Primo maggio in Turchia, ancora centinaia di arresti tra i manifestanti. Solidarietà internazionalista ai lavoratori, alle donne e a tutti i compagni repressi dallo stato fascista di Erdogan!

Il primo maggio a Istanbul circa 164 persone sono state arrestate per aver manifestato contro l’aumento dell’inflazione, del costo della vita, e dei bassi salari, in occasione della festa dei lavoratori.

La Turchia sta attraversando un momento di grave crisi economica, con l’inflazione media annua in crescita del 68% . La situazione si è aggravata con lo scoppio della guerra in Ucraina. I sindacati chiedono interventi massicci a sostegno delle famiglie a cominciare dall’adeguamento delle retribuzioni minime, ma la repressione è stata l’unica risposta del governo fascista di Erdogan.

Di fronte a una protesta di popolo, con molte donne in prima fila, la polizia in assetto antisommossa e quella politica hanno caricato e arrestato 164 manifestanti mentre cercavano di raggiungere Piazza Taksim, il luogo simbolo della Primavera turca stroncata da Erdogan.

Il primo intervento della polizia in mattinata si era concluso con l’arresto di 47 studenti, parte di un nutrito corteo radunatosi nel vicino quartiere di Besiktas da cui i giovani manifestanti hanno tentato di marciare verso la centralissima piazza Taksim, che la polizia aveva blindato con un imponente dispiegamento di uomini, transenne e con la sospensione del servizio dei mezzi pubblici che portano alla piazza. Nonostante i divieti e le cariche i lavoratori non si sono lasciati intimidire, altri scontri si sono verificati nei quartieri di Sisli e in prossimità della stessa piazza Taksim, per un bilancio totale di 164 arresti.

Piazza Taksin è diventata un simbolo, dopo che il 1° maggio del 1977 furono uccisi da cecchini 37 manifestanti. Sempre in vista delle celebrazioni del Primo Maggio, molto sentite dal popolo, lo scorso anno furono arrestati più di duecento manifestanti, accusati dal governo di aver violato le restrizioni sanitarie.