Informazioni su soccorso rosso proletario

Un filosofo produce idee, un poeta poesie, un pastore prediche, un professore manuali ecc. Un delinquente produce delitti. Se si esamina più da vicino la connessione che esiste tra quest’ultima branca di produzione e l’insieme della società, ci si ravvede da tanti pregiudizi. Il delinquente non produce soltanto delitti, ma anche il diritto criminale, e con ciò anche il professore che tiene lezioni sul delitto criminale, e inoltre l’inevitabile manuale, in cui questo stesso professore getta i suoi discorsi in quanto “merce” sul mercato generale. Con ciò si verifica un aumento della ricchezza nazionale, senza contare il piacere personale, come [afferma] un testimonio competente, il professor Roscher, che la composizione del manuale procura al suo stesso autore. Il delinquente produce inoltre tutta la polizia e la giustizia criminale, gli sbirri, i giudici, i boia, i giurati ecc.; e tutte queste differenti branche di attività, che formano altrettante categorie della divisione sociale del lavoro, sviluppano differenti facoltà dello spirito umano, creano nuovi bisogni e nuovi modi di soddisfarli. La sola tortura ha dato occasione alle più ingegnose invenzioni meccaniche e ha impiegato, nella produzione dei suoi strumenti, una massa di onesti artefici. Il delinquente produce un’impressione, sia morale sia tragica, a seconda dei casi, e rende così un “servizio” al moto dei sentimenti morali ed estetici del pubblico. Egli non produce soltanto manuali di diritto criminale, non produce soltanto codici penali, ma anche arte, bella letteratura, romanzi e perfino tragedia, come dimostrano non solo La colpa del Müllner e I masnadieri dello Schiller, ma anche l’Edipo [di Sofocle] e il Riccardo III [di Shakespeare]. Il delinquente rompe la monotonia e la banale sicurezza della vita borghese. Egli preserva cosi questa vita dalla stagnazione e suscita quell’inquieta tensione e quella mobilità, senza la quale anche lo stimolo della concorrenza si smorzerebbe. Egli sprona così le forze produttive. Mentre il delitto sottrae una parte della popolazione in soprannumero al mercato del lavoro, diminuendo in questo modo la concorrenza tra gli operai e impedendo, in una certa misura, la diminuzione del salario al di sotto del minimo indispensabile, la lotta contro il delitto assorbe un’altra parte della stessa popolazione. Il delinquente appare così come uno di quei naturali "elementi di compensazione" che ristabiliscono un giusto livello e che aprono tutta una prospettiva di "utili" generi di occupazione. Le influenze del delinquente sullo sviluppo della forza produttiva possono essere indicate fino nei dettagli. Le serrature sarebbero mai giunte alla loro perfezione attuale se non vi fossero stati ladri? La fabbricazione delle banconote sarebbe mai giunta alla perfezione odierna se non vi fossero stati falsari? Il microscopio avrebbe mai trovato impiego nelle comuni sfere commerciali (vedi il Babbage) senza la frode nel commercio? La chimica pratica non deve forse altrettanto alla falsificazione delle merci e allo sforzo di scoprirla quanto all’onesta sollecitudine per il progresso della produzione? Il delitto, con i mezzi sempre nuovi con cui dà l’assalto alla proprietà, chiama in vita sempre nuovi modi di difesa e così esercita un’influenza altrettanto produttiva quanto quella degli scioperi (‘strikes’) sull’invenzione delle macchine. E abbandoniamo la sfera del delitto privato: senza delitti nazionali sarebbe mai sorto il mercato mondiale? O anche solo le nazioni? E dal tempo di Adamo l’albero del peccato non è forse in pari tempo l’albero della conoscenza? ...

Operazione lince, comincia a sgretolarsi la tesi accusatoria: richiesta di sorveglianza speciale respinta per cinque attivisti del movimeto “A Foras”

Da Osservatorio repressione

L’impianto accusatorio del processo in cui 45 militanti del movimento antagonista sardo sono accusati di avere costruito una organizzazione terroristica continua a mostrare la sua infondatezza: oggi, infatti, il Tribunale di Cagliari ha respinto la richiesta del Pubblico Ministero di sottoporre alla sorveglianza speciale 5 persone ritenute “vertici” dell’organizzazione.

