionalità del voto.

Oggi come ieri, ZONA UNI ZONA ANTIFA!

CUA Bologna

La settimana di azione globale per la liberazione dei prigionieri politici indiani 13/19 settembre in Italia – Report

La settimana di azione globale lanciata dal Comitato internazionale di sostegno alla guerra popolare in India, su indicazione e in stretto legame con il Partito Comunista dell’India (Maoista), è stata in Italia un importante salto di qualità del sostegno proletario antimperialista e internazionalista nel nostro paese.

Tutte le attività sono state concentrate in una forte giornata a Roma.

Al mattino vi è stata la manifestazione all’ambasciata indiana. Lo Stato imperialista italiano e la questura di Roma avevano vietato la manifestazione sotto l’ambasciata e, prendendo a pretesto l’utilizzo delle piazze romane per la campagna elettorale, avevano negato anche le piazze vicine, concedendo solo una piazza abbastanza distante dall’ambasciata.

I rappresentanti  delle strutture operanti del Comitato hanno organizzato comunque l’iniziativa. Prima ci si è concentrati in piazza Della Repubblica e si è cominciata la manifestazione esponendo lo striscione “…” sostenuto dai rappresentanti delle diverse organizzazioni di massa. Intanto nell’aria risuonavano le note di “Bella ciao” di un Bar solidale.

Quindi i compagni senza bandiere e simboli si sono spostati compatti in direzione dell’ambasciata e l’hanno raggiunta contando sull’effetto “sorpresa”. Chiaramente le forze della repressione si aspettavano un blitz e all’apparire della forte delegazione si sono schierati davanti all’ambasciata.

I manifestanti non si sono fermati, hanno innalzato lo striscione davanti all’ingresso dell’ambasciata

La polizia non è intervenuta ma ha pressato perché l’azione avesse fine.

Come da piano, i manifestanti hanno riposto lo striscione e si sono recati alla piazza che era stata concessa e l’hanno occupata nel lato rivolto al passaggio delle persone.

La polizia è nuovamente intervenuta pretendendo che la manifestazione si svolgesse in forme ristrette e meno visibili per le masse. La ferma resistenza delle compagne, che erano comunque la maggioranza dei manifestanti, ha respinto questo tentativo; e una lunga seconda parte della manifestazione ha avuto luogo.

E’ stato fatto un massiccio volantinaggio di massa del comunicato del Comitato di sostegno, dell’appello del Partito Comunista dell’India (Maoista) e sono stati diffuso dossier e materiali del Movimento femminista proletario rivoluzionario sulle prigionieri politiche indiane.

Oltre gli striscioni per i prigionieri politici e contro i droni e i massacri delle popolazioni indiane, è stato posto un grande striscione a sostegno della guerra popolare e riproposta la mostra che sta circolando in tutt’Italia del Movimento femminista proletario rivoluzionario.

Tutti i rappresentanti degli organismi aderenti hanno preso la parola, con interventi forti e contundenti, apprezzati dai manifestanti e dalle masse che passavano, si fermavano, parlavano, chiedevano. Particolarmente ascoltata la voce degli operai dello Slai cobas, delle donne del Mfpr.

Alla manifestazione si è unito il Soccorso rosso internazionale, la principale organizzazione nel nostro paese a difesa dei prigionieri politici in Italia e parte integrante della rete internazionale presente in diversi paesi. Questi compagni avevano portato un grande pannello per i prigionieri politici di Turchia e del nord Kurdistan, e un militante ex prigioniero politico ha preso la parola nella piazza, ed era da tempo che questo non avveniva.

L’altro grosso aspetto di qualità è stata la presenza di sei rappresentanti delle diverse centinaia di operai indiani che lavorano nelle fabbriche e nei posti di lavoro nel nord Italia, che hanno sfidato ricatti e repressione – si tratta di operai che individuati davanti all’ambasciata e in piazza rischiavano licenziamenti ed espulsioni, tenendo conto delle forti pressioni dell’ambasciata indiana, ispirate dal Ministro degli Esteri del regime di Modi, nei confronti dei governi europei, e italiano in particolare, perché venga a cessare la prolungata e incisiva campagna.

Una campagna che ha visto anche in questa giornata la presentazione di un dossier inviato alla stampa nazionale e internazionale sulle condizioni di Saibaba e Varavara Rao e sulla lista dei prigionieri delle diverse associazioni operanti in India, fatta pervenire dai compagni indiani, e dei quali si rivendica la liberazione e la difesa delle condizioni di salute nelle prigioni.

Numerosi sono stati i passanti che si sono fermati nella piazza, tra cui alcuni cittadini di origine indiana e un folto gruppo di ragazze, alcune operanti in associazioni solidali, che si sono interessate alla campagna e hanno stretto legami in particolare con compagne del Mfpr.

Durante la manifestazione sono stati gridati slogan: “Per i prigionieri politici libertà!”, “Viva la guerra popolare!”, “Viva l’internazionalismo proletario!”, “La guerra imperialista si può fermare solo se avanza la guerra popolare!”.

E’ stata la prima e importante manifestazione a Roma, dove il Comitato non era presente e non aveva strutture solidali attive.

Ma la giornata non è finita.

Nel pomeriggio nell’importante struttura di Metropoliz, una fabbrica occupata e trasformata in un imponente Museo culturale e artistico da centinaia di migranti e rom che lo hanno occupato, guidati dal movimento di lotta per la casa – ‘Blocchi metropolitani’ – si è tenuta un’assemblea proletaria anticapitalista, organizzata essenzialmente da proletari comunisti, che ha visto la partecipazione di 70 rappresentanti di organismi sindacali, associazione di lotta, comitati contro la repressione, movimenti di varie città italiane, intellettuali marxisti impegnati nelle principali università italiane, sui temi della lotta alla guerra imperialista e la lotta sociale dei proletari, dei migranti e delle masse popolari.

In questa assemblea la voce di solidarietà ai prigionieri politici indiani, alla guerra popolare è stata presente  Tutti i partecipanti hanno ricevuto il materiale di informazione e denuncia, distribuito durante la giornata e alcuni dei partecipanti alla manifestazione per l’India hanno preso la parola nell’assemblea e in particolare il rappresentante dei lavoratori indiani di Bergamo.

Una giornata infinita, un punto di arrivo dell’azione prolungata del Comitato in Italia ma soprattutto un nuovo punto di partenza per lo sviluppo di un movimento reale di massa per la liberazione dei prigionieri politici e a sostegno della lotta e della guerra popolare delle masse indiane

Italia -ICSPWI

24 settembre 2022