La Resistenza non si arrende, la Palestina si difende! Anan e Tarek liberi

Giornata di presidi in solidarietà con i prigionieri per la Palestina il 26 ottobre.

Oltre a quello di Melfi, per Anan Yaeesh, ci sarà un presidio al carcere di Pescara, dove da poco è stato trasferito Tarek Dridi, a seguito del crollo del tetto di Regina Coeli dove era detenuto.

Tarek, ragazzo tunisino arrivato in Italia dal 2008, è stato condannato dal tribunale di Roma a 4 anni e 8 mesi per gli scontri che vi furono il 5 ottobre 2024 a Roma, quando migliaia di persone scesero in piazza sfidando i divieti del governo, per reclamare a gran voce la fine del genocidio a Gaza.

Per diverse ore, sotto una pioggia torrenziale, le forze dell’ordine circondarono il presidio con i blindati permettendo l’ingresso ai manifestanti solo previa identificazione. Anche nei pressi della città, nelle aree di servizio autostradali adiacenti la capitale, le forze dell’ordine impedirono ai manifestanti, tramite fogli di via, di raggiungere il presidio. In piazza, dopo una serie di provocazioni poliziesche, con l’uso degli idranti e un fitto lancio di lacrimogeni, si arrivò agli scontri su via Ostiense.

Tarek quel giorno si trovava in un locale lì vicino. Non era andato per partecipare al corteo, ma quando vide la polizia caricare le bandiere della Palestina non ebbe dubbi su quale parte stare, così decise di intervenire e di frapporsi tra le cariche e i manifestanti. Si tolse la maglietta e si tagliò con dei cocci di bottiglia come gesto di protesta estrema, ma la polizia sosterrà in seguito che abbia preso ad ombrellate gli agenti, lanciato delle bottiglie e si sia tagliato per non farsi arrestare. Tutti fatti, questi, che non vengono comprovati dai video.

Quella sera venne arrestato uno studente italiano, Tiziano Lovisolo, portato in questura e posto agli arresti domiciliari. Il tribunale l’ha condannato a due anni, ma la pena è stata sospesa per l’applicazione della condizionale in quanto soggetto incensurato.

Due settimane dopo, il 18 ottobre, Tarek venne fermato, riconosciuto ed arrestato nel silenzio dei media. Anche lui, come Tiziano, accusato di resistenza a pubblico ufficiale. A differenza di Tiziano però, Tarek è un ragazzo straniero con precedenti penali, ed essendo senza fissa dimora non gli vengono concessi i domiciliari. Di lui si sarebbero perse le tracce, se non fosse stato per la solidarietà dei detenuti del carcere di Regina Coeli che lo hanno messo in contatto con un avvocato di movimento.

Il 14 aprile, con rito abbreviato, è arrivata la condanna: una pena di quasi cinque anni, addirittura superiore alla richiesta del pubblico ministero che ne chiedeva tre.

Da più di un anno Tarek sta pagando per tutti la giornata di lotta del 5 ottobre, ma solo da pochi mesi la sua storia è emersa dalle pagine buie della repressione e del razzismo istituzionale senza sfociare in tragedia. Se ciò è successo è grazie alla solidarietà, prima di tutto dei detenuti di Regina Coeli, poi anche di tutte le persone solidali che si sono attivate fuori dal carcere per farla conoscere, e di Zero Calcare, che ha dedicato a Tarek e alla Palestina un fumetto di 37 pagine, disponibile gratuitamente per una sola lettura su Internazionale.

In vista dell’udienza di appello, che si terrà a Roma il 21 novembre, sono previste altre mobilitazioni. Cerchiamo, questa volta, di non farle sovrapporre, anche se sarà difficile, data la tempistica dei processi, fissati in contemporanea per Anan e per Tarek.

Per questo il soccorso rosso proletario propone una mobilitazione diffusa e un gemellaggio dei presidi di solidarietà. Che si svolgano a Pescara, a Melfi, a Roma o a L’Aquila, SIAMO TUTTI PALESTINESI, ANAN E TAREK LIBERI!

Prisoners for Palestine info SRP

Prisoners for Palestine ha lanciato il suo sito web che dettaglia la lotta di tutte le persone che si trovano nelle prigioni britanniche per il loro sostegno alla Palestina.

Dalle sbarre delle prigioni israeliane, i prigionieri palestinesi inviano questo messaggio a loro:

La nostra lotta per la liberazione è stata e rimane parte integrante della lotta internazionale contro le forze del colonialismo, dell’imperialismo, del sionismo e della reazione. Di conseguenza, salutiamo tutti i prigionieri politici nel mondo, la lotta del movimento di liberazione dei Neri in America, la lotta dei popoli indigeni per l’autodeterminazione e la liberazione, e tutte le forze di liberazione nel mondo, e chiamiamo a rafforzare il rapporto tra questi movimenti e tutte le comunità palestinesi in esilio e diaspora.

