Dal blog Proletari comunisti
Archivio mensile:Aprile 2023
Non sulla nostra pelle. Manifestazione dei migranti il 28 aprile a Roma
Non sulla nostra pelle. Manifestazione dei migranti il 28 aprile a Roma
Un affollatissima assemblea online con piu di 250 partecipanti in rappresentanza di decine e decine di associazioni, comitati, rappresentanti di Usb della logistica, del bracciantato e delle lavoratrici domestiche, interventi di sostegno dei CALP di Genova, di Potere al Popolo, di ong impegnate nel soccorso dei migranti in mare, hanno appoggiato con forza l’iniziativa lanciata da USB e Movimento rifugiati e migranti di Napoli, per contrastare e ribaltare la rappresentazione corrente della presenza di migranti in Italia come un problema e non come una risorsa.
NON SULLA NOSTRA PELLE, la parola d’ordine dei lavoratori migranti che ci porterà alla manifestazione nazionale del 28 aprile a Roma.
Con un protagonismo e una soggettività conflittuale gli interventi di lavoratori e attivisti migranti hanno evidenziato la impellente necessità di trovare forme di organizzazione dal basso, di costruzione di un tessuto connettivo tra tutte le comunità straniere in Italia.
Non servono meccanismi di mediazione tra le giuste e innegabili rivendicazioni dei migranti residenti in Italia e coloro che intendono rappresentare sotto il profilo umanitaristico e assistenziale istanze emancipative presso istituzioni e forze politiche.
Quelle stesse forze politiche di destra, di sinistra e di centro, che da vent’anni operano per costringere i lavoratori stranieri nella irregolarità, nella precarietà, nello sfruttamento lavorativo.
Dalla assemblea di oggi deve partire un percorso di costruzione dell’identità del lavoratore straniero, che deve saper ribaltare il concetto di soggetto beneficiario della benevolenza del padrone di turno, alla consapevolezza di essere il protagonista della ricchezza del made in Italy.
NON SULLA NOSTRA PELLE, dovrete costruire la vostra ricchezza!
Rivendichiamo diritti di cittadinanza e diritti lavorativi !
Siamo noi i protagonisti del processo di cambiamento che deve dare in primo luogo:
– LA REGOLARIZZAZIONE DI TUTTE E TUTTI LE LAVORATRICI E I LAVORATORI STRANIERI
– LA CONCESSIONE DELLA RESIDENZA ANAGRAFICA, CON LA RICHIESTA DOVE NECESSARIO DELLA RESIDENZA FITTIZIA
– L’ACCESSO AL SERVIZIO SANITARIO PER TUTTI, REGOLARI E IRREGOLARI
– IL RISPETTO DELLE CONDIZIONI DI LAVORO, RICONOSCIMENTO DI TUTTE LE GIORNATE DI LAVORO E DI TUTTE LE ORE SVOLTE GIORNALMENTE,
– IL RISPETTO DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA SUL LAVORO
Su queste parole d’ordine andremo a costruire assemblee in tutta Italia, nelle campagne, nelle città!
Con i lavoratori nelle campagne e nei magazzini, insieme alle lavoratrici domestiche clandestine nelle case dei propri assistiti, con i lavoratori nei ristoranti e nei centri commerciali
NON ABBIAMO PIU’ TEMPO PER ASPETTARE !
Non sulla nostra pelle!!
Il 28 aprile tutti a Roma!
DOCUMENTI PER TUTTI, BASTA REPRESSIONE E MALTRATTAMENTI. ORGANIZZIAMO UNA MANIFESTAZIONE A TORINO
Comitato Lavoratori delle Campagne
Alle persone immigrate di tutte le comunità di Torino:
Siamo moltissimi con problemi di permesso di soggiorno, di casa e di lavoro. Chi è arrivato in Italia dopo viaggi lunghi e pericolosi si trova costretto ad aspettare in centri di accoglienza che sono come prigioni o a dormire in strada. Arriviamo dal nord Africa, dal Mali, dal Senegal, dalla Nigeria, dalla Turchia, dall’Afghanistan, dal Pakistan, dal Bangladesh. Rinnovare il permesso è sempre più difficile, le pratiche rimangono bloccate in questura per troppo tempo. Chi nel 2020 ha fatto domanda di sanatoria è stato truffato o ancora aspetta una risposta dalla prefettura. Basta aspettare mesi o anni per un permesso di soggiorno! Basta file di ore fuori dall’ufficio immigrazione senza avere informazioni, basta razzismo e maltrattamenti della polizia! Senza i documenti tutto è difficile.
Uniamoci per costruire questa grande manifestazione, per cambiare le leggi sull’immigrazione, per chiudere i centri di espulsione, per dire basta al razzismo e allo sfruttamento nelle campagne e nelle città.
