Soccorso Rosso Proletario

Soccorso Rosso Proletario

Il TAR annulla i Fogli di Via da Saluzzo.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte ha annullato i Fogli di Via emessi dal questore di Cuneo ai danni di un lavoratore agricolo stagionale e di un solidale in reazione alla manifestazione per il diritto alla casa del 18 giugno 2020.

Il 18 giugno oltre un centinaio tra lavoratori stagionali della frutta e solidali partecipavano ad un presidio sotto al Comune di Saluzzo. I braccianti, costretti a vivere per strada e nei parchi, chiedevano una soluzione abitativa (1). Dopo un tavolo insoddisfacente la manifestazione si era fatta strada per la città, bloccando il traffico e dando prova di grande determinazione, nonostante l’atteggiamento intimidatorio delle Continue reading

soccorso rosso proletario lavora per una assemblea nazionale volta a unire il MOVIMENTO DI LOTTA SU CARCERE E REPRESSIONE

Data la presenza a Bologna il 27 settembre, per l’assemblea nazionale delle lavoratrici e lavoratori combattivi – sala Dumbo, in via Casarini 72 dalle 9.30 – di alcun* compagn* lavoratrici/ori interessat* alla riunione aperta del soccorso rosso proletario, l’appuntamento è alle ore 14 ad latere dell’assemblea nazionale del patto d’azione.

https://www.facebook.com/events/294595905143667

La riunione preparatoria del 27 a Bologna è aperta a tutte le forze e compagn* interessat* a preparare insieme un’assemblea nazionale contro il carcere e la repressione, ridefinendo data, luogo, percorso e appello

“L’arresto di Dana è emblematico del clima di criminalizzazione del diritto alla libertà d’espressione e di manifestazione”: lo dice Amnesty International

Amnesty International condanna l’arresto dell’attivista No Tav Dana Lauriola
22 Settembre 2020

L’attivista e portavoce del movimento No Tav Dana Lauriola è stata arrestata all’alba dello scorso 17 settembre presso il suo domicilio a Bussoleno, in Valsusa, dove risiede dal 2019.

Dana Lauriola si trova attualmente nel carcere “Le Vallette” di Torino per scontare una pena detentiva di due anni, a seguito di una condanna definitiva per “violenza privata” e “interruzione aggravata di servizio di pubblica necessità” per un’azione dimostrativa pacifica realizzata il 3 marzo 2012 sull’autostrada Torino-Bardonecchia, all’altezza del casello di Avigliana, alla quale parteciparono circa 300 attivisti del movimento No Tav, in protesta contro la costruzione della linea ferroviaria di alta velocità.

Nel corso dell’azione, durata in tutto circa 20 minuti, una decina attivisti bloccarono l’accesso con il nastro adesivo ad alcuni tornelli del casello consentendo il passaggio alle automobili senza pagare il pedaggio, mentre altri attivisti del movimento esponevano striscioni e bandiere. Contemporaneamente, Dana Lauriola usava il megafono per spiegare le ragioni della manifestazione ai passanti e indirizzare le macchine in transito.

“Esprimere il proprio dissenso pacificamente non può essere punito con il carcere. L’arresto di Dana è emblematico del clima di criminalizzazione del diritto alla libertà d’espressione e di manifestazione non violenta, garantiti dalla Costituzione e da diversi meccanismi internazionali“, ha dichiarato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.

“È urgente che le autorità riconsiderino la richiesta di misure alternative alla detenzione e liberino immediatamente Dana Lauriola, arrestata ingiustamente per aver esercitato il suo diritto alla libera espressione e a manifestare pacificamente“, ha concluso Noury.

Ulteriori informazioni

In parallelo al suo attivismo di lunga data con il movimento, Dana Lauriola, 38 anni, è impegnata da vari anni in attività sociali ed opera attualmente come coordinatrice del reinserimento sociale nella Residenza Marsigli di Torino, gestita dalla cooperativa Aeris, che accoglie persone senza fissa dimora in convenzione con il Comune di Torino.

Nel giugno del 2019, sette anni dopo i fatti contestati, la Cassazione aveva confermato la durissima pena di due anni di carcere, per reati la cui pena minima prevista dal Codice penale sono 15 giorni.