Una decisione che mette in luce la debolezza delle tesi accusatorie e che costituisce una prima battuta d’arresto per la Procura in vista del dibattimento che comincerà il 6 dicembre in tribunale.

Benché non si possa parlare di una conclusione di questo calvario, migliora sensibilmente la posizione di chi fino a ieri era accusato di essere un pericolo per la società. La sorveglianza speciale è un istituto nato sotto il fascismo e mai abrogato, che prevede obblighi di firma giornalieri ed uno stretto pedinamento da parte delle forze di polizia. Sappiamo bene quanto questo istituto serva a mortificare la persona e cercare di limitare al massimo la sua vita sociale e privata, come ben testimonia la storia della compagna Eddy Marcucci, attualmente sottoposta a sorveglianza speciale per avere combattuto l’ISIS.

Il fatto di oggi non ci distoglie dalla nostra lotta quotidiana contro l’occupazione militare.

Oggi infatti siamo al fianco dei comitati, sotto la questura, per chiedere la chiusura della fabbrica di bombe RWM.

Ci troverete anche in diretta su Radio Onda Rossa

Stasera saremo a Teulada (h18 casa Baronale, Piazza Parrocchia), Split Bologna e Radio Aut Pavia per presentare “Sono morto come un vietcong” di Giulia Spada e per raccontare la nostra battaglia ovunque.

Il 1° Novembre marceremo sotto la base di Teulada per chiedere la fine delle esercitazioni, bonifiche e riconversione del poligono.

In questo momento tante energie si sono attivate per un obiettivo comune, solo insieme sconfiggeremo chi vuole solo profitto e devasta le nostre terre.

Sa luta sighit!

A Foras – Contra a s’ocupatzione militare de sa Sardigna

FRANCIA: Déclaration de Georges Abdallah – 23 octobre 2021

 

Illustration par la camarade Ambre

Cher·e·s Camarades, cher·e·s Ami·e·s,

Après un mois d’intense mobilisation solidaire en France, ainsi qu’ailleurs dans d’autres pays, vous voici rassemblés aujourd’hui face à ces murs et à ces barbelés. Comme il y a un an, ou même une décennie pour certains d’entre vous, votre simple présence ici suscite toujours beaucoup d’émotion et autant d’enthousiasme. Voyez-vous Camarades et Ami·e·s, l’ambiance dans ces sinistres lieux, toute cette ambiance carcérale, change quand l’écho de la vie agissante vient percuter la platitude sans nom d’une quotidienneté carcérale mortifère… Ainsi, des codétenus sociaux découvrent comme par enchantement, ne serait-ce que pour un petit moment, la beauté et la puissance des rapports humains foncièrement désintéressés et la solidarité en dépit de tant d’années derrière les barreaux… Suvivant dans la misère culturelle et affective, sans réels rapports avec la société depuis de longues années pour certains, cet éveil d’enthousiasme et d’humanité ne passe pas inaperçu ; ça se lit dans les yeux et ça se voit dans ces commentaires spontanés souvent sincères mais hélas sans lendemain…

Camarades et Ami·e·s, l’écho de vos slogans, de vos chants et de tout le reste, passe outre ces barbelés et autres miradors, il résonne dans nos têtes et nous transporte loin de ces sinistres lieux.

Cher·e·s Camarades, cher·e·s Ami.e.s, à l’aube de cette 38e année de captivité, vous savoir ici présents dans la diversité de votre engagement, à quelques mètres seulement de ma cellule, me remplit de force et apporte un cinglant démenti à tous ceux et toutes celles qui misaient sur l’essoufflement de votre élan solidaire. Il me conforte surtout dans la conviction que le changement des rapports de force en faveur des protagonistes révolutionnaires incarcérés est toujours fonction de la mobilisation solidaire assumée sur le terrain de la lutte anticapitaliste/anti-impérialiste ; ainsi peut-on dire sans la moindre hésitation : le soutien le plus significatif que l’on peut apporter à nos camarades embastillés s’inscrit d’emblée dans l’engagement réel dans la lutte en cours. Certainement vous n’êtes pas sans savoir que c’est toujours au niveau des instances politiques que l’on décide de la place et du poids du rituel judiciaire, du moment où il est question des protagonistes révolutionnaires incarcérés. C’est pourquoi d’ailleurs, ce n’est qu’en assumant la solidarité sur ce terrain de la lutte de classe et dans toutes ses dimensions que le maintien de nos camarades en prison commence à peser plus lourd que les possibles menaces inhérentes à leur libération. C’est aussi cet engagement et cette mobilisation solidaire combative qui font qu’en dépit de tant d’années de captivité, nous voici toujours ensemble Camarades, résolument debout avec la détermination à toute épreuve face à cette 38e année qui s’annonce déjà pleine de luttes et d’espoirs aussi.

