Riprende la mobilitazione per Mumia Abu Jamal in USA e Francia

quanto mai necessaria in tempi di Trump fascista

USA/France : Mobilisations pour Mumia

 

Le 25 mars 2025, la Cour suprême de Pennsylvanie, a définitivement écarté tout recours contre la condamnation de Mumia Abu Jamal. En septembre 2024, cette juridiction, qui l’avait déjà condamné à mort en 1982, avait déjà rejeté sa requête sans examiner les nouvelles preuves d’innocence. Ces dernières corroboraient le caractère raciste dont ont fait preuve, tout au long des procédures judiciaires, les magistrats et les juges. Sous la pression de la police corrompue de Philadelphie et des dirigeants politiques de Pennsylvanie, ils ont refusé d’examiner la requête au motif qu’elle était hors délai, alors que de nouvelles preuves n’ont été découvertes que tout récemment.

Mumia a été incarcéré pendant 29 ans dans le couloir de la mort. Deux fois sur le point d’être exécuté, il ne doit la vie sauve qu’à une forte mobilisation dans le monde entier. En 2011, sa peine de mort a été commuée en prison à perpétuité sans possibilité de libération conditionnelle. Bien qu’affaibli par la maladie, Mumia, 71 ans, poursuit inlassablement à écrire, à étudier et à conseiller les prisonniers pour leur défense. Les mobilisations se poursuivent: San Francisco, Oakland et San Jose ont tenu avec son fils aîné Jamal de grandes protestations. D’autres initiatives auront lieu à Philadelphie, à Houston et dans le monde (Mexico et Berlin). Comme chaque premier mercredi du mois, un rassemblement sera organisé le 7 mai (18 heures) place de la Concorde, à proximité de l’ambassade des États-Unis.

 

Carceri – GLI SBIRRI FASCISTI DEL SAPPE VOGLIONO RIAPRIRE LE CARCERI SPECIALI…

Aggressioni carcere, sindacato Sappe: “Riaprire le strutture delle isole Pianosa e Asinara per i detenuti violenti”

La popolazione detenuta, spesso espressione degli ambienti più degradati e violenti, rappresenta una concentrazione di situazioni ad alto rischio, che la Polizia Penitenziaria si trova a fronteggiare ogni giorno con grande senso del dovere, ma con strumenti sempre più inadeguati”. Il sindacato Sappe ha quindi rinnovato l’allarme: “Non possiamo più assistere in silenzio all’escalation di aggressioni ai

danni del personale. Apprendiamo con favore che i quattro violenti sono stati trasferiti ad altro istituto, tuttavia, occorre una riflessione sull’efficacia di questi provvedimenti che non scoraggiano i più facinorosi dal mettere in atto simili condotte e come unico strumento di contrasto non sembrano proprio sortire gli effetti desiderati. Servono interventi urgenti e una nuova centralità della sicurezza penitenziaria nell’agenda politica, conclude Santilli. 

“Ditemi voi se è normale un Paese nel quale non uno ma ben quattro detenuti tentano di linciare un poliziotto penitenziario in servizioha aggiunto Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria “a questo senso di impunità, di cui larga parte della frangia violenta della popolazione detenuta è convinta di godere, devono assolutamente corrispondere provvedimenti penali e disciplinari efficaci, anche prevedendo di destinare carceri dismesse come l’Asinara e Pianosa per contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione”.

Capece ha quindi ribadito la necessità di urgenti provvedimenti a tutela della Polizia penitenziaria in servizio: “Sarebbe opportuno dotare al più presto la polizia penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato. 

palestina – turchia – georges ibrahim abdallah Repressione e resistenza

 

 

Palestina: due prigionieri del FPLP nuovamente arrestati dall’occupazione israeliana

Martedì 6 maggio le forze israeliane hanno arrestato diversi prigionieri palestinesi rilasciati di recente. In particolare, hanno preso di mira due attivisti di Nablus: Wael Jaghoub, leader del FPLP condannato all’ergastolo e rilasciato il 25 gennaio nell’ambito dell’accordo di scambio di Toufan al-Ahrar, e Thaer Hanani (a destra nella foto), un altro membro dell’organizzazione di sinistra palestinese, rilasciato il 30 giugno 2024 dopo aver scontato 20 anni di prigione

In Turchia, 10 prigionieri rivoluzionari sono in sciopero della

 fame a tempo indeterminato 

per denunciare l’isolamento (in particolare nelle carceri di tipo S, Y e R), i trasferimenti forzati e per chiedere migliori condizioni di detenzione ( vedi il nostro articolo ). Poiché uno di loro, Sercan Ahmet Arslan, inizierà il suo 200° giorno di sciopero della fame il 7 maggio 2025, nello stesso giorno verrà organizzata una giornata internazionale di azione per sostenerli. In questo contesto, il comunista libanese e prigioniero politico Georges Abdallah è oggi in sciopero della fame in solidarietà con la lotta di questi rivoluzionari imprigionati

Francia: Georges Abdallah in sciopero della fame per sostenere i prigionieri rivoluzionari turchi

– IL GRUPPO RAP NORDIRLANDESE KNEECAP È INDAGATO DALL’ANTITERRORISMO INGLESE PER IL SOSTEGNO ALLA PALESTINA.

. MASSIMA SOLIDARIETÀ E CONDIVISIONE soccorso rosso proletario

 

In Irlanda del Nord i Kneecap, gruppo rap di Belfast, sono indagati dall’antiterrorismo britannico per il loro sostegno alla Palestina.

Tutto è iniziato quando il trio hip-hop nordirlandese si è esibito sul palco del Coachella, festival annuale seguitissimo negli Stati Uniti. “Israel is committing genocide against the Palestinian people… It is being enabled by the US… Fuck Israel/Free Palestine“, sono le tre frasi lanciate dal palco del Coachella che hanno reso i Kneecap la band più pericolosa e ricercata di Scotland Yard.

Da qui le reazioni di esponenti politici inglesi che ne hanno chiesto l’esclusione dai cartelloni musicali di festival o concerti, oltre che le indagini da parte della polizia britannica per “incitamento all’odio“.

Nel panorama musicale, a prendere le loro difese, tra gli altri, i Massive Attack: il gruppo di Bristol ha dichiarato che “se i politici di alto livello non riescono a trovare il tempo e le parole per condannare, per fare un esempio, l’assassinio di 15 operatori umanitari a Gaza o la fame imposta illegalmente alla popolazione civile e usata come arma, o ancora l’uccisione di migliaia di bambini da parte di uno Stato che possiede le armi di precisione più avanzate al mondo, quale peso dovremmo dare ai loro consigli sugli artisti da invitare a un festival?”.

Le prese di posizione politiche dei Kneecap non sono nuove. Figli della storia dei Troubles, il gruppo nordirlandese fin dagli esordi nel 2017 ha raccontato nelle sue canzoni la cultura giovanile della classe operaia di Belfast, il repubblicanesimo e i diritti linguistici irlandesi. Tanto da cantare in alcune canzoni in gaelico.