Nel novembre 2019 la difesa aveva presentato istanza per l’affidamento in prova, una delle misure alternative al carcere previste, da svolgere con la cooperativa Aeris, nel cui ambito Dana Lauriola già svolgeva la sua attività lavorativa di tipo socioeducativo dal 2015. Tale misura è solitamente accordata per reati lievi di questa natura e in assenza di una valutazione sulla pericolosità sociale. Infatti, sebbene Dana Lauriola avesse altri carichi pendenti a suo carico, tutti sono legati ad azioni dimostrative non violente e nessuno è stato confermato in via definitiva.

Secondo l’avvocato Claudio Novaro, la relazione degli stessi servizi sociali ministeriali incaricati consigliava al Tribunale di sorveglianza di accogliere la richiesta di affidamento in prova, che avrebbe garantito a Dana Lauriola a la possibilità di continuare il suo lavoro nel reinserimento sociale dei senza fissa dimora.

Ciò nonostante, in maniera inaspettata, lo scorso 14 settembre 2020 il Tribunale di sorveglianza di Torino ha rifiutato tutte le misure di custodia alternative e dato quindi il via libera all’arresto dell’attivista.

L’assurdità dell’arresto si legge anche tra le righe delle motivazioni del Tribunale che spiegano il rifiuto delle misure alternative.

Da un lato il Tribunale infatti riconosce che Dana Lauriola svolgeva la sua attività lavorativa, era “normoinserita” e non rappresentava alcuna pericolosità sociale. Dall’altro invece sostiene la necessità dell’arresto per il mancato “pentimento” in riferimento al suo attivismo e menziona la sua scelta di risiedere a Bussoleno, luogo che la esporrebbe, secondo il documento legale, al “concreto rischio di frequentazione dei soggetti coinvolti in tale ideologia (No Tav)” e dove “potrebbe proseguire la propria attività di proselitismo e di militanza ideologica“.

Il contesto delle mobilitazioni

Le azioni organizzate dal movimento No Tav nel mese di marzo 2012 si iscrivono in una più ampia mobilitazione della Valsusa che aveva per oggetto la contestazione degli espropri di alcune terre da parte delle forze dell’ordine per proseguire con la costruzione della linea di alta velocità Torino-Lione. Mobilitazione che aveva coinvolto anche 23 sindaci della Valle, tra cui quello di Bussoleno.

Il 27 febbraio 2012, l’attivista Luca Abba, proprietario di uno dei terreni oggetto dell’esproprio, si era arrampicato su un traliccio dell’alta tensione in segno di protesta. A seguito della pressione di alcuni agenti per farlo scendere, era stato folgorato da una scarica elettrica ed era caduto da un’altezza di dieci metri, rimanendo in coma per alcuni giorni.

Da questo episodio si erano accese mobilitazioni di protesta nella Valsusa e anche in altre città italiane, tra le quali si inserisce anche la breve azione non violenta al casello autostradale di Avigliana del 3 marzo 2012.

Oltre a Dana Lauriola, altre undici persone erano state denunciate a seguito dell’azione dimostrativa, poi tutte condannate a pene definitive che vanno da uno a due anni. Tra queste c’è la professoressa Nicoletta Dosio, di 74 anni, arrestata nel dicembre 2019 e che oggi sta scontando la fine della sua condanna di un anno ai domiciliari. Le udienze del Tribunale di sorveglianza sulle misure alternative per le restanti dieci persone si svolgeranno proprio nelle prossime settimane.

L’unico danno materiale dell’azione di protesta alla società autostradale che ha la concessione per il tratto Torino-Bardonecchia, la SITAF spa, è stato quantificato a 777 euro, importo rimborsato da Dana e altri coimputati prima dell’ultima udienza a suo carico.

francia – appello a un mese di mobilitazione per la liberazione di G.I.Abdallah

APPEL AU MOIS INTERNATIONAL D’ACTIONS POUR LA LIBERATION DE GEORGES ABDALLAH

Depuis l’arrestation de Georges Abdallah, nombreux ont été les collectifs et comités de soutien qui peu à peu se sont créés pour défendre avec acharnement notre camarade et exiger sa libération. Cet héritage fondateur de cette lutte, nous l’avons depuis toujours reconnu et clamé. En 2015 néanmoins, pour le cinquième anniversaire de la manifestation organisée à Lannemezan par ces militants de longue date, volonté a aussi été exprimée d’intensifier ce combat et de coordonner les forces existantes pou amplifier la mobilisation et parvenir à établir un véritable changement du rapport de force appelé par notre camarade lui-même.

