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Carcere di Palermo: 400 detenuti in sciopero della fame info
Carcere di Palermo: 400 detenuti in sciopero della fame
giovedì 6 febbraio 2025
400 detenuti in sciopero della fame. L’associazione Yairahia Onlus, attiva per i diritti dei reclusi, spiega i motivi della protesta nel carcere di Palermo : “In una situazione carceraria disastrosa che l’anno scorso ha registrato il record di suicidi, ed in cui il sovraffollamento è una costante, appare assurdo gravare in maniera ancora maggiore sulla vita quotidiana di chi sta dietro le sbarre”
Scoppia la protesta al Pagliarelli: 400 detenuti in sciopero della fame contro le nuove restrizioni. I ribelli sono coloro che si trovano in regime di Alta Sicurezza. L’associazione Yairahia Onlus, attiva per i diritti dei detenuti, spiega i motivi della protesta: “Il 19 novembre del 2024, alle porte dell’inverno, con provvedimento regionale si è dato avvio ad una circolare del Dap, il dipartimento amministrazione penitenziaria, che – con il pretesto ufficiale di prevenire il rischio di incendi nelle celle – prevede importanti restrizioni sui beni che possono ricevere i detenuti. Le restrizioni riguardano principalmente la ricezione di pacchi postali, che non potranno contenere più alimenti, se non con qualche piccola eccezione, ma anche, per far solo un esempio, coperte e maglioni in pile”.
“In una situazione carceraria disastrosa che l’anno scorso ha registrato il record di suicidi, ed in cui il sovraffollamento è una costante, appare assurdo gravare in maniera ancora maggiore sulla vita quotidiana dei detenuti e delle detenute – proeguono dall’associazione Yairahia Onlus -. Questi provvedimenti aumentano la distanza tra chi è dentro e gli affetti fuori, ma soprattutto creano le condizioni per grandi squilibri all’interno degli istituti. Chi avrà i soldi per acquistare i prodotti dentro il carcere, farà un tipo di vita, mentre chi non li avrà non potrà più ricevere da fuori ciò che gli serve”. E aggiungono: “Anche se in Sicilia gli inverni non sono particolarmente freddi non è possibile che si possano creare situazioni in cui chi non ha parenti limitrofi ed è un difficoltà economica potrebbe finire a non avere accesso ad una coperta”. L’avvio della circolare ha infatti già fatto nascere diverse proteste. Nel carcere di Cavadonna, prima, ed al Pagliarelli di Palermo in questi giorni. Dopo alcune battiture fatte con le stoviglie sbattute sulle sbarre, oltre 400 detenuti del regime di Alta Sicurezza del carcere palermitano hanno annunciato l’avvio dello sciopero della fame.
“Vediamo queste procedure assolutamente inutili per la sicurezza dei detenuti; alimentano piuttosto l’insicurezza e diminuiscono la poca autonomia, stringendo sempre più la morsa sulla vita quotidiana che in questo modo dipenderà maggiormente dalla gestione dell’istituto penitenziario” continua Yairahia. Anche Pino Apprendi, garante dei detenuti di Palermo, ha espresso perplessità in merito. Concludono da Yairahia: “Ci auspichiamo che al Pagliarelli, e ovunque, come successo a Cavadonna, si abbia una rimodulazione delle restrizioni. Che si agisca per la salute ed il benessere di chi è detenuto e non il contrario. Come associazione ci faremo portavoce delle istanze in tutte le sedi opportune affinché non si applichino misure tanto illogiche quanto dannose”
Pieno sostegno ai compagni del Collectif Palestine Vaincra – SRP condivide questo comunicato
Il 27 gennaio 2025, in Francia, si terrà presso il Consiglio di Stato l’udienza per decidere se convalidare il decreto di scioglimento del Collectif Palestine Vaincra di Toulouse (Francia), emesso dal governo francese nel marzo 2022. Nel febbraio 2022, lo Stato francese ha manifestato l’intenzione di sciogliere il Collectif Palestine Vaincra con l’accusa di “incitamento all’odio, alla violenza e alla discriminazione”, sulla base del lavoro che i compagni hanno sempre portato avanti, anche in coordinamento con altre realtà internazionali, in sostegno della lotta del popolo palestinese e dei suoi prigionieri e contro lo Stato coloniale e razzista israeliano.
È chiaro come un attacco di questo tipo sia finalizzato a criminalizzare ed eliminare dalla scena politica militante un gruppo di compagni particolarmente attivo con l’accusa subdola e pretestuosa di razzismo, quando all’opposto i compagni dell’antirazzismo ne fanno ogni giorno un terreno di lotta. Appare palese la volontà dello Stato francese di equiparare su un piano ideologico l’antisionismo all’antisemitismo al fine di poter impedire le mobilitazioni di solidarietà alla lotta palestinese e di denuncia dello Stato sionista, come tra l’altro è stato tentato anche a Milano con un’operazione giudiziaria, andata a vuoto, nei confronti di alcuni compagni che il 25 Aprile 2018 hanno contestato la presenza in piazza delle bandiere dello Stato di Israele.