Camarades, par ces temps de pandémie, de crise pluridimensionnelle qui ébranle les piliers du système capitaliste mondial, les contradictions inter-imperialistes ne cessent de s’aggraver de plus en plus. Partout la bourgeoisie impérialiste brandit ces derniers temps le drapeau du nationalisme. Réflexe classique des capitalistes en temps de crise pour mieux ligoter les masses populaires à « leur »bourgeoisie et à « leur » État. Comme si la question à régler pour les travailleurs et autres précarisés était celle de « la grandeur de la nation », et non pas d’en finir avec le capitalisme et sa barbarie. Et pourtant, la crise du capitalisme moribond dans sa phase de putréfaction avancée est déjà là devant nos yeux au niveau planétaire… crise sanitaire, crise écologique, crise économique et sociale se conjuguent et s’amplifient toujours plus. Pas de sortie de crise dans le cadre du capitalisme. Le capitalisme mondialisé est le capitalisme réellement existant aujourd’hui. L’agonie de son monde ne s’achèvera que dans le dépassement du capitalisme, non pas à travers des compromis historiques et d’autres illusoires tentatives de sauvegarder les acquis d’un soi-disant capitalisme démocratique à visage humain, mais plutôt à travers la lutte implacable de « classe contre classe ». De nos jours, nous vivons tous sous l’hégémonie du capital mondialisé. Aucun pays ne peut échapper complètement au mécanisme destructeur de cette hégémonie. C’est ce « capitalisme mondialisé « à savoir le capitalisme réellement existant qui est en crise. Et c’est bien ce capitalisme que les communistes et tous les protagonistes révolutionnaires devront vaincre pour vaincre la barbarie. Pour la survie de l’humanité, pour la survie de notre planète, il faut savoir se débarrasser du capitalisme et de sa barbarie et au plus vite.

Ces derniers temps, force est de constater Camarades, qu’au moment où en Afrique les positions de l’impérialisme français continuent de s’éroder au profit d’autres puissances (soi-dit en passant, pas seulement la Chine et/ou la Russie, mais aussi l’Allemagne, les USA et la Turquie), un processus de fascisation s’affirme de plus en plus en France. Certainement ce n’est pas le sujet sur lequel on peut s’attarder ici, il n’en demeure pas moins qu’il y a lieu de s’en inquiéter au plus haut niveau.

Camarades, pour aller de l’avant dans la construction de l’alternative révolutionnaire appropriée, la convergence des luttes est plus qu’indispensable. Le bloc historique des travailleurs et autres précarisés se construit et se structure dans la dynamique globale de la lutte dans toutes ses composantes. Ce n’est qu’à travers cette dynamique globale que la lutte de classe rend manifeste les potentialités politiques du mouvement en cours, poussant le prolétariat agissant à s’approprier son expression politique consciente. En s’appropriant l’expression politique consciente de leurs intérêts de classe, les masses prolétaires se redécouvrent en tant que sujet de leur histoire et de l’histoire tout court. Ce n’est que dans ce processus de l’agir ensemble que les divers protagonistes de la lutte révolutionnaire ici et ailleurs de par le monde arrivent à construire l’alternative appropriée et à mettre un terme à l’agonie du capitalisme moribond dans sa phase de putréfaction avancée, à savoir l’agonie du capitalisme réellement existant.

Comme vous voyez Camarades, la bourgeoisie arabe dans sa plus grande majorité affiche dorénavant sans fard son alignement dans le camp de l’ennemi. Ce qui ne manque pas d’un côté de peser sur la lutte des masses populaires palestiniennes et de l’autre côté d’affirmer la place particulière de la cause palestinienne en tant qu’un des principaux leviers de la révolution arabe. Et de toute évidence, la lutte à l’intérieur du bloc social de la révolution devrait faire le compte des tergiversations et autres compromissions de la bourgeoisie pour pouvoir faire face à toutes les propositions “liquidationnistes”. La Résistance palestinienne a et aura à affronter le “bloc réactionnaire arabo-sioniste” dirigé par les puissances impérialistes.