De-là, l’acte de naissance de la Campagne unitaire pour la libération de Georges Abdallah sur la base de la déclaration suivante, rédigée à l’époque :

« Nous, les participants à la réunion de soutien de Lannemezan ayant eu lieu après la manifestation du 24 octobre 2015 pour Georges Abdallah, appelons à l’intensification de la campagne de mobilisation pour la libération de notre camarade Georges Abdallah.


Nous nous reconnaissons dans l’identité politique de Georges Abdallah, combattant et résistant arabe, communiste libanais, symbole d’aujourd’hui du combat contre l’impérialisme, le sionisme, le capitalisme et les Etats réactionnaires arabes. Georges Abdallah est un prisonnier politique de l’Etat français depuis plus de trois décennies et ce sous les applaudissements des Etats-Unis et de l’entité sioniste. Son combat est le nôtre. Nous voulons une Palestine libre et victorieuse. Nous voulons la fin du colonialisme à travers le monde et sous toutes ses formes, la fin du capitalisme et de l’exploitation et nous soutenons la lutte des peuples contre toutes les oppressions. Nous nous reconnaissons dans le combat de Georges Abdallah contre la guerre d’invasion du Liban par les sionistes et pour la libération de la Palestine qu’il a mené avant d’être arrêté en 1984 par la police française. Nous nous reconnaissons dans son engagement révolutionnaire sans faille durant ses 3 décennies d’incarcération et sa farouche détermination combattante face à une justice de classe. Et nous serons à ses côtés le jour de sa libération pour continuer à lutter avec lui.

Nous sommes internationalistes et nous avons pleinement conscience que c’est l’Etat français qui maintient Georges Abdallah en prison. C’est cet Etat français et ses gouvernements successifs de droite et de gauche se disant républicain ou se disant socialiste qui met comme condition à la libération de ce militant intransigeant son reniement. Depuis plus de 30 ans, Georges Abdallah est debout face à ses geôliers et comme les milliers de prisonnières et prisonniers palestiniens, il ne cède rien. Il résiste et se bat pour la liberté.

La décision de non libération de Georges Abdallah est une décision politique et c’est pourquoi nous nous battons sur le terrain politique.

Nous appelons toutes les forces militantes, comités de soutien, associations, partis, syndicats à exprimer leur solidarité et à multiplier les initiatives pour faire connaître la cause de Georges Abdallah et pour que s’élève l’exigence de sa libération.

Nous appelons à une campagne nationale pour la libération de Georges Abdallah, menée dans le respect de ses engagements et de son parcours. Nous appelons également à la multiplication des initiatives internationales : Leila Khaled du FPLP le déclare si justement : « Georges Abdallah est un symbole pour les révolutionnaires à travers le monde ».

Nous appelons à ce que cette campagne soit menée sur deux axes principaux :

1. soutien au peuple palestinien et à son combat pour la victoire ; solidarité avec la lutte des prisonnières et des prisonniers palestiniens et défense du droit au retour et à l’autodétermination des Palestiniens.

2. soutien aux quartiers populaires et à leurs luttes d’émancipation ; solidarité avec les inculpés de la répression ; soutien aux révoltes contre les violences policières ; lutte contre le racisme d’Etat.

Nous appelons d’ores et déjà à des temps forts de mobilisation : rassemblements et manifestations à Lannemezan, Paris, Marseille, Toulouse, Lille, Bordeaux, Bruxelles, Beyrouth… A des meetings dans différentes villes de France, d’Europe ou du monde arabe. A l’implication des forces libanaises et palestiniennes qui mettent en avant la cause de Georges Abdallah (FPLP, PCL) ; à un appel à soutien des partis politiques et syndicats en accord avec la demande de libération de Georges Abdallah (PCF, NPA, CNT, FA, PIR…). A l’organisation d’événements lors de dates communes de mobilisation (journée de la terre, journée internationale des prisonniers politiques, 1 er mai…). A la multiplication des efforts de sensibilisation et d’information auprès des médias à diffusion large (L’Humanité, Politis, Le monde diplo, radios et presses militantes).

