Giù le mani dai prigionieri rivoluzionari in Turchia!

Contro la repressione, le torture e i massacri nelle carceri turche, l’HBDH (il Movimento Rivoluzionario Unito dei Popoli costituito da organizzazioni di sinistra e rivoluzionarie in Turchia) ha rivendicato un attentato dinamitardo su un autobus del personale carcerario di Bursa, in Turchia, del 20 aprile. Secondo le dichiarazioni del ministro degli interni, Süleyman Soylu e di quello della giustizia, Bekir Bozdağ, una guardia carceraria è stato uccisa e 13 ferite, una gravemente.
Nel comunicato si legge che l’azione è anche un avvertimento ai direttori carcerari, alle guardie e ai funzionari della medicina legale che firmano i verbali di approvazione degli omicidi dei detenuti e delle detenute:

“Non siate complici di questi crimini! Fermate gli attacchi ai prigionieri che sono stati gettati nelle segrete per la lotta per la libertà, la giustizia e il socialismo! A ogni attacco verranno date risposte più forti al richiamo di Garibe Gezer! (la compagna rivoluzionaria stuprata, torturata e uccisa nella prigione di Kandıra)

Invitiamo tutti i giovani, le donne, i poveri e i lavoratori, il cui cuore batte per la passione per la libertà e la giustizia, a difendere questa lotta giusta, umana, dignitosa e morale, a sostenere le milizie popolari e la guerriglia e ad entrare nelle file della rivoluzione unita.

Chiediamo ai nostri popoli della Turchia e del Kurdistan di alzare la voce contro i rinnovati attacchi di occupazione genocida del colonialismo negazionista a Zap, Metîna e Avaşîn e il terrore di stato fascista che aumenterà ovunque da Istanbul ad Amed, da Smirne a Kars nei prossimi mesi .

Chiediamo agli oppressi di organizzare la resistenza unita e di trasformare i quartieri di lavoro in luoghi di azione.

E ancora una volta gridiamo:

Voi che regnate in palazzi dalle mille stanze, siete complici dei signori della droga e delle bande, proteggete coloro che distruggono l’ambiente naturale, succhiate il sangue degli operai e dei braccianti, incoraggiate il massacro delle donne, minacciate intellettuali e artisti, nessuna delle vostre azioni rimarrà impunita! La giustizia rivoluzionaria dei popoli prima o poi vi raggiungerà e combattenti pronti a sacrificare la propria vita per questa causa appariranno in momenti e luoghi inaspettati.

Distruggi le segrete, libertà ai prigionieri!

Libertà per i prigionieri rivoluzionari!

Distruggeremo il fascismo, vinceremo la libertà!

Avanti… Più avanti…”

Milizia HBDH

Primo maggio in Turchia, ancora centinaia di arresti tra i manifestanti. Solidarietà internazionalista ai lavoratori, alle donne e a tutti i compagni repressi dallo stato fascista di Erdogan!

Il primo maggio a Istanbul circa 164 persone sono state arrestate per aver manifestato contro l’aumento dell’inflazione, del costo della vita, e dei bassi salari, in occasione della festa dei lavoratori.

La Turchia sta attraversando un momento di grave crisi economica, con l’inflazione media annua in crescita del 68% . La situazione si è aggravata con lo scoppio della guerra in Ucraina. I sindacati chiedono interventi massicci a sostegno delle famiglie a cominciare dall’adeguamento delle retribuzioni minime, ma la repressione è stata l’unica risposta del governo fascista di Erdogan.

Di fronte a una protesta di popolo, con molte donne in prima fila, la polizia in assetto antisommossa e quella politica hanno caricato e arrestato 164 manifestanti mentre cercavano di raggiungere Piazza Taksim, il luogo simbolo della Primavera turca stroncata da Erdogan.

Il primo intervento della polizia in mattinata si era concluso con l’arresto di 47 studenti, parte di un nutrito corteo radunatosi nel vicino quartiere di Besiktas da cui i giovani manifestanti hanno tentato di marciare verso la centralissima piazza Taksim, che la polizia aveva blindato con un imponente dispiegamento di uomini, transenne e con la sospensione del servizio dei mezzi pubblici che portano alla piazza. Nonostante i divieti e le cariche i lavoratori non si sono lasciati intimidire, altri scontri si sono verificati nei quartieri di Sisli e in prossimità della stessa piazza Taksim, per un bilancio totale di 164 arresti.

Piazza Taksin è diventata un simbolo, dopo che il 1° maggio del 1977 furono uccisi da cecchini 37 manifestanti. Sempre in vista delle celebrazioni del Primo Maggio, molto sentite dal popolo, lo scorso anno furono arrestati più di duecento manifestanti, accusati dal governo di aver violato le restrizioni sanitarie.

le cariche poliziesche a Torino contro il corteo sociale del primo maggio

Soccorso rosso proletario esprime la massima solidarietà ai compagni e ai lavoratori e giovani caricati brutalmente dalla polizia per conto dell’alleanza infame sindacati confederali- pd – istituzioni locali  che ha impedito loro l’ingresso nella piazza – tanti dei manifestanti erano riders, lavoratori precari, operai e lavoratori di diversi settori

il governo Draghi , i suoi ministri, i suoi partiti di sostegno ne sono i responsabili diretti

la voce del partigiano Gastone Cottino, 97 anni, “Teniamo duro. Combattiamo. Qui vogliono mettere in discussione principi costituzionali. Il Primo Maggio è di tutti, ma a quasi cento anni mi ribello. Noi siamo contro la guerra e per la pace”. è stata la voce giovane che ha giustamente denunciato tutto questo

Ora la Digos parla di 145 manifestanti individuati da colpire e reprimere

lottiamo uniti contro la repressione e la guerra imperialista