La Palestine au quotidien nous donne à nous tous des leçons d’abnégation et de courage d’une exceptionnelle portée. Plus que jamais les masses populaires palestiniennes, en dépit de toutes les traîtrises de la bourgeoisie assument le rôle de véritable garant de la défense des intérêts du peuple. Face à l’occupation et à la barbarie de l’occupant, la première réponse légitime que l’on doit afficher avant tout autre chose est la solidarité, toute la solidarité, avec ceux et celles qui par leur sang font face à la soldatesque de l’occupation. Les conditions de détention dans les geôles sionistes ne cessent de s’empirer de jour en jour. Et comme vous le savez Camarades, pour y faire face la solidarité internationale s’avère une arme indispensable. Tout naturellement les masses populaires palestiniennes et leurs avant-gardes révolutionnaires peuvent toujours compter sur votre mobilisation et sur votre solidarité active.

Que mille initiatives solidaires fleurissent en faveur de la Palestine et de sa prometteuse Résistance !
Que mille initiatives solidaires fleurissent en faveur des Fleurs et des Lionceaux palestiniens !
La solidarité, toute la solidarité avec les résistants dans les geôles sionistes et dans les cellules d’isolement au Maroc, en Turquie, en Grèce, aux Philippines et ailleurs de par le monde !
La solidarité, toute la solidarité avec les jeunes prolétaires des quartiers populaires !
La solidarité, toute la solidarité avec les prolétaires en lutte !
La solidarité, toute la solidarité avec les masses populaires yéménites !
Honneur aux Martyrs et aux masses populaires en lutte !
A bas l’impérialisme et ses chiens de garde sionistes et autres réactionnaires arabes !
Le capitalisme n’est plus que barbarie, honneur à tous ceux et toutes celles qui s’y opposent dans la diversité de leurs expressions !
Ensemble Camarades, et ce n’est qu’ensemble que nous vaincrons !

À vous tous Camarades et Ami·e·s mes salutations révolutionnaires

Votre Camarade Georges Abdallah

Il doppio binario dell'”ordine pubblico”: accondiscendenza verso le azioni squadristiche antioperaie, repressione delle lotte sociali e ambientali

Roma: Fermati attivisti per il clima

Da Osservatorio repressione

Fermi di polizia a Roma, martedì 26 ottobre. A subirli una decina di attiviste-i del ClimateCamp per aver aperto uno striscione  “La catastrofe arriva – è tempo di agire” davanti alla Nuvola di Fuksas, quartiere Eur, che ospiterà proprio il G20. Sul posto è arrivato un nutrito numero di agenti di polizia che hanno fermato attiviste-i della Rete Eco-Sistema Roma, portando tutte-i al commissariato. Un piccolo esempio del clima, muscolare e nevrastenico, che si respira nella Capitale.

Tira una brutta aria, a Roma, in Italia e in Europa. C’è – è il caso di dirlo – “un brutto clima” che rivela quanto sia falsa l’esibita preoccupazione per il “cambiamento climatico” da parte dei governi neoliberisti, con in testa quello di Mario Draghi. Un “brutto clima” che sta peggiorando mentre si avvicina la data del 30 ottobre, scadenza prevista per il G20.

Questa mattina davanti al palazzo della Nuvola, all’Eur, dove nel fine settimana si svolgerà il G20, attiviste e attivisti climatici hanno aperto uno striscione con scritto: «La catastrofe arriva, è ora di agire!». Nulla di sconcertante, anzi, è la constatazione empirica che anche quei governi di merda dicono di condividere, quasi con le stesse parole.

Ma se a muoversi sono “altri” – non importa chi sia, anche solo dei ragazzi preoccupati davvero – arriva implacabile “l’ordine pubblico”. E non ci sembra neanche strano…

Nella città dove i fascisti hanno potuto attaccare indisturbati la più importante sede sindacale (per numero di iscritti, non certo per “conflittualità”) -, dopo averlo prima comunicato dal palco, e contrattato l’azione con la Digos – agenti di polizia sono intervenuti e hanno identificato i/le manifestanti.

