Archivio mensile:Maggio 2025
APPELLO URGENTE ALLA SOLIDARIETÀ CON IL COMPAGNO PAOLO TODDE IN SCIOPERO DELLA FAME.
APPELLO URGENTE ALLA SOLIDARIETÀ CON IL COMPAGNO PAOLO TODDE IN SCIOPERO DELLA FAME. Il compagno sardo Paolo Todde, già colpito dalla repressione nella prima metà degli anni 2000 per l'inchiesta contro il vecchio FRARIA di Cagliari, attualmente prigioniero in custodia cautelare con l’accusa di rapina dal 23 ottobre 2024 e già prigioniero pochi anni fa sempre con l'accusa di rapina a mano armata, ha iniziato il 25 aprile uno sciopero della fame insieme ad altri prigionieri per protesta contro le condizioni di vita del carcere di Uta (CA). L’intervento dei garanti con le loro vuote ed inutili promesse ha fatto sì che lo sciopero collettivo venisse interrotto dopo meno di una settimana, ma Paolo ha deciso di riprenderlo da solo l’8 maggio con il chiaro intento di portarlo avanti ad oltranza. Specifichiamo che Paolo ha più di sessant'anni e ha iniziato lo sciopero della fame partendo da un peso corporeo di soli 61kg. Paolo condivide con noi il sogno di mille cose: una Sardegna libera, l’odio per le galere e la società che le produce e non è mai stato indifferente di fronte alle continue violenze e prevaricazioni delle forze d' occupazione coloniali. Per lo Stato farlo tacere o eliminarlo serve da monito per chi combatte contro il sistema e per tutti i prigionieri che si ribellano alla galera. Per questo è sottoposto a continue provocazioni e infamie da parte delle guardie penitenziarie, come il blocco arbitrario della corrispondenza, l’ingresso di denaro, non permettergli di effettuare le videochiamate con la scusa che non c’è linea, portarlo con grande ritardo ai colloqui e fare cadere nei secchi in cui lava gli indumenti i libri, la corrispondenza e tutto ciò che può rovinarsi, etc. Tutte queste violenze si aggiungono alla situazione che vivono tutti i detenuti e che Paolo denuncia da mesi. Infatti, a Uta, l’acqua non è potabile, non può essere utilizzata neppure per cucinare, dopo che l’amministrazione l'ha mescolata al cloro per eliminare il grave inquinamento da colibatteri fecali che la rende inadatta anche per l’igiene personale. Le celle sempre sovraffollate (sono rinchiusi 140 prigionieri in più della capienza massima) sono chiuse 22 ore al giorno. L’accesso alla biblioteca e al campo di calcetto sono contingentati. Le temperature estive del sud Sardegna raggiungono spesso i 43 gradi. L’assistenza sanitaria è inesistente, le provocazioni della polizia penitenziaria sono continue tanto sui prigionieri che sui loro familiari e spesso si traducono in pestaggi. Una vita di questo genere è insopportabile per qualunque essere umano, e ancora di più per chi in tutta la sua vita non ha mai piegato la testa ed è sempre stato solidale con i nemici del sistema a partire dal Comitato di Solidarietà con il Proletariato Sardo Prigioniero Deportato oltre 30 anni fa. Paolo, come l'anarchico rivoluzionario Alfredo Cospito, ha deciso di utilizzare il suo corpo come una barricata, iniziando, a rischio della propria vita, una lotta immensa che potrà conseguire risultati solo se saremo in grado di condurre, con la stessa determinazione, una mobilitazione di solidarietà rivoluzionaria e internazionale. Ribadendo la nostra solidarietà ed il nostro impegno ad estendere la lotta perché l’amministrazione non possa avere pace, ricordiamo ai funzionari, alla polizia penitenziaria e ai vari garanti dei detenuti tutti corresponsabili della situazione attuale che gli oppressi hanno una lunga memoria e che se a Paolo dovesse accadere qualcosa, dovranno assumersene tutte le conseguenze. Non lasciamo solo Paolo in questa sua battaglia. Chi volesse anche scrivergli può farlo al seguente indirizzo: Paolo Todde; C.C. “E. Scalas”; 09068 Uta (CA) Alcuni Anarchici Sardi e altri compagni di Paolo
Free Elias Rodriguez
LIBERARE ELIAS RODRIGUEZ: COSTRUIRE LA CULLA POPOLARE INTERNAZIONALE DELLA RESISTENZA — Comitato Organizzativo di Free Elias Rodriguez
[Estratti della dichiarazione]… l’operazione condotta da Elias Rodriguez contro i funzionari diplomatici israeliani a Washington DC – persone attivamente impegnate a facilitare questa violenza globale creando lo spazio diplomatico per continuarla e approfondirla – è stata, secondo le sue stesse parole, una dichiarazione di BASTA! Parafrasando un grande rivoluzionario, protestare è quando diciamo “non ci piace”, resistere è quando mettiamo fine a ciò che non ci piace.
