Iran, non si fermano le proteste contro il regime clerico-fascista. Manifestazioni di solidarietà in tutto il mondo

Venti persone, compresi membri della polizia, sono state uccise in scontri armati a Zahedan venerdì 30 settembre. All’inizio i manifestanti hanno lanciato pietre contro una stazione di polizia, ma poi uomini armati hanno cercato di assaltare i tre centri delle forze dell’ordine. Diversi agenti di polizia sono stati uccisi così come il numero due dei servizi di intelligence delle Guardie Rivoluzionarie. Banche e centri commerciali sono stati attaccati da manifestanti inferociti e la repressione delle manifestazioni è stata mortale (finora sono stati contati 58 morti). Zahedan è la capitale provinciale del Sistan-Baluchistan è una regione svantaggiata al confine con Pakistan e Afghanistan.

Sabato si sono svolte manifestazioni in diverse università iraniane per denunciare la micidiale repressione del movimento di protesta. Manifestazioni “sono state organizzate anche in piazza Enghelab vicino all’Università di Teheran, nel centro della capitale, dove sono scoppiati scontri tra la polizia ei manifestanti, alcuni dei quali sono stati arrestati. La polizia iraniana ha arrestato diverse personalità che si erano espresse sui social network a favore dei manifestanti, tra cui l’ex calciatore internazionale Hossein Manahi o il cantante Shervin Hajipour, la cui canzone “Baraye” (“For”), composta da tweet sulle proteste, è andata virale su Instagram. La polizia ha anche arrestato una donna che ha mangiato in un ristorante a Teheran senza velo in un’immagine diventata virale sui social media. Almeno 29 giornalisti sono stati arrestati, tra cui Nilufar Hamedi ed Elahe Mohammadi, reporter che hanno contribuito a esporre il caso di Amini. All’estero, sabato si sono svolte manifestazioni di solidarietà, alla presenza della diaspora iraniana, in più di 150 città, tra cui Berlino, Bruxelles, Roma, Madrid, Atene, Bucarest, Londra, Lisbona, Varsavia e Tokyo.

Di seguito immagini della manifestazione a Milano