Da Osservatorio repressione

La polizia ha bloccato un’azione di protesta di attivisti di Greenpeace al festival di Sanremo, 10 fogli di via. A Roma denunciati quattro attivisti di Extinction Rebellion per il blitz al Ministero della transizione ecologica

A Sanremo, attiviste e attivisti di Greenpeace hanno scavalcato le transenne del «green carpet» e prima di essere fermati dalla polizia sono riusciti a mostrare uno striscione con la scritta: «ENI green? Se la suona e se la canta!».

Nel frattempo, da un balcone che sovrasta l’ingresso del teatro Ariston sono stati esposti altri due striscioni con le scritte: «Basta pubblicità di aziende inquinanti» e «ENI inquina anche la musica!». Altri attivisti hanno simbolicamente verniciato di “nero petrolio” un cartellone pubblicitario di ENI/Plenitude.

10 attivisti sono stati identificati e segnalati alla procura per danneggiamento, getto pericoloso di cosa e resistenza passiva e saranno oggetto di allontanamento con foglio di via obbligatorio.

In un comunicato Grenpeace ha rivendicato il blitz in una nota, spiegando il perché dell’azione dimostrativa: una protesta contro Eni, tra i principali sponsor del Festival, per denunciare l’operazione di greenwashing. Secondo l’organizzazione non governativa, il colosso del gas e del petrolio starebbe “sfruttando infatti proprio la vetrina di Sanremo per rifarsi un’immagine di azienda attenta all’ambiente che non corrisponde affatto alla realtà“.

Nel mirino di Greenpeace il lancio di Plenitude, la realtà azienda presentata come la svolta sostenibile della compagnia energetica, ma secondo l’ong “nei prossimi anni Eni continuerà a puntare principalmente su gas e petrolio, combustibili fossili che alimentano il riscaldamento globale”. Ricordiamo che nelle scorse ore sono stati esposti due striscioni contro il gruppo da un balcone che sovrasta l’ingresso del teatro Ariston: “Basta pubblicità di aziende inquinanti” e “Eni inquina anche la musica!“.

A Roma sono quattro gli attivisti denunciati dai carabinieri di Roma in relazione al blitz messo in atto dal gruppo ecologista Extinction Rebellion, con una decina di attivisti che si è introdotta e ha imbrattato di vernice la sede del ministero della Transizione Ecologica.

Gli attivisti si sarebbero introdotti nell’edificio riuscendo questa volta a raggiungere il quinto piano, quello del ministro Cingolani, ed avrebbero imbrattato le pareti del ministero salvo poi essere successivamente fermati dai carabinieri. Si tratterebbe del secondo attacco consecutivo, dato che anche nella giornata di ieri quattordici attivisti di Extinction Rebellion appartenenti precisamente alla campagna Ultima Generazione – Assemblee Cittadine ORA! sono entrati all’interno del Ministero della Transizione Ecologica ed hanno lasciato sulle pareti scritte quali “Ministero della truffa” e “Ministero delle bugie”. Gli obiettivi della campagna portata avanti dai membri dal gruppo di Extinction Rebellion sono due: in primis, sensibilizzare i cittadini sulle problematiche legate ai cambiamenti climatici tramite l’organizzazione di un’Assemblea Cittadina nazionale con il potere di deliberare su queste tematiche. Il secondo punto invece, è ottenere un incontro pubblico con i vertici del governo, incluso il premier Mario Draghi, per confrontarsi e cercare soluzioni alla crisi climatica globale.

Il ministro Cingolani, ha dichiarato che l’azione alla sede del MiTe è da considerarsi come “un attacco e non come attivismo”. Gli attivisti hanno  comunicato che fino a che tali richieste non verranno considerati il gruppo continuerà con le azioni, non violente, di disobbedienza civile.

Oggi 4 febbraio alle ore 12:00 a Roma, le forze dell’ordine hanno fatto irruzione, senza un regolare mandato, in un appartamento situato in via Cattaneo dove erano presenti ragazzi che avevano partecipato alla campagna “Ultima Generazione – Assemblea Cittadina Ora” organizzata dal gruppo ecologista Ultima Generazione, parte di Extinction Rebellion.

Giornalisti locali presenti sul posto, hanno riferito che i ragazzi, tra cui alcuni minorenni, sono stati trattenuti diverse ore senza potere comunicare, nonostante all’interno dell’appartamento non fossero state rinvenute ne armi, ne sostanze proibite e i ragazzi non avessero opposto resistenza. Le forze dell’ordine hanno in seguito riferito ai giornalisti che l’operazione era legata al rispetto delle norme Covid negli appartamenti in affitto tramite AirBnB. Nonostante, a quanto riferito, nessun altro appartamento dello stabile sia stato perquisito, ad eccezione di quello dove si trovavano gli attivisti di Extinction Rebellion.