Per essere chiari, ciò che affermiamo è più di un semplice riconoscimento che la violenza e l’oppressione inflitte dal movimento sionista daranno inevitabilmente origine a una contro-violenza, un’ovvietà indiscutibile. Stiamo affermando che tale contro-violenza è legittima. È giustizia.
L’atto di Elias Rodriguez era pienamente giustificato, in quel luogo in cui doveri legali e morali si incontrano. È chiaro che il diritto internazionale, istituito dall’Occidente stesso e le cui istituzioni sono dominate dagli interessi di questi imperialisti, stabilisce il dovere di agire per fermare il genocidio, incluso l’uso della violenza per farlo. Secondo il diritto internazionale, questo dovere è assegnato agli Stati: non spetta agli attori non statali affermarlo. Ma che dire del caso in cui nessuno Stato occidentale abbia intrapreso azioni sufficienti per fermare la devastazione, in cui un genocidio avviene davanti agli occhi di tutti, trasmesso in diretta streaming sia nella carneficina di Gaza sia nelle ammissioni esplicite e implicite del governo israeliano e del movimento sionista in generale? In questo caso, il nostro caso, gli unici attori che osano imporre conseguenze sono stati, per designazione degli imperialisti stessi, attori non statali, oltre all’Iran.
È a questo punto che quegli obblighi legali, derogati e lasciati inadempiuti da coloro che ne sono responsabili, spettano ai popoli liberi del mondo. Elias Rodriguez ha subito una conseguenza, una goccia nel mare delle conseguenze dovute al movimento sionista e alla sua guarnigione militare. Che possa servire a dare una lezione e a dare l’esempio. A far riflettere finalmente i sionisti, che ci sono dei limiti e che l’impunità non sarà permessa, da nessuna parte…
Lo Stato americano chiederà senza dubbio la pena di morte per il suo caso, come ha fatto con Rodney Hinton Jr. e Luigi Mangione, le cui presunte azioni hanno contribuito a riequilibrare la bilancia della giustizia. I sionisti faranno di Elias Rodriguez un’incarnazione del nostro movimento, distorcendo il suo e il nostro messaggio, cercando di incutere ancora più paura, di intimidirci ulteriormente fino a indurci al silenzio e a una “protesta” infelice e senza speranza. Se permettiamo loro di uccidere Elias Rodriguez in silenzio, se restiamo a guardare o ci permettiamo di dimenticare la sua resistenza, allora avranno ucciso anche una parte del nostro movimento, una parte di noi; Quella parte che anela giustizia contro l’oltraggiosa e umiliante impunità di questo sistema di genocidio e, in effetti, di biocidio. Ancora una volta, non abbiamo altra scelta che difendere Elias Rodriguez. Tanto meglio se le sue azioni sono eminentemente difendibili e moralmente giuste…
LIBERATE ELIAS RODRIGUEZ! LIBERATELI TUTTI!
COSTRUITE LA CULLA POPOLARE INTERNAZIONALE DELLA RESISTENZA!
GLOBALIZZATE L’INTIFADA!
—Comitato Organizzativo di Free Elias Rodriguez (free.elias.rodriguez@proton.me)
Leggi la dichiarazione completa e firma qui: unityoffields.net/free-elias-rodriguez
Déclaration de Georges Abdallah : le capitalisme moribond, la fascisation, la guerre, la résistance
Aderiamo e partecipiamo alla manifestazione di parigi 14 giugno – info srpitalia@gmail.com

in via di traduzione
Message de Georges Abdallah aux participant.e.s au « Meeting révolutionnaire et internationaliste de Révolution permanente contre le militarisme impérialiste et la réaction internationale », Paris, le 24 mai 2025
Chers.es Camarades, Cher.es ami.es,
Partager avec vous l’enthousiasme inhérent à votre rassemblement aujourd’hui est plus que vivifiant, surtout si l’on est derrière les barreaux depuis quelques décennies. Permettez-moi, au début de cette courte intervention, de vous saluer toutes et tous, vous souhaitant d’intenses moments d’échange, et de profondes réflexions éclairant les perspectives en vue d’aller de l’avant sur le cheminement de la Lutte.
