Le lotte per una sanità pubblica, gratuita, universale e laica non si processano! Solidarietà ad Alessia e Lorenzo. SRP

Ad Agosto 2017 Alessia e Lorenzo, lavorator* e sindacalist* della Federazione Cobas Università Sanità e Ricerca, ricevono una sanzione disciplinare “esemplare” dalla Direzione Generale dell’ospedale Spallanzani: 4 mesi di sospensione dal lavoro senza retribuzione e una denuncia penale alla Procura della Repubblica per diffamazione aggravata.
Quali le ragioni?
Entrambi il 30 Maggio 2017 durante un sit-in di protesta nell’ospedale contro il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, decisero di intervenire con due corrispondenze a Radio Onda Rossa. In quelle corrispondenze attaccarono le Istituzioni Regionali per essere responsabili del disfacimento del Servizio Sanitario Pubblico (carenza di organico, tagli ai posti letto, finanziamenti alla Sanità Privata) e criticarono la Direzione generale dello Spallanzani e le loro scelte politiche ed organizzative che stavano in quel periodo causando grande malcontento tra i lavoratori e le lavoratrici dell’Istituto (ci furono diverse proteste durante i 5 mesi precedenti a quel Maggio e fu proclamato lo stato di agitazione).
Nonostante il tribunale civile di Roma abbia dichiarato illegittima la sospensione di 4 mesi e abbia condannato lo Spallanzani con una sentenza molto dura, l’ex direttrice generale Marta Branca e l’attuale Direzione generale, “capitanata” da Francesco Vaia, continuano a voler portare sui banchi del tribunale, questa volta penale, i due lavorator*.
È chiaro che c’è stato e c’è tutt’ora in questo atteggiamento da parte dei vertici dell’Istituto Spallanzani l’ostinazione a voler portare avanti una politica di tipo repressivo contro chi ha avuto il coraggio di denunciare queste situazioni di sfruttamento, di carenze e di mala gestione della sanità, con l’obiettivo di creare un clima intimidatorio tra tutte le lavoratrici ed i lavoratori e mettere fine alle proteste che, secondo loro, danneggiavano l’immagine dello Spallanzani e dei suoi vertici aziendali.
Il 16 febbraio alle ore 14, però, sui banchi degli/delle imputat*non verranno giudicat* coloro che, quotidianamente, da decenni, lavorano per l’annullamento della sanità pubblica a favore del privato rendendo l’accesso alla salute sempre più difficile, complicato ed oneroso, ma verranno invece giudicate le lotte dei lavoratori e delle lavoratrici a favore della sanità pubblica, gratuita, universale e laica e a tutela di un bene collettivo come la salute.
I vertici dello Spallanzani hanno provato diversi tentativi di conciliazione, chiedendo, però, una lettera ufficiale di scuse con cui si dovevano rinnegare le dichiarazioni fatte in difesa degli utenti e dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.
Noi non abbiamo mai accettato e continuiamo la nostra battaglia dentro e fuori i tribunali, insieme a tutti e a tutte le compagn*, le lavoratrici e gli utenti che ci sostengono perché credono che le lotte per il diritto alla salute di tutti e tutte non si processano.
Roma, febbraio 2023
Assemblea del Lazio per la Salute
Cobas Spallanzani

Turchia: Rivolta nelle carceri Amed/Diyarbakir e Hatay

Nella famigerata prigione di massima sicurezza di Amed/Diyarbakir e nella prigione di Hatay sono scoppiate delle rivolte, i detenuti chiedono di avere notizie delle proprie famiglie colpite dal terremoto. Al momento il bilancio è di 3 prigionieri uccisi.

Rivolta dei prigionieri nella prigione di tipo T di Amed. Le guardie aprono il fuoco sui prigionieri. Almeno 3 prigionieri ad Hatay sono stati uccisi dalle guardie.

I prigionieri delle carceri di tipo C e T della provincia di Hatay, devastata dal terremoto, si sono ribellati ieri per andare dalle loro famiglie. I burocrati dell’AKP-MHP hanno dato ai militari “l’ordine di sparare”. Almeno 3 prigionieri sono stati uccisi.

Il presidente Erdogan ha minacciato di punire chi diffonde “false informazioni” e critiche alla sua amministrazione. Questa mossa ha portato alla restrizione di diverse piattaforme mediatiche a livello nazionale.

Cospito, Nordio rigetta la richiesta di revoca del 41 bis. Ora più che mai è necessario moltiplicare le iniziative in ogni forma

Alfredo Cospito, in sciopero della fame da oltre 110 giorni, deve restare al 41 bis, il regime del carcere duro. Lo ha stabilito il ministro della Giustizia Carlo Nordio.

Il ministro ha respinto l’istanza di revoca avanzata dall’avvocato Flavio Rossi Albertini, difensore del detenuto, che ha ricevuto una comunicazione dal ministero.

Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio,  “con un provvedimento articolato ha respinto la richiesta di revoca del regime speciale di detenzione di cui all’ articolo 41bis dell’ordinamento penitenziario, presentata dall’ avvocato del detenuto Alfredo Cospito”. Lo scrive in una nota il ministero della Giustizia. Con il suo provvedimento il Guardasigilli ha detto ‘no’ alla revoca del regime di carcere duro per Cospito, tenendo conto di tutti i pareri espressi dalle Autorita’ giudiziarie – Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, Dda e procura generale di Torino – nei quali, a quanto si apprende, in modo concorde si erano ritenute infondate le ragioni poste alla base della richiesta di revoca presentata dal difensore di Cospito. Per il momento nulla più.