È chiaro come in un contesto di grave crisi e di tendenza avanzata alla guerra imperialista, gli Stati debbano sempre più agire facendo leva sul controllo e sulla repressione, anche come arma deterrente, verso tutti coloro che portano avanti delle lotte anticapitaliste, sociali, contro la guerra imperialista e in solidarietà di tutti i popoli che resistono all’imperialismo, come quello palestinese che da 76 anni si batte contro lo Stato sionista, baluardo dell’imperialismo occidentale in quell’area. E l’operazione repressiva contro il Collectif Palestine Vaincra rientra appunto in quest’ultima dinamica repressiva.
È importante sviluppare, facendo fronte comune, la lotta contro una repressione che si è fatta sempre più insistente, e sempre più lo sarà, poiché per la classe dominante con l’accentuarsi della crisi capitalistica ogni forma di conflitto e di lotta deve essere repressa, tanto più in una situazione di guerra come quella attuale, che ha le sue dolorose ricadute oltre che nei paesi devastati dalle guerre imperialiste anche nei confronti dei proletari dei paesi occidentali, costretti a un peggioramento delle loro condizioni sociali, in virtù del fatto che gran parte delle risorse economiche vengono indirizzate verso le spese militari.
Di fronte a un sistema che produce sempre più guerra e repressione, opponiamo la nostra resistenza in un’ottica rivoluzionaria, sosteniamo chi viene colpito dalla repressione perché lotta, come oggi facciamo con i compagni del Collectif Palestine Vaincra, appoggiamo i popoli che resistono e lottano contro l’imperialismo, come quello palestinese.
Gennaio 2025
Collettivo contro la repressione per un Soccorso Rosso Internazionale (CCRSRI)
Saadat/georgeAbdallah/prigionieri palestinesi Tutti liberi!
Et nos pensées en particulier, aujourd’hui, pour Ahmad Sa’adat, combattant pour la libération de la Palestine, secrétaire général du Front Populaire et leader du mouvement de libération nationale palestinien arrêté le 15 janvier 2002 par l’Autorité palestinienne.
Ahmad Sa’adat tout comme Georges Abdallah se tiennent, aujourd’hui, aux côtés des prisonniers politiques palestiniens sur la ligne de front de la lutte de libération nationale. En tant que tels, ils sont les symboles de la résistance palestinienne, arabe et internationaliste à l’impérialisme, au capitalisme, au fascisme, à la colonisation.
Le combat d’Ahmad Sa’adat, de Georges Abdallah et de tous les prisonniers palestiniens est le combat d’un attachement indéfectible à la résistance et à la juste cause des peuples opprimés de Palestine, du Liban, et partout dans le monde.
Plus que jamais, l’exigence de leur libération doit être défendue et exigée !
Provocazione del DAP contro i prigionieri della sezione AS2 del carcere di Alessandria

Riceviamo e pubblichiamo questa denuncia di parenti, amici e solidali di prigionieri politici delle Br, relativa a gravi fatti avvenuti nel carcere di Alessandria.
In una sezione di 7 celle, insieme a 4 prigionieri delle Br da più di 40 anni in carcere, da
oltre 3 mesi è stato assegnato un noto, soprattutto al DAP, individuo che ha più volte
insultato e minacciato gli altri prigionieri e che continua a creare un’ oggettiva situazione
di pericolo e incolumità, favorita dall’immobilismo da parte della direzione del carcere.
Il trattamento privilegiato a cui è sottoposto questo personaggio che gode della libertà di
spostamento fino a sera inoltrata, usufruisce di innumerevoli videochiamate della durata
superiore di gran lunga a quella consentita agli altri detenuti (h.2:30), che, nonostante il
divieto assoluto in AS2, si sposta liberamente dalla sezione all’infermeria dove intrattiene
rapporti con i detenuti comuni, che ha picchiato due agenti, deteneva in cella una
chiavetta e un computer con accesso a internet, che mette in pericolo l’incolumità delle
altre persone detenute nella sezione lascia pensare alla non casualità della sua
assegnazione in questo carcere da parte del Dap.
Ricordiamo, che l’uso dei vari personaggi come provocatori non è una novità nella storia
delle carceri italiane quale forma di pressione ed annientamento dei prigionieri politici.
Per la situazione intollerabile ed inaccettabile che è stata creata nella sezione di AS2, l’
incolumità dei 4 prigionieri delle Br e del prigioniero kurdo, attivista del partito HDP
anche lui detenuto nella stessa sezione, non possiamo che ritenere responsabili il DAP e il
Ministero.