IL 16 APRILE ALLE 15:00 CI INCONTRIAMO AI GIARDINI CALCUTTA (Corso Vercelli, 10) PER UN’ASSEMBLEA APERTA.
Salvini si inventa nuove sanzioni per mandare in galera gli ambientalisti di Ultima Generazione
Davanti a vernice lavabile lanciato su un palazzo del potere, la destra risponde con quella che pare la loro risposta a tutto: repressione, punizioni e sanzioni.
Capita così che il padano Salvini, strenuo difensore delle auto inquinanti ed acerrimo nemico di chi chiede rispetto per l’ambiente, si vanti di aver imposto nuove multe che faciliteranno la repressione del diritto di critica degli ecologisti. E dopo le multe a chi salva vite umane, dopo la decisione di rendere orfani i figli dei gay, dopo le imitazioni al diritto di aggregazione con la scusa dei rave party, è per mettere in galera gli ecologisti che il governo Meloni ha introdotto l’ennesimo reato:
In realtà è Salvini a voler rendere criminale chiunque osteggi il suo potere. Salvare vite umane è reato. Salvare il pianeta è reato. Contestare il suo potere potrebbe costituire reato se ci si aggrega con altri.
Inoltre le leggi esistono già, motivo per cui le loro continue promesse di ulteriori punizioni paiono un pretesto per non parlare die fallimenti sul Pnrr o della loro intenzione di tagliare le pensioni. Infatti basterebbe leggere la norma per domandarsi in che modo il “gettare della vernice” lavabile possa rientrare in una delle definizioni elencate nei due commi del DDL:
Si tratta di due reati già previsti dagli gli art.733 e 734 del Codice Penale, rendendo prettamente populistica la loro norma. Quinci nel mondo del governo Meloni, chi evade può condonare, chi sporca un muro con vernice lavabile va in galera.
Il governo Meloni vara lo stato d’emergenza contro gli immigrati
Saranno aumentati i famigerati Cpr (chiamati dal governo “soluzioni di accoglienza”), che, come descritto in un post pubblicato ieri, sono in realta’ dei lager in cui ai migranti viene applicata una “tortura bianca” con la somministrazione di psicofarmaci e la repressione poliziesca ad ogni minima manifestazione di protesta.
Saranno potenziate e accelerate le espulsioni dei migranti, che per molti vuol dire essere consegnati alle torture, violenze sessuali, morte in Libia o ai regimi dei paesi di provenienza.
Gli accordi economici con questi paesi, i profitti dell’imperialismo italiano, per cui il governo Meloni e i suoi ministri affaristi si danno un grande da fare in questi mesi, valgono bene centinaia e centinaia di vite distrutte.
L’aumento dell’arrivo dei migranti viene enormemente amplificato come problema, quando tutti i dati degli altri paesi europei dimostrano che l’Italia è sempre sotto la soglia della “normalita’, e quando la maggioranza dei migranti vede l’Italia solo come paese di transito verso altri in Europa, se soltanto non venissero rinchiusi per mesi, anni e avessero il permesso di circolazione.
Il governo stesso crea il problema e lo scarica su uomini, donne, bambini immigrati.
Non è difficile pensare cosa questo “stato d’emergenza” implichera’ per i soccorsi in mare, che ancora di più saranno ridotti e represse/ostacolate le Ong a farli, con decine e decine di naufragi e centinaia di morti.
No allo Stato di emergenza! Respingiamolo con la lotta unitaria di immigrati e solidali e antirazzisti del nostro paese.
Accoglienza, liberta’ di circolazione, documenti, diritti sul lavoro, case per i migranti
Da Repubblica
“Il governo ha deliberato lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale, su proposta del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci, per affrontare l’eccezionale aumento di sbarchi di migranti attraverso le rotte del Mediterraneo. Lo stato d’emergenza, sostenuto da un primo finanziamento di cinque milioni di euro, durerà sei mesi. “Abbiamo aderito volentieri alla richiesta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ben consapevoli – ha detto Musumeci – della gravità di un fenomeno che registra un aumento del 300 per cento”.
Con lo stato di emergenza – proseguono le fonti di Governo – si potranno realizzare procedure e azioni più veloci per offrire ai migranti soluzioni di accoglienza in tempi brevi con adeguati standard. Allo stesso tempo, si potranno aumentare e rafforzare le strutture finalizzate al rimpatrio dei non aventi diritto alla permanenza in Italia (Cpr), potenziando le attività di identificazione ed espulsione.
L’attacco del leader M5s Giuseppe Conte: “Quando era all’opposizione, con l’Italia in ginocchio per il Covid, Meloni si stracciava le vesti contro la proroga dello stato di emergenza”.
