Alle persone immigrate di tutte le comunità di Torino:
Siamo moltissimi con problemi di permesso di soggiorno, di casa e di lavoro. Chi è arrivato in Italia dopo viaggi lunghi e pericolosi si trova costretto ad aspettare in centri di accoglienza che sono come prigioni o a dormire in strada. Arriviamo dal nord Africa, dal Mali, dal Senegal, dalla Nigeria, dalla Turchia, dall’Afghanistan, dal Pakistan, dal Bangladesh. Rinnovare il permesso è sempre più difficile, le pratiche rimangono bloccate in questura per troppo tempo. Chi nel 2020 ha fatto domanda di sanatoria è stato truffato o ancora aspetta una risposta dalla prefettura. Basta aspettare mesi o anni per un permesso di soggiorno! Basta file di ore fuori dall’ufficio immigrazione senza avere informazioni, basta razzismo e maltrattamenti della polizia! Senza i documenti tutto è difficile.
Uniamoci per costruire questa grande manifestazione, per cambiare le leggi sull’immigrazione, per chiudere i centri di espulsione, per dire basta al razzismo e allo sfruttamento nelle campagne e nelle città.
IL 16 APRILE ALLE 15:00 CI INCONTRIAMO AI GIARDINI CALCUTTA (Corso Vercelli, 10) PER UN’ASSEMBLEA APERTA.
Davanti a vernice lavabile lanciato su un palazzo del potere, la destra risponde con quella che pare la loro risposta a tutto: repressione, punizioni e sanzioni.
Capita così che il padano Salvini, strenuo difensore delle auto inquinanti ed acerrimo nemico di chi chiede rispetto per l’ambiente, si vanti di aver imposto nuove multe che faciliteranno la repressione del diritto di critica degli ecologisti. E dopo le multe a chi salva vite umane, dopo la decisione di rendere orfani i figli dei gay, dopo le imitazioni al diritto di aggregazione con la scusa dei rave party, è per mettere in galera gli ecologisti che il governo Meloni ha introdotto l’ennesimo reato:
In realtà è Salvini a voler rendere criminale chiunque osteggi il suo potere. Salvare vite umane è reato. Salvare il pianeta è reato. Contestare il suo potere potrebbe costituire reato se ci si aggrega con altri.
Inoltre le leggi esistono già, motivo per cui le loro continue promesse di ulteriori punizioni paiono un pretesto per non parlare die fallimenti sul Pnrr o della loro intenzione di tagliare le pensioni. Infatti basterebbe leggere la norma per domandarsi in che modo il “gettare della vernice” lavabile possa rientrare in una delle definizioni elencate nei due commi del DDL:
Si tratta di due reati già previsti dagli gli art.733 e 734 del Codice Penale, rendendo prettamente populistica la loro norma. Quinci nel mondo del governo Meloni, chi evade può condonare, chi sporca un muro con vernice lavabile va in galera.
Si tratta di una misura grave per rispondere col potenziamento della repressione al diritto alla vita dei migranti.
Saranno aumentati i famigerati Cpr (chiamati dal governo “soluzioni di accoglienza”), che, come descritto in un post pubblicato ieri, sono in realta’ dei lager in cui ai migranti viene applicata una “tortura bianca” con la somministrazione di psicofarmaci e la repressione poliziesca ad ogni minima manifestazione di protesta.
Saranno potenziate e accelerate le espulsioni dei migranti, che per molti vuol dire essere consegnati alle torture, violenze sessuali, morte in Libia o ai regimi dei paesi di provenienza.
Gli accordi economici con questi paesi, i profitti dell’imperialismo italiano, per cui il governo Meloni e i suoi ministri affaristi si danno un grande da fare in questi mesi, valgono bene centinaia e centinaia di vite distrutte.
L’aumento dell’arrivo dei migranti viene enormemente amplificato come problema, quando tutti i dati degli altri paesi europei dimostrano che l’Italia è sempre sotto la soglia della “normalita’, e quando la maggioranza dei migranti vede l’Italia solo come paese di transito verso altri in Europa, se soltanto non venissero rinchiusi per mesi, anni e avessero il permesso di circolazione.
Il governo stesso crea il problema e lo scarica su uomini, donne, bambini immigrati.