L’avvocato Flavio Rossi Albertini, difensore di Cospito ha annunciato che ricorrerà contro la decisione del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha rigettato una istanza di revoca anticipata del regime del 41 bis.

Intanto peggiorano le condizioni di Cospito che dall’inizio dello sciopero della fame ha perso quasi 50 chili. A parlare delle sue condizioni è il suo difensore, l’avvocato Flavio Rossi Albertini, che lo ha incontrato oggi nel carcere di Opera. “La situazione è sempre la stessa – afferma il legale – dimagrisce sempre più, ora pesa 70 kg, e non prende gli integratori. Sabato Cospito verrà visitato dal medico nominato dal difensore.

 “Condivido e sostengo la decisione del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha rigettato la richiesta di revoca anticipata del regime detentivo previsto dall’art. 41 bis o.p. per Alfredo Cospito. Allo stato attuale, fino a diverse indicazioni da parte del personale medico e della magistratura, non sussistono ragioni che giustifichino diversi intendimenti. La pericolosità del soggetto è nota e certificata e lo Stato non cede ai ricatti o alle intimidazioni dei violenti”, ha subito commentato il sottosegretario di Stato alla Giustizia Andrea Ostellari.

seguiranno aggiornamenti

Non resteremo in silenzio mentre lo ammazzate!

Continuiamo a scrivere ad Alfredo Cospito:

Casa di reclusione di Opera, Via Camporgnago, 40, 20090 Milano MI

cartolina

Prossimi appuntamenti in strada in solidarietà ad Alfredo Cospito:
Giovedì 9/02 – ROMA, ministero della giustizia.
Venerdì 10/02 – BOLOGNA, NUORO
Sabato 11/02 – SASSARI, MILANO
Domenica 12/02 – TORINO, GENOVA

Contro il 41bis, per la libertà di Alfredo e di tutti i prigionieri politici – occupate anche l’Università Orientale a Napoli e la Statale a Milano

Napoli

Napoli – Dopo l’assemblea, alla quale partecipano un centinaio di ragazze e ragazzi, è scattata l’occupazione. Gli studenti del Cau, il collettivo autorganizzato che raggruppa gli attivisti della sinistra radicale negli atenei napoletani, in particolare a l’Orientale ed alla Federico II, hanno deciso di restare a dormire a Palazzo Giusso e di farne il centro della mobilitazione in solidarietà ad Alfredo Cospito, che da circa tre mesi e mezzo è in sciopero della fame contro il regime di carcere duro, il 41 bis applicatogli quando era ministro della Giustizia Marta Cartabia.

«Questa occupazione — scrivono in un comunicato gli studenti — si inserisce in una mobilitazione più ampia in corso nel Paese contro la disumanità delle condizioni delle carceri in Italia». Aggiungono: «Contro un governo di estrema destra ed incline alla repressione è fondamentale che si prenda posizione anche all’Università». Nella serata sono confluiti nella sede universitaria di Largo San Giovannni Maggiore altri attivisti, per rafforzare la presenza degli occupanti. Ed è poi partito dall’università occupata un corteo degli studenti per protestare contro la decisione del guardasigilli Nordio di confermare il provvedimento del 41 bis. Una quarantina di giovani hanno accesso bengala nel loro percorso fino a San Domenico Maggiore. «Revochiamo il governo», è il coro dei ragazzi che hanno attaccato in strada alcuni manifesti con la scritta «Tu cosa facevi mentre Alfredo Cospito moriva? Non restiamo a guardare, il 41 bis è tortura».

Milano

Milano – Dopo varie mobilitazioni cittadine – ultima sotto il carcere di Opera dov’è recluso Alfredo – anche l’università insorge in solidarietà alla lotta di Alfredo che ormai da più di cento giorni sta portando avanti lo sciopero della fame per chiedere l’immediata abolizione del regime del 41 bis e dell’ergastolo ostativo.
Il 41bis è una vera e propria tortura, perché le condizioni di detenzione che impone sono inutili vessazioni contro i detenuti che la subiscono, volte ad annichilire queste persone sia da un punto di vista fisico che psicologico.
Per questo motivo come studenti della Statale abbiamo deciso di non restare in silenzio e dar vita a una giornata di mobilitazione che ha portato all’occupazione del chiostro di Farmacia, uno spazio chiuso durante l’anno e utilizzato solo per scopi commerciali durante l’esposizione del “fuori salone”.

Dopo l’occupazione la giornata è proseguita con l’affissione di vari striscioni in tutta l’Università tra i quali spiccava un messaggio di solidarietà per gli studenti di Bologna colpiti dalla repressione con varie misure cautelari.

Successivamente si è svolto il pranzo sociale e nel pomeriggio due assemblee, prima quella studentesca che ha visto la partecipazione di varie realtà provenienti dalle scuole e dall’università e poi quella cittadina a cui hanno preso parte varie realtà dell’Assemblea cittadina contro il 41bis e l’ergastolo.

Sempre durante la serata abbiamo accolto con gioia la notizia dell’occupazione dell’università orientale di Napoli che ha seguito quella di Roma e di Milano, un buon segno che dimostra che le università italiane sono vive e reagiscono in modo positivo in sostegno alla lotta di Cospito.

La giornata si è conclusa con un corteo selvaggio che ha bloccato le vie del centro città.
Il prossimo appuntamento è per questo sabato 11 febbraio alle ore 16.00 per un corteo che partirà da piazza XXIV maggio!

Ecologia Politica Milano