Nous désignons dès à présent les cibles communes à interpeller : les autorités françaises et libanaises. Plusieurs interpellations ont eu lieu dans différentes villes de France (Valls, Taubira, F. Hollande) et il faut multiplier ces interpellations.

Les Etats-Unis, partie civile dans le procès et toujours actifs pour bloquer la libération de Georges Abdallah, doivent également être interpellés et les autorités libanaises doivent se positionner fermement pour la libération de Georges Abdallah.

Une, deux, trois, mille initiatives pour la libération de Georges Abdallah !

Il est de nos luttes, nous sommes de son combat !

Palestine vivra, Palestine vaincra !

La victoire ou la victoire !

Lannemezan, le 24 octobre 2015 »

Cette ligne de défense de notre camarade sur cette base politique est aujourd’hui toujours la nôtre : Georges Abdallah, au quotidien, est de nos luttes et pas un acte militant n’est mené sans que nous réaffirmions que nous sommes de son combat. Depuis cinq ans, cette bataille sur le terrain politique, effectivement conduite dans le respect des engagements de notre camarade et de son parcours, est menée partout et par nous tous, selon les axes cités dans la déclaration de 2015 mais aussi plus largement au sein de toutes les luttes sociales et politiques, à travers des manifestations, des rassemblements, des meetings, des repas solidaires, des appels à signatures, des courriers adressés aux autorités françaises et libanaises et des semaines d’actions coordonnées entre toutes les forces engagées dans ce combat pour la libération de Georges Abdallah. Cet engagement à Paris, dans les régions, sur le plan national et désormais aussi largement sur le plan international – du fait de l’investissement de tous les soutiens à Georges Abdallah, dans la diversité de nos expressions – accroit chaque jour un peu plus la pression exercée ; et les multiples réactions – lues dans la presse, perceptibles aussi à travers les réponses des Gardes des sceaux et des ministres de l’Intérieur qui se sont succédé aux courriers d’élus ou encore traduites par les visites exceptionnelles menées auprès de notre camarade par des  représentants politiques et religieux haut placés ou par la réponse lancée par le Président français, lors de sa visite à Beyrouth, aux militants libanais réclamant la libération de Georges Abdallah – toutes ces réactions sont autant de signes à saisir de la justesse de la lutte menée et qu’il nous faut poursuivre sur la même dynamique et énergie en cherchant à interpeller encore plus directement les représentants de l’Etat français quand cela est possible ou encore en se mobilisant tous ensemble pour frapper d’une seule main.

Cette ligne de conduite, Georges Abdallah ne cesse de nous en donner les clés quand à plusieurs reprises, dans ses déclarations, il met en exergue la force de cette solidarité unitaire et coordonnée. Ainsi, rappelons simplement là encore quelques-uns de ses messages où il nous encourage à poursuivre dans ce sens :

« Encourageons, toujours plus camarades, les divers processus de convergence des luttes aussi bien au niveau local qu’au niveau

régional et à plus forte raison au niveau international » (Georges Abdallah – déclaration du 20 octobre 2018)

« Ce changement du rapport de force passe avant tout par l’inscription de cette démarche solidaire dans la dynamique globale de la

lutte en cours en assumant toujours plus le terrain de la lutte anticapitaliste et antiimpérialiste » car « il ne s’agit pas de faire comme

si nous ne savons pas que la dite justice est toujours une justice de classe au service d’une politique de classe inscrite dans la

dynamique globale d’une guerre de classe à l’échelle nationale et internationale » (Georges Abdallah – déclaration du 23 juin 2018).

C’est en ce sens et toujours fidèles à cette ligne et aux principes d’action politiques rappelés ici que nous appelons aujourd’hui à,

non plus une semaine internationale d’actions mais à un mois complet d’actions pour que nous tous, les soutiens à notre camarade,

nous ne laissions pas un espace politique libre sur le plan local, régional, national et international sans que soit mise à l’ordre du

jour l’exigence de la libération de notre camarade Georges Abdallah.

A Albertville, Amiens, Annecy, Aubagne, Aubervilliers, Besançon, Bordeaux, Clermont-Ferrand, Gennevilliers, Grenay, Grenoble,

Lannemezan, Lille, Lyon, Marseille, Montauban, Montpellier, Morlaix, Nanterre, Nîmes, Paris, Pau, Saint-Denis, Saint-Etienne, Tarbes,

Thionville, Toulouse, Troyes ; dans les Alpes-Maritimes, en Corse, dans le Finistère, le Gers, en Gironde, en Haute-Marne, dans les

Hautes-Pyrénées, l’Hérault, l’Ile de France, le Lot-et-Garonne, dans le Nord et le Pas de Calais, au Pays de Cornouaille, en PoitouCharentes, au Puy-de-Dôme, en région Rhône-Alpes, en Seine-Maritime et dans le Tarn-et-Garonne. ; en Algérie, en Allemagne, en

Angleterre, en Argentine, en Belgique, au Brésil, au Canada, en Espagne, en Grèce, en Inde, en Italie, au Kurdistan, au Liban, au

Luxembourg, au Maroc, en Palestine occupée, au Pérou, en Pologne, en Roumanie, en Tunisie, en Turquie – partout en France et dans

le monde où le combat de Georges Abdallah est relayé et l’exigence de sa libération portée, partout où nous sommes tous – soutiens

solidaires actifs à notre camarade – , multiplions les actions de mobilisation et intensifions la pression sur les représentants et les

lieux du pouvoir de l’Etat français pour qu’enfin soit signé par le ministre de l’Intérieur actuel l’avis d’expulsion conditionnant la

libération de notre camarade et que soit gagné ce combat de mise à mort de cette perpétuité réelle inique.

Nous tous, – anarchistes, autonomes, antifascistes, anti-impérialistes, antisionistes, communistes, démocrates, écologistes,

internationalistes, libertaires, marxistes-léninistes, marxistes-léninistes-maoïstes, républicains insoumis, révolutionnaires,

trotskystes ; engagés dans des partis, syndicats, fronts, campagnes, associations, collectifs, comités, mouvements et réseaux

multiples ; engagés aux côtés de notre camarade dans les luttes politiques pour la Palestine, en soutien à l’Intifada et contre la

Normalisation ; pour la défense des luttes des peuples et de leurs résistances ; pour la défense des prisonniers politiques et des

prisonniers révolutionnaires ; contre l’enfermement carcéral ; contre les violences policières ; pour la défense des immigrations et des

quartiers populaires ; contre le racisme ; pour la défense des travailleurs, de leurs acquis et de leurs droits ; pour celle des gilets jaunes ;

pour le combat de l’émancipation des femmes ; contre la torture et la peine de mort – mobilisons-nous une fois de plus, tous ensemble

là où nous sommes, dans cette diversité qu’est la nôtre, du 22 septembre 2020 au 24 octobre 2020 pour qu’à cette date, la dixième

manifestation à Lannemezan soit la dernière et que nous puissions enfin concrétiser ce désir profond que nous portons tous en nous

depuis ces si nombreuses années : « nous serons à ses côtés le jour de sa libération pour continuer à lutter avec lui ! ».

Une, deux, trois, mille initiatives pour la libération de Georges Abdallah !

Il est de nos luttes, nous sommes de son combat !

Palestine vivra, Palestine vaincra !

La victoire ou la victoire !

Paris, le 19 septembre 2020

Campagne.unitaire.gabdallah@gmail.com

Premiers signataires : Campagne unitaire pour la libération de Georges Abdallah – Campagne internationale pour la libération

de Georges Abdallah – Samidoun Palestinien Prisoner Solidarity Network – Campagne internationale pour la libération

d’Ahmad Sa’adat et ses camarades – Le CRI Rouge pour la défense des prisonniers révolutionnaires – Comité d’action et de

soutien aux luttes du peuple Marocain –

Agenda non exhaustif des actions programmées sur Paris et sa région durant le mois international d’actions

Du 22 septembre au 24 octobre sont d’ores et déjà programmées à Paris et sa région les initiatives suivantes :

– 19 septembre 2020 : « Ils roulent pour le Tour de France / Nous pédalons pour la Palestine ! » : participation à la déambulation en

vélo pour la Palestine dans les rues de Paris (initiative organisée par de nombreuses organisations de soutien à la Palestine) en

parallèle à l’arrivée du tour de France dans la région parisienne, pour dénoncer la participation de l’entité sioniste à cet événement

sportif.