Dopo alcune ore, le forze dell’ordine hanno poi deciso di portare i ragazzi (5 tra cui una minorenne) in questura. Tra questi, uno è stato portato fuori dallo stabile in manette.

il comunicato di Extinction Rebellion

Ultima Generazione: irruzione delle forze dell’ordine nell’abitazione degli attivisti

“Questa è la risposta dello stato ai ragazzi spaventati per la crisi climatica che chiedono di avere un semplice incontro con i ministri”

Roma, 04 febbraio 2022. Mentre i sei attivisti della campagna  “Ultima Generazione – Assemblea Cittadina ORA!” sono stati fermati dopo il blocco stradale di Largo Susanna e sono stati trascinati via di peso, le forze dell’ordine alle 12 sono entrate senza mandato nell’appartamento Air B&B in via Carlo Cattaneo in cui erano presenti alcune persone che nei giorni scorsi hanno preso parte alla campagna e una ragazza minorenne. Alcuni giornalisti erano presenti al piano di sotto fin da pochi minuti dopo l’inizio dell’operazione. Queste fonti ci riferiscono che i ragazzi sono stati tenuti chiusi diverse ore, impedendo loro di comunicare con l’esterno e di mostrare uno striscione dalla finestra.

Ai giornalisti è stato detto che era in corso una operazione legata alle norme covid dell’Air B&B: tuttavia nello stabile sono presenti altri appartamenti affittati con questa modalità e nessun altro appartamento è stato perquisito, né tantomeno gli occupanti tenuti chiusi per due ore e mezzo con le forze dell’ordine.

Apprendiamo alle 14:45 che le F.F.O.O. stanno portando i ragazzi fuori dall’appartamento due per volta, e che non stanno non stanno opponendo alcuna resistenza. Una persona dunque è stata prelevata da dentro l’appartamento in cui dormiva ed è stata portata fuori in manette. Altre cinque persone sono state portate via con la volante in questura, compresa la minorenne. Nell’appartamento non era presente alcuna arma né alcuna droga. Le persone non hanno opposto resistenza ai pubblici ufficiali. La scientifica è stata poi mandata sul posto.

In seguito alle azioni alla sede del MiTe di martedì e mercoledì, il gruppo di cittadini coinvolti nella campagna di Extinction Rebellion è stato trattenuto in questura fino a tarda notte. Alcuni dei ragazzi coinvolti sono stati portati alla Stazione Termini per lasciare la città, mentre i rimanenti sono rientrati nella loro temporanea abitazione a Roma. Da allora sono stati pedinati e fermati dalle forze dell’ordine che, localizzando e presidiando l’ingresso della loro abitazione, hanno nuovamente portato in questura 3 degli attivisti mentre facevano la spesa.

Il clima di repressione si è esacerbato quando questa mattina, alle 9.30, 6 dei rimanenti cittadini coinvolti hanno deciso di tornare in strada per dirigersi verso il Ministero del Lavoro. Naturalmente pochi metri dopo la partenza, sono stati bloccati dalle forze dell’ordine, e hanno quindi deciso di attuare un blocco stradale nel luogo in cui si trovavano.

per la libertà di Georges Ibrahim abdhallah – senza tregua in tutto il mondo

prepariamo la proiezione in italia in alcune città per i prossimi due mesi
info srpitalia@gmail.com
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“Fedayin, le combat de Georges Abdallah retrace le parcours d’un infatigable communiste arabe et combattant pour la Palestine. Des camps de réfugié·e·s palestinien·ne·s qui ont forgé sa conscience à la mobilisation internationale pour sa libération, nous allons à la découverte de celui qui est devenu l’un des plus anciens prisonniers politiques d’Europe.”

basta cariche poliziesche contro studenti e lavoratori

E’ ora di far sentire forte e chiara la voce generale dell’opposizione al governo della repressione –

giornata nazionale di lotta sotto le prefetture e questure  è la proposta di Soccorso Rosso proletario

vogliamo tutti – ma la faremo anche da soli nei prossimi giorni costruiamo una data comune

soccorso rosso proletario

3 febbraio 2022

Ucraina/Guerra: siamo contro tutti i paesi imperialisti in conflitto

Un comunicato di proletari comunisti, che condividiamo

Operai, lavoratori, donne, giovani

da due giorni con l’invasione russa dell’Ucraina lo spettro della guerra riappare in Europa, in un incendio che conferma la tendenza alla guerra mondiale verso cui stanno marciando le diverse potenze imperialiste per una nuova ripartizione del mondo, corrispondente ai profitti dei padroni del mondo, alla guerra commerciale e alla lotta per il controllo delle fonti energetiche.