Comme vous voyez, Camarades, les contradictions inter-impérialistes occupent ces jours-ci, le devant de la scène internationale et rien ne laisse supposer qu’elles vont atténuer de sitôt. Sur fond de crise globale du système capitaliste mondialisé, ces contradictions sont appelées à s’exacerber de plus en plus et à se propager au niveau planétaire. Force est de constater que le déclin relatif de l’hégémonie de l’impérialisme USA au niveau mondial le pousse dans sa fuite en avant vers plus d’agressivité vis-à-vis des autres pôles impérialistes et le pousse à déployer à l’échelle mondiale une suprématie expansionniste prédatrice et annexionniste. Trump est sérieux lorsqu’il menace d’annexer le Canada, et lorsqu’il annonce un plan pour « nettoyer » Gaza et déporter les Palestinien.nes en Égypte et en Jordanie, il est tout aussi sérieux lorsqu’il annonce soutenir la colonisation israélienne de la Cisjordanie.
Camarades, les contradictions inter-impérialistes qui s’expriment en Europe pour le moment nous rappellent à tous qu’en l’espace d’un siècle le capitalisme jette l’humanité au bord d’une guerre mondiale pour la troisième fois… La crise de ce capitalisme moribond dans sa phase de putréfaction avancée est la crise du capitalisme mondialisé réellement existant. Pas de sortie de crise dans le cadre de ce capitalisme. On ne le répète jamais assez : la guerre est inscrite en quelque sorte dans le code génétique du capital. Le capitalisme mondialisé est le capitalisme réellement existant aujourd’hui et l’agonie de son monde ne s’achèvera que dans le dépassement du capitalisme vers le communisme. Certainement il y a place pour d’autres futurs que la soumission aux criminels diktats du capitalisme moribond et à la barbarie de ses guerres impérialistes et inter-impérialistes.
Camarades et Ami.es, cette crise globale qui ébranle les piliers du système et aiguise de plus en plus les contradictions de tout genre, elle accélère partout ces jours-ci, les divers processus de fascisation…, c’est bien pourquoi l’entité sioniste, ce prolongement organique de l’impérialisme occidental, est l’un des endroits où cette fascisation s’affiche sans ambages ces jours-ci. C’est là où pour la première fois dans l’histoire de l’humanité, des millions de personnes assistent à un génocide en cours. Certes, jusqu’à aujourd’hui les génocidaires continuent à sévir à Gaza, avec l’appui et le soutien actif, quoique désespéré, des principales puissances impérialistes occidentales ; cependant, grâce à la Résistance héroïque des masses populaires palestiniennes et leurs avant-gardes combattantes, et surtout grâce aussi à la mobilisation solidaire massive un peu partout dans le monde, la Palestine résiste et réoccupe plus que jamais sa place sur le devant de la scène internationale.
Depuis plus de 19 mois, et en dépit de tout l’arsenal de destruction mis à la disposition de l’agression génocidaire, la criminelle armée d’occupation sioniste s’enfonce de plus en plus dans le sable de Gaza. Force est de constater encore une fois de plus, cher.es Ami.es, chere.es Camarades, que ce ne sont pas les capacités de destruction au service de l’impérialisme qui décident en dernière instance de la victoire ou de la défaite, mais plutôt les Femmes et les Hommes intimement liés aux masses populaires de leur pays et qui se battent contre l’occupation et pour la libération de leur peuple. Le Mouvement de libération nationale palestinien, dans la pluralité de ses expressions politiques et organisationnelles suscite aujourd’hui, par l’abnégation et la résistance inébranlable de ses combattants, l’admiration et l’enthousiasme de toutes les forces vives œuvrant pour la liberté, la libération et l’émancipation et contre le capitalisme qui n’est plus que barbarie.
Depuis plus d’un siècle le peuple palestinien se bat contre le projet impérialo-sioniste de peuplement en Palestine, C’est dans le cadre global de cette Résistance historique que l’on peut mieux saisir l’articulation dynamique des divers facteurs structurant « la volonté collective de Résistance »…
Le peuple palestinien, à travers tout son parcours de lutte contre les diverses politiques sionistes de colonisation de peuplement, a tissé de solides liens avec la plupart des protagonistes de la lutte en vue d’un monde meilleur de liberté et de fraternité. Tout naturellement ces jours-ci, dans cette bataille contre l’agression génocidaire à Gaza et celle un peu plus nuancée en Cisjordanie, il est certain qu’il peut compter et doit pouvoir compter sur votre mobilisation solidaire active... Bien que la barbarie soit beaucoup plus spectaculaire à Gaza qu’en Cisjordanie, il n’en demeure pas moins que les colons suprémacistes et les soldats de l’armée d’occupation se livrent, au quotidien, aux pires excès en vue d’intensifier toujours plus la colonisation de peuplement et de rendre ainsi les conditions existentielles insupportables pour la majorité des masses populaires. Pogroms, arrestations arbitraires, assassinats des activistes, destruction des habitations, confiscation des terres et autres exactions structurent de plus en plus le cadre général de la vie en Cisjordanie.
