Da: Collettivo Contro la Repressione per un Soccorso Rosso Internazionale
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ll prigioniero della sinistra rivoluzionaria Serkan Onur Yilmaz è in sciopero della fame dal 10 novembre 2024 contro le carceri di alta sicurezza conosciute come “prigioni pozzo”, note per le loro condizioni disumane. Accanto a Lui diversi altri prigionieri rivoluzionari stanno facendo lo sciopero della fame indeterminato, cioè fino alla morte.
Aiutiamo loro a diffondere informazioni e organizzare presidi per dare a loro sostegno e solidarietà!
In migliaia hanno preso parte al corteo che da piazzale Aldo Moro era diretto a piazza Vittorio. Un appuntamento promosso dopo l’attacco a una delle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla. L’appello era stato lanciato dagli studenti della Sapienza, che si trovano in presidio permanente nelle vie della città universitaria. Un appello che ha raccolto l’adesione di migliaia di persone giovani e meno giovani, sindacati e associazioni.
“Blocchiamo tutto”
Molti cartelloni e striscioni hanno accompagnato la manifestazione. “Stop al genocidio”, “buon vento”, “stop accordi con Israele. Libertà per Anan, Ali e Mansour”, “blocchiamo tutto”. E anche “non si ferma il vento”: uno slogan, questo, in supporto alle organizzazioni internazionali che stanno sostenendo la missione umanitaria a Gaza.
All’altezza di Scalo San Lorenzo. Una porzione del corteo partito dall’università La Sapienza si è staccata dal resto del gruppo in direzione della tangenziale est. La polizia in assetto antisommossa, si è schierata a presidio della strada e ha caricato, ma il corteo ha resistito ed è proseguito. A tarda sera gli studenti sono rientrati all’università occupata, proseguendo la mobilitazione
In tal senso la compagna dello Slai Cobas s.c. ha fatto appello ai lavoratori e alla FIOM CGIL presenti al corteo di invertire questa rotta e di raccogliere il grido dei lavoratori di Gaza, a partire da un punto che per noi è imprescindibile nel movimento di solidarietà con la Palestina, che è il sostegno a tutta la sua resistenza e a tutti i suoi prigionieri, come Anan Yaeesh, che lo stato italiano vuole condannare per condannare la lotta di liberazione di un intero popolo.
Tra i numerosi interventi al microfono abbiamo potuto ascoltare la voce di Gigi ai domiciliari, e a fine corteo siamo andati vicino a casa sua, da dove ci ha salutati con fuochi d’artificio. Altro che “socialmente pericoloso”, Gigi è amato dal popolo, perché Gigi è figlio del popolo. La sua colpa è la solidarietà.
France : Le Ministre de l’Intérieur veut intensifier la répression contre les Free Party
Après la free party qui a réuni jusqu’à 2 500 personnes ce week-end dans les Corbières, les policiers ont saisi du matériel et effectué plus de 1000 verbalisations. Quelques jours après, le ministre de l’Intérieur Bruno Retailleau s’est dit favorable à réprimer plus durement ces événements en souhaitant que les organisateurs ne risquent plus seulement des contraventions, mais de la prison, précisant vouloir s’inspirer de la « législation très dure » adoptée il y a trois ans par le gouvernement d’extrême droite de Giorgia Meloni en Itali
Terni, 3 settembre
L’Aquila 12 settembre
Perugia 13 settembre
SABATO 13 SETTEMBRE L’UMBRIA IN PIAZZA CONTRO GENOCIDIO E RIARMO, A FIANCO DEL POPOLO PALESTINESE E DELLA SUA RESISTENZA E PER LA LIBERAZIONE DI ANAN YAEESH.
Israele sta portando avanti il proprio progetto genocida con una ferocia crescente. Il blocco degli aiuti umanitari a Gaza ha determinato una gravissima carestia che sta affamando centinaia di migliaia di persone. I crimini di guerra si fanno ogni giorno più efferati, con l’uccisione sistematica di civili inermi, tra cui migliaia di bambini, l’eliminazione mirata di tutti i giornalisti liberi e il bombardamento e la distruzione degl ultimi ospedali rimasti in piedi nella Striscia. Inoltre sono stati approvati ulteriori piani di occupazione e colonizzazione della Cisgiordania, che mirano a spezzarne la continuità territoriale. Una ennesima conferma del fatto che non ci potrà mai essere uno Stato Palestinese indipendente finché esisterà il progetto coloniale sionista.
Tutto questo accade con la piena complicità degli USA e dell’intero campo imperialista occidentale. Anche la UE infatti, da un lato si limita a qualche condanna simbolica guardandosi bene dal prendere iniziative concrete per sanzionare Israele, dall’altro con la missione militare Aspides nel Mar Rosso di fatto svolge un ruolo di supporto militare all’entità sionista.
In questo quadro l’Italia del Governo Meloni non solo continua ad appoggiare Netanyahu e la macchina bellica sionista, ma arriva anche a perseguitare i partigiani palestinesi sul nostro territorio. È il caso di Anan Yaeesh criminalizzato per aver partecipato alla resistenza contro l’occupazione coloniale, e ingiustamente recluso nel carcere di Terni.
Non bastasse la complicità con il genocidio, I governi europei, preparano una nuova fase di militarismo e di guerra rilanciando una folle corsa agli armamenti per allinearsi alle richieste degli Usa e della NATO. Un riarmo che alcuni vorrebbero non si realizzasse sul piano nazionale ma costruendo un esercito comune europeo.
A fronte di tutto ciò come realtà umbre che si battono contro il genocidio, contro il progetto coloniale sionista, contro il riarmo e contro la Nato, abbiamo sentito la necessità di fare un salto di qualità coordinandoci e lavorando insieme per promuovere iniziative di mobilitazione unitarie in tutta la nostra regione. Come avvio di questo percorso di lotta comune convochiamo un corteo regionale a Perugia, sabato 13 settembre, con partenza alle ore 15:30 da Piazza Ignazio Danti e arrivo a Borgo XX Giugno, con la seguente piattaforma:
1. Stop al genocidio, solidarietà alla Resistenza palestinese.
2. Libertà per Anan Yaeesh.
3. Autodeterminazione del popolo palestinese in una Palestina Libera dal fiume al mare.
4. Rottura di ogni relazione economica, militare e diplomatica tra Italia e Israele
5. Adesione alla campagna e piattaforma di boicottaggio delineaata da BDS.
6. Opposizione al piano di riarmo e no all’esercito europeo.
7. No alla Nato.
Si tratta di parole d’ordine chiare e nette, perché i tempi che stiamo vivendo non consentono più alcuna ambiguità.
I popoli in rivolta scrivono la storia!
L’Aquila 19 e 26 settembre, udienze pubbliche e presidi davanti al Tribunale
Presidio al carcere di Terni, prima della fine del processo