Archivi giornalieri: 11/06/2020
Pestaggi e torture nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, 44 agenti indagati
La procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) ha iscritto nel registro degli indagati 44 agenti della polizia penitenziaria in servizio nel carcere in una inchiesta avviata dopo presunte violenze all’interno dell’istituto di pena durante le rivolte nel periodo del Covid 19.
Tra gli atti presentati dal garante in Procura c’è anche una telefonata tra un detenuto e un componente della sua famiglia. Nel corso del colloquio, la parente cerca di ottenere quante più informazioni possibili dall’uomo sui pestaggi. «Erano le quattro e mezza, cinque, quando vi hanno picchiato», dice lei. «Si» risponde il detenuto. «Vi hanno tagliato anche barba e capelli – insiste lei – perché c’è qualcuno che ha la testa rotta per le botte?». Ancora una volta l’uomo risponde affermativamente. «Hanno picchiato anche te?», insiste la donna. E di nuovo il detenuto: «Hanno picchiato tutti. E lo fanno tutti i giorni. Ci picchiano a turno. Ti acchiappano e ti incastrano in tre o quattro nella cella»… (da Osservatorio repressione)
Ascolta e leggi qui sotto “Dieci minuti: voci dal carcere ai tempi del Covid” del collettivo Lorem Ipsum
https://soundcloud.com/loremipsumnews/10-minuti
Dieci minuti. Tanto dura la telefonata settimanale concessa ad ogni detenuto d’Italia per chiamare i propri cari, amici, conoscenti. Dieci minuti in cui, come sentirete in questo podcast, molti carcerati stanno denunciando le precarie condizioni sanitarie delle prigioni italiane di fronte all’arrivo del Covid-19.
Tra sovraffollamento, mancanza di mascherine e scarsa assistenza da parte del personale sanitario, la violazione dell’articolo 32 della Costituzione, quello sul diritto alla salute, appare palese. E di giorno in giorno il rischio epidemia è sempre più alto. Come se non bastasse, in alcune carceri ci sarebbero stati anche violenti pestaggi in seguito alle rivolte scaturite dal panico per i primi contagi.
Una situazione esplosiva, per la quale persino la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, su ricorso presentato dagli avvocati di un detenuto, ha chiesto spiegazioni, ricevendo risposte “generiche” e vaghe da parte del governo.
Nel frattempo, i detenuti continuano a telefonare. Quelle che sentirete nel podcast Dieci minuti sono le loro voci. Autentiche quando i detenuti stessi hanno trovato il coraggio di denunciare pubblicamente la loro situazione. O distorte, quando il timore di ritorsioni ha avuto la meglio.
(Da Il Dubbio)
Sosteniamo e trasformiamo in iniziative la mozione del patto d’azione sulla repressione
No alla repressione alla repressione dei padroni e dello Stato! Per l’unità di classe!
Le associazioni padronali e i loro servi al governo nazionale e nelle giunte locali cercano di sfruttare la crisi sanitaria ed economica per regolare i conti con i lavoratori e le organizzazioni sindacali combattive all’interno delle aziende, e più in generale per colpire ogni forma di opposizione sociale e politica. Cercano di imporre uno stato di polizia perché la macchina del profitto deve andare avanti sempre e comunque, anche a costo della vita dei lavoratori!
Sono state vietate le riunioni sindacali, si è intimato ai lavoratori (compresi infermieri) di non rivelare all’esterno i casi di contagio, le carenze nella fornitura di DPI o il mancato rispetto delle restanti norme di sicurezza.
Abbiamo visto mandare l’esercito contro i lavoratori in lotta in TNT-Fedex, in BRT e in UPS, mentre decine di lavoratori, attivisti sindacali e politici sono stati oggetto di intimidazioni, multe, denunce o aggressioni a Bologna, Modena, Taranto, Milano, Genova, Trieste e in molte altre città.