Seguiamo con orgoglio i vostri sforzi, e apprezziamo molto il vostro sostegno ai prigionieri nelle prigioni dell’occupazione, in particolare la campagna di solidarietà con i prigionieri bambini, i detenuti amministrativi e le campagne di solidarietà con i prigionieri malati e ammalati e gli scioperanti della fame, e con le nostre coraggiose donne prigioniere nelle prigioni dell’occupazione. Valutiamo la vostra posizione di principio nel sostenere la lotta del movimento dei prigionieri palestinesi per la liberazione, poiché si trova in prima linea nel confrontarsi con il colonialismo sionista e il suo regime razzista di coloni.

La nostra libertà come prigionieri in Palestina arriverà inevitabilmente con la liberazione di tutto il nostro popolo. Sconfiggeremo le prigioni con la fine della colonizzazione sionista in Palestina.

Viva la solidarietà internazionale con il popolo palestinese – vittoria ai popoli in lotta!

riunione soccorso rosso internazionale report – non una parola su Anan e i prigionieri politici palestinesi in Italia (?)

Soccorso Rosso Internazionale

Di fronte alla controrivoluzione preventiva, rafforziamo la nostra resistenza!

Pubblicato il 20 ottobre 2025

“È nostro dovere lottare per la nostra libertà.

È nostro dovere vincere.

Dobbiamo amarci e sostenerci a vicenda.

Non abbiamo nulla da perdere se non le nostre catene.”

Assata Shakur

All’inizio di ottobre 2025, le delegazioni di Zurigo, Ginevra, Stoccarda, Amburgo, Bruxelles, Tolosa, Milano, Torino e Roma si sono incontrate per la Conferenza Internazionale del Soccorso Rosso, che si è tenuta due volte l’anno. La conferenza si è svolta in un contesto globale di crescenti contraddizioni interimperialiste, di una tendenza alla reazione e alla guerra, dello sviluppo della controrivoluzione preventiva e della resistenza che la contraddistingue, come quella dei giovani che si sollevano in tutto il mondo.

La nostra conferenza era ovviamente dedicata al nostro impegno per la liberazione di tutti i prigionieri rivoluzionari che incarnano esperienze avanzate di lotte anticapitaliste e antimperialiste e per la nostra emancipazione collettiva, come Hanna, Maja e tutti gli antifascisti del cosiddetto “affare Budapest”, la rivoluzionaria tedesca Daniela Klette, gli attivisti delle Brigate Rosse, i prigionieri del PCE(r) e del GRAPO, e i prigionieri anarchici Nikos Maziotis e Alfredo Cospito. La vittoria della liberazione di Georges Abdallah lo scorso luglio, alla quale abbiamo modestamente contribuito per 20 anni, sottolinea che in questa lotta, solo la resistenza dentro e fuori le carceri è la via da seguire per conquistare la libertà.

Il nostro lavoro si è concentrato in particolare sulla corsa alla militarizzazione e sulla tendenza alla guerra in Europa, che sono espressione della perdita di egemonia dell’imperialismo occidentale, europeo in particolare, e di una profonda crisi del capitalismo. In questo senso, la campagna ReArm Europe, che prevede 800 miliardi di investimenti in armamenti in Europa, deve essere contrastata fermamente, rifiutando ogni forma di sciovinismo e facendo nostra la celebre formula di Karl Liebknecht: “Il nemico principale è nel nostro Paese”. Più che mai, è giunto il momento di affermare che nessuna pace sarà possibile senza porre fine al capitalismo. E che dobbiamo lottare e lavorare per le condizioni del necessario processo rivoluzionario.

Mentre il genocidio imperialista-sionista a Gaza continua da due anni, la situazione in Palestina ha assunto un posto di rilievo nelle nostre discussioni. In particolare, il cosiddetto piano di “pace” di Trump è stato denunciato per quello che è: un piano per imporre la capitolazione e il controllo coloniale della Striscia di Gaza. In questa situazione, dobbiamo sostenere fermamente la resistenza palestinese, il che significa affrontare l’imperialismo occidentale, come dimostrano le recenti mobilitazioni di massa in Italia e altrove. È nel contesto di questa lotta che diversi prigionieri della causa palestinese sono attualmente detenuti in Europa e negli Stati Uniti, come i Filton 24 e Casey Goonan, ai quali rinnoviamo la nostra piena solidarietà.


