Ecco la “politica sull’immigrazione” dell’imperialismo europeo che costa migliaia di vite umane

L’imperialismo italiano paga il governo libico per “trattenere” i migranti o “riprenderseli”, l’imperialismo inglese paga quello francese esattamente per fare la stessa cosa, l’imperialismo europeo nel suo complesso (Germania in testa) paga la Turchia per trattenere i migranti… e si tratta di miliardi di euro con il risultato di sofferenze indicibili e migliaia di morti all’anno.

Ma  nessun “muro”, fatto pure con tutti i soldi del mondo, può fermare le migrazioni che sono una necessità vitale per milioni di persone che fuggono da guerre e miserie causate da sempre dai paesi imperialisti!

È il “muro” dell’imperialismo che bisogna abbattere quanto prima per mettere fine a questi orrori!

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tratto da l’inkiesta

Dipendenti dall’Europa

Il Regno Unito paga la Francia per non far sbarcare i migranti

Londra ha dato 63 milioni di euro a Parigi affinché raddoppi gli agenti a pattugliare le coste settentrionali francesi. È la seconda tranche dopo i 28 milioni del 2020. Per fermare gli arrivi dei rifugiati non bastano più le otto navi che prima coprivano lo stretto della Manica. Il governo inglese ha chiesto anche a Bruxelles di rivedere il protocollo sull’Irlanda del Nord

Altro che neoisolazionismo. La «Global Britain» del dopo Brexit è ancora dipendente dall’Europa. Ne ha bisogno persino per difendere quei confini al centro della retorica sovranista. Continua a leggere

Sabato 24 a Voghera contro il razzismo istituzionale

Voghera è una città in provincia di Pavia di 40mila abitanti, di cui circa 5mila migranti, con una nutrita comunità maghrebina, principalmente impiegata in lavori precari o stagionali e nella logistica. Nel corso degli ultimi anni, l’Assemblea per il diritto alla casa di Pavia e provincia ha condotto diverse vertenze in città a causa dei numerosi sfratti che vi si verificano. La giunta precedente, di centrodestra, e quella attuale, a guida Lega, durante queste vertenze hanno sistematicamente alimentato il razzismo istituzionale.

Dell’attuale giunta fa parte, in qualità di assessore alla sicurezza, Massimo Adriatici, ex sovrintendente di polizia, avvocato e docente a contratto ad Alessandria. Adriatici è noto in città come sceriffo, titolo di cui si vanta, andando in giro armato per la città. Ha fatto un uso disinvolto dei Daspo urbani previsti dalla legge Minniti e varato un’ordinanza che vieta la vendita di birre fredde e di bottiglie di vetro, allo scopo di colpire i migranti che si ritrovano nelle piazze cittadine e, soprattutto, di coprire le inchieste che vedono coinvolta la giunta in casi di corruzione elettorale.
Adriatici ha ucciso Youns El Bossettaoui, trentanovenne di origine marocchina, con moglie e figli in Marocco. Youns stava male a causa di razzismo, sfruttamento, solitudine e povertà. Le istituzioni erano a conoscenza, ma non sono mai intervenute. Un uomo delle stesse istituzioni ha invece scelto di uccidere Youns, in nome del razzismo. Ne emerge la nulla considerazione per le vite migranti, cosa che non ci sorprende, perché da anni abbiamo a che fare con il ceto politico leghista locale, e di Adriatici ce ne sono tanti, troppi. Non è un mistero che l’uso delle armi sia un loro feticcio, che li rende anche particolarmente amati in provincia.

Il quadro è ben preciso: un italiano, potente, ricco, nelle istituzioni, ex poliziotto può impunemente uccidere un immigrato, la cui vita per le istituzioni non vale nulla, e poi tornare tranquillamente a casa, perché media e istituzioni fanno quadrato attorno a lui. Per questo ci associamo al grido disperato della sorella di Youns, che chiede giustizia e verità per la vita spezzata di suo fratello.

Con lei manifesteremo sabato 24 alle ore 16 in piazza Meardi a Voghera, cui seguirà l’iniziativa di Noi siamo idee, collettivo di giovani vogheresi.

Da anni lottiamo conto razzismo istituzionale, ingiustizie e violenza sistemiche, sfruttamento, trovando sempre come controparte personaggi che condividono con Adriatici il retroterra razzista, classista e ideologico, ma recentemente ci sembra che dalla retorica loro siano passati alla pratica: lo abbiamo visto a Novara con l’omicidio di Adil, ucciso un mese fa in quanto sindacalista in lotta e migrante, lo vediamo ora a Voghera con l’omicidio di Youns El Bossettaoui, ucciso in quanto migrante.