Che adesso si trovano in state di fermo al commissariato sulla Cristoforo Colombo.

Le istituzioni sono inflessibili nella repressione del dissenso, soprattutto quando viene srotolato un pericolosissimo striscione, molto meno nel contrasto di crisi climatica e devastazione ambientale. Da Roma a Glasgow, le loro soluzioni sono il problema.

Da venerdì attorno alla Nuvola ci sarà una gigantesca zona rossa, di oltre 10 chilometri, difesa da migliaia di agenti. Contro il G20 e verso la Cop26 di Glasgow decine di realtà hanno deciso di costruire il Roma Climate Camp, che da giovedì sera a lunedì si terrà al laboratorio sociale Acrobax in via della Vasca Navale, 6, zona Ostiense. Previsto anche un corteo, sabato pomeriggio, dalla metro Piramide.

Da Roma ai microfoni di Radio Onda d’Urto  Riccardo di DinamoPress Ascolta o scarica

23 ottobre, Lannemezan, Francia: manifestazione per la libertà di Georges Abdallah

Manifestons, le 23 octobre 2021, à Lannemezan pour exiger sa libération !
Georges Abdallah, notre lutte, notre combat ! Sa libération est notre détermination !
Georges Abdallah, notre lutte, notre combat car du côté de l’opprimé et non de l’oppresseur ! De l’émancipation et de la liberté ! De l’insoumission et de l’insurrection ! De la révolte, de ce droit juste et légitime ! De la colère et de la dignité!
Georges Abdallah, notre lutte, notre combat pour démasquer les systèmes d’exploitation, de domination -capitaliste, impérialiste, colonialiste- et leur barbarie.
Georges Abdallah, notre lutte, notre combat pour un soutien indéfectible à la cause palestinienne et à la résistance sous toutes ses formes. Pour l’autodétermination du peuple palestinien ! Pour les Intifadas passées, actuelle et à venir ! Pour la libération des héros résistants captifs des geôles sionistes ! Pour le droit au retour de tous les « réfugiés » ! Contre la Normalisation et toutes les formes de liquidation, de tergiversations, de compromissions et de négociations ! Pour l’affirmation de la loi, dont la validité universelle est encore démontrée aujourd’hui par l’actualité, que seule la résistance peut contrer l’occupant, ses plans et unifier le peuple palestinien sur son projet historique de lutte de libération nationale.
Georges Abdallah, notre lutte, notre combat, toujours debout aux côtés des masses et des quartiers populaires pour leurs droits et nos acquis.
Georges Abdallah, notre lutte, notre combat contre les injustices, les violences policières ! La répression et les régimes d’exception !
Georges Abdallah, notre lutte, notre combat résolument internationaliste et radicalement antifasciste car siamo tutti antifascisti !
Georges Abdallah, notre ligne indéfectible de ce qui est progressiste et révolutionnaire et de ce qui ne l’est pas !
Georges Abdallah, notre camarade ! Tes combats sont les nôtres ! Ta libération est notre détermination et notre engagement pour que cette 37ème année de détention que tu affrontes, fort de ta conscience, sans reniement et toujours résistance, soit enfin la dernière de « cette petite éternité qu’est la prison à vie ».
Que mille initiatives solidaires fleurissent partout pour exiger ta libération et pour que soit rappelée au plus haut sommet de l’Etat français cette impérieuse nécessité adressée au ministre de l’intérieur du « il faut qu’il signe ».
Et en ce sens, nous appelons cette fois encore à amplifier, coordonner et faire converger, en particulier, notre mobilisation :
– du 24 septembre au 23 octobre 2021, en France et partout dans le monde, pour un mois d’actions nationales et internationales pour la libération de Georges Abdallah.
– le samedi 23 octobre 2021, pour la manifestation organisée à Lannemezan, devant le Centre pénitentiaire où est détenu Georges Abdallah afin de faire entendre massivement notre revendication impérieuse de voir enfin notre camarade, libéré.
Le cheminement vers la libération et la liberté est long, plein d’embûches et de contradictions mais là encore s’il est une affirmation de notre camarade Georges Abdallah que nous faisons nôtre, c’est bien celle de l’impérieuse nécessité de la lutte et de la résistance, dans la diversité de nos expressions et la convergence de nos engagements pour que soit enfin traduite en acte, par le rapport de forces établi, sa libération et parce que « c’est ensemble et seulement ensemble que nous vaincrons » pour « la victoire ou la victoire ! ».
ABDALLAH, ABDALLAH, TES CAMARADES SONT LÀ !
GEORGES ABDALLAH EST DE NOS LUTTES, NOUS SOMMES DE SON COMBAT !
LIBERTE POUR GEORGES ABDALLAH l
Paris, le 13 juillet 2021
Campagne unitaire pour la libération de Georges Abdallah
Campagne.unitaire.gabdallah@gmail.com

