Soccorso Rosso Proletario

Soccorso Rosso Proletario

Verso il 2 aprile, si moltiplicano le iniziative per la liberazione di Anan Yaeesh, contro il processo che in Italia vuole condannare la Resistenza palestinese

Un fine mese di mobilitazioni in Italia e in Francia per la libertà di Anan, Ali e Mansour, in vista del processo che inizierà il 2 aprile. A Parigi è previsto, per il 1° aprile, un sit-in davanti l’ambasciata italiana.

Già il 22 marzo, a Parigi, la presenza di Samidoun Paris Banlieue alla manifestazione contro il fascismo e l’estrema destra, ha sottolineato l’importanza di lottare per la liberazione dei prigionieri palestinesi e degli attivisti pro-Palestina repressi e incarcerati per la causa palestinese.

Con cartelli e striscioni è stata espressa solidarietà a Georges Abdallah, Anan Yaeesh, Mahmoud Khalil, Holy Land 5, Filton 18 e tutti gli attivisti incarcerati nelle prigioni imperialiste e reazionarie per il loro sostegno alla resistenza palestinese.

Sempre in Francia, a Toulouse, il 29 marzo, manifestazione in solidarietà con la resistenza palestinese:

In Italia si sono svolte iniziative e manifestazioni ad Albano Laziale e a Teramo il 28; a Firenze, L’Aquila, Milano, Ferrara, Napoli, Pescara, Roma il 29; il 30 a Pisa e a Chieti, anche in occasione della giornata della terra palestinese.

Di seguito pubblichiamo alcune foto, video e rassegna stampa sinora disponibili

https://news-town.it/2025/03/29/eventi/laquila-presidio-pro-palestina-ai-quattro-cantoni/

https://www.ansa.it/abruzzo/notizie/2025/03/29/sit-in-per-palestina-allaquila-difendiamo-la-resistenza_5a07bc14-96e5-443b-8bf6-c33e64a13ab3.html

https://www.gaeta.it/mobilitazione-per-la-palestina-il-sit-in-de-laquila-in-vista-della-giornata-della-terra

https://youtu.be/HgHD3INtES8?si=LoYU9JMO7RVJHgzm

Sit-in per Palestina all’Aquila, ‘difendiamo la resistenza’

 

L’AQUILA

Libertà per Anan, sit-in di Ferrara per la Palestina: “La resistenza non si processa”

FERRARA

ROMA

NAPOLI

PISA

PALERMO

Gino è libero… ma la lotta continua!

 

Militant antifasciste emprisonné en France et sous le coup d’un mandat d’arrêt européen de la Hongrie, Gino Abazaj vient d’être remis en liberté dans l’attente de la décision de la justice sur son extradition (voir notre article). C’est une première victoire pour ses soutiens, mais la mobilisation continue pour que la France refuse son extradition.

 

26/03/2025

Palestina sono 62 i prigionieri politici uccisi nelle prigioni israeliane dal 7 ottobre

 

 

arresti sistematici delle donne palestinesi – info solidale SRP

da infopal

Le forze di occupazione israeliane continuano ad aumentare i loro attacchi alle donne palestinesi attraverso arresti sistematici, portando il numero totale di detenute nelle carceri israeliane a 26.

La Società per i prigionieri palestinesi (PPS) ha riferito lunedì che il numero di prigioniere nelle carceri israeliane è salito a 26, in seguito alla detenzione di 14 donne solo a marzo. Tra le arrestate ci sono tre sorelle di Hebron.

La maggior parte è rinchiusa nella prigione israeliana di Damon, con resoconti che rivelano che tra loro ci sono una donna incinta di tre mesi, una bambina, diverse detenute amministrative e due giornaliste. Inoltre, una delle prigioniere è di Gaza e un’altra sta lottando contro il cancro.

Secondo la PPS, la maggior parte delle detenute deve affrontare accuse di “incitamento” – un’accusa comunemente usata dalle autorità di occupazione israeliane per giustificare la detenzione amministrativa, che consente la reclusione senza processo o accusa.

La PPS ha anche riferito che dall’inizio dell’assalto di Israele a Gaza, il 7 ottobre 2023, sono state arrestate circa 500 donne, tra cui palestinesi provenienti dalla Cisgiordania, Gerusalemme e Gaza.

La dichiarazione ha evidenziato che tali arresti fanno parte di un più ampio schema di violazioni, tra cui esecuzioni extragiudiziali, aggressioni sessuali e altre forme di gravi abusi. Secondo la PPS, molte delle donne arrestate sopportano condizioni degradanti e significative violazioni dei loro diritti.

La PPS ha anche sottolineato la preoccupante tendenza ad arrestare le donne come ostaggi per fare pressione sui loro familiari affinché si arrendano. Questa pratica è notevolmente aumentata dall’inizio della guerra a Gaza ed è diventata una delle tattiche più significative utilizzate dalle forze israeliane nelle loro operazioni.