Da Movimento Pavia

La Sicilia e i deliri di onnipotenza dei cavalieri di morte dell’Alleanza Atlantica 2030

I DRONI AGS A SIGONELLA E LA SICILIA ANCORA PIÙ PIATTAFORMA DI GUERRA NATO

Di Antonio Mazzeo  antoniomazzeoblog.blogspot.com
Dalla Sicilia il via alle attività di sorveglianza e intelligence di un’ampia area geografica del pianeta: dall’Oceano Atlantico sino al Mar Nero e la Crimea e dal Mare del Nord e il Baltico sino al Sud Africa. Dal quartier generale dell’Alleanza Atlantica di Mons (Belgio), è stata data la notizia che quest’estate i cinque droni AGS (Alliance Ground Surveillance) schierati nella grande stazione aeronavale siciliana di Sigonella potranno effettuare missioni di volo sino a 60 ore alla settimana, per poi raggiungere le 100 ore complessive entro il 2024. La loro operatività è stata ufficializzata il 16 febbraio 2021 dal Comandante supremo delle forze alleate della NATO, il generale statunitense Tod Wolters.

Il recente vertice di Bruxelles dei Capi di governo dei paesi membri della NATO ha chiarito chi sono i “nuovi” nemici contro cui schierare sistemi di guerra avanzati, missili, satelliti, portaerei e carri armati: la Russia e la Cina e guai a loro se proveranno a mettere radici nel Mediterraneo “allargato”. Continua a leggere

La violenza sistemica del carcere assassino, con gli aguzzini delle guardie penitenziarie

Violenze nel carcere le Vallette di Torino, 25 richieste di rinvio a giudizio

La procura di Torino ha chiesto 25 rinvii a giudizio in un procedimento che riguarda episodi di violenza commessi da agenti di polizia penitenziaria ai danni di detenuti nel carcere Torinese delle Vallette. Per alcuni casi è contestato il reato di tortura.
Fra gli indagati ci sono Domenico Minervini e Giovanni Battista Alberotanza, all’epoca dei fatti direttore del carcere e comandante degli agenti, ai quali sono stati contestati comportamenti riconducibili, secondo gli inquirenti, a nascondere o a minimizzare la portata degli episodi. I detenuti elencati come persone offese dalla procura sono undici.

Palestina: i nazisionisti israeliani feriscono 1000 palestinesi, di cui 133 bambini, e ne arrestano 134, di cui 6 bambini

I nazisionisti israeliani, sostenuti e coperti nei loro crimini bestiali dagli Stati Uniti e tanti altri paesi imperialisti, tra cui l’Italia, continuano nella loro opera di sterminio del popolo palestinese.

Ma continua anche l’instancabile e indomabile ribellione e opposizione nelle strade del popolo palestinese…

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Dal Forum Palestina

Durante le prime due settimane di luglio, le forze di occupazione israeliane hanno ferito almeno 981 palestinesi, tra cui 133 bambini, negli scontri in Cisgiordania e hanno condotto 163 operazioni di ricerca e arresto e ha arrestato 134 palestinesi, tra cui sei bambini, secondo il rapporto sulla protezione dei civili dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) che copre il periodo dal 29 giugno al 12 luglio.

Dei feriti, 892 si trovavano nel governatorato di Nablus, principalmente nelle proteste quotidiane contro l’espansione degli insediamenti israeliani nei villaggi di Beita e Osarin.

Complessivamente, 36 palestinesi sono stati colpiti da proiettili veri, 214 da proiettili di gomma, e il resto è stato principalmente curato per inalazione di gas lacrimogeni o aggredito fisicamente. Oltre ai 981 feriti direttamente dalle forze israeliane, 58 sono rimasti feriti durante la fuga dalle forze israeliane o in circostanze non verificabili a Beita e Osarin.

La maggior parte delle 163 operazioni di ricerca e arresto si sono svolte a Nablus, seguita da Hebron e Gerusalemme est, mentre il resto si è svolto in altri governatorati.

Il 4 luglio, ha affermato l’OCHA, le autorità israeliane hanno convocato un bambino palestinese di nove anni per essere interrogato per ragioni sconosciute nella Città Vecchia di Gerusalemme.

Da metà aprile, almeno 65 bambini palestinesi sono stati arrestati dalle autorità di occupazione israeliane a Gerusalemme est. Più della metà di questi bambini sono stati arrestati solo a giugno.

Il 3 luglio, coloni israeliani, accompagnati da soldati, sono entrati nel villaggio di Qusra, vicino a Nablus, e si sono scontrati con i residenti palestinesi, provocando la morte di un uomo palestinese di 21 anni. Coloni israeliani e residenti palestinesi si sono lanciati pietre l’un l’altro e, secondo fonti locali, dopo che il palestinese è stato colpito, i coloni lo hanno picchiato.