Abbiamo anche studiato l’evoluzione della situazione nelle diverse regioni del Kurdistan attraverso l’analisi della situazione concreta resa possibile grazie al contributo di diverse forze rivoluzionarie impegnate sul campo. Di fronte a eventi complessi e profondi cambiamenti tattici e strategici, appare più che mai importante sostenere il percorso di resistenza nel processo in corso che vede confrontarsi il fascismo turco, l’imperialismo e le diverse forze reazionarie nella regione. Qui come altrove, è nella costruzione di una solidarietà critica che possiamo dare vita a un vero internazionalismo rivoluzionario.

Infine, dalla nostra ultima conferenza del marzo 2025, la sinistra rivoluzionaria ha salutato importanti figure del nostro campo come l’attivista afroamericana Assata Shakur, il comunista marocchino Aziz Menebhi, il compagno Basavaraj del PCI (maoista), l’anarcosindacalista Octavi Alberola e le rivoluzionarie tedesche Brigitte Asdonk e Petra Krause. Rendere loro omaggio significa seguire le loro orme nel loro impegno a costruire una prospettiva rivoluzionaria in linea con le realtà soggettive e oggettive del nostro tempo.

Superare il capitalismo, costruire la solidarietà!

Soccorso Rosso Internazionale, 16 ottobre 2025

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Repressione in Turchia e francia – info secours rouge/Soccorso Rosso Proletario

 

En janvier dernier, une vague d’arrestations a touché des dizaines de personnes accusés « d’appartenance à une organisation terroriste » et de « propagande en faveur d’une organisation terroriste », en l’occurrence le MLKP . Dans ce cadre, le tribunal a condamné cette semaine Deniz Aktaş (coprésidente de l’ESP, Parti Socialiste des Opprimés) à 17 ans et un mois de prison, Ebru Yiğit (membre des SKM, Assemblées des femmes socialistes) à 17 ans et un mois, et le socialiste Mert Unay à 20 ans et six mois, assortis d’une ordonnance de détention provisoire. La militante Nurcan Güllubudak a également été condamnée à 14 ans et sept mois de prison.

France : Détenu en centre de rétention, Berdan Efe Özder est en grève de la faim

 

Suite à sa participation à une action devant l’ambassade d’Égypte à Paris pour dénoncer la complicité égyptienne avec le génocide en Palestine, Berdan Efe Özder a été arrêté, placé en garde à vue puis en centre de rétention . Soumis à une expulsion et à une interdiction de venir en France durant 2 ans, il a fait appel de cette décision et il est maintenu en détention en attendant l’audience. Il est en grève de la faim depuis son arrestation pour protester contre cet emprisonnement injuste alors que celui-ci est réfugié politique en Belgique et qu’il a le droit de voyager dans les pays européens.

Contro l’operazione Kagar contro la repressione in India – riparte la campagna internazionale

Comunicato del Comitato Internazionale di Sostegno 
alla Guerra Popolare in India

 

Il Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India chiama tutto il proletariato mondiale, le organizzazioni rivoluzionarie e democratiche a partecipare attivamente alla campagna prolungata contro la Operazione Kagaar.

Non possiamo permettere che il governo indù-fascista e genocida di Modi attui i suoi piani per cancellare il PCI (maoista) entro il marzo 2026.

Per questo motivo, come Comitato Internazionale, lanciamo una serie di proposte e azioni per fare fronte con l’internazionalismo proletario i piani genocidi di Modi.

Il futuro dei nostri compagni in India è il nostro futuro, perciò non possiamo stare fermi a guardare lo sterminio dei nostri compagni.

Ora più che mai, è tempo di agire e combattere con le unghie e con i denti contro l’Operazione Kagar e il governo indù-fascista e genocida di Modi. Pertanto, proponiamo le seguenti azioni:

  • Diffusione straordinaria in tutte le lingue possibili via internet e tra i proletari e masse popolari del messaggio del PCI (Maoista) per il 21° anniversario della fondazione del PCI (Maoista) contro l’infame campagna dell’imperialismo e del regime di Modi sulla “fine della guerra popolare” e la capitolazione del Partito.

  • Una Campagna di Emergenza Prolungata contro l’Operazione Kagaar, rivolta ai proletari e ai popoli del mondo, con una delegazione internazionale in India. I membri delle delegazioni, designati da comitati, partiti e organizzazioni, nonché la data e le modalità di viaggio, saranno definiti entro la fine di novembre.

     

  • Una manifestazione internazionale proletaria e internazionalista il 21 o 28 marzo in una grande città europea contro l’Operazione Kagar a sostegno della guerra popolare e del PCI (Maoista). Altre manifestazioni contemporanee si terranno in America Latina, Asia, Africa e Stati Uniti ove non sia possibile partecipare alla manifestazione internazionale in Europa. La data e il luogo di questo evento internazionale saranno stabiliti a dicembre e l’appello e manifesto saranno pubblicati il 1° gennaio 2026.

Viva l’internazionalismo proletario!

Viva la guerra popolare!

Viva il PCI (Maoista)!