Carcere e daspo urbano per gli ecoattivisti
Nel corso della seduta del 5 aprile u.s. è stato annunciato al Senato il disegno di Legge numero 645 contro gli ecoattivisti di Ultima Generazione da parte dei senatori Marco Lisei, Alberto Balboni e Andrea De Priamo.
di Riccardo Radi
La proposta titolata “Misure di prevenzione da atti di vandalismo” è stata depositata senza contenuti (ora si usa così, prima si annuncia poi si scrive) e prevede (o meglio, dovrebbe prevedere) secondo le parole del suo primo firmatario, il senatore Marco Lisei, carcere fino a tre anni per chi “deturpa o imbratta edifici pubblici o di culto ed edifici sottoposti a tutela come beni culturali“.
Lisei sottolinea che la pena sarebbe prevista anche se si tratta di proteste svolte con vernici lavabili, e anche se chi imbratta lo fa per protestare contro la crisi climatica.
Il senatore Lisei ha spiegato che la proposta è “ancora in bozza“, in effetti noi di Terzultima Fermata abbiamo consultato il sito del Senato ove risulta la presentazione del disegno di legge ma il relativo pdf è sconsolatamente vuoto di contenuti.
Provare per credere: Fai clic per accedere a 56923.pdf
Continua la politica degli annunci e siamo arrivati al paradosso che il proponente illustra alla stampa qualcosa che ancora non è stato redatto.
Comunque, stante le parole del senatore proponente il disegno di legge numero 645 dovrebbe muoversi “in due direzioni“: da una parte la reclusione in carcere, dall’altra una sorta di “Daspo urbano“.
Quindi il binomio più carcere e misura di prevenzione sembra un leit-motiv particolarmente caro all’attuale maggioranza di Governo.
Infatti, in primo luogo si vorrebbe “estendere il reato previsto dall’articolo 635 del codice penale sul danneggiamento, che ora è difficilmente applicabile a chi deturpa o imbratta un bene nel caso in cui il danno non sia in linea teorica permanente“.
Per quanto riguarda il Daspo urbano, invece, si tratterebbe del divieto per un certo periodo di tempo – da sei mesi a un anno – di avvicinarsi agli edifici tutelati ad una distanza di meno di dieci metri.
Non è ancora certo se questo si applicherebbe a chi viene condannato, o anche a chi viene solamente denunciato.
Chi non rispetta l’obbligo di stare ad almeno dieci metri da edifici sottoposti a tutela come beni culturali, per punizione avrebbe una multa da 500 a 1.000 euro.
Lisei ha spiegato che “il diritto di scegliere di compiere azioni di disobbedienza civile” non va “assolutamente confuso con il non-diritto a compiere azioni vandaliche per porre all’attenzione delle persone questo o quel problema o esigenza”.
Quindi la parola d’ordine è: “disobbedite ma non imbrattate”.
Mentre era in pubblicazione il contributo si apprende che il Governo oggi alle 16,00 ha inserito all’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri, il Disegno di legge: “Disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici” su proposta del Ministro della Cultura.
In serata conosceremo nei dettagli il contenuto almeno di uno dei due disegni di legge.
https://www.governo.it/it/articolo/convocazione-del-consiglio-dei-ministri-n28/22317
Parlamento Italiano – Disegno di legge S. 645 – 19ª Legislatura (senato.it)
aggiornamento
Il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl sugli “eco-vandali”. Lo ha comunicato al termine del Cdm di oggi, martedì 11 aprile, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Uno nuovo reato, l’ennesimo, in questo caso pensato per contrastare le azioni simboliche dei movimenti che si battono per la giustizia climatica contro monumenti e opere d’arte: multe da 20 a 60mila euro, più le sanzioni penali, per quanti distruggano, disperdano, deteriorino o rendano “in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali”. Sanzioni amministrative da 10 a 40mila euro per chi anche solo “deturpa o imbratta” questi beni o destina “ad un uso pregiudizievole per la loro conservazione” o “incompatibile con il loro carattere storico o artistico”.
Senza nascondere le proprie intenzioni il ddl inasprirà le pene per quelle iniziative portate avanti dalle realtà di Ultima Generazione che spesso prendono di mira, con vernice lavabile, simboli artistici e culturali per attirare l’attenzione sulla crisi climatica. Nuova pena sanzionatoria che si aggiunge a quelle già varate dal Governo Meloni in pochi mesi, come è successo per il decreto anti-rave: questo ddl restringerà ancora di più gli spazi dell’attivismo o ne può stimolare la fantasia per trovare nuove forme di protesta? Rispondono a Radio Onda d’Urto Michele e Simone di Ultima Generazione. Ascolta o Scarica.