La PPS ha condannato fermamente tali azioni, definendole parte di una più ampia campagna di violenza e repressione contro le donne palestinesi. Ha sollecitato un intervento internazionale per ritenere le autorità israeliane responsabili e porre fine alle diffuse violazioni commesse contro i detenuti palestinesi, in particolare le donne.

Le organizzazioni per i diritti umani e i gruppi di difesa dei prigionieri hanno lanciato l’allarme sulle continue violazioni dei diritti umani nelle prigioni israeliane contro i palestinesi, con segnalazioni di maltrattamenti e abusi che hanno portato all’uccisione di almeno 50 detenuti.

(Fonti: Quds News, PIC, agenzie).

18 Marzo, Giornata Internazionale per la libertà dei prigionieri politici – info SRP

 lanciato da ATIK associazione dei lavoratori turchi in Europa

18 Marzo, Giornata Internazionale per la libertà dei prigionieri politici

SIAMO LA VOCE DEI PRIGIONIERI POLITICI,
LIBERT
À PER TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI!

In ogni epoca storica, quanti hanno messo in gioco la propria vita per la dignità umana contro gli oppressori hanno pagato un caro prezzo. Le sofferenze che il sistema capitalista imperialista ha inflitto ai popoli del mondo e alla natura per mantenersi in vita stanno trascinando il nostro pianeta verso la catastrofe in un grande disastro. Nell’ultimo periodo in molte parti del mondo abbiamo assistito all’estensione di occupazioni e guerre regionali per una nuova spartizione imperialista. Gli stati imperialisti stanno precipitosamente aumentando la spesa per armamenti ed eserciti. Per questo loro conflitto cercano di renderne parte tutti i settori della società. Cercano di introdurre leggi sul servizio militare obbligatorio e di indirizzare i giovani alle scuole militari, con propaganda manipolatoria mirata a loro. Il rischio che chiunque si opponga a queste politiche è la morte o la prigionia. Perciò è essenziale combattere contro questo marcio ordine.

L’esistenza di prigionieri politici è la prova che la lotta contro l’imperialismo è implacabile. È nostro dovere stringerci a loro, sostenerne la lotta, supportarli e liberarli. I prigionieri politici, che trascorrono un lungo periodo della loro vita in prigionia, in questa condizione sono privati dei loro diritti, subiscono oppressione e tortura. Questa sopraffazione è esercitata in molti modi nei paesi in cui il fascismo è forma di governo. I molti altri paesi, i prigionieri politici affrontano lunghi periodi di detenzione, punizioni disciplinari, pressioni per “addomesticarli” e persino condanne a morte, eppure continuano a resistere per la liberazione dell’umanità senza arretrare di un solo passo.

Molte volte nella storia abbiamo assistito alle loro gloriose resistenze. Pur ristretti in cella, non si possono imprigionare il loro animo e coscienza né rinunciano a combattere contro i mali sociali come chi sta “fuori”.

Il rivoluzionario libanese Georges Abdallah, prigioniero in Francia dal 1984, non è stato rilasciato nonostante la decisione degli stessi tribunali borghesi di liberarlo. Mumia Abu Jamal, prigioniero negli Stati Uniti dal 1981, è ancora detenuto. In Turchia, centinaia di prigionieri politici, in particolare A. Öcalan, sono tenuti in isolamento e sottoposti a isolamento totale. Nelle stesse prigioni turche, a circa 600 prigionieri, nonostante siano gravemente malati sono negate terapie e sono lasciati morire. I rivoluzionari democratici di Turchia e Kurdistan sono incarcerati in molti paesi europei, in particolare in Germania. Il timore verso le organizzazioni e gli attivisti politici è la prova che la democrazia borghese è una bolla e l’imperialismo una tigre di carta. Tutto il mondo sa come l’Israele sionista tiene in prigione e tortura migliaia di palestinesi.

Lo stato peruviano, violando persino le sue stesse leggi, priva molti oppositori e rivoluzionari del loro diritto a difendersi e li condanna all’ergastolo. I corpi dei rivoluzionari deceduti non vengono nemmeno restituiti alle loro famiglie, come nel caso del dottor Abimel Guzman (presidente Gonzalo). In particolare nei paesi del Medio Oriente, sui prigionieri politici la legge è applicata come su nemici da punire più severamente. In Iran, decine di prigionieri colpevoli di aver resistito al regime fascista e partecipato alle proteste sono stati giustiziati, e l’esecuzione di molti altri prigionieri è ancora sul tavolo.

Dobbiamo sostenere le lotte dei prigionieri politici, non importa dove si trovino nel mondo, e richiamare l’attenzione pubblica su questi centri di tortura, esecuzione e oppressione. Il 18 marzo organizziamo azioni di massa per porre fine all’oppressione dei prigionieri politici. Portiamo le voci dei prigionieri alle masse locali e di immigrati!

Libertà per i prigionieri politici!

Gino non deve essere estradato in Ungheria!