Lal Salaam

ICSPWI

info/materiali csgpindia@gmail.com 

per anan DOMENICA 26 OTTOBRE, DALLE 15:30, PRESIDIO AL CARCERE DI MELFI, VIA LECCE

Il 31 ottobre riprende a L’Aquila il processo alla Resistenza palestinese. Anan Yaeesh parteciperà in videoconferenza dal carcere di Melfi, dove da più di un mese è stato deportato per allontanarlo dal foro competente e dai suoi legali, nel tentativo di isolarlo dalla solidarietà.
Ma questo tentativo non è riuscito, grazie anche alla lotta che lo stesso Anan ha portato avanti con lo sciopero della fame il 4 ottobre, in solidarietà con le mobilitazioni italiane per la Palestina e in coincidenza con l’enorme manifestazione nazionale a Roma.
Con quello sciopero della fame Anan ha anche portato allo scoperto le regole assurde che vigono nel carcere di Melfi, sollecitando l’attenzione del Garante e di associazioni per la difesa dei diritti dei detenuti. Nel giro di una settimana si sono attivati, e hanno dato la propria disponibilità a visitarlo in carcere, medici, avvocati, giornalisti, infermieri, attivisti, ed è stato organizzato un primo presidio di solidarietà sotto il carcere di Melfi che ha concretamente rotto la condizione di isolamento in cui si è cercato di confinare Anan con un trasferimento del tutto arbitrario.
Grazie anche alla rete di solidarietà che immediatamente si è attivata intorno a lui anche a Melfi e in tutta la Basilicata, il carcere ha accolto alcune sue richieste ed Anan ha interrotto lo sciopero della fame venerdì 10.
La lotta paga, e questa prima vittoria ha offerto il trampolino di lancio per numerose altre iniziative, disseminate in tutto il territorio, nell’ambito della campagna Free Anan e per la Palestina libera.
La società civile, ancora una volta, si è mobilitata, respingendo la propaganda sionista e le manovre occulte di questo governo, che vorrebbero nascondere la portata di questo movimento e il peso di questo processo e detenzione illegittimi di Anan su tutta la lotta per la causa palestinese in Italia.
Se volevano isolarlo con un trasferimento hanno fallito, la solidarietà al partigiano palestinese Anan Yaeesh è più forte che mai, e Il 26 ottobre saremo ancora sotto il carcere di Melfi a reclamare la sua liberazione, perché la lotta per l’autodeterminazione non è terrorismo.
Il vero terrorismo sono le bombe dell’imperialismo, fornite allo stato genocida di Israele per il profitto di pochi criminali che si credono i padroni del mondo.
Il vero terrorista è lo stato illegale sionista, che trova in questo putrido sistema capitalista la sua legittimazione.
Ma i popoli lo sanno da che parte stare, con la resistenza del popolo palestinese fino alla vittoria.

GIÙ LE MANI DA ANAN, ALI E MANSOUR!
LA RESISTENZA NON SI ARRESTA!
LA RESISTENZA NON SI PROCESSA!

DOMENICA 26 OTTOBRE, DALLE 15:30, PRESIDIO AL CARCERE DI MELFI, VIA LECCE

DAY OF ACTION FOR TURKISH POLITICAL PRISONERS: 172 HUNGERSTRIKERS, 202 EMAILS, DEMONSTRATIONS NEAR TURKISH EMBASSIES

info soccorso rosso proletario

October 15 was another International Action Day in support of the hungerstriking and death fasting prisoners in Turkey.

The resistance in the prisons of Turkey continues for over 2 years to denounce and abolish the inhuman and unlawful implementation of S, R and Y isolation pit-like prisons. Around 15 prisoners already succeed to be transfered to other prisons without the systematical practice of isolation.

Right now there are 12 political prisoners in Turkey on an indefinite hunger strike, 2 of them extended their hunger strike to a death fast.

The 15th October was the 200th day of Fikret Akar’s indefinite hunger strike, therefore we reunited our forces to say:

CLOSE THE PIT-LIKE ISOLATION PRISONS – ACCEPT THE DEMANDS OF THE HUNGER STRIKE AND DEATH FAST RESISTERS

Let Serkan Onur Yilmaz Live! Let Ayberk Demirdögen Live! Let Fikret Akar Live!

Here’s a documentation of the actions and solidarity acts of October 15:

ONE-DAY SOLIDARITY HUNGER STRIKE:

Following the solidarity call made for October 15, again 172 people in 8 countries have joined a one-day solidarity hunger strike.

Germany: 29 Great Britain: 23 Netherlands: 13 Greece: 36 Sweden: 1 France: 14 Switzerland: 15 Austria: 41

SOLIDARITY ACTIONS IN FRONT OF EMBASSIES AND GENERAL CONSULATES OF TURKEY: