Per i detenuti politici rivoluzionari il 41bis viene applicato con una funzione di vendetta verso coloro che non si pentono, che rivendicano la loro militanza rivoluzionaria (come appunto Alfredo Cospito), e con una funzione deterrente anche verso l’esterno.
Lo Stato borghese, i governi vogliono imporre dentro e fuori la loro “pace sociale” ancora di più oggi nella fase di crisi, partecipazione alla guerra inter imperialista, e ancora di più oggi da parte di un governo Meloni moderno fascista che punta a stravolgere anche i diritti costituzionali, che fa stare nel proprio seno (parlamento, Camera, Senato, governo) personaggi dichiaratamente fascisti, in aperto contrasto con le stesse leggi antifasciste, antirazziste; e che ora con le nuove prossime norme del Min. della giustizia vuole continuare a coprire i politici corrotti, i fascisti, la criminalita’ “legale”.
La stessa cattura di Messina Denaro viene usata per rafforzare e dare nuova legittimazione al regime del 41bis e dell’ergastolo ostativo, mettendo sempre sullo stesso piano (vedi le dichiarazioni di Nordio sulle intercettazioni), mafia e terrorismo, intendendo chiaramente per “terrorismo” le organizzazioni, le lotte dei rivoluzionari, dei comunisti, per rovesciare con tutte le armi necessarie questo sistema capitalista, il suo Stato, ai suoi governi.
La repressione che questo Stato sta portando da tempo avanti ed avanza sempre di più per colpire le lotte e le loro avanguardie che fuoriescano dai limiti imposti dalla legislazione borghese, trova la sua punta di iceberg verso i prigionieri politici; cioè verso chi, in varie maniere, con cui si può essere d’accordo o meno (noi non siamo d’accordo con gli anarchici con la loro visione strategica, la loro politica e spesso anche la loro pratica), pone di fatto la verita’, necessita’ della lotta armata contro uno Stato che attacca i diritti della maggioranza delle masse, dei proletari, da quelli più elementari e quotidiani, il diritto al lavoro, al salario, alla sanita’, alla scuola, a quelli più generali, uno Stato che oggi ci trascina nella guerra.
Ma da un lato questo Stato con la repressione si mostra forte, dall’altro, proprio per questo, mostra di avere paura anche del solo fatto che si alluda ad un cambiamento radicale di questa società.
In questo contesto va visto l’accanimento dello Stato contro Alfredo Cospito. Che, non dimentichiamo, ha gia’ scontato la condanna per aver ferito a Genova il dirigente dell’Ansaldo Roberto Adinolfi, e ora viene accusato di aver posto dei pacchi bomba davanti alla scuola allievi dei carabinieri di Fossano che non hanno causato né morti né feriti. Ma questo viene considerato strage politica contro lo Stato e per questo lo si vuole segregare a vita. La sua colpa è aggravata dal fatto che continua a lottare con lo sciopero della fame e in questo senso è un’indicazione vivente a non piegarsi.
Il regime del 41bis, giustamente l’abbiamo definito “tortura bianca”, è un isolamento a 360 gradi, non solo con l’esterno con i propri familiari, ma anche all’interno del carcere con gli altri detenuti. E’ vietato ricevere posta, libri, è vietato anche salutarsi tra detenuti, c’è di fatto il divieto di comunicazione, di parola.
Questo è uccidere una persona. E giustamente Cospito in una sua lettera ha scritto: “La vita non ha senso in questa tomba per vivi”.
Ma ancora una volta lo Stato, la giustizia borghese oltre che reazionaria, repressiva, è anche “stupida”: ha voluto mettere a tacere un anarchico e ha sollevato una pietra che gli sta comunque ricadendo sui piedi, la vicenda di Alfredo, con il suo indomito sciopero della fame, è diventata di dominio pubblico, ha suscitato vasta solidarieta’ anche da realta’ molto diverse, tante e continue iniziative, manifestazioni.
Oggi questa mobilitazione va continuata, sviluppata ancora di più, estesa, utilizzando vari mezzi e forme, investendo da ogni realta’ di lotta ai democratici sinceri, e portandola sempre di più tra le masse popolari, i lavoratori spiegando perchè questa repressione riguarda tutti coloro che si ribellano, che lottano contro lo stato esistente, e che la repressione dello Stato borghese ai rivoluzionari è parte centrale della guerra di classe tra proletari, masse popolari e padroni, Stato, governi al servizio di questo sistema di sfruttamento, di mancanza di lavoro, di guerra, di miseria, di attacco ai diritti civili e alla stessa democrazia.
Tutte le solidarieta’ sono importanti, ma noi in questa battaglia vogliamo soprattutto la solidarieta’ che rispetti quello che ha scritto lo stesso Alfredo Cospito: “fino alla fine contro il 41bis e l’ergastolo ostativo”: “mi opporró con tutte le forze all’alimentazione forzata. Saranno costretti a legarmi nel letto… Alla loro spietatezza ed accanimento opporró la mia forza, tenacia e la volontá di un anarchico e rivoluzionario cosciente…”.
La nostra parola d’ordine è, quindi, “Fuori Alfredo Cospito dal 41 bis, no all’ergastolo ostativo; salvare la vita e la sua identità politica”.
Questo è oggi ciò che va conseguito in tutti i modi possibili.
Dobbiamo vincerla questa battaglia di Alfredo, con Alfredo.
Se vinciamo avremo fatto un passo in avanti per la lotta contro questo Stato borghese assassino.