Chiediamo al sottosegretario Delmastro, se anche questo è un modo, così come per chi è al
41 bis, utilizzato per “non fare respirare i detenuti politici” per il quale prova tanto
godimento.
Parenti, amici, solidali dei prigionieri
16/01/2025
Si allegano alcuni articoli di giornali
https://www.europeandemocracy.eu/efd-project/the-case-of-hmidi-saber/
https://ilsicilia.it/isis-detenuto-fa-proselitismo-in-carcere-trasferito-a-siracusa/
https://www.poliziapenitenziaria.it/public-post-chi-e-hmidi-saber-laposaposestremista-
islamico-arrestato-oggi-e-tutte-le-sue-vicende-nelle-carce-6251-asp/
https://ristretti.org/milano-qil-covid-una-punizione-di-allahq-il-reclutatore-di-terroristi-
in-carcere
https://www.fratelli-italia.it/carceri-fidanza-trasferire-subito-tunisino-condannato-per-
reati-di-terrorismo/
https://www.poliziapenitenziaria.it/public-post-chi-e-hmidi-saber-laposaposestremista-
islamico-arrestato-oggi-e-tutte-le-sue-vicende-nelle-carce-6251-asp/
Anarchico Valitutti indagato per istigazione al terrorismo – solidarietà e riflessione
Anarchico Valitutti indagato per istigazione al terrorismo. Figura storica del movimento, era in questura a Milano con Pinelli la notte in cui morì
Il fascicolo a Torino. Si procede per le sue dichiarazioni precedenti ai disordini nel centro storico di Torino avvenuti il 4 marzo 2023
Il 78 enne Pasquale Valitutti, figura carismatica del movimento anarchico in Italia, è indagato a Torino per istigazione a delinquere aggravata dalla finalità terroristica. Lo si ricava da una ordinanza del tribunale del riesame subalpino, che ha accolto l’impostazione dei pubblici ministeri. Il nome di Valitutti compare in un procedimento (con decine di indagati) per i disordini nel centro storico di Torino avvenuti il 4 marzo 2023 durante un corteo convocato nell’ambito della mobilitazione della galassia antagonista a favore di Alfredo Cospito, l’anarchico che in quel periodo stava sostenendo uno sciopero della fame per protestare contro il regime carcerario del 41 bis cui era sottoposto.
A Valitutti, che da tempo è costretto su una sedia a rotelle, non è contestata la partecipazione diretta ai tumulti: sono al vaglio, invece, le parole pronunciate durante alcune interviste rese agli organi di informazioni nelle settimane precedenti. Valitutti è una figura storica del movimento anarchico, era in questura a Milano la notte in cui Giuseppe Pinelli perse la vita precipitando dalla finestra dell’ufficio in cui veniva interrogato.
I giudici, accogliendo un ricorso della procura, hanno stabilito che, alla luce del «contesto storico e politico» del momento, «la chiarezza letterale delle sue esternazioni dell’auspicare reazioni violente contro le istituzioni e contro una parte della popolazione ritenuta complice del destino di Cospito è talmente chiara che non lascia margini di dubbio».
Contro genocidio e repressione ribellarsi è giusto! Massima solidarietà alle compagne e ai compagni abruzzesi
Un corteo ostacolato sin dal suo annuncio dalle autorità, che per non turbare lo shopping natalizio e la piccola borghesia cittadina, volevano relegarlo a vie per lo più secondarie e buie della città.
Un divieto inaccettabile di fronte al genocidio in atto in Palestina, dove ospedali, campi profughi, scuole, vengono quotidianamente bombardati con la complicità del governo fascista Meloni, dove bambini vengono fatti morire di freddo e di fame, dove giornalisti e personale sanitario vengono uccisi, rapiti e torturati dall’esercito israeliano nel silenzio dei media occidentali.
Così un gruppo di noi, alla fine del corteo, ha deciso di infrangere questo divieto e di arrivare in centro città fino a piazza Martiri, una zona nevralgica della città, resa vera e propria zona “rossa” da interdire a coloro che, per motivi sociali o politici, hanno ben poco da spendere se non la propria rabbia e la propria umanità, e per questo sono ritenuti socialmente pericolosǝ.
Così il primo giorno utile del nuovo anno una decina di compagne e compagni sono statǝ raggiuntǝ da notifiche di inizio indagini relative a quel corteo.
A quelle piazze c’eravamo tuttǝ, soccorso rosso proletario c’era e lo rivendica, perché l’unico modo di lottare contro leggi liberticide e oppressive è violarle, perché i veri criminali sono quelli che pianificano, coprono e sostengono un genocidio, perché i veri criminali sono quelli che vorrebbero eliminare, anche con la repressione, ogni forma di resistenza.
Massima solidarietà allǝ compagnǝ raggiuntǝ dalla repressione!
La storia non si scrive nei vostri tribunali, siete voi i veri criminali!
Soccorso rosso proletario – AQ