Al presidio a L’Aquila in una delle piazze più centrali hanno partecipato decine e decine di compagni. Vi è stata una buona risonanza mediatica (ne hanno parlato al tg regionale sia la sera prima che il giorno stesso).
Purtroppo il tempo, tirava un gran vento, non ci aiutato (abbiamo messo 20 minuti solo per attaccare lo striscione e una mezz’ora prima della fine il vento lo ha strappato). si sono susseguiti interventi dei presenti, di Soccorso rosso proletario (vedi il volantino sotto), poi è stata letta la dichiarazione di Cospito di sciopero della fame, e una poesia per lui.
VOLANTINO DEL SOCCORSO ROSSO PROLETARIO
Fuori Alfredo Cospito dal 41 bis, no all’ergastolo ostativo
Salvare la vita di Alfredo e la sua identità politica
Il prigioniero anarchico Alfredo Cospito è oggi al 108° giorno di sciopero della fame contro il regime di 41 bis e contro l’ergastolo ostativo.
Per i detenuti politici rivoluzionari il 41bis ha una duplice funzione, quella della vendetta verso coloro che non si pentono e rivendicano la propria militanza rivoluzionaria, e quella deterrente delle lotte verso l’esterno.
La premier Meloni lo ha ammesso candidamente: “Cospito finisce al 41 bis perché durante la detenzione mandava messaggi agli anarchici che erano fuori dicendo “continuate la lotta, organizzatevi”.
Nel carcere dell’Aquila, dove c’è il più alto numero di detenuti in 41 bis ed è l’unico in Italia ad avere anche una sezione femminile, è detenuta in regime di carcere duro anche la prigioniera comunista rivoluzionaria Nadia Lioce. Ecco quel che si legge nei provvedimenti che ogni 2 anni vengono emanati per riconfermarle il 41 bis: “Vanno valutate con la massima prudenza le temporanee eclissi del fenomeno brigatista che suggeriscono di non escludere la possibilità di una ripresa della lotta armata nel medio/lungo periodo, anche in considerazione di un panorama complessivo di scontri sociali, di un sempre crescente divario di condizioni di vita e di scarse occasioni di lavoro”.
Lo Stato borghese, i governi, vogliono imporre dentro e fuori la loro “pace sociale”. E questo oggi è ancora più evidente nella fase di crisi e di partecipazione alla guerra inter-imperialista, con un governo Meloni moderno fascista che punta a stravolgere anche i diritti costituzionali, che fa stare nel proprio seno personaggi dichiaratamente fascisti, in aperto contrasto con le sue stesse leggi e che ora, con le prossime norme del Min. della giustizia (inserite nel decreto anti rave) vuole continuare a coprire i politici corrotti, i fascisti, la criminalita’ “legale”.
La stessa cattura di Messina Denaro viene usata per rafforzare e dare nuova legittimazione al regime del 41bis e dell’ergastolo ostativo, mettendo sempre sullo stesso piano mafia e terrorismo, intendendo chiaramente per “terrorismo” le organizzazioni, le lotte dei rivoluzionari, per rovesciare con tutte le armi necessarie questo sistema capitalista, il suo Stato, ai suoi governi.
La repressione che questo Stato sta portando avanti ed avanza sempre di più per colpire le lotte sociali e politiche, trova la sua punta di iceberg verso i prigionieri politici; verso chi, in varie maniere, pone di fatto la verità, la necessità della lotta rivoluzionaria contro uno Stato che attacca i diritti dei proletari, delle masse. Da quelli più elementari e quotidiani, il diritto al lavoro, al salario, alla sanità, alla scuola, a quelli più generali. Uno Stato che oggi ci trascina nella guerra.
Ma da un lato questo Stato con la repressione si mostra forte, dall’altro, proprio per questo, mostra di avere paura anche del solo fatto che si alluda ad un cambiamento radicale di questa società.
In questo contesto va visto l’accanimento dello Stato contro Alfredo Cospito, che ha già scontato la condanna per aver ferito a Genova il dirigente dell’Ansaldo Nucleare e ora viene accusato, senza prove, di un attentato dimostrativo davanti alla scuola allievi dei carabinieri di Fossano che non ha causato né morti né feriti. Ma questo viene considerato strage politica contro lo Stato e per questo lo si vuole segregare a vita. La sua colpa è aggravata dal fatto che continua a lottare con lo sciopero della fame e in questo senso è un’indicazione vivente a non piegarsi.
Il regime di 41bis è un regime di “tortura bianca”, è un isolamento a 360 gradi non solo verso l’esterno, ma anche all’interno, dove i gruppi di socialità sono stabiliti dal carcere, dove vige una rigorosa censura anche sui libri, dove è vietato persino il saluto, lo sguardo, la parola, ogni comunicazione tra detenuti che non appartengano allo stesso gruppo di socialità.
Questo è uccidere una persona. E giustamente Cospito, nella sua dichiarazione di sciopero della fame ha detto: “La vita non ha senso in questa tomba per vivi”.
Ma la ferocia di questo Stato borghese va di pari passo con la sua stupidità: mettendo a tacere un anarchico ha sollevato una pietra che gli sta ricadendo sui piedi. La vicenda di Alfredo, con il suo indomito sciopero della fame, è diventata di dominio pubblico e ha suscitato vasta solidarietà, riaprendo un dibattito ampio sul carcere tortura/assassino, su uno stato borghese che si auto assolve per le sue stragi (da quelle nelle piazze a quelle sul lavoro/alternanza scuola-lavoro, da quelle in mare degli immigrati, a quelle nelle carceri dei detenuti) e accusa di strage un anarchico che non ha ucciso nessuno.
Oggi questa mobilitazione va continuata, sviluppata ancora di più ed estesa, utilizzando vari mezzi e forme, investendo ogni realtà, da quelle già in lotta ai democratici sinceri, e portandola sempre di più tra le masse popolari, i lavoratori. Perchè questa repressione riguarda tutti coloro che si ribellano, che lottano contro lo stato esistente. Perché la repressione dello Stato borghese sui rivoluzionari è parte centrale della guerra di classe tra proletari, masse popolari e padroni, Stato, governi al servizio di questo sistema di sfruttamento, di mancanza di lavoro, di guerra, di miseria, di attacco ai diritti civili e alla stessa democrazia.
Tutte le solidarieta’ sono importanti, ma noi in questa battaglia vogliamo soprattutto la solidarieta’ che rispetti quello che ha scritto lo stesso Alfredo Cospito: “fino alla fine contro il 41bis e l’ergastolo ostativo”: “mi opporró con tutte le forze all’alimentazione forzata. Saranno costretti a legarmi nel letto… Alla loro spietatezza ed accanimento opporró la mia forza, tenacia e la volontá di un anarchico e rivoluzionario cosciente…”.
La nostra parola d’ordine è, quindi, “Fuori Alfredo Cospito dal 41 bis, no all’ergastolo ostativo; salvare la vita e la sua identità politica”.
Questo è oggi ciò che va conseguito in tutti i modi possibili.
Se vinciamo avremo fatto un passo in avanti per la lotta contro questo stato borghese assassino.
Soccorso rosso proletario
L’Aquila, 04/02/23