Non è difficile pensare cosa questo “stato d’emergenza” implichera’ per i soccorsi in mare, che ancora di più saranno ridotti e represse/ostacolate le Ong a farli, con decine e decine di naufragi e centinaia di morti.
No allo Stato di emergenza! Respingiamolo con la lotta unitaria di immigrati e solidali e antirazzisti del nostro paese.
Accoglienza, liberta’ di circolazione, documenti, diritti sul lavoro, case per i migranti
Da Repubblica
“Il governo ha deliberato lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale, su proposta del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci, per affrontare l’eccezionale aumento di sbarchi di migranti attraverso le rotte del Mediterraneo. Lo stato d’emergenza, sostenuto da un primo finanziamento di cinque milioni di euro, durerà sei mesi. “Abbiamo aderito volentieri alla richiesta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ben consapevoli – ha detto Musumeci – della gravità di un fenomeno che registra un aumento del 300 per cento”.
Con lo stato di emergenza – proseguono le fonti di Governo – si potranno realizzare procedure e azioni più veloci per offrire ai migranti soluzioni di accoglienza in tempi brevi con adeguati standard. Allo stesso tempo, si potranno aumentare e rafforzare le strutture finalizzate al rimpatrio dei non aventi diritto alla permanenza in Italia (Cpr), potenziando le attività di identificazione ed espulsione.
L’attacco del leader M5s Giuseppe Conte: “Quando era all’opposizione, con l’Italia in ginocchio per il Covid, Meloni si stracciava le vesti contro la proroga dello stato di emergenza”.
Nel corso della seduta del 5 aprile u.s. è stato annunciato al Senato il disegno di Legge numero 645 contro gli ecoattivisti di Ultima Generazione da parte dei senatori Marco Lisei, Alberto Balboni e Andrea De Priamo.
di Riccardo Radi
La proposta titolata “Misure di prevenzione da atti di vandalismo” è stata depositata senza contenuti (ora si usa così, prima si annuncia poi si scrive) e prevede (o meglio, dovrebbe prevedere) secondo le parole del suo primo firmatario, il senatore Marco Lisei, carcere fino a tre anni per chi “deturpa o imbratta edifici pubblici o di culto ed edifici sottoposti a tutela come beni culturali“.
Lisei sottolinea che la pena sarebbe prevista anche se si tratta di proteste svolte con vernici lavabili, e anche se chi imbratta lo fa per protestare contro la crisi climatica.
Il senatore Lisei ha spiegato che la proposta è “ancora in bozza“, in effetti noi di Terzultima Fermata abbiamo consultato il sito del Senato ove risulta la presentazione del disegno di legge ma il relativo pdf è sconsolatamente vuoto di contenuti.
Continua la politica degli annunci e siamo arrivati al paradosso che il proponente illustra alla stampa qualcosa che ancora non è stato redatto.
Comunque, stante le parole del senatore proponente il disegno di legge numero 645 dovrebbe muoversi “in due direzioni“: da una parte la reclusione in carcere, dall’altra una sorta di “Daspo urbano“.
Quindi il binomio più carcere e misura di prevenzione sembra un leit-motiv particolarmente caro all’attuale maggioranza di Governo.
Infatti, in primo luogo si vorrebbe “estendere il reato previsto dall’articolo 635 del codice penale sul danneggiamento, che ora è difficilmente applicabile a chi deturpa o imbratta un bene nel caso in cui il danno non sia in linea teorica permanente“.
Per quanto riguarda il Daspo urbano, invece, si tratterebbe del divieto per un certo periodo di tempo – da sei mesi a un anno – di avvicinarsi agli edifici tutelati ad una distanza di meno di dieci metri.
Non è ancora certo se questo si applicherebbe a chi viene condannato, o anche a chi viene solamente denunciato.
Chi non rispetta l’obbligo di stare ad almeno dieci metri da edifici sottoposti a tutela come beni culturali, per punizione avrebbe una multa da 500 a 1.000 euro.
Lisei ha spiegato che “il diritto di scegliere di compiere azioni di disobbedienza civile” non va “assolutamente confuso con il non-diritto a compiere azioni vandaliche per porre all’attenzione delle persone questo o quel problema o esigenza”.
Quindi la parola d’ordine è: “disobbedite ma non imbrattate”.
Mentre era in pubblicazione il contributo si apprende che il Governo oggi alle 16,00 ha inserito all’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri, il Disegno di legge: “Disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici” su proposta del Ministro della Cultura.