Roma: La polizia carica gli studenti del Liceo Artistico Ripetta occupato

L’occupazione di ieri effettuata dagli studenti e dalle studentesse dell’Opposizione Studentesca d’Alternativa con i compagni di scuola del Liceo Artistico Ripetta non deve essere andata giù alla questura romana.

Da stamattina infatti una camionetta della polizia sta bloccando l’ingresso a centinaia di studenti dell’Istituto nell’edificio dichiarato occupato ieri pomeriggio, assumendo un atteggiamento sempre più aggressivo nei confronti dei ragazzi e delle ragazze.

Una situazione che si protrae fin dalle prime ore dell’azione dei liceali, che hanno dovuto prima subire i tentativi delle forze dell’ordine di impedire l’ingresso nei locali e poi le continue minacce di sgomberi della dirigente scolastica, sorda alle richieste dei “suoi studenti”.

La tensione sta salendo ai massimi livelli negli ultimi minuti, dopo che gli studenti stanno chiamando alla resistenza e al presidio permanente, bloccando due strade adiacenti l’Istituto, senza indietreggiare di un passo di fronte agli scudi e ai manganelli agitati delle forze dell’ordine.

Un paese ben strano si affaccia in quest’autunno, dove i fascisti vengono “accompagnati” dinanzi le sedi dei sindacatile manifestazione vengono vietate in piena sospensione anche dei più elementari dei diritti Costituzionali, mentre per gli studenti in lotta “c’è solo polizia”, come si ascolta dai cori cantati a squarcia gola da via di Ripetta.

A quanto pare, la Prefettura riceverà a breve una delegazione degli studenti stessi in presidio ora dinanzi l’entrata del Liceo.

Non sappiamo quali altre teorie fisiche accamperanno ora dall’Interno (di cui la Prefettura è il rappresentante locale) per giustificare quello che a noi sembra, al contrario, l’ennesimo giro di vite alle possibilità di manifestazione del dissenso in questa falsa democrazia.

Seguiranno aggiornamenti.

Ore 15:20

Riceviamo e condividiamo (di seguito) l’incredibile video di denuncia di una studentessa del Collettivo Autorganizzato Ripetta Pinturicchio (C.A.R.P.) sulle molestie subite stamane da un poliziotto durante le tensioni esplose davanti al Liceo Ripetta.

Eravamo incordonati per proteggere gli studenti più piccoli, quando un poliziotto mi ha stretto i fianchi e poi mi ha toccato il seno”, afferma la studentessa in un video pubblicato sulla pagina Instagram del collettivo.

La nostra rabbia è più forte dei servi in divisa”, le parola di lotta e complicità fatte circolare immediatamente via social dai militanti dell’Opposizione Studentesca d’Alternativa presenti al Ripetta.

Una rappresentanza dell’Osa sta denunciando il gravissimo fatto anche al Prefetto, costretto a concedere un tavolo d’emergenza dopo le tensioni di stamattina. Azioni legali sono previste da parte della studentessa.

Video denuncia di molestie di un poliziotto ai danni di una studentessa del C.A.R.P. fuori al Liceo Ripetta

Ore 12:30

Diramato il comunicato dell’Osa sull’incontro col Prefetto di Roma e le richieste che porteranno al tavolo, previsto in questi minuti.

“In questo momento una nostra delegazione si sta recando alla prefettura di piazza Ss. Apostoli per un incontro straordinario con il Prefetto di Roma.