Cher.es Ami.es, cher.es Camarades,
ar ce temps de crise multidimensionnelle, ce temps de fascisation et de guerre génocidaire en cours et de grands efforts consacrés d’urgence aux guerres en préparation, peut-être serait-il utile de s’attarder quelque peu sur ce qui caractérise le plus cette crise globale du capitalisme mondialisé aujourd’hui, et ce qui la différencie de celles du début de 20e siècle qui ont débouché sur les catastrophes de deux guerres mondiales. La principale dimension qui n’existait pas à cette époque et qui aujourd’hui remet en cause l’avenir de l’humanité sur cette planète terre, est la crise écologique provoquée par les siècles d’accumulation capitaliste. La deuxième dimension est la désorientation des mouvements des masses, à savoir l’absence d’une force anticapitaliste capable d’incarner au niveau de masses populaires une alternative crédible au capitalisme. Ce qui, entre autres, se traduit par un obscurcissement de la conscience collective à tous les niveaux aussi bien politique, idéologique et organisationnel…
Camarades, pour aller de l’avant dans la construction de l’alternative révolutionnaire appropriée, la convergence des luttes est plus qu’indispensable. Le bloc historique des travailleurs et autres précarisés se construit et se structure dans la dynamique globale de la lutte de toutes ses composantes. Ce n’est qu’à travers cette dynamique globale que la lutte de classe rend manifestes les potentialités politiques du mouvement en cours, poussant le prolétariat agissant à s’approprier son expression politique consciente. En s’appropriant l’expression politique consciente de leurs intérêts de classe, les masses des prolétaires se redécouvrent en tant que sujets de leur histoire et de l’histoire tout court. Ce n’est que dans ce processus de l’agir ensemble que les divers protagonistes de la lutte révolutionnaire ici et ailleurs de par le monde arrivent à construire l’alternative appropriée et mettre terme à l’agonie du capitalisme moribond dans sa phase de putréfaction avancée… à savoir l’agonie du capitalisme réellement existant.
Ce n’est qu’ensemble, et seulement ensemble, que les prolétaires et les diverses composantes des masses populaires, peuvent endiguer et conjurer la montée en puissance des tous les processus de fascisation en cours…
Encourageons, toujours plus camarades, les divers processus de convergence des luttes aussi bien au niveau local qu’au niveau régional et à plus forte raison au niveau international.
Que mille initiatives solidaires fleurissent en faveur de la Palestine et sa prometteuse Résistance !
La solidarité, toute la solidarité, avec les résistants dans les geôles sionistes, et dans les cellules d’isolement au Maroc, en Turquie, en Grèce et aux Philippines et ailleurs de par le monde !
Le capitalisme n’est plus que barbarie, honneur à tous ceux et celles qui s’y opposent dans la diversité de leurs expressions !
Ensemble Camarades, et ce n’est qu’ensemble que nous vaincrons !
A vous tous Camarades et Ami.es mes salutations communistes.
Votre Camarade Georges Abdallah
(Note : les passages mis en gras l’ont été par la rédaction du blog)
Il decreto sicurezza approda alla Camera. La polizia carica la manifestazione a Roma
A Montecitorio è iniziato l’esame del testo, su cui il governo dovrebbe porre la questione di fiducia. Per le strade della Capitale, il corteo contro un decreto definito «repressivo e liberticida». Cariche della polizia sui manifestanti, che hanno provato a raggiungere i palazzi istituzionali. Ferito Luca Blasi portavoce della rete “No dl sicurezza – a pieno regime”
Alla Camera il governo ha subito posto la fiducia sul Dl Sicurezza. A Roma la rete “A Pieno Regime – no Dl Sicurezza” oggi pomeriggio si è ritrovata in Piazza Barberini per raggiungere il Parlamento, trovandosi però davanti uno sbarramento poliziesco su via del Tritone, che ha impedito per due volte, tra scudi e manganellate l’avanzamento.
