Verso il 19 giugno – La solidarietà non si arresta!

Riprendiamo, da Rete Evasioni, il comunicato in solidarietà con i compagni e le  compagne colpite dall’operazione “ritrovo”, e torniamo a proporre una giornata di mobilitazione nazionale sotto le carceri per il 19 giugno, al fianco di tutti i prigionieri e le prigioniere ribelli:

Insieme nel cuore e nella lotta

Tra gli atti a sostegno dell’operazione repressiva del 13 marzo, la Procura di Bologna dichiara apertamente la necessità di togliere di mezzo le persone disposte a lottare e di farlo preventivamente, in considerazione dell’attuale momento storico in cui tensioni sociali potrebbero scatenarsi in tutto il paese.
Le accuse rivolte a 12 compagni/e sono istigazione a delinquere, danneggiamento, imbrattamento e incendio, nel quadro di un’associazione con finalità di terrorismo o eversione dell’ordine democratico. Anche quella Procura è convinta che bisogna vivere di miseria e di carcere, e così altre 7 compagne e compagni sono detenuti e altri/e 5 hanno l’obbligo di dimora e di firma.
Descrivere chi vive di solidarietà come “istigatore” non rappresenta solamente un pesante capo di imputazione dal punto di vista di anni di carcere da richiedere. La figura dell’istigatore fa emergere l’ennesimo tentativo manipolatorio dello Stato. La responsabilità di ciò che avviene all’interno di qualsiasi luogo di reclusione, così come nella società tutta, risiede esclusivamente nelle scelte politiche dei vari governi. Chiunque viva sulla propria pelle lo sfruttamento, l’impoverimento, l’esclusione, il pericolo della propria incolumità causata proprio da quelle stesse politiche, sa bene verso chi rivolgere la propria rabbia e non ha certo bisogno di suggerimenti terzi. Lo ha ben dimostrato l’immediata risposta delle persone detenute all’irresponsabile e cinico disinteresse dello Stato sulla gestione dell’emergenza Covid, con le spontanee rivolte di marzo dentro le carceri e le proteste ancora in corso. Così come lo hanno sempre dimostrato le rivolte avvenute all’interno dei centri di detenzione per immigrati.
Da due mesi ci sono rivolte nelle carceri di tutto il mondo perché le persone detenute non accettano di essere condannate al contagio del Covid nel contesto atroce di privazione della libertà.
C’erano Elena, Leo, Zipeppe, Stefi, Nicole, Guido, Duccio, Martino, Otta, Angelo, Emma e Tommi davanti le mura di tutte le carceri?
Probabilmente sì. Tante Elena, Leo, Zipeppe, Stefi, Nicole, Guido, Duccio, Martino, Otta, Angelo, Emma, Tommi e tante/i noi.
La lotta per un mondo giusto, la lotta per la libertà, la lotta contro ogni forma di autorità, non è “istigazione” bensì solidarietà ed è, e sempre sarà, patrimonio di tutti e tutte noi.
In un mondo di muri, droni, guerre, segregazione razziale, violenza di genere e sfruttamento c’è chi sceglie da che parte stare.
 
SIAMO CON VOI
LIBERI TUTTI LIBERE TUTTE ORA
 
Rete Evasioni

Solidarietà a Dilan Ekin e Tugce Tayyar – Soccorso Rosso Proletario

La repressione politica dello stato fascista turco contro i membri di Grup Yorum e i loro sostenitori continua:
Diverse persone, tra cui membri di Grup Yorum e avvocati, sono state arrestate presso
l’istituto di fede alevitica Cemevi, per aver partecipato alla cerimonia funebre di Ibrahim Gökcek, che è stata brutalmente attaccata dalla polizia dell’AKP, che ha anche violato e rapito la salma del compagno Ibrahim dalla sala di sepoltura di Cemevi.
Dopo 4 giorni di detenzione arbitraria da parte della polizia, i giudici hanno rilasciato le persone arrestate, ma il pubblico ministero ha spiccato un mandato d’arresto contro altre due componenti della band,
le compagne Dilan Ekin e Tugce Tayyar.
Questo mandato di arresto deve essere revocato immediatamente!
Partecipare al funerale di un compagno deceduto non è un crimine! Criminale è
Erdoğan ed i governi dei paesi imperialisti che lo sostengono, tra cui l’Italia. Criminale è chi attacca i funerali dei compagni con bombe a gas e proiettili di gomma, chi apre le porte di una sala di sepoltura per rapire il corpo di Ibrahim Gökcek ed arrestare chiunque partecipi al suo funerale!
 

La repressione contro Grup Yorum deve essere fermata.
Libertà per tutti i membri della band

Libertà per Dilan Ekin e Tugce Tayyar.