I coloni israeliani hanno ferito nove palestinesi, tra cui quattro bambini e due donne, aggredendoli fisicamente, lanciando loro pietre o spruzzando loro del pepe. Sei dei feriti erano nella zona H2 di Hebron, due a Maghayir al Abeed, uno a Tuba (tutti a Hebron) e uno a Kisan (Betlemme). In tutta la Cisgiordania e durante il periodo di riferimento, i coloni israeliani hanno danneggiato almeno 1.120 alberi o alberelli, almeno cinque veicoli, oltre a pali elettrici, recinzioni e altre proprietà palestinesi, ha affermato l’OCHA.

http://www.forumpalestina.org/news/2021/Luglio21/17-7-21_In-due-settimane-gli-israeliani-feriscono-1000-palestinesi-di-cui-133-bambini-e-ne-detengono-134-di-cui-6-bambini.htm

Voghera – Assessore leghista alla “sicurezza”, ex agente di polizia, ora avvocato, uccide per strada un marocchino disarmato.

L’assessore omicida di Youns El Boussettaoui, il marocchino 39enne ucciso a Voghera, è Massimo Adriatici, ex agente di polizia, ora avvocato e docente di diritto penale alla Scuola allievi di Polizia. Uno dei soliti assessori alla “sicurezza” della Lega, abituati a voler riempire le strade di telecamere, agenti di polizia, a firmare provvedimenti contro chi lotta o è semplicemente il più debole nella società.

Una “sicurezza” sempre volta alla repressione politica o della microcriminalità, mai contro i grandi affari mafiosi, l’evasione fiscale in cui sguazza la Lega e le prepotenze dei potenti e delle cosiddette forze dell’ordine.

Una “sicurezza” che il leader leghista Salvini giustifica e difende a spada tratta, definendo l’assassino di Voghera una “brava persona” che ha ammazzato un uomo disarmato per “legittima difesa”, perché l’ucciso aveva precedenti penali.

La stessa giustificazione con la quale Matteo Salvini invoca l’impunità per le forze dell’ordine responsabili della mattanza nelle carceri e il respingimento in mare dei migranti.

Matteo Salvini e l’assessore assassino Massimo Adriatici non sono mele marce!

Loro, con tutta la feccia fascio-leghista, che legittima e giustifica la violenza razzista e assassina sono interni al governo Draghi e con la Meloni hanno con sé il 40% di un elettorato imbarbarito, opportunista e razzista, al quale guardano con favore anche partiti che, senza vergogna alcuna, continuano a definirsi democratici o di sinistra, come M5S, IV, PD, LeU, ma intanto continuano a governare con i pistoleri fascisti della Lega.

Alcuni clienti del bar, dove Youns è stato ucciso, ricordano che Adriatici, anche se aveva smesso di fare il poliziotto, faceva ancora lo “sceriffo” e aveva preso di mira “Musta” (il soprannome di Youns) che spesso chiedeva l’elemosina fuori dal locale.

“Gli hanno sparato in piazza davanti a tantissime persone. L’assassino si trova a casa sua, dorme bello riposato. Dove è la legge in questa Italia? Me lo spiegate voi? Difesa personale di cosa? Mio fratello non aveva nessuna arma, primo. Due, lui è un avvocato, non è un poliziotto. Cosa fa con la pistola carica? Cosa fa?” Queste sono le parole della sorella di Youns.

Combattere con ogni mezzo la feccia fascio-leghista razzista e assassina al governo con Draghi!

Solidarietà ai familiari di Youns El Boussettaoui!

Manifestazione contro la repressione in Germania

Nuova iniziativa il 28 luglio

Alemania. Manifestantes de diversas organizaciones democráticas y revolucionarias desarrollaron una marcha que partió de la estación de trenes de Duisburg hasta el distrito obrero de Hochfeld; la concentración se pronunció contra las tentativas reaccionarias del parlamento que apuestan por endurecer y restringir la libertad de reunión. Las organizaciones convocantes consideran que estas medidas son dirigidas especialmente contra la clase obrera y la juventud, y que se debe defender a costa de lo que sea el derecho de reunirse y protestar. Durante las actividades se registraron nuevos choques con la policía antimotines que desplegó un impresionante operativo con helicópteros, vehículos antidisturbios y caballería; en la refriega dos reporteros resultaron heridos con lesiones provocadas por golpes de macana y gas pimienta. Según informa el medio Dem Volke Dienen, el objetivo de la policía era atacar al bloque antifascista y al bloque anticapitalista-internacionalista, asegurando que el derecho de reunión “no aplica para estos”. Pese a la agresión de la policía, los manifestantes tienen planteada una nueva actividad para el próximo 28 de julio.