La repressione non ha risparmiato chi ha portato avanti azioni di solidarietà e assistenza, come a Quarto, Torino o a Napoli dove la polizia si è presentata a casa di alcuni disoccupati per identificarli: tutti compagni “colpevoli” di aver chiesto risposte su bonus spesa, garanzia del salario diretto e indiretto, sospensione di bollette e affitti, tutela reale ed effettiva della salute e della vita dei proletari nei luoghi di lavoro, in primo luogo in quelle attività rimaste aperte durante tutto il periodo della pandemia.
Abbiamo assistito a una strage nelle carceri, ma dodici compagni anarchici sono stati arrestati o denunciati a Bologna per “reato di solidarietà” verso i detenuti e le rivolte nei CPR. La Procura di Milano minaccia un procedimento per terrorismo per una scritta su un muro che non dice altro che la verità sulla gestione criminale dell’emergenza da parte dello Stato dei padroni. Il tribunale di Messina rimanda a giudizio quarantuno altri compagni; a Foggia continua la persecuzione giudiziaria nei confronti delle attiviste/i e dei lavoratori in lotta contro lo sfruttamento del bracciantato agricolo.
Le realtà aderenti all’Assemblea per il patto d’azione esprimono la propria incondizionata solidarietà a chi oggi lotta per gli interessi di classe. Risponderemo ad ogni attacco rafforzando l’unità di classe! Faremo di ogni attacco repressivo un’occasione per unire le lotte sui luoghi di lavoro e sui territori, a livello nazionale e internazionale.
La crisi la paghino i padroni!
Non siamo carne da macello!
Indietro non si torna!
Assemblea per il Patto d’azione
L’Antirazzismo e la solidarietà non sono reati da perseguire ma esempi da seguire. Massima solidarietà dal SRP
Repressione in alta Val Susa: 18 misure cautelari e rischio sgombero per il rifugio “Chez Jesus”.
Divieto di dimora per 18 compagni di “Briser les frontiers”, tra i quali 3 francesi, per l’occupazione nel 2018 della chiesa di Claviere e della casa cantoniera di Oulx, in Alta Valle di Susa. Sono accusati di invasione di edifici e violazione di domicilio.
La chiesa di Claviere venne occupata tra il 22 e il 23 marzo 2018 e trasformata nel rifugio autogestito ‘Chez Jesus’, mentre la casa cantoniera il 9 dicembre dello stesso anno: entrambe erano state trasformate in spazi autogestiti per supportare i migranti che volevano passare il confine con la Francia.
Alla base delle misure cautelari, secondo gli attivisti, i diversi interessi economici che attraversano l’Alta Val Susa: dal turismo, che dopo mesi di lockdown e con l’affacciarsi della stagione estiva non tollera la presenza di migranti e solidali, al Tav, visto tra i Comuni compresi nel divieto di dimora c’è Salbertrand, lontano dal confine ma interessato invece dai lavori dell’Alta Velocità
Ne abbiamo parlato con Caterina compagna del collettivo Briser Les Frontieres Ascolta o scarica
Solidarietà operaia e proletaria insieme
Lo Slai Cobas per il sindacato di classe – coordinamento nazionale invita alla massima solidarietà con gli operai TNT di Peschiera Borromeo
La selvaggia repressione poliziesca non ferma la lotta dei lavoratori ma dimostra che come sindacalismo classista e combattivo dobbiamo potenziare l’azione nazionale contro la repressione di stato.
Serve a nostro giudizio una giornata unitaria di risposta dei lavoratori.
Noi proponiamo che il 19 giugno ci muoviamo insieme laddove è possibile con scioperi di solidarietà anche di 1 ora, laddove non siamo in grado con mozioni solidali approvate dai lavoratori e presidi alle prefutture
19 giugno – che fine ha fatto la solidarietà ai prigionieri politici rivoluzionari?
Campagna di informazione sulla situazione di Nadia lioce e dei prigionieri politici nelle carceri imperialiste in occasione del 19 giugno
giornata di propaganda e informazione di soccorso rosso proletario
dacci una mano