In serata conosceremo nei dettagli il contenuto almeno di uno dei due disegni di legge.
Il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl sugli “eco-vandali”. Lo ha comunicato al termine del Cdm di oggi, martedì 11 aprile, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Uno nuovo reato, l’ennesimo, in questo caso pensato per contrastare le azioni simboliche dei movimenti che si battono per la giustizia climatica contro monumenti e opere d’arte: multe da 20 a 60mila euro, più le sanzioni penali, per quanti distruggano, disperdano, deteriorino o rendano “in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali”. Sanzioni amministrative da 10 a 40mila euro per chi anche solo “deturpa o imbratta” questi beni o destina “ad un uso pregiudizievole per la loro conservazione” o “incompatibile con il loro carattere storico o artistico”.
Senza nascondere le proprie intenzioni il ddl inasprirà le pene per quelle iniziative portate avanti dalle realtà di Ultima Generazione che spesso prendono di mira, con vernice lavabile, simboli artistici e culturali per attirare l’attenzione sulla crisi climatica. Nuova pena sanzionatoria che si aggiunge a quelle già varate dal Governo Meloni in pochi mesi, come è successo per il decreto anti-rave: questo ddl restringerà ancora di più gli spazi dell’attivismo o ne può stimolare la fantasia per trovare nuove forme di protesta? Rispondono a Radio Onda d’Urto Michele e Simone di Ultima Generazione. Ascolta o Scarica.
E il governo Meloni pianifica l’aumento dei Cpr e l’allungamento dei tempi di detenzione, per avere più tempo per l’espulsione dei migranti, rinchiusi come se avessero commesso reati.
E i migranti passano dai lager della tortura aperta dei regimi ai lager della “tortura bianca” della “civilta’” imperialista.
Chiudere i Cpr con la rivolta dentro e fuori questi lager
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L’inchiesta di Altraeconomia: dai dati sulla spesa sanitaria si evince l’uso abnorme di antiepilettici, antipsicotici e antidepressivi.
Rinchiusi in gabbie come allo zoo e sedati tanto da sembrare zombie. È l’immagine dei migranti che passano nei nove Centri per il rimpatrio d’Italia, vere carceri super sorvegliate dove l’abuso di psicofarmaci emerge da un’inchiesta del mensile Altreconomia. Il dato shock arriva da Milano. Nel Cpr di via Corelli l’acquisto di psicofarmaci è pari al 64 per cento della spesa sanitaria totale. I dati sono riferiti al periodo tra ottobre del 2021 e febbraio 2022 ma si fatica molto a pensare che l’andamento sia cambiato nel tempo… qualche settimana fa il ministro dell’Interno aveva descritto i Cpr come “luoghi poco gradevoli”.
I Cpr per i quali è stato possibile avere i dati riferiti alla spesa sanitaria sono stati cinque su nove: Milano, Torino, Roma, Nuoro, Caltanissetta. E nella classifica delle pasticche facili al secondo posto c’è Roma. Nella capitale gli psicofarmaci incidono del 51 per cento sulla spesa totale sanitaria (a Torino del 44 per cento). Tra il 2019 e il 2021 sono state acquistate 3.480 compresse di Tavor, 270 flaconi di Tranquirit e 185 fiale di Valium per una popolazione di 2.812 migranti.
A Macomer, in Sardegna, l’acquisto di psicofarmaci incide del 16 per cento. Al sud la percentuale scende, a Caltanissetta la spesa di psicofarmaci incide del 10 per cento. Ma colpisce che le compresse di Rivotril acquistate tra il 2021 e 2022 sono state 57.040 a fronte di 574 trattenuti. Cioè 37 pasticche a testa. Al Cpr di Torino sono stati spesi, tra il 2017 e il 2019, 3.348 euro in Rivotril: circa il 15 per cento della spesa sanitaria totale.
