Soccorso Rosso Proletario

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Senza docce e celle troppo vecchie: i guai delle quattro carceri della provincia di Cuneo

Il sopralluogo dei Radicali, la situazione peggiore è a Saluzzo con poco personale per i quattrocento detenuti
Il carcere dove i detenuti si lamentano di non poter neppure bere l’acqua del rubinetto e dove anche fare la doccia è «fastidioso» (accade ad Alba, nell’istituto già chiuso per due anni dopo alcuni casi di legionella). Poi quelli di Saluzzo e Cuneo, da sempre senza un collegamento autobus con il centro, quindi i parenti dei 650 reclusi devono usare taxi oppure mezzi privati per dirigersi ai colloqui.
Nel fine settimana gli attivisti dei Radicali hanno visitato le 4 case circondariali ella provincia. Sabato Alba e Fossano, domenica Cuneo e Saluzzo, i due con più popolazione carceraria. La delegazione era composta da Filippo Blengino, segretario dei Radicali Cuneo, con Alessia Lubee, Alexandra Casu e Sabatino Tarquini, insieme ad altri attivisti che hanno visitato gli istituti nelle singole città.
Spiega Blengino: «Nelle quattro carceri del Cuneese non si registrano sovraffollamenti, ma le strutture spesso sono vecchie e fatiscenti. Soprattutto Saluzzo, che supera i 400 detenuti. Ad Alba al “Giuseppe Montalto” i reclusi ci hanno spiegato di non poter neppure usare l’acqua del rubinetto per bere e che fare la doccia “pizzica” la pelle. Lì c’è un solo padiglione aperto su tre in totale, per una trentina di detenuti. Ma con la cifra record di 130 agenti, una sproporzione legata al fatto che quando l’istituto venne chiuso i poliziotti non erano stati trasferiti».
Sono state visitate anche le attività collaterali. Ad Alba si produce vino, a Cuneo c’è un laboratorio di panetteria che impiega tre detenuti e presto dovrebbero essere anche recuperate le serre, a Saluzzo c’è un biscottificio, mentre a Fossano ci sono laboratori attrezzati e corsi. Ancora Blengino: «La realtà di Fossano è davvero un caso unico, con un centinaio di detenuti e lunghe pene da scontare: qui manca il personale, ma l’istituto ha una palestra ben attrezzata, un’officina di falegnameria, si fanno anche corsi di teatro. A Saluzzo la situazione forse più complessa, dove manca il 30% degli agenti e ci sono appena 4 educatori per 400 detenuti. Lo psichiatra? Ce n’è uno solo, esterno, che riesce a fare pochissime visite. Funziona bene solo un padiglione da poco rinnovato e c’è una sezione in fase di ultimazione per detenuti-studenti. Ma in gran parte del carcere, nelle ali vecchie, le celle sono piccole e senza doccia, come invece imporrebbero le norme».
A Cuneo i Radicali hanno segnalato che le celle restano aperte solo 8 ore al giorno, il minimo previsto dalla legge, meno che negli altri tre istituti. Blengino conclude: «Per Cuneo, con 250 detenuti, e Saluzzo, con oltre 400, il problema è la mancanza da sempre di trasporti pubblici. Al Cerialdo entro febbraio è attesa la fine dei cantieri in un padiglione che poterà ad accogliere 90 nuovi detenuti. Nel periodo peggiore del Covid a Cuneo e Saluzzo ci sono stati focolai, con oltre 20 positivi, ma ora la campagna vaccinale ha funzionato con percentuali oltre il 90% di immunizzati. Durante la pandemia la gestione è stata davvero difficile: mancavano spazi adeguati per gli isolamenti fiduciari e questo ha favorito la circolazione del virus, anche tra il personale».

Pavia, troppi disagi a Torre del Gallo. I detenuti allo sciopero del cibo

Pavia, troppi disagi a Torre del Gallo. I detenuti allo sciopero del cibo

Tre suicidi in un mese. I reclusi rifiutano il carrello con gli alimenti che viene loro portato. “Da tanti mesi le nostre denunce sono inascoltate”
Pavia  – Rifiutano il cibo che viene portato loro in cella i detenuti del carcere di Torre del Gallo. Hanno deciso di attuare lo “sciopero del carrello” per protestare contro una serie di gravi disagi che vanno avanti da tempo. Una situazione che recentemente si è acuita tanto che sono stati registrati tre suicidi nell’arco di un mese. “Questa manifestazione civile di protesta – si legge in una lettera che diversi detenuti delle sei sezioni della casa circondariale hanno indirizzato al ministro della giustizia Marta Cartabia, al dipartimento di amministrazione penitenziaria, al garante nazionale e provinciale dei detenuti, al presidente del tribunale di sorveglianza di Pavia, al direttore del carcere di Torre del Gallo, ai parlamentari e consiglieri regionali pavesi e al sindaco di Pavia – viene indetta dopo mesi e mesi in cui i nostri rappresentanti in commissione denunciano le mancanze, senza nessun riscontro o risposte”.
Numerosi i problemi denunciati nella missiva e più volte sollevati dai detenuti che vanno dalla mancanza parziale o totale di riscaldamento nelle stanze di pernottamento, salette, corridoi, sale avvocati e sale comuni, all’impossibilità di effettuare colloqui con i parenti in un ambiente accogliente e dignitoso passando per l’abbandono strutturale che si tramuta in un’impossibilità di effettuare corsi, attività sportive e ricreative. Non solo, in carcere non vengono effettuate attività ricreative sia sportive che di studio, corsi riabilitativi ed è presente un solo medico per 700 detenuti che non vengono visitati se non per urgenze e molto spesso per atti autolesionistici.
Secondo i detenuti di Torre del Gallo l’attesa media per le visite specialistiche è di circa 8-10 mesi e i colloqui con i detenuti avvengono con una cadenza che varia dai 6 agli 8 mesi. “Il 62% dei detenuti ha problemi di tossicodipendenza, alcoldipendenza o ludopatia – prosegue la lettera dei detenuti – ma il personale del Serd è carente. Inoltre manca l’agente di rete e l’igiene: le docce in alcune sezioni sono completamente ammuffite, non funzionanti e non è presente un asciuga capelli. In cella manca l’acqua calda per la pulizia personale e delle stoviglie ed è impossibile far lavare lenzuola e coperte personali, nonostante sia stata richiesta più volte la dotazione di lavatrici e asciugatrici a gettoni”. Una situazione confermata anche dal garante dei detenuti Laura Cesaris preoccupata per i suicidi registrati ultimamente che ha definito “la punta di un iceberg”.