Gli amici di Sasà, l”attore’ morto durante le rivolte in carcere, vogliono sapere cos’è successo
” Noi amici teatranti di Sasà siamo tanti e siamo indignati e chiederemo a gran voce che si faccia un po’ di luce nel buio di quelle notti della democrazia, del diritto, della dignità, della Costituzione”.
Ha interpretato Pinocchio, il ‘vecchietto’ del ‘Rovescio e diritto’ di Camus, veniva anche pagato per recitare nella compagnia del teatro del carcere di Bollate che si è esibita sui palcoscenici italiani più importanti.
Salvatore Cuono Piscitelli aveva 40 anni, era una delle 13 persone detenute, lui per furto e utilizzo di una carta di credito rubata, che, tra l’8 e il 10 marzo, hanno perso la vita durante le rivolte scoppiate in tutta Italia, provocate anche dalla compressione del diritto di colloquio durante la fase più acuta della pandemia. I suoi amici teatranti dell’istituto di Bollate hanno saputo solo da pochi giorni che tra quei morti, per molte settimane rimasti senza nome, i loro corpi cremati subito dopo le autopsie, c’era l’uomo che per loro era solo ‘Sasà’. E ora, assieme alla nipote Rosa di 22 anni, hanno delle richieste da fare, affidate all’avvocato Antonella Calcaterra: “Vogliamo sapere cos’è successo – spiega all’AGI Michelina Cappato che del progetto ‘Teatrodentro’, poi terminato per mancanza di fondi, di era tra gli animatori – le poche notizie trapelate dicono che, dopo le proteste e come centinaia di altri, è stato trasferito da Modena, dove era recluso, ad Ascoli, ma ad Ascoli non è arrivato vivo. Noi amici teatranti di Sasà siamo tanti e siamo indignati e chiederemo a gran voce che si faccia un po’ di luce nel buio di quelle notti della democrazia, del diritto, della dignità, della Costituzione”. Continua a leggere