Vogliamo le dimissioni immediate della preside del Ripetta Anna de Santis che da ieri sta provando in ogni modo di sabotare l’occupazione del Ripetta. Piuttosto che dialogare con gli studenti ha lasciato gestire la situazione forze dell’ordine che oggi sono arrivate al punto di caricare gli studenti e ne hanno ferito gravemente uno, per cui è stata chiamata un’ambulanza.

Questo però non ci basta. Da settimane si susseguono le proteste degli studenti, con gli scioperi fatti in decine e decine di scuole, dall’Enzo Rossi all’Argan, dal Plauto al Bottardi, dall’Avogadro al Cavour e tante altre ancora, e con le occupazioni del Rossellini, dell’Albertelli e del Ripetta.

Nessuno ha ascoltato gli studenti e le loro proteste contro la gestione critica degli scaglionamenti e contro le problematiche devastanti delle nostre scuole. Non ci sta più bene: vogliamo la creazione di un TAVOLO PERMANENTE SUI PROBLEMI DELLE SCUOLE DI ROMA fra la prefettura di Roma e OSA, per poter finalmente rappresentare la voce e le lotte degli studenti.

Non ci fermiamo qui. Continua la resistenza fuori al Ripetta, gli scioperi nelle scuole, la lotta in città, verso e oltre la mobilitazione nazionale studentesca del 29 ottobre.

La lotta continua!”

da Contropiano

Udine: perquisizione della digos a casa di attivista antirepressione. Siamo solidali con la compagna, ma che ci azzeccano i vaccini con le lotte anticarcerarie?

Non facciamo di tutta un’erba un “FASCIO”, perché si sa che a Trieste, e non solo, il movimento NoVax è cavalcato dai fascisti e dai loro referenti politici Salvini/Meloni

E si sa che gli unici che non si sono divisi sulla questione del green pass sono i sindacati di polizia, penitenziaria in primis. Gli stessi che hanno solidarizzato con i NoVax, gli stessi che hanno infettato i detenuti, gli stessi che li hanno picchiati e massacrati durante le rivolte.

Quindi, prima di parlare di “Stato di dominazione militar-vaccinale” e di prestare il fianco ai fascisti, anche in divisa, sarebbe bene chiarire da quale classe si conduce la lotta contro la repressione.

Noi lo sappiamo, e ci sembra evidente, come dovrebbe essere noto a tutti quelli che si occupano di anticarcerario. E crediamo che, quantomeno i compagni, non abbiano abboccato al referendum sulla giustizia proposto da radicali e lega.

Tornando ai fatti concreti, ci sembra che qui la perquisizione sia scattata per l’attività anticarceraria e non per quella contro il green pass.

A buon intenditor poche parole, qui ne abbiamo fatte già troppe ed è ora di leggere quelle che emergono dal seguente comunicato, insieme alle contraddizioni che nasconde.

da osservatorio contro la repressione:

Udine: Perquisizione della digos a casa di attivista antirepressione

Il 20 ottobre una attivista dell’ assemblea permanente contro il carcere e la repressione ha subìto nella sua casa una perquisizione da parte della Digos di Udine.

La polizia si è presentata nell’abitazione situata nell’amena campagna friulana poco dopo le 7 del mattino, già con la videocamera accesa, a riprendere stanze, muri, arredi e effetti personali della compagna, alla ricerca di un volantino.

Un ignobile e arbitrario pretesto (oltre che per intimidire) per raccogliere dettagli e caratteri antropometrici, per profilare possibili nemiche e nemici dello Stato di dominazione militar-vaccinale attualmente in vigore. La compagna ha prontamente ottenuto che le riprese cessassero, il volantino non è stato trovato, gli sbirri si sono portati via il portatile della compagna.

Il volantino in questione è stato diffuso nel piccolo centro friulano dove la responsabile sanitaria del carcere di via Spalato di Udine svolge la professione di medico di base, e in esso si rappresentava il degrado sanitario che regna in quella galera, nel più totale disinteresse dell’area medica.

La repressione non è un’illegittimità, commessa per distrazione da qualche ufficio di commissariato periferico, ma la precisa continuazione di un rapporto di dominazione, ci è stato spiegato anni fa. Chi reprime deve aspettarsi come risposta una sola cosa: la lotta!

Assemblea permanente contro il carcere e la repressione FVG

liberetutti@autistiche.org

Associazione “Senza sbarre”

c.p.129, 34121 Trieste