Nel 2021 sono state circa 6mila le persone transitate nei Cpr, per un periodo compreso tra 15 giorni a oltre due mesi. Il rimpatrio è avvenuto in meno del 50 per cento dei casi. Per questo, spiegano gli autori del’inchiesta Luca Rondi e Lorenzo Figoni: “Il ricorso agli psicofarmaci è il modo per stordire i detenuti e evitare che rivendichino i loro diritti. Oltretutto, l’assistenza sanitaria non è affidata a figure specialistiche della Asl ma a personale assunto dagli enti gestori
Fratelli d’Italia propone una nuova legge contro chi occupa case a scopo abitativo
sabato 8 aprile 2023
A seguito dell’ assemblea molto partecipata che abbiamo organizzato ieri allo Spazio Neruda, ci urge fare una piccola riflessione rispetto alla nuova trovata di Meloni&co. sulla istituzione di un nuovo reato attraverso la proposta di legge Paolini: il “furto di casa” o altrimenti detto appropriazione indebita di beni immobili.
Fratelli d’Italia, il partito della Meloni, che da quando è al governo ha dichiarato spietatamente guerra ai poveri con il taglio del RDC e del contributo dell’affitto proprio in questi giorni sta sferrando un altro attacco: una proposta di legge che PUNISCE DURAMENTE LE OCCUPAZIONI ABITATIVE. La proposta infatti e dell’introduzione di un nuovo reato punito con fino a 9 anni di carcere.
In Italia le case vuote sono circa 10 milioni, mentre gli sfratti esecutivo quasi 40 mila, di cui il 90% per morosità incolpevole. È evidente quindi che basterebbero largamente per garantire una casa a chi non se la può permettere.
Le occupazioni vengono fatte per un unico motivo: necessità di avere una casa in cui abitare.
La casa dovrebbe essere un diritto, invece nella società in cui viviamo è sempre di più percepita come una merce su cui lucrare. Per questo motivo non esiste effettivamente una tutela del diritto all’abitare, invece il “diritto” di proprietà dei proprietari (soprattutto i grossi proprietari) viene sempre difeso: non esiste un limite che calmiera il mercato degli affitti, gli sfratti sono sempre più spietati con rinvii di pochi giorni e l’uso degli sfratti a sorpresa.. e ora il governo vuole armare ulteriormente i proprietari di casa e attaccare chi occupa per necessità.
Il governo che si esprime nei termini di FURTO DI CASA mettendo sullo stesso piano le case occupate con l’affitto non pagato è diffondere disinformazione che colpevolizza non solo chi occupa una casa ma anche chi non sta più riuscendo a pagare l’affitto e sta subendo uno sfratto mettendo i due eventi completamente sullo stesso piano, facendo intendere che la proprietà è un diritto assoluto e tutti gli altri sono ladri.
Questo è falso anche a livello legale: chi subisce uno sfratto non è considerato per la legge come occupante abusivo e non è possibile di denuncia.
Ma la mistificazione è ancora più profonda: i veri ladri e parassiti sono proprio i grandi proprietari e speculatori che questa proposta di legge e questa propaganda difendono e tutelano.
Dal nostro punto di vista la pratica di occupazione di un abitazione a scopo abitativo è giusta e legittima e allo stesso modo non è una colpa non riuscire a pagare. Quello che andrebbe vietato è l’infame pratica di speculazione sulla necessità di avere una casa, come fanno i palazzinari tipo Giorgio Molino, che ogni mese riscuote l’affitto di 1800 appartamenti, che però lascia in condizioni fatiscenti ed invivibili.
In questi mesi stiamo assistendo all’aumento degli sfratti, l’esaurimento delle strutture in emergenza abitativa, il taglio del welfare a livello nazionale, e come al solito l’attesa media per avere una casa popolare è di 10 anni.
È il momento di reagire e organizzarsi per lottare per il diritto alla casa, contro gli sfratti e contro una politica che difende i parassiti che continuano ad arricchirsi sulla pelle di tuttə.
Spacciato come misura per consentire alle pubbliche amministrazioni il potenziamento delle proprie strutture “con particolare riguardo a quelle coinvolte nell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) o nella tutela della salute e dell’incolumità pubblica“, il decreto del governo Meloni rinforza solo il sistema repressivo, con ben 2.100 assunzioni delle 3.000 previste, riservate alle forze dell’ordine.
Si potenziano le dotazioni organiche delle Forze armate, delle Forze di polizia, del Corpo delle Capitanerie di porto, dei Vigili del fuoco, del personale militare e di polizia e si prevede l’istituzione e la disciplina della carriera dei medici nel Corpo di Polizia Penitenziaria.
Una scelta che la dice lunga sulle priorità di questo governo fascista.