Questo sistema imperialista mondiale attraversato dalla crisi economica, dalla pandemia che non è affatto finita, ora ci trascina in una guerra distruttiva.

Questa guerra è dipesa dall’offensiva dell’imperialismo americano, sostenuta con contraddizioni dai paesi imperialisti europei, che si è spinta fino a pretendere una presenza militare aggressiva fino ai confini della Russia, con l’adesione alla Nato da parte dell’Ucraina, la presenza diretta delle sue truppe imperialiste ai confini.

La Russia, paese imperialista e socialfascista, che opprime proletari e popoli al suo interno, ha visto minacciato il suo ruolo di potenza militare ed economica e ha reagito, come reagiscono tutti i banditi imperialisti, con un’azione di guerra, occupando un paese comunque indipendente, pretendendo di annetterne una sua parte e imporre un governo di diretta emanazione degli interessi imperialisti della Russia di Putin.

Proletari, masse popolari non interessano affatto alle potenze imperialiste e meno che mai la pace, la democrazia, il lavoro, i salari, la salute, la vita.

A fronte di questo incendio purtroppo non si può stare a guardarlo in televisione. Perchè i nostri padroni e i nostri governi, per i loro interessi economici, i profitti, sono dentro fino al collo; sia perché parte di un’alleanza aggressiva e guerrafondaia come la Nato, sia perché condividono gli interessi strategici fondamentali dell’imperialismo americano, sia perché hanno grandi interessi economici, materie prime, gas, mercati, industrie, con la stessa Russia.

E sono questi i fattori che portano alla guerra in corso e ad un possibile incendio mondiale.

Per questo, gli operai, i lavoratori, le masse popolari del nostro paese non possono parteggiare per nessuno dei paesi in conflitto e meno che mai condividere le scelte del governo dell’imperialismo italiano.

Non si devono condividere anche perché due concetti sono centrali.

Le guerre sono loro, i morti e le conseguenze distruttive sono nostre; i costi della guerra vengono sempre scaricati sulla pelle dei proletari e delle masse e sono sempre fattore di profitti per i padroni.

Tutto viene scaricato sui lavoratori, la crisi energetica che già è in corso con lo strepitoso aumento delle bollette e l’inflazione galoppante, i costi della partecipazione militare dell’Italia in questa guerra; mentre le masse muoiono di covid e ci impoveriamo sempre di più. Miliardi su miliardi vengono utilizzati per la corsa agli armamenti.

Per questo siamo contro la guerra inter imperialista in corso. E dobbiamo far sentire la nostra voce, la nostra opposizione in tutte le forme possibile, a partire dalle fabbriche e dai luoghi di lavoro.

Siamo certo solidali con i proletari e le masse sotto le bombe, e in fuga in tutte le parti dell’Ucraina.

Ma essere dalla parte delle masse non significa essere dalla parte del governo reazionario nazista dell’Ucraina che ha contribuito in tutte le forme ad accendere i fuochi della guerra e che ha usato le parole come “sovranità” “nazionale”, democrazia”, per passare armi e bagagli al sostegno della politica guerrafondaia dell’imperialismo Usa e occidentale, e sempre e solamente per dare nuove occasioni di profitto ai padroni e alle classi dominanti capitalistiche e sfruttatrici.

Dire oggi di essere dalla parte dell’Ucraina significa dire di essere per la guerra e il dominio imperialista occidentale del paese.

In questo caso proletari e masse popolari non hanno patria da difendere.

In questa guerra ci sono due soli fronti.

Da un lato l’imperialismo USA, l’imperialismo europeo, la Nato, l’imperialismo russo invasore, governo e forze politiche in seno all’Ucraina asserviti agli imperialismi in lotta;

dall’altro i proletari e le masse nei territori di guerra, nei paesi imperialisti occidentali e russi, che vogliono pace, lavoro, salute e libertà, che si possono conseguire solo volgendo la lotta e le armi contro le truppe imperialiste e reazionarie nei teatri di guerra e all’interno di tutti i paesi direttamente o indirettamente coinvolti.

In questo terreno, ognuno deve fare la sua parte. In primis le organizzazioni che organizzano la classe operaia, tutti i lavoratori, i giovani, gli studenti in lotta, le masse popolari colpite sia nei loro interessi materiali, sia nei loro sentimenti e aspirazioni.

Proletari comunisti – Pcm Italia