BERGAMO: GIOVANE ITALIANO PER BENE, AMMAZZA A FREDDO DAVANTI ALLA FAMIGLIA IL PADRE IMMIGRATO TUNISINO ‘PER FUTILI MOTIVI’. LE RAGIONI CHE NON SONO BANALI, STANNO NELLA POLITICA RAZZISTA CHE AMMORBA L’ITALIA, NEL FASCIO POPULISMO CHE AVANZA, ELEMENTI COSTITUENTI ANCHE DEL GOVERNO DRAGHI, CHE TRASFORMA GLI IMMIGRATI IN BERSAGLI. E CHE CI CHIAMA A SCHIERARCI E RISPONDERE.

Date in ripresa per via del semestre bianco, concentrate sui porti e gli sbarchi, esaltate da Salvini e Meloni, la propaganda e la politica razzista contro gli immigrati in realtà non si sono mai fermate e restano un tratto pesantemente distintivo anche dell’intero governo.

Un clima di odio aperto crescente e una rete di leggi speciali che a prescindere hanno già fatto dell’Italia un paese razzista. Leggi fabbrica clandestini usate dai padroni per sfruttare manodopera in condizioni di forte bisogno, una giungla di documenti richiesti solo agli immigrati abusati dalle agenzie di lavoro come forma di ricatto verso i lavoratori, dalle amministrazioni comunali come deterrente, un’insofferenza generale che ha fatto tornare reale il ‘non si affitta agli immigrati’.

Anche la cronaca di questa esecuzione per un richiamo a fare attenzione alla bambina, ci restituisce i frutti marci di questo clima. Dopo i dettagli del fatto, l’omicida diventa un bravo ragazzo, calmo e tranquillo che lavora nell’azienda di famiglia; la vittima una persona disoccupata, che aveva già subito una condanna, controllato spesso dai carabinieri per urla che si sentivano in casa.

Non sono ancora passate 24 ore, e pare già dimenticata la dinamica di un assassinio a freddo verso un padre in compagnia della famiglia tutto a vantaggio di ricostruzioni fantasiose magari utili come attenuati per l’omicida.

Dopo Youns questo è un altro caso di giustizia dove le parole dei familiari non devono essere scordate: ‘adesso quel ragazzo deve pagare, deve fare l’ergastolo, non uscire tra qualche anno…’

NOTAV: oggi a Torino in presidio contro la ministra dell’Interno Lamorgese e la repressione di Stato

La repressione dello Stato non spegne ma alimenta la ribellione!

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Il comunicato Notav

Facciamoci sentire dalla ministra Lamorgese: lunedì 09/08 ore 11,00 presidio comunicativo in Piazza Castello.

Lunedì 9 agosto la ministra degli interni Lamorgese, accompagnata dal capo della polizia, sarà a Torino in piazza Castello presso la prefettura del capoluogo piemontese. Un evento assai inconsueto, un incontro ai massimi livelli che la dice lunga su come lo stato italiano intenda l’emergenza sicurezza. Non ricordiamo infatti di aver visto la ministra in trasferta per far sentire che le istituzioni ci sono in occasione dello scioglimento di intere giunte comunali per mafia o per le numerosi morti sul lavoro di operai: il nemico pubblico sono i No Tav.

Andrà quindi in scena un “siparietto” con cui la ministra viene a pagare il suo pegno ai sindacati di polizia dopo la “caporetto” dell’ordine pubblico (cit. Consap) che è andata in scena il 30 luglio a Chiomonte, tutto per cercare di rappresentare su un palco artificiale e “istituzionale” la favoletta de “le pecorelle indifese” delle forze dell’ordine.

Per quanto ci riguarda siamo stanchi di questa narrazione indecente e ancora una volta saremo presenti in piazza, con una delegazione, a portare altre immagini.

Sono quelle reali di un’altra storia, non quella dei giornali ma quella dei territori e delle persone. Volti sfigurati dalla violenza della polizia, natura stuprata dalle ruspe e criminali, non pecorelle che con una divisa e uno stipendio impunemente lanciano proiettili e sassi sui No Tav.

Ci vediamo lunedì 9 agosto alle ore 11,00 in Piazza Castello, portiamo le bandiere per dare vita a un presidio comunicativo in perfetto stile No Tav!