Lo stato reprime, la valle resiste. Il saluto di Nicoletta Dosio agli arresti domiciliari

La lotta NO TAV si rimette in cammino lungo i sentieri della Clarea. Da giorni arrivavano scampoli di notizie su un’imminente ripresa dei lavori. Da tempo materiali si andavano ammassando oltre le reti, lungo il torrente, ai piedi dei piloni autostradali. Intanto in Valle aumentavano i controlli; gli alberghi collaborazionisti si preparavano ad ospitare le truppe, ogni mattina si sentiva il rombo dell’elicottero che saliva da Torino.

Ieri il movimento NO TAV si è ritrovato a Giaglione e si è messo in marcia. E’ nato il presidio permanente ai Mulini di Clarea. Le foto ci raccontano la bella giornata di sole, la costruzione delle barricate, l’allegria che accompagna la vita anche nei momenti più duri, quando si attende e si sa che il difficile sta per venire, ma si è anche consapevoli che, nonostante tutto, non si può disilludere un sogno ed abdicare al senso di responsabilità verso il futuro

Sono arrivati, di notte, come sempre. Hanno circondato il presidio, alzato barriere sui sentieri, ma non sono ancora riusciti a piegare i resistenti, alcuni saliti sugli alberi, altri sui tetti dei mulini, qualcuno incatenato ai cancelli. Le bandiere NO TAV garriscono con le rondini, al vento della Clarea.

In Valle volano incessanti le notizie, gli appuntamenti del fare concretamente, gli appelli alle realtà solidali: come sempre si deve partire insieme, con una risposta che sia di tutti e per tutti.

La rabbia è tanta: si può che provare odio per i lobbisti che, rinchiusi nel Palazzo, continuano a presentare come pubblica utilità la devastazione sociale e ambientale legata a questa e alle altre Grandi Opere, inutili, costosissime, mortali.

Questo è il CuraItalia messo in piedi dalla folle bulimia dei nostri nemici di sempre che siedono nelle istituzioni e non rinunciano a trasformare in oro per i loro forzieri aria, acqua, suolo, salute, cultura, bellezza…e la memoria del passato, la vita del presente, la speranza del futuro di tutti.

Care compagne, cari compagni, per la prima volta non sono con voi nei luoghi della resistenza. Questi arresti domiciliari mi pesano insopportabilmente e più che mai in questi momenti, quando tutte e tutti sarebbero indispensabili, anche chi come me ha ormai poco da dare in forza fisica…ma il cuore è vivo e batte il ritmo della lotta….

Nicoletta

Udine presidio solidale al carcere sabato 27 giugno h14,30

Assemblea contro il carcere e la repressione

organizza
SABATO 27 GIUGNO
dalle ore 14.30
in Via Ragusa a Udine
PRESIDIO SOLIDALE CON I DETENUTI
SOTTO LE MURA DEL CARCERE DI UDINE
In continuità con il presidio che si è tenuto giovedì 11 giugno di fronte alla Direzione del Distretto Sanitario di Udine per protestare contro la condizione igienico-sanitaria del carcere di Via Spalato, segnalata più volte da dentro e per coinvolgere in questa protesta le/gli utenti del sistema sanitario.
DIFFONDI!!   PARTECIPA!!
allegato il volantino
Per contatti:
Associazione Senza Sbarre
Casella Postale 129 – Trieste centro – 34121 Trieste

soccorso rosso proletario appoggia la richiesta e parteciperà alle iniziative

La necessità dell’amnistia sociale

Sono quasi cinquantaquattromila le persone private della libertà che affollano le carceri italiane. Cinquantaquattromila persone costrette a spartire celle già anguste con migliaia di persone in più rispetto alla loro capienza regolamentare, determinando un sovraffollamento che impone una forzata prossimità e che annulla di fatto il rispetto di quella dignità umana che di diritto dovrebbe competere a chiunque.

In questi giorni in cui un’emergenza sanitaria ci impone il confronto con la vulnerabilità dei nostri corpi, dopo aver vissuto le nostre abitazioni come luoghi di reclusione forzosi, non possiamo non rimettere al centro di un ragionamento politico all’altezza della fase chi vive una vulnerabilità e una reclusione più assoluta e disperante: quella di decine di migliaia di persone il cui diritto alla incolumità e alla salute è stato negato, salvo qualche debole misura scarcerativa applicabile solo ad un numero esiguo di reclusi, dal decreto “Cura Italia”.

Ma se ieri si è voluta ignorare l’urgenza delle problematiche carcerarie, l’emergenza di oggi rende indifferibile la necessità di una soluzione. Continua a leggere