Soccorso Rosso Proletario

Soccorso Rosso Proletario

Operaie ed operai multati per lo sciopero all’Interporto di Bologna

La somma delle multe supera i 10mila euro. Un camion ha cercato di investire le scioperanti

I carabinieri di Bentivoglio hanno sanzionato ventisei operai (multe per un totale di 10.400 euro), 22 stranieri e 4 italiani, per aver interrotto l’attività lavorativa all’interno di un’azienda e dato luogo a una manifestazione di protesta notturna non autorizzata, bloccando gli autocarri in partenza e violando la normativa, avendo dichiarato che lo spostamento in quel comune era determinato da “Comprovate esigenze lavorative”.

“Pochi minuti fa un camion ha cercato di investire le scioperanti provando a forzare il blocco. Lo sciopero non si arresta, blocco fino alla vittoria”. È il messaggio diffuso poco fa sui social network dal Laboratorio Crash, allegando un video girato all’interporto con un telefonino nel quale si vede l’autocarro azionare il clacson e iniziare la marcia nonostante la presenza delle manifestanti pochi centimetri di fronte alla cabina. Continua a leggere

mobilitazione per georges ibrahim abdallah – 17 dicembre – al Ministero degli Interni Parigi

foto di Pour la Libération de Georges Abdallah.

DIC17 

Giovedì 17 dicembre 2020 alle ore 17:30

Rassemblement devant le Ministère de l’Intérieur pour Georges Abdallah : “Il faut qu’il signe !”

Tutti · Evento organizzato da Pour la Libération de Georges Abdallah
M. LE MINISTRE DE L’INTÉRIEUR, SIGNEZ L’ARRÊTÉ D’EXPULSION

CONDITIONNANT LA LIBÉRATION DE GEORGES ABDALLAH !

« Il faut qu’il signe ! ». Telle est la dernière injonction de l’Etat français, lancée à la volée par le Président français, le 6 août 2020 à Beyrouth, en réponse aux cris de tous ceux qui sur son passage scandaient, une fois de plus, l’exigence légitime de la libération de Georges Abdallah.

« Il faut qu’il signe ! », le tout mimé d’un geste de la main et puis plus rien : un détournement de tête et un pas qui s’accélère pour reprendre sa mascarade du jour : celle de l’homme providentiel venu rassurer et garantir la reconstruction d’un Liban terrassé.

Carcere assassino! – ancora un detenuto immigrato ‘suicida’ – questo al carcere di Genova

Detenuto si suicida dopo la notizia dell’espulsione dall’Italia

Era rinchiuso nel carcere di Genova-Pontedecimo
Un detenuto di origine macedone in carcere da novembre e recluso nella sezione ‘sex offender’ del carcere di Genova Pontedecimo si è suicidato tagliandosi le vene. Il detenuto era stato raggiunto da un mandato di cattura internazionale per un reato di violenza sessuale ed era stato espulso dall’Italia. Notizia che l’aveva raggiunto poche ore prima del suicidio…….dall’inizio dell’anno si stimano in 52 suicidi e 140 per altre cause. In Liguria nel primo semestre del 2020 si sono registrati ben 218 casi di autolesionismo, 2 decessi e 34 tentati suicidi”.

Ancora una “sentenza di classe”: Flavio Guidi condannato per aver dato dell’arrogante al padrone della Motive.

Di seguito il comunicato di solidarietà dello Slai Cobas sc:

IL TRIBUNALE DI BRESCIA CONDANNA FLAVIO PER AVER DEFINITO ‘ARROGANTE PADRONCINO E LA SUA SUB CULTURA COME SUBCULTURA RAZZISTA’, UN NEGRIERO.

UNA SENTENZA A GARANZIA DELL’ORDINE SOCIALE NECESSARIO ALLA PRODUZIONE PER IL PROFITTO.

SOLIDARIETÀ E LOTTA ALLA REPRESSIONE COME PARTE DETERMINANTE DELLA LOTTA DI CLASSE.

Da una lettera di Hallel Rabin, refusnik: “È ora di gridare: non c’è una buona repressione, non c’è un razzismo giustificabile e non c’è più spazio per l’occupazione israeliana”

Ciao, mi chiamo Hallel Rabin. Vengo dal “rifiuto” (movimento dei refusnik, gli obiettori al servizio militare israeliano): ho 18 anni, vivo in un kibbutz israeliano e domani l’esercito israeliano mi manderà in prigione. Poco prima di Rosh Hashanah, il capodanno ebraico, mi sono rifiutata di unirmi all’esercito israeliano e mi trovo in una prigione militare per le vacanze. Sono già in prigione da 14 giorni, perché non voglio diventare un soldato per l’occupazione della Palestina. Ho provato a chiedere l’esenzione per motivi di coscienza, ma i militari si sono rifiutati di concederla. Invece, sono stata mandata in prigione più e più volte per spezzare il mio spirito. Domani mi sacrificherò per la terza volta nel corso di un mese.
Viviamo in un periodo di cambiamento e lotta. In tutto il mondo, i giovani lottano per la vera democrazia e usano la disobbedienza civile per combattere il razzismo e l’ingiustizia. Ma per i palestinesi continuano a prevalere le ingiustizie del passato. Nei territori occupati da Israele, i diritti umani e le libertà fondamentali vengono costantemente negati, mentre i palestinesi sono privati della libertà di vivere liberamente.
Sono cresciuta con i valori di libertà, compassione e amore. Combattere per mantenere un’altra nazione schiava contraddice questi valori. Per troppo tempo, il buon popolo di Israele ha accettato di partecipare alle atrocità commesse dall’occupazione. Anche se so che il mio rifiuto è piccolo e personale, voglio essere il cambiamento che voglio vedere nel mondo e mostrare che un altro modo è possibile. Piccole azioni di persone apportano grandi cambiamenti. È ora di gridare: non c’è una buona repressione, non c’è un razzismo giustificabile e non c’è più spazio per l’occupazione israeliana.