Durante le cariche della polizia è rimasto ferito Luca Blasi, assessore al III Municipio di Roma con delega in materia di Politiche Culturali e Diritto all’Abitare e portavoce della rete nazionale “No Dl Sicurezza – a pieno regime”, che ha riportato un grosso bernoccolo sulla tempia destra e una ferita all’orecchio, causata da uno strappo subito all’orecchino. Lucone è rimasto contuso mentre si era interposto tra manifestanti e polizia.
Questo è il Ddl “paura” negazione del diritto al dissenso negazione della libertà di movimento negazione alla libertà di parola “Se loro fanno il fascismo noi facciamo la resistenza“
Da Roma su Radio Onda d’Urto Raja, della rete nazionale “A Pieno Regime – no Dl Sicurezza”. Ascolta o scarica
L’uso dei reati associativi per contrastare il conflitto sociale: il processo contro il CSOA Askatasuna (2° parte)
di Claudio Novaro – Avvocato, Torino riprendiamo da Studi sulla questione criminale
Trovi la prima parte dell’articolo su infoaut e su questo blog il 21 maggio
I reati scopo.
Particolare attenzione viene poi dedicata ai reati scopo dell’associazione, individuati nei tanti momenti di scontro avvenuti a Torino e in Val di Susa negli ultimi 15 anni1.
L’operazione interpretativa è chiara: in mancanza di dati specifici sugli elementi costitutivi del reato associativo si cercano supporti probatori attraverso la disamina dei reati addebitati ai suoi partecipanti, con l’evidente rischio di andare incontro ad indebite commistioni: la sussistenza di un’associazione criminosa va verificata attraverso la prova dell’esistenza di un accordo e di un’organizzazione specifica e non attraverso l’esistenza di reati scopo, pena il pericolo che la prima diventi l’eco dei secondi.
In realtà, ancora una volta la ricostruzione storica proposta si dimostra incongrua. Le memorie dei P.M. prendono in esame 5 diverse tipologie di azioni avvenute a Torino e in Val di Susa – rispettivamente, diverse manifestazioni di piazza, i cortei del primo maggio, lo scontro con le fazioni di opposta ideologia politica in ambito universitario, le attività di controllo del quartiere Vanchiglia, la mobilitazione contro il TAV a partire dall’anno 2011 – rilevando come a molte di tali vicende abbiano preso parte alcuni degli imputati del reato associativo, come se questo fosse un dato fruttuosamente spendibile sul piano della responsabilità penale per il delitto di cui all’art. 416 c.p.. Continua a leggere
No al decreto sicurezza qui e ora, a Roma e in tutto il paese
Lunedì arriva in Parlamento per la conversione in legge il decreto sicurezza che crea un vero e proprio Stato di Polizia e di persecuzione delle lotte, dell’opposizione, della libertà di pensiero e di dissenso, delle occupazioni delle case e di tanti altri fattori.
Un decreto che vuole dare poteri speciali e privilegi speciali alla polizia per farne uno strumento della repressione di massa, dell’utilizzo sistematico della violenza verso i manifestati.
Questo decreto, passaggio fondamentale della trasformazione moderno fascista delle Istituzioni per opera del governo rappresentato da Meloni e dai suoi sodali – il razzista Salvini e Forza Italia – domanda chiaramente un’opposizione. L’opposizione che viene dai magistrati, le obiezioni che vengono dallo stesso Consiglio della magistratura, le opposizioni che vengono anche in seno a questo Parlamento, hanno bisogno però di un’effettiva azione di massa.
In questo senso salutiamo positivamente e diamo la nostra massima adesione alle iniziative già annunciate per lunedì, una sorta di “andiamo al Parlamento”, e alla manifestazione nazionale che viene convocata per il 31 maggio.
Noi non pensiamo, lo abbiamo detto sempre, che questa mobilitazione sia in grado di fermare la mano
del regime reazionario della Meloni e dei suoi ministri e del suo Parlamento, quindi anche su questo noi pensiamo che la mobilitazione debba avere come obiettivo la caduta del governo Meloni.
La caduta del governo Meloni non avverrà per via elettorale e né avverrà per l’opposizione in Parlamento che, oltre che numericamente è inferiore, non è assolutamente in condizione di rappresentare un’alternativa al governo Meloni.
Per questo noi non vediamo altra strada che creare le condizioni per uno sciopero generale, reale, che paralizzi il Paese e che questo sciopero contenga tutti quegli elementi di reale opposizione democratica e sociale che sono necessari per fermare il decreto di sicurezza, così come per fermare l’attacco sulle condizioni di vita dei lavoratori, così come per fermare il riarmo imperialista e infine per rovesciare il governo complice dello Stato nazisionista israeliano.