13/03/2025

France: la justice se penche sur le cas de Gino, militant menacé d’extradition

 

Rexhino Abazaj, dit Gino, militant antifasciste albanais, est incarcéré à la prison de Fresnes depuis 4 mois et menacé d’extradition vers la Hongrie ( voir article ici ), où il encourt jusqu’à 24 ans de prison. Il est poursuivi dans le cadre de l’affaire dites des « Antifascistes de Budapest » pour des violences lors d’une contre-manifestation face à des néonazis. Ce 12 mars, se tenait une audience pour statuer sur son sort. À la demande de garanties faites par la justice française, les autorités hongroises ont répondu mais de manière incomplète et vague, notamment sur le lieu de détention et les conditions de son procès. La défense met l’accent sur la disproportion des accusations et des moyens déployés contre leur client, soulignant que l’extradition vers la Hongrie exposerait Gino à des conditions de détention « inhumaines et dégradantes ». L’isolement carcéral proposé par la Hongrie pour garantir la sécurité de Gino a été aussi vivement critiqué par la défense, qui y voit un traitement punitif. Après deux heures d’audience, le président de la cour, a annoncé que le délibéré serait rendu le 9 avril. Concernant la demande de mise en liberté de Gino, après deux refus, la cour a jugé la requête recevable et a ordonné une enquête de faisabilité. La décision sur une éventuelle mise en semi-liberté, assortie d’un placement sous bracelet électronique, sera rendue le 26 mars.

 

libertà per Anan, Ali e Mansur – la campagna nazionale fino al 2 aprile – info SRP

Resoconto della Riunione Operativa Domenica 9 marzo 2025*

Aggiornamento sugli sviluppi processuali

La riunione si è aperta con un aggiornamento sulla situazione giudiziaria. Nonostante le sentenze della Corte di Cassazione e del Tribunale della Libertà dell’anno scorso avessero fatto sperare in un mancato rinvio a giudizio per Ali Irar e Mansour Doghmosh, il giudice ha deciso diversamente. Tutti gli imputati, compreso Anan, saranno quindi processati.

Un ulteriore elemento inaspettato è la fissazione della prima udienza per mercoledì 2 aprile, molto prima delle previsioni (maggio-giugno).

. Di seguito vengono riportati, territorio per territorio, gli aggiornamenti in vista delle prossime scadenze:

Pisa – Domenica 30 marzo si terrà una pedalata “From the River to the Sea”; l’occasione verrà colta per sensibilizzare sull’arresto di Anan, Ali e Mansour. È necessario predisporre materiale informativo per gli stand all’arrivo. Bologna –

Domenica 16 marzo si terrà un corteo per la Palestina, con particolare attenzione alla campagna per Anan, Ali e Mansour. – È prevista un’iniziativa all’Università di Bologna sui detenuti politici, con focus anche sul caso di Anan, Ali e Mansour. – L

Venezia – Il 24 marzo si terrà un’iniziativa sulla Palestina con approfondimenti sul caso di Anan, Ali e Mansour. –

– È prevista una campagna di manifesti e attacchinaggi. Ferrara – Martedì 11 marzo si terrà un’iniziativa pubblica sulla repressione nel corso della quale si porterà l’attenzione sul caso di Anan, Ali e Mansour. – È fondamentale disporre di materiale informativo e opuscoli per la sensibilizzazione. – Si rinnova la disponibilità a organizzare un presidio a fine mese e a spingere per la partecipazione al presidio del 2 aprile a L’Aquila. Firenze – È fondamentale integrare il caso di Anan, Ali e Mansour nelle mobilitazioni del 29-30 marzo, in vista anche della Giornata della Terra. *Ulteriori punti* –

Il 12 aprile a Milano si terrà una manifestazione nazionale per la Palestina; si sta lavorando affinché il caso di Anan, Ali e Mansour sia uno dei punti principali della piattaforma, garantendo la massima visibilità alla campagna. – A Napoli sono previste diverse iniziative in cui verrà affrontata la questione, tra cui quella del 15 marzo. -….a seguito del rinvio a giudizio di Ali Irar e Mansour Doghmosh, occorre rielaborare la comunicazione affinché non sia incentrata solo su Anan Yaeesh, ma includa anche loro due. È stata proposta la traduzione del materiale informativo in inglese per una diffusione internazionale e il coinvolgimento di realtà politiche in altri paesi europei, che potrebbero includere momenti di mobilitazione davanti a sedi diplomatiche italiane all’estero ……dalle realtà abruzzesi è arrivata la comunicazione che a Giulianova, Teramo, Pescara e L’Aquila si è deciso di avviare un primo ciclo di assemblee locali in vista del 29 marzo e del 2 aprile; queste assemblee culmineranno in un’assemblea regionale giovedì 13 marzo, con l’obiettivo di garantire un coordinamento efficace tra le realtà abruzzesi in vista del processo. sul sito https://freeanan.it vari materiali informativi utili alla campagna, per aderire alla quale è neccessario inviare mail a comitatofreeanan@gmail.com o scrivere ai social ufficiali del comitato Free Anan