– 26 septembre 2020 : participation à la « soirée des solidarités internationales », organisée à Nanterre en lien avec l’Arène et l’AFPS

locale

– 30 septembre 2020 : soutien à l’un de nos camarades qui passe en procès au tribunal de grande instance pour son implication dans

les manifestations contre la COP21

– 1 octobre 2020 : présence à la conférence avec Pierre Stambul dont l’intitulé est « Proche-Orient : la paix est-elle encore possible ? »

– 7 octobre 2020 : participation au rassemblement pour exiger la libération de Mumia Abu Jamal

– 10 octobre 2020 : participation à la rencontre nationale et au meeting d’Ile de France de l’ANC à Saint-Denis, sur le thème : Une

exigence : retrait de tous les soldats français d’Afrique ! »

– 17 octobre 2020 : participation à l’accueil de la marche de la solidarité des sans-papiers à Paris et aussi au rassemblement aussi au

pont Saint-Michel en hommage aux victimes du 17 octobre 1961

– 23 octobre 2020 : départ du car de Paris pour Lannemezan

– 24 octobre 2020 : 10

ème manifestation à Lannemezan

A prévoir aussi : un rassemblement devant le Ministère de l’Intérieur et un rassemblement hebdomadaire sur 4 semaines dans le

quartier populaire de Ménilmontant à Paris.

Merci de faire connaître à l’adresse de la campagne unitaire les initiatives programmées dans le cadre de ce mois international

d’actions pour aider à leur diffusion.

Taranto – niente condanne alle lotte dello Slai cobas sc – finalmente buone notizie

Due processi su lotte dei Disoccupati Organizzati Slai cobas degli anni passati che prevedevano ed erano state chieste dal PM condanne pesanti, uno per occupazione e blocco di un treno, l’altro per manifestazioni al Comune e all’Amiu, interruzione dell’uscita dei mezzi Amiu e addirittura danneggiamento portone di Palazzo di città, si sono conclusi sia con la prescizione di alcuni reati (si parla di lotte del 2011/2015), sia con assoluzioni.

I disoccupati slai cobas sono stati difesi dall’avvocato Alessandro D’Elia.

Questo è un fatto positivo, niente affatto scontato in questo periodo in cui ogni lotta viene criminalizzata.

Nessuno dice che proprio grazie a quelle manifestazioni, a quelle lotte dello Slai cobas tanti disoccupati di allora poi hanno conquistato posti di lavoro!

Quelle lotte sono state importanti anche per la dignità, la coscienza di classe che via via i disoccupati organizzati acquisivano.

Chi poi tradendo questa grande fase di lotta, e tradendo sè stesso, ha abbandonato questa strada, è diventato un servetto delle aziende.

Gli altri continuano, con lo Slai cobas, ad essere orgogliosamente una “spina nel fianco” di padroni e Comune.

Bolzano – la santa inquisizione a difesa dei muri antimmigrati chiede 300 anni di prigione per 63 compagni anarchici

Le réquisitoire a été prononcé au tribunal de Bolzano, fortifié pour l’occasion, contre les 63 anarchistes accusés d’avoir affronté les forces de police au col du Brenner, le 7 mai 2016, lors d’une manifestation contre le “mur anti-migrants” décrété par l’Autriche (voir notre article). Le procès, qui s’achemine donc vers sa conclusion, se déroule selon une procédure abrégée (acceptée par les accusés). Le procureur a requis de la prison ferme pour les 63 prévenus. Les chefs d’accusation les plus graves sont ceux de dévastation et de pillage. Les demandes d’emprisonnement vont de quelques mois à un maximum de dix ans. D’autres auditions suivront, réservées à la défense et aux débats, avant d’arriver au prononcé de la